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   Politica Interna & Estera
  RESTIAMO UMANI

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  •  florizel
      florizel
Re: RESTIAMO UMANI
#181
Sono certo di non sapere
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"Probabile che,in riferimento ai social network, Haaretz nei prossimi giorni addebiti la colpa agli iraniani."

Possibile, ma per israele sarebbe come disconoscere ai suoi sudditi il "diritto" a "doversi difendere dal nemico terrorista".
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 16/2/2012 22:27
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  •  piggaz
      piggaz
Re: RESTIAMO UMANI
#182
Ho qualche dubbio
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muro a gaza dedicato a saviano
Inviato il: 17/2/2012 2:16
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  •  florizel
      florizel
Re: RESTIAMO UMANI
#183
Sono certo di non sapere
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Fermiamo la TAV israeliana - Fermiamo Pizzarotti!

"Tra le aziende coinvolte nella costruzione del progetto A1 vi è anche la parmigiana Pizzarotti & co. S.p.A., subentrata nell'appalto alla tedesca Deutsche Bahn, la quale si è ritirata dal progetto nel marzo scorso, su pressione del governo Merkel, proprio perchè il TAV israeliano è in violazione della legalità internazionale.
...
L'obiettivo che ci fissiamo è raggiungibile: il Comune di Rho ed il Comune di Napoli hanno già aderito alla campagna e diffidato la Pizzarotti dall'intraprendere opere pubbliche nei suddetti comuni. L'azienda tedesca Deutsche Bahn si è inoltre ritirata autonomamente dal progetto a causa della violazione internazionale e del suo statuto interno. A sostegno della campagna è stata promossa una raccolta di firme rivolta a tutte le associazioni politiche, sindacali, in difesa dei diritti umani ed ai cittadini tutti. Verranno poi organizzate una serie di iniziative tra le quali un'assemblea pubblica per sabato 31 marzo."


FERMIAMO LA TAV ISRAELIANA “MADE IN ITALY”.

"Questa nuova linea ferroviaria, il “Treno A1”, attraversa i confini ufficiali dello Stato israeliano penetrando nella Cisgiordania occupata, confiscando terre palestinesi per un progetto di trasporto israeliano dedicato esclusivamente ad israeliani.

Ad essere colpiti saranno i residenti dei due villaggi di Beit Surik e Beit Iksa, che, già privati di gran parte della terra agricola e isolati da Gerusalemme a causa della costruzione del Muro, vedranno le loro proprietà nuovamente sottoposte a confisca."
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 23/2/2012 13:44
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  •  florizel
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Re: RESTIAMO UMANI
#184
Sono certo di non sapere
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 23/2/2012 13:48
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  •  florizel
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Re: RESTIAMO UMANI
#185
Sono certo di non sapere
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Distributore in Giappone abbandona azienda israeliana a causa delle sue pratiche illegali.

"Ahava è una azienda israeliana di prodotti cosmetici, con sede di produzione in un insediamento illegale in Cisgiordania, oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale dal 2009 a causa delle sue pratiche illegali. L’impianto produttivo, il centro visitatori e centro di ricerca di Ahava si trovano nell'insediamento di Mitzpe Shalem in Cisgiordania .

Tutti gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati Palestinesi della Cisgiordania, compreso Mitzpe Shalem, sono illegali secondo il diritto internazionale, secondo la Corte Internazionale di Giustizia, le Nazioni Unite, e le organizzazioni umanitarie per i diritti umani israeliane e internazionali.

"Questa decisione è il risultato diretto di una campagna concertata dal Forum Palestina Giappone a partire dal 2010 per informare Daito Crea e i consumatori giapponesi circa le pratiche illegali di Ahava.
Gli attivisti hanno scritto lettere, hanno organizzato una campagna sui social media, e alla fine hanno ottenuto una riunione incontro con Daito Crea, " si legge nella dichiarazione.

Una volta che l'agente giapponese è venuto a conoscenza dei problemi giuridici ed etici, connessi ai prodotti di Ahava, ha cominciato ad adottare misure atte a tagliare i legami con tale società. I profitti di Ahava sovvenzionano Mitzpe Shalem e l'insediamento di Kalia, entrambi co-proprietari della società .

