"Di tutti i crimini neri che l'uomo commette contro Dio e il Creato, la vivisezione è il più nero!"
(Mahatma Gandhi)


QUANDO IL "SONNO DELLA SCIENZA" GENERA MOSTRI...


"Il sonno della ragione generare mostri", ci insegnano di dipinti di Francisco Goya...
Ma il "sonno della scienza", in particolare, è in grado di generare mostri ancor peggiori!

Uno di questi è senza dubbio la "vivisezione", un brutale rituale che le principali riviste scientifiche mondiali (tra cui "Nature") definiscono apertamente "cattiva scienza”: un "olocausto silenzioso" quotidianamente perpetuato in oscuri "laboratori della morte" dove "macellai" (che amano definirsi scienziati...) commettono "crimini impuniti" a danno di milioni di animali innocenti e indifesi, "barbaramente" e "inutilmente" sacrificati sull'altare ormai sconsacrato della scienza!

Ma può definirsi "scienza" quello che ha tutto l'aspetto di essere una "vergogna per l’umanità"?!
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SOMMARIO:


1- COS'E' LA "VIVISEZIONE"?

2- QUANDO NASCE LA VIVISEZIONE?

3- QUALI SONO LE PRINCIPALI "VITTIME" DELLA VIVISEZIONE?

4- QUALI SONO I "NUMERI" DELLA VIVISEZIONE?

5- PERCHE' LA VIVISEZIONE E' UNA "VERGOGNA PER L'UMANITA'" E UNA "SCONFITTA PER LA SCIENZA"?

I- Perché "ANTIETICA";
II- Perché "ANTISCIENTIFICA";
III- Perché "ANTIECONOMICA"!

6- LA NUOVA DIRETTIVA UE SULLA VIVISEZIONE:

I- I punti più "controversi" della nuova direttiva;
II- Le ragioni per cui rappresenta una "vergogna europea"!

7- COME CONTINUARE A "COMBATTERE" LA VIVISEZIONE?

8- "FONTI E CONSIGLI" UTILI PER UN ULTERIORE APPROFONDIMENTO
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LEGGI IL DOSSIER COMPLETO ALLA PAGINA:
http://gaspareserra.blogspot.com/2010/09/lolocausto-degli-innocenti.html


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Autore del documento: Gaspare Serra (studente di Giurisprudenza - Università degli Studi di Palermo)
Fonte: Bog "Panta Rei" (http://gaspareserra.blogspot.com)
Riferimenti in facebook: Pagina "Diritti degli animali" (www.facebook.com/diritti.animali)


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Ciao Gaspare!
Dunque studi per diventare avvocato. Bene, ma temo che non servirà a molto per gli animali usati come cavie. Ho conosciuto una tipa di Trieste che veniva con me a liberare gli animali dagli stabulari. Poi ha lasciato il gruppo, dopo che alcuni di noi furono arrestati, e ha finito gli studi di giurisprudenza: ora difende gli hollygans della Triestina!
Della serie: dalle stelle alle stalle!
Dove sono finiti tutti i suoi buoni propositi di salvare gli animali?
Spariti, dissolti, evaporati, come lacrime nella pioggia.
Cosa possa servire per fermare la vivisezione francamente non lo so. Dopo una vita passata a macerarmi al pensiero di cosa venga fatto nel chiuso dei laboratori, a quei poveri animali, non ho ancora capito come si possa fermare la malvagità umana. Perché è di questo, in fondo, che stiamo parlando.
Le logiche di BigPharma, con il profitto a tutti i costi, ai danni di uomini e animali, spiegano solo in parte la causa di tale fenomeno. Gandhi ha detto la sua, così come molti altri. Tutti rimasti inascoltati. Un po’ come avviene ai proclami del Papa.
Come puoi vedere, anche qui nessuno ti dà bada, perché anche qui impera la mentalità specista che pone l’uomo al centro di tutti gli interessi e se si fosse parlato di esperimenti sugli uomini, che so, sui guatemaltechi, tanto per prendere una popolazione umana a caso, allora molti avrebbero partecipato alla tua discussione. Ma finché si tratta di topi e conigli e porcellini d’India e scimmie e cani e gatti, a chi vuoi che importi?
Ci sono cose più serie di cui parlare, no?
Non vorrai mica far scadere la qualità di un sito come Luogocomune?
Parlando di animali, poi!
Vengono usati negli esperimenti, e allora?
Vuoi che si usino gli avvocati per caso?
O meglio, gli studenti in giurisprudenza?
Magari c’è anche chi lo vorrebbe: parlo degli avvocati.

