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   Politica Interna & Estera
  Colpo di stato SI o colpo di stato NO?

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  •  perspicace
      perspicace
Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#1
Sono certo di non sapere
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Pakistan, Gilani chiede aiuto a Londra: Temo colpo di Stato militare

Islamabad (Pakistan), 13 gen. (LaPresse/AP) - Il primo ministro pakistano Yousuf Reza Gilani ha telefonato al principale rappresentante diplomatico britannico nel Paese, l'Alto commissario Adam Thomson, esprimendo il timore che l'esercito possa portare a termine un colpo di Stato. Lo riferiscono fonti ufficiali britanniche e di Islamabad, precisando che la telefonata è avvenuta questa settimana. Gilani ha chiesto al diplomatico l'appoggio del Regno Unito per il suo governo e non è chiaro se Londra abbia intrapreso azioni. Nell'ultimo mese le tensioni fra esercito e governo in Pakistan sono salite al punto tale da dare adito a speculazioni di un possibile colpo di Stato da parte dell'esercito.
Le frizioni derivano dallo scandalo del presunto memo inviato da Islamabad a Washington in seguito all'uccisione di Osama bin Laden per paura di un colpo di Stato militare. Nell'ambito degli interrogatori presso la Corte suprema che ha avviato un'indagine, infatti, i capi di esercito e intelligence hanno sostenuto che il memo rientrava in un complotto contro l'esercito. Il primo ministro Yousuf Reza Gilani ha risposto con l'intervista a un giornale cinese, riportata dall'agenzia di stampa pakistana, in cui ha affermato che sia il generale Ashfaq Pervez Kayani a capo dell'esercito, sia il tenente generale Ahmed Shuja Pasha a capo dell'agenzia di intelligence, avevano violato la Costituzione rilasciando queste dichiarazioni. Ultimo fatto legato alla vicenda è che mercoledì, secondo quanto ha riferito una fonte anonima, ha licenziato il segretario alla Difesa Naeem Khalid Lodhi, un ex tenente generale in pensione, per "cattiva condotta" nell'ambito dello stesso scandalo.

Pubblicato il 13 gennaio 2012

Fonte LaPresse.it

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Colpo di Stato si o no? Voi cosa ne pensate? Pensate che quello che c'è stato in Italia sia un colpo di Stato? Pensate che ci sarà un colpo di stato da qualche parte? Cose per voi un colpo di Stato?
_________________
Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
Inviato il: 22/1/2012 17:31
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  •  levitor
      levitor
Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#2
Ho qualche dubbio
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Possibile, ma direi è molto più pericoloso quello che gli israeliani stanno cercando di organizzare in Turchia per cercare di bloccare la deriva musulmana di Erdogan.
Erdogan cerca di prevenirlo con continue epurazioni degli stati maggiori dell'esercito, ma dubito che riuscirà visto che ormai è sempre più isolato in occidente per volere giudeo.
Inviato il: 22/1/2012 21:03
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  •  redribbon
      redribbon
Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#3
Mi sento vacillare
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Citazione:
perspicace il 22/1/2012 17:31:01

Colpo di Stato si o no? Voi cosa ne pensate? Pensate che quello che c'è stato in Italia sia un colpo di Stato?


No.
Il parlamento l'ha votato, è tutto legittimo.
è Berlusconi che ha preferito fare due passetti indietro dal fronte per non affrontare le conseguenze della sua decennale politica fallimentare.
Poi non penso che sarebbe cambiato molto se ci fossero stati al governo quelli del pd, che hanno la bocca altrettanto sudicia di liberalizzazioni e privatizzazioni.
Non è un colpo di stato, è però una forzatura del sistema democratico perchè,
se è vero che è tutto perfettamente legittimo, è altrettanto vero che la Costituzione è stata concepita col sistema proporzionale, non certo col maggioritario, che, anzi, quando ancora la gente pensava con la propria testa cioè, prima che fosse rimbecillita dalla cultura televisiva,
a cui Berlusconi ha contribuito così bene,
nonostante fosse nel 1953 in parte ancora ignorante (in senso letterale)
aveva già condiviso la degna definizione di legge truffa http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_truffa .