Inoltre, Ahava ottiene il fango utilizzato nei suoi prodotti dalle spiagge occupate del Mar Morto in diretta violazione della Convenzione di Ginevra che vieta il saccheggio delle risorse naturali nei territori occupati."
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 29/2/2012 14:01
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  •  benitoche
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Re: RESTIAMO UMANI
#186
Dubito ormai di tutto
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Agli inizi di febbraio,mentre neve e ghiaccio la facevano da padroni in tutta Europa e annichilivano Roma,e la nave Concordia mandava residui bagliori mediatici dalla sua trappola dell’isola del Giglio,a Budrus,un villaggio della Cisgiordania,accadeva qualcosa che nella sua apparente insignificanza di cronaca liminare e anonima potrebbe costituire l’inizio di un processo risolutivo per gli annosi problemi che affliggono quella regione,e di riflesso,per risulta geopolitica,il mondo.

È accaduto questo:un giovane militare israeliano è stato ‘dimenticato’ dalla sua unità,con la quale stava effettuando un controllo dell’area intorno al villaggio palestinese.
Durante il pattugliamento,il soldato era stato messo a presidiare una zona fuori del paese.
Fermo alla consegna è rimasto al suo posto anche quando,terminata l’operazione,l’unità è rientrata in territorio israeliano,lasciando il giovane da solo.
Sono passati di là due anziani contadini palestinesi che lo hanno visto e gli hanno detto che i suoi commilitoni se n’erano andati da tempo.
Il giovane ha temuto di finire in una cella di Hamas,come era capitato al caporale Shalit,tenuto prigioniero per cinque anni.
Ma i due anziani fellah lo hanno rassicurato e lo hanno invitato a casa loro.
Qui, hanno contattato le autorità militari palestinesi che attraverso un ufficiale di collegamento hanno riconsegnato il giovane soldato al suo reparto in Israele.

Il fatto in sé potrebbe sembrare un semplice gesto di umanità se fosse accaduto altrove,con personaggi normali,in una situazione politica e strategica non avvelenata da rancori e pregiudizi.
Ma nella situazione particolare la condotta di tutti i soggetti coinvolti nell’episodio assume un carattere di eccezionalità.
Si tratta di persone condizionate da rigorose osservanze religiose prima che politiche o di appartenenza etnica.
Da una parte la fede nel Dio degli Eserciti,dall’altra il riconoscersi in un Dio che promette il Paradiso delle Urí a chi combatte gli infedeli e diffonde i dettami del Profeta.
Due calchi morali in cui le anime dei fedeli vengono calate dal momento stesso che emettono il primo vagito.

Eppure,quei due contadini e quel giovane soldato sono loro malgrado entrati in una sfera del volere individuale non piú condizionato dal credo
integrale,quello che non ammette deroghe,derive o accomodamenti. Sono stati costretti da un quid interiore a seguire un comandamento non stabilito da alcun libro o decalogo.
Hanno riscoperto l’uomo primigenio,l’essere che per volontà autocosciente ritrova la legge umana,quella che ispirava la giusta morale prima che smarrisse l’impronta divina.
Nel villaggio di Budrus l’umanità smarrita si è ricompattata.Fonte Archetipo
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Inviato il: 5/3/2012 9:13
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  •  florizel
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Re: RESTIAMO UMANI
#187
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Nuovi raid israeliani su Gaza, 14 morti.

"Mentre l'attacco israeliano di ieri era stato definito "non provocato", quelli di oggi, invece, arrivano come rappresaglia nei confronti dei palestinesi. Nella notte, infatti, i miliziani dei Crp, per vendicare il raid israeliano di ieri, avevano lanciato circa un centinaio di razzi verso il territorio israeliano. Di questi, 27 sono stati abbattuti dal sistema di difesa israeliano "Iron Dome".
Gli altri non hanno provocati danni particolari.
Oggi, infine, è arrivata la rappresaglia israeliana."



Sale a 14 il numero delle vittime dei bombardamenti su Gaza.
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Inviato il: 10/3/2012 19:46
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Re: RESTIAMO UMANI
#188
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Inviato il: 16/3/2012 19:15
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Re: RESTIAMO UMANI
#189
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Uno stralcio dell'articolo postato da benitoche:


"Quando Vittorio fu ucciso dai palestinesi, lui che a Gaza era venuto per aiutare i palestinesi, lui che contestava a Israele il diritto di sigillare un milione e mezzo di persone, la bara non fu rimpatriata da Tel Aviv.
Hamas non sta ricambiando tanta amicizia.

L’inchiesta è riassunta in due paginette di mattinale: si sa chi è stato; non si sa se, quando e a quanto potrà mai essere condannato.
L’ultimo che vide Arrigoni vivo, Salman Hat, il custode della casa dove viveva, non è neppure stato ascoltato.
Due degl’imputati erano a libro paga di Hamas: non hanno ancora spiegato chi li abbia mandati, né perché abbiano scelto proprio Vittorio.