Con quet’ultimo passaggio, fatto a mo’ di provocazione e che nulla vuole togliere ai grandi meriti del fondatore di questo sito, voglio evidenziare un fattore determinante del perché gli animali vengono torturati, senza scopo se non quello di arricchire chi li tortura, nei laboratori di tutto il mondo.
Il fattore determinante è la mentalità prevaricatrice di Homo sapiens nei confronti delle altre specie. Ovvero, siamo rimasti predatori opportunisti come eravamo qualche milioncino d’anni fa. A regolare i rapporti con i nostri simili ci abbiamo messo una pezza, cioè ci siamo dati delle leggi (di cui Tu ti occupi), ma a regolare i rapporti con i nostri dissimili, non c’è alcuna regola o legge. Quindi gli animali sono fuori da ogni considerazione giuridica. E non tirarmi fuori l’articolo 727 del C.P. perché non fa testo. Quindi, basta che, nella mente di un popolo, o di un qualsiasi gruppo umano, un altro popolo o un altro gruppo umano venga fatto scivolare nel limbo in cui già si trovano gli animali, cioè nella categoria dei non-garantiti, privi di copertura giuridica (di nuovo il tuo campo) ed ecco che magicamente scoppiano guerre, genocidi, deportazioni, stermini e fosse comuni, a livello di nazioni, ma anche latrocinio, assassinio, stupri e violenze di ogni genere, a livello del singolo individuo.
Basta operare una reificazione, cioè proiettare sull’altro da noi lo status di bestia, e il gioco è fatto!
Ecco perché più volte, nelle discussioni su questo sito, ho spesso insistito sul fatto che per arrivare all’Uomo Nuovo (benché non tutti ci vogliano arrivare, dato che molti si trovano bene così) è necessario passare attraverso il rispetto per il debole, il non-garantito, cioè l’animale.
Lo scarso successo di questo progetto (solo la parola fa venire i capelli dritti a più di qualcuno, qui) dipende non solo dalla mentalità specista, diffusa, ma dal fatto che tutti quelli che ci hanno provato in passato, a costruire l’Uomo Nuovo, come la Chiesa cattolica, hanno miseramente fallito. E non solo: hanno anche causato milioni di morti, en passant.
E’ per questo che molti non si fidano. O forse sarebbe meglio dire: non capiscono. Non capiscono che l’uomo, magari solo a livello di singolo (le parti fanno l’intero), può cambiare, se vuole.
SE VUOLE.
I vivisettori non lo vogliono. Ma gli utenti di Luogocomune? Sembra neanche loro! E dunque, che ci stiamo a fa’?

Per una vera ricerca e senza animali:
Link Link

Ciao Spiderman!
Anni fa, nella stazione centrale di Milano, rimasi estasiato vedendo campeggiare, sui muri interni, grandi tabelloni a favore dei diritti animali, a firma della sconosciuta “I-care”.
Il nome è accattivante, perché ricorda la scritta che aveva messo Don Lorenzo Milani nella sua scuola di Barbiana, ma una associazione che potesse permettersi di spendere così tanti soldi per pagarsi quei tabelloni, conoscendo la vita grama che le associazioni animaliste conducono normalmente, mi aveva lasciato, già allora, il dubbio sull’identità di quella “I-care”, di cui nessuno dei miei amici animalisti sapeva niente.
Oggi Tu la riproponi come se fosse qualcosa di autentico e genuino. Permettimi quindi di farti notare che si potrebbe trattare di una quinta colonna. Non sarebbe la prima volta che le industrie farmaceutiche mettono in piedi associazioni apparentemente contro di loro, per confondere le idee delle persone e manipolarle più facilmente.
Se il dubbio nasce dalla grande disponibilità economica che le permette spese di pubblicità di quel genere (parlo dei tabelloni alla stazione di Milano), la certezza, o quasi, arriva quando, in calce al proclama del link, trovo la richiesta di contributi finanziari.
In tal modo, se i miei sospetti sono fondati, la gente viene…..”cornuta e mazziata”, come dicono in Meridione.
Cioè, ci prendono in giro e in più carpiscono la nostra buona fede. Con una storica associazione è successa, negli anni, la stessa cosa. Si tratta della U.A.I. (Unione Anti Vivisezionista), fondata ancora negli anni Trenta. Tramite silenziose infiltrazioni nel corpo direttivo, la UAI è diventata un’associazione che ufficialmente vorrebbe l’abolizione della vivisezione, ma nei fatti chiede la sua regolamentazione. Il che equivale a non chiedere nulla. In pratica domanda ai suoi iscritti contributi in denaro per gestire un canile in provincia di Milano, ed è tutto ciò che fa. Ancora oggi, io stesso ricevo quella loro specie di bollettino a una pagina, con accluso conto corrente postale.