Ma ci sono già altre forzature del sistema democratico, secondo me scandalose (lo dico da sempre) , basta pensare alla legge elettorale:
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Calderoli
1) premio di maggioranza
Vale a dire decine di parlamentari pagati coi nostri soldi, non eletti, che non rappresentano nessuno, dati perchè una coalizione ha la maggioranza relativa,
è una norma fascista, molto simile alla legge Acerbo con cui Mussolini si voleva assicurare il controllo totale.
2) sbarramenti
Con sbarramenti al 4% ed all'8% centinaia di migliaia di voti,
centinaia di migliaia non sono pochi,
vengono cestinati.
Considerando un elettorato di 25.000.000 e considerando un affluenza al voto dell'80%,
uno sbarramento dell'8% al senato,
significa che per essere eletto senatore il partito non coalizzato deve prendere 1.600.000 voti, che è una cifra ridicola.
Ricapitolando, se i cittadini danno un milione e mezzo di voti ad un partito questo non entra al senato,
in compenso alla camera ce ne sono qualche decina non eletti da nessuno!!! Questi sono gli scandali dell'Italia Repubblicana, per i quali avremmo dovuto manifestare la nostra indignazione.
Ma tant'è, già lo dicevo in un altro post, probabilmente non siamo più degni di chi ha fatto la resistenza al nazi-fascismo.


Sempre a proposito della legge elettorale è sarcastico notare come dall'introduzione del sistema maggioritario, è sempre stato considerato doveroso rispettare il bipolarismo per rispettare il governo scelto dalla volontà popolare degli elettori (così dicevano),
ma è bastato un lontanissimo pericolo di non pagare il debito pubblico, perchè si cancellassero all'istante tutte quelle che, evidentemente, erano bufale emanate dalla bocca dei politici (bipolarismo, governabilità, volontà popolare, e così via) ,
e si realizzasse un governo di espressione proporzionale con l'appoggio di pdl-terzo polo-pd.

Del resto il pdl e la lega erano in calo di consensi e non potevano più permettersi di stare al governo, ma avevano bisogno di un bel paravento che approvasse le schifezze gradite ai banchieri, mentre loro cercano di rifarsi i consensi.
_________________
“datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi”

Mayer Amschel Rothschild
Inviato il: 26/1/2012 2:54
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  •  perspicace
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/9/2011
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@ levitor, redribbon grazie per la partecipazione

@lev
“Possibile, ma direi è molto più pericoloso quello che gli israeliani stanno cercando di organizzare in Turchia per cercare di bloccare la deriva musulmana di Erdogan.
Erdogan cerca di prevenirlo con continue epurazioni degli stati maggiori dell'esercito, ma dubito che riuscirà visto che ormai è sempre più isolato in occidente per volere giudeo.”


Secondo me la Turchia non è isolata anzi è stata una conquista strategica molto importante per la nuova Europa, che a mio avviso sta sfruttando il governo Turco per far pressione sulla Siria; tassello anch’essa insieme al Pakistan di quel puzzle di intenti che è ormai chiaro al mio “istinto”(creare un Europa ed una Cina modello USA, che nel frattempo avranno messo le mani su tutti i commerci che abbracceranno la via della seta.).

@red
“No.
Il parlamento l'ha votato, è tutto legittimo.”

“Non è un colpo di stato, è però una forzatura del sistema democratico perchè, se è vero che è tutto perfettamente legittimo, è altrettanto vero che la Costituzione è stata concepita col sistema proporzionale, non certo col maggioritario, che, anzi, quando ancora la gente pensava con la propria testa”


“Sempre a proposito della legge elettorale è sarcastico notare come dall'introduzione del sistema maggioritario, è sempre stato considerato doveroso rispettare il bipolarismo per rispettare il governo scelto dalla volontà popolare degli elettori (così dicevano), ma è bastato un lontanissimo pericolo di non pagare il debito pubblico, perchè si cancellassero all'istante tutte quelle che, evidentemente, erano bufale emanate dalla bocca dei politici (bipolarismo, governabilità, volontà popolare, e così via) , e si realizzasse un governo di espressione proporzionale con l'appoggio di pdl-terzo polo-pd. Del resto il pdl e la lega erano in calo di consensi e non potevano più permettersi di stare al governo, ma avevano bisogno di un bel paravento che approvasse le schifezze gradite ai banchieri, mentre loro cercano di rifarsi i consensi.”