Gli stessi giudici, barbe lunghe uguali a quelle degl’imputati, si guardano bene dal chiedere qualcosa di più delle semplici generalità.
Anche la mente della banda, Abdel Rahman Breizat, il misterioso giordano entrato nella Striscia due settimane prima del delitto: si disse subito che volesse scambiare l’ostaggio Arrigoni con lo sceicco salafita Al Maqdisi, sua guida spirituale, detenuto a Gaza.

Ma nessuno potrà mai accertarlo: il giordano, con un altro del gruppo, fu ammazzato subito dalla polizia islamica."


Una farsa. Per chi è un poco addentro alle dinamiche interne ad Hamas, e alle relazioni politiche di questo gruppo con israele, e alle sue origini, non si può fare a meno di ripensare a quando Vittorio cominciò a sostenere il GYBO, ed il loro manifesto.

"C'è una rivoluzione che cresce dentro di noi, un'immensa insoddisfazione e frustrazione che ci distruggerà a meno che non troviamo un modo per canalizzare questa energia in qualcosa che possa sfidare lo status quo e ridarci la speranza.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso facendo tremare i nostri cuori per la frustrazione e la disperazione è stata quando il 30 Novembre gli uomini di Hamas sono intervenuti allo Sharek Youth Forum, un'organizzazione di giovani molto seguita con fucili, menzogne e violenza, buttando tutti i volontari fuori incarcerandoni alcuni, e proibendo allo Sharek di continuare a lavorare.

Alcuni giorni dopo, alcuni dimostranti davanti alla sede dello Sharek sono stati picchiati, altri incarcerati. Stiamo davvero vivendo un incubo dentro un incubo. E' difficile trovare le parole per descrivere le pressioni a cui siamo sottoposti. "


Hamas non vuole essere messo in discussione. e, come ogni potere, non processa se stesso. Nè si lascia processare.

Oggi è l'anniversario della morte di RACHEL CORRIE: 9 anni fa moriva schicciata da un bulldozer israeliano.

In ricordo di Rachel.

Appena un anno fa, un mese prima che l'ammazzassero, Vittorio la ricordava così:

In Memoriam.
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Inviato il: 16/3/2012 21:54
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Re: RESTIAMO UMANI
#190
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Inviato il: 8/4/2012 9:41
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Re: RESTIAMO UMANI
#191
Dubito ormai di tutto
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Nel giorno della prima udienza vera del 2012, tre dei quattro imputati per l'assassinio di Vittorio Arrigoni hanno lanciato un insidioso tentativo di gettare fango sulla figura dell'attivista e giornalista italiano. Ritrattando in buona parte le confessioni che avevano reso negli interrogatori seguiti all'arresto da parte della polizia di Hamas, i tre - Mahmud Salfiti, Tamer Hasasnah e Khader Jram - hanno recitato, davanti ai giudici della corte militare di Gaza city, la parte dei giovani difensori delle tradizioni sociali «minacciate» da un presunto stile di vita troppo «liberal» di Vittorio.

«Volevamo dargli soltanto una lezione, gli altri intendevano ucciderlo ma noi non lo sapevamo», hanno proclamato i tre cavalieri della moralità. Un passo vergognoso, vile, frutto di una strategia precisa degli avvocati della difesa, che mira a macchiare l'immagine di Vik che di Gaza aveva fatto la sua bandiera e che ai diritti dei palestinesi aveva dedicato negli ultimi anni il suo impegno politico ed umano. Vittorio conosceva bene le tradizioni di Gaza, rispettava la sua gente ed era attento a non turbare le sensibilità locali. Le insinuazioni sulla vita privata di Vittorio appaiono ancora più gravi mentre migliaia di italiani e palestinesi hanno avviato decine di iniziative, molte della quali proprio a Gaza, per l'anniversario dell'assassinio avvenuto il 15 aprile dello scorso anno.

In un'aula ieri gremita di amici e conoscenti di Vittorio, tra i quali la cooperante Meri Calvelli e la fotoreporter Rosa Schiano, gli imputati Jram, Hasasnah e Salfiti, hanno sostenuto di aver confessato la loro partecipazione al rapimento e all'assassinio dell'italiano «sotto la forte pressione» degli inquirenti. Hanno quindi smentito di aver preso parte al sequestro allo scopo ottenere la scarcerazione dello sceicco al Maqdisi, un capo del gruppo salafita Tawhid wal Jihad detenuto a Gaza. Più di tutto hanno negato di essere stati a conoscenza di un piano per uccidere l'attivista italiano. A loro dire questo piano era stato concepito dai due «capi» del gruppo di rapitori, il giordano Abdel Rahman Breizat e Bilal Omari, rimasti uccisi poco dopo l'assassinio di Vittorio in uno scontro a fuoco con la polizia. È evidente il tentativo degli avvocati della difesa di far ricadere tutte le responsabilità su Breizat e Omari che non possono raccontare la loro versione dei fatti. La prossima udienza è fissata per il 14 maggio e secondo alcune voci potrebbe essere l'ultima prima della sentenza.