Riguardo al secondo link che hai messo, non ci piove. Conosco la fondatrice di “Agire Ora”, Marina Berati, torinese. E non ho alcun dubbio sulla sincerità d’intenti del suo gruppo, che fra l’altro, grazie principalmente a Massimo Tettamanti, chimico ticinese, riesce a farsi dare animali da laboratorio dai vivisettori e a collocarli presso privati. Cosa che, al di là di tutte le nostre sterili lamentele, è una cosa concreta in favore degli animali.
Ciao. Alla prossima.

Free animals

Citazione:

Ciao Free, tu sai chi è il responsabile di icare in Europa?

A Spiderman:
Questo l’ho trovato passando attraverso Google:

http://www.animalaid.org.uk/h/n/AA/HOME/ALL/2/


Ma non aggiunge nulla a ciò che potresti aver trovato anche Tu con le tue ricerche.
Le mie impressioni (per ora non ti posso fornire di meglio) sono che si tratti di un’associazione…virtuale, buona per far su soldi, ma scarsamente attiva sul territorio. Infatti, se vai alle manifestazioni, qui in Italia, e chiedi se c’è qualcuno iscritto a I-Care, ti diranno tutti di no. E molti non sapranno neanche che esiste.
Non c’è da meravigliarsi di questo perché gli anglosassoni (o i WASP se preferisci), ci considerano dei mezzi barbari, anche perché subiscono una propaganda giornalistica che, nei loro paesi, ci descrive come tali. Gli stereotipi maggiori sono quelli della pizza e soprattutto della mafia, ma gli stereotipi minori sono quelli delle macellerie equine e dell’uccellagione (se non ti è chiaro cosa intendo dimmi che ti spiego meglio).
Prendi la Peta americana, per esempio. Significa, se non lo sai, “People for an ethical treatment on animals”. Quando vollero trovare un responsabile italiano a chi si rivolsero? A Walter Caporale, romano di origini abruzzesi, che era già, come lo è tuttora, presidente degli Animalisti Italiani. Cioè andarono sul sicuro e, per un certo periodo, finché ricoprì la carica di loro rappresentante, ricevette una barca di soldi per organizzare iniziative sullo stile Peta. Poi gli succedette Giorgio Bastianutti, ma solo perché aveva fatto uno “stage” negli Stati Uniti e quindi si fidavano di lui. Adesso non so chi è il delegato della Peta in Italia.
I-Care può aver fatto la stessa cosa, come ha fatto anche Greenpeace: prendono un attivista italiano che abbia delle referenze o che gli venga suggerito da qualcuno di cui si fidano. I risultati comunque restano scarsini, tanto è vero che spendono parecchi soldi per fare pubblicità, a sé e alla causa degli animali, mentre la nostra politica, di noi “peones” dell’animalismo, a causa dei risicati “budget” finanziari, è stata tradizionalmente quella di usare i media facendo dimostrazioni pubbliche, non potendo permetterci l’acquisto di grandi spazi pubblicitari.
Se vuoi contattare un gruppo che lavora tantissimo, senza violare la legge come facevo io, ti posso fornire indirizzo e numero di telefono. Al momento sono i migliori sulla piazza. E forse li conosci già, sono i 100 % Animalisti, di Padova.

Free, il responsabile di I-care è Massimo Tettamanti. Sei partito per la tangente un po' troppo frettolosamente e, a mio avviso, stai sparando nel mucchio senza nessuna ragione.

Non lo sapevo! Se le cose stanno così sono contento. Conosco Massimo Tettamanti e ha tutta la mia fiducia. I-Care ha trovato la persona giusta.
Ribadisco che la U.A.I. viceversa, è diventata negli anni una quinta colonna, che chiede la regolamentazione della vivisezione, anziché l'unica cosa sensata che si potrebbe chiedere: l'abolizione.
Quando vengono istituiti quei comitati sedicenti etici che fungono da specchietto per le allodole, chi credi che chiamino a far parte del comitato?
La UAI, naturalmente, perché è funzionale ai loschi interessi dei vivisettori. O sbaglio?