Chiaro come l’acqua. In effetti si la costituzione prevedeva un cambio di governo del genere purché non ci fosse una continuazione del vecchio governo che effettivamente si è dimesso. Quanto al fatto che il governo non rappresenti più la “volontà popolare” è chiaro per il semplice fatto che ci siano manifestazioni di contrarietà espressa da tutte le classi sociali.
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Inviato il: 26/1/2012 14:36
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  •  reaven
      reaven
Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#5
Mi sento vacillare
Iscritto il: 8/11/2005
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è un pochino ot ma riguarda sempre Byoblu.
In uno degli ultimi video , parlava di Mario Monti e dello statuto della commissione trilaterale e del Bildelberg. In pratica i membri della trilaterale, non possono ricoprire cariche pubbliche come spiega Romano Prodi in una lettera di anni fa. Aveva dato le dimissioni dai gruppi e nonostante cio è rimasto bello in vista per 2 mesi sul sito della trilaterale ,trilateral.org come chairman europeo; dopo che byoblu ha pubblicato un video sulla vicenda e un post sul suo blog, Monti è sparito dal sito trilateral e passato alla sezione ex membri,
eh si ci leggono .
Inviato il: 28/1/2012 10:10
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#6
Sono certo di non sapere
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@ reaven
"eh si ci leggono "

verissimo! e la vedo come una cosa positiva.

Gli Stati Uniti D'Europa

L'interrogazione UE contro Mario Monti sul Bilderberg e sulla Trilaterale
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Inviato il: 28/1/2012 12:46
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#7
Sono certo di non sapere
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Da Brignano G.D'Adda
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Io lo definirei "colpo di stato LEGALE" !! fatto tramite le vie legali
e le trame della costituzione !!
Hanno sostituito gli intermediari con se stessi !!!
Caduto berlusconi la cosa giusta da fare era andare alle elezioni !!
Quindi LEGALE ma sempre colpo di stato.. (mio parere !!!)
_________________
Meglio un dubbio certo che una falsa certezza !!(Nisoli Damiano)
Da oggi chiamatemi Top Gun Su A320 !!

Il rispetto nasce dal rispetto
Inviato il: 28/1/2012 13:37
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#8
Sono certo di non sapere
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@DjGiostra

"LEGALE ma sempre colpo di stato.. (mio parere !!!)"

Che sia legale ce lo dirà il tempo comunque sì sembrerebbe esserlo.

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Posto parte di questo articolo perché in qualche modo mi sembra legittimare una qualche continuazione della linea politica del nuovo governo in confronto al vecchio che si è dimesso.

In effetti questo "nuovo governo Monti" più che una possibilità di cambiamento sembra mostrarci con fermezza la voglia di continuare a spendere miliardi pubblici in belligeranza piuttosto che in Welfare .



Le mafie del mondo. Lo stretto di Hormuz, quello di Messina e la Libia

Fusiorari intervista Antonio Mazzeo, giornalista impegnato negli ambiti dell'antimilitarismo e dell'ecopacifismo ed esperto di temi come il commercio internazionale d'armi. Ai nostri microfoni Mazzeo ha parlato delle spese militari dell'Italia, del silenzio dei media, delle ingerenze dei colossi industriali e finanziari nelle scelte di politica estera e del controverso intervento in Libia.

In questi giorni il nostro Paese è alle prese con una crisi economico-finanziaria che ha richiesto dei sacrifici ai cittadini italiani. Eppure le spese relative agli armamenti continuano a essere cospicue. Proprio lei nel suo BLOG informava che nel mese di novembre l'Italia ha siglato con il Dipartimento della Difesa Usa un contratto da 15 milioni di dollari per l'acquisto di due Predator, ossia due velivoli senza pilota (transazione poi negata dal Congresso per timore della diffusione di informazioni sulla tecnologia utilizzata, nda). Inoltre le missioni italiane all'estero sono costate nel 2011 un miliardo e mezzo di euro. Perché non sono stati effettuati dei tagli anche su questo fronte?