Michele Giorgio
Fonte: www.ilmanifesto.it
13.04.2012
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Inviato il: 14/4/2012 11:56
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Re: RESTIAMO UMANI
#192
Dubito ormai di tutto
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«Non voglio essere seppellito sotto nessuna bandiera, semmai voglio essere ricordato per i miei sogni. Dovessi morire, tra cento anni, vorrei che sulla mia lapide fosse scritto ciò che diceva Nelson Mandela: un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni, un vincitore». Vittorio si accompagnava con docilità alla grandezza reale dei suoi sogni, ma alludeva inevitabilmente alla nera ombra che si abbinava al suo raro coraggio fisico, un’ombra che lo ha raggiunto prima di quei cent’anni, proprio un anno fa. Un anno dopo la morte di Vittorio Arrigoni siamo interrogati in profondità dal “vincitore”, anche quando scontiamo la sconfitta profanatrice che ha spezzato la sua vita.

Le doppiezze, le disparità fra il dire e il fare, il progressismo che non smuove nulla, il funambolismo degli intellettuali, la manifattura usa-e-getta dell’eroismo, tutto questo abita lontano dalla memoria di Vik. Perciò i cent’anni e più saranno segnati davvero dalla sua memoria. Non tutto sarà polvere di polvere, fumo di fumo. Non tutto è destinato all’oblio triturante dei media menzogneri e reticenti. Anche in mezzo alla guerra dei cent’anni di oggi – questo è il metro realistico per la Terra Santa – è possibile distinguere ciò che può durare. Il sogno di Vittorio durerà a lungo e irriderà alle illusioni di sicurezza riposte nei mezzi militari. La sua assenza però ci interroga, ci chiede cosa siamo disposti a fare per “restare umani”, mentre enormi risorse sono mobilitate dal potere per disumanizzare amici e nemici.

Siccome la Palestina è sovraccarica di messaggi e simboli storici e religiosi che si stratificano e sovrappongono, colpisce l’analogia di Vittorio il Vincitore con la theologia crucis. Il mondo è abbandonato alla fragilità dell’uomo. Per i cristiani il vero rappresentante di Dio non è un re seduto sul trono, è un uomo crocifisso. In quell'uomo vedono Dio. Ma chi vede quell'uomo non vede che l'uomo. Similmente, l’ottimismo dei sogni di Arrigoni non giustifica né determinismi, né fedi alienate, né bandiere che neghino l’umano. Proprio per questo Arrigoni era un testimone ingombrante in vita, e lo è anche un anno dopo la sua morte.

Non deve stupirci che il processo a Gaza contro i suoi assassini non faccia passi avanti. Nessuno fra gli attori più potenti del dramma del Vicino Oriente sembra avere fretta di risolvere i misteri del delitto: un importante delitto politico. Come per altri crimini di questa portata, anche per Vik il mistero sembra nascondere inconfessabili convergenze di interessi, con soggetti improbabili che compaiono dal nulla nel suolo di Gaza per compiere l’esecuzione lasciando al buio i mandanti, a loro volta manovrati da leve ancora più irriconoscibili. Non dimentichiamo che l’uccisione di Arrigoni avviene nel pieno di un sommovimento che ridisegna la sponda sud del Mediterraneo e il Vicino Oriente, cambia le alleanze, modifica gli appoggi politici dei movimenti, stipula nuovi compromessi. Uno dei fatti più rilevanti che inquinano forzatamente la stagione delle rivolte arabe è la reviviscenza di gruppi armati salafiti, sovvenzionati dalle petromonarchie del Golfo e alleati con le azioni dei paesi NATO. Un tempo sarebbero stati inquadrati nello spauracchio al-Qa’ida, ma ora no. Come mai?

Alla fine del 2010, pochi mesi prima del delitto Arrigoni, in Arabia Saudita ritornava a splendere la stella del principe Bandar bin Sultan, uomo forte dei servizi segreti messo in disparte per un periodo, ma subito in grado di approfittare – con l’aiuto di Washington – della malattia del re Abdallah. La prima cosa che ha fatto Bandar, non appena in sella, è stata la riattivazione delle sue reti di uomini in armi e terroristi. Queste reti sono state protagoniste dirette in Libia, Libano, Siria e Palestina, con tanti gruppi fanatizzati, ideologicamente anti-sionisti, ma capaci di forti convergenze d’interessi con Israele.

Il gruppo che ha eseguito la brutale esecuzione di Vittorio Arrigoni è stato uno dei tanti improvvisamente galvanizzati dalla nuova stagione politica. Le petromonarchie del Golfo hanno subito compreso che le rivolte avrebbero potuto travolgere anche loro. Hanno all'istante messo in campo risorse eccezionali, giocando con una certa abilità su più piani: sia quello del disordine (il terrorismo riconducibile ai suoi canali di rifornimento), sia quello della stabilizzazione (in chiave sunnita, con i Fratelli Musulmani). La stabilizzazione doveva trovare persino un ricongiungimento con le rive moderate dell’islamismo politico turco di Recep Tayyip Erdoğan. Questi cambiamenti hanno agito in profondità anche nella Gaza di Hamas, che ha cambiato alleanze internazionali con sorprendente velocità.
L'alleanza con la Siria laica da parte degli integralisti del movimento islamista palestinese era stata a lungo un “in mancanza di meglio”, che conveniva anche a Damasco in chiave anti-israeliana.

Nel frattempo è emersa una potenza che aspira a egemonizzare la Sunna, la Turchia, un membro della NATO che porta in dote la sua brava medaglia di morti della Freedom Flotilla, e con l'ambizione di domare il demone integralista in chiave moderata, a costo di liquidare un'alternativa laica come Assad e di sopportare i tagliagole jihadisti nelle nuove instabili coalizioni che vanno al potere.

Hamas diventa un punto di cerniera fra la Turchia e le monarchie arabe, che ora la riempiono di petrodollari freschi freschi, e guadagna così posizioni sul campo. Magari si farà perfino lo stato palestinese. Probabilmente un Bantustan.

Una prospettiva contro cui Arrigoni e Juliano Mer-Khamis, il pacifista «al 100% ebreo e al 100% palestinese», ucciso anche lui un anno fa, avrebbero sicuramente lottato.

Le tante città che oggi celebrano Vittorio lo faranno ancora, perché ci sarà bisogno a lungo del sogno poetico e concreto di chi si contrappone al ferro dell’oppressione. Parole sue: «Continueremo a fare delle nostre vite poesie fino a quando la libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi».

Pino Cabras
Fonte: www.megachip.info
15.04.2012
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Inviato il: 15/4/2012 17:27
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Re: RESTIAMO UMANI
#193
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Re: RESTIAMO UMANI
#194
Mi sento vacillare
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Il tribunale militare di Hamas ha emesso la sentenza sull'uccisione di Vittorio.


un articolo qui


e qui
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Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera - S. Quasimodo.
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Re: RESTIAMO UMANI
#195
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Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 Gaza, 15 aprile 2011)
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Inviato il: 10/4/2014 10:21
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Re: RESTIAMO UMANI
#196
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Merita di essere visto …………….

Stay Human | The Reading Movie
Film di Fulvio Renzi – regia di Luca Incorvaia.

<< (...) tratto dalla lettura integrale del libro: “Gaza – Restiamo umani” scritto da Vittorio Arrigoni (1975 – 2011), diario giornaliero dei 22 giorni di massacro avvenuto durante l’operazione militare “Piombo Fuso”, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, in cui morirono 1200 civili e oltre 400 bambini furono assassinati.
Il film, narrato seguendo i capitoli del libro, è stato girato alla prima lettura per mantenere l’empatia e la forza espressiva di ogni protagonista (…) >>



1 http://www.pandoratv.it/?p=657
2 http://www.pandoratv.it/?p=672
3 http://www.pandoratv.it/?p=699
4 http://www.pandoratv.it/?p=715
5 http://www.pandoratv.it/?p=723
6 http://www.pandoratv.it/?p=733
7 http://www.pandoratv.it/?p=744
8 http://www.pandoratv.it/?p=775
9 http://www.pandoratv.it/?p=806
10 http://www.pandoratv.it/?p=822
11 http://www.pandoratv.it/?p=842
12 http://www.pandoratv.it/?p=858
13 http://www.pandoratv.it/?p=869
14 http://www.pandoratv.it/?p=927
15 http://www.pandoratv.it/?p=950
16 http://www.pandoratv.it/?p=967
17 http://www.pandoratv.it/?p=1000
18 http://www.pandoratv.it/?p=1030
19 http://www.pandoratv.it/?p=1047
20 http://www.pandoratv.it/?p=1042

Per non dimenticare un Vincitore.....

.
_________________
“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 7/9/2014 0:22
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