L'elemento più preoccupante di questo governo è la continuità con il precedente di centro-destra, che nel corso di quattro anni ha aumentato in termini reali la spesa militare e la percentuale di uscite destinate alle operazioni militari all'estero e all'acquisto di armi. Per'altro non si tratta soltanto dei Predator, ma soprattutto degli F35, i cacciabombardieri prodotti dalla statunitense Lockheed Martin, il cui acquisto potrebbe richiedere una spesa che si aggira intorno ai 15, 16 miliardi di euro. Inoltre la nomina a Ministro della Difesa dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, già capo di Stato maggiore della difesa, che ha seguito direttamente e indirettamente la vicenda degli F35 e di altre armi che dovevano essere acquistate, è la prova che non ci si può aspettare nessun cambiamento di rotta dal nuovo governo. Nonostante gli enormi tagli alle spese sociali nulla si dice e nulla si è fatto a proposito delle spese militari. Continuare a pensare di potersi ritagliare un ruolo da potenza mondiale, anche se la nostra economia viene scavalcata giorno dopo giorno da Paesi del sud del mondo come Brasile e Argentina, comporta il continuare a considerare un tabù l'abbassamento delle spese militari.

Perché i mezzi di informazione nazionale si interessano così poco al tema del commercio internazionale d'armi e soprattutto a quello delle spese che lo Stato destina ogni anno all'acquisto di mezzi bellici e al sostegno delle missioni all'estero?

L'inchiesta della Procura di Roma su alcune società del gruppo Finmeccanica ha dimostrato che i fondi neri da esse creati, oltre a nutrire un sistema di corruzione politica, hanno finanziato anche fondazioni e un'enorme quantità di testate giornalistiche e scientifiche: Finmeccanica si è dunque assicurata un controllo diretto sui mezzi di informazione. Controllo diretto che viene esercitato anche da parte delle banche, che sono le principali fonti di finanziamento dei più importanti quotidiani italiani. Fin tanto che i mezzi di informazione saranno controllati da colossi industriali e banche e fin tanto che il governo italiano sarà il governo dei banchieri, purtroppo dobbiamo aspettarci pochi cambiamenti. Un esempio concreto? Io sono rimasto sconvolto nell'occuparmi delle vicende relative all'installazione dei cosiddetti radar anti-migranti. Prodotti in Israele, hanno come rappresentante italiana l'AlmavivA Spa di Roma che vede tra i propri azionisti la Rai. Ebbene, nessuno ha saputo nulla di queste vicende. Se la Rai, che dovrebbe fare informazione, di fatto è un'impresa che controlla società che hanno interessi enormi nei complessi industriali militari, mi pare evidente che ci sia poco da aspettarsi dal punto di vista dell'informazione su questi temi.

L'Eni coinvolto negli affari libici, la Finmeccanica che sigla contratti con Paesi come Qatar, Bahrein, Kuwait, Algeria, Kenya, Pakistan: quanto le scelte della politica estera italiana sono influenzate da questi grandi colossi industriali?

Credo sia possibile affermare che nonostante l'Italia sia un Paese democratico, dotato di una Costituzione che prevede ruoli specifici per le grandi scelte della politica nazionale ed estera, sono sempre state le grandi industrie, le grandi holding ad avere deciso. Storicamente l'Eni, negli ultimi anni anche Finmeccanica. La vicenda libica ne è una grande conferma: l'Italia aveva firmato un trattato internazionale con la Libia e aveva in ballo grandi interessi con lo stesso Gheddafi. Ma l'amministratore delegato Eni (Paolo Scaroni, nda), che ha intelligentemente individuato in anticipo i vincitori di questa guerra, ha fatto sì che l'Italia si schierasse contro il regime, demonizzando l'ex alleato Gheddafi per dittatura. Tutto a vantaggio dell'Eni e a svantaggio dell'Italia, che ha perso l'occasione di giocare un naturale e importante ruolo di mediazione, prima per evitare il conflitto, poi per risolverlo nel modo più indolore per le popolazioni civili Oggi abbiamo riconosciuto il nuovo governo, nuovo partner dell'Eni, nonostante non abbia ancora una Costituzione e non abbia ancora firmato nessun trattato internazionale in difesa dei diritti umani.
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Inviato il: 29/1/2012 15:37
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#9
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Papua Nuova Guinea, ex colonnello ribelle chiede perdono

Port Moresby (Papua Nuova Guinea), 27 gen. (LaPresse/AP) - Il giorno dopo avere arrestato il massimo ufficiale militare della Papua Nuova Guinea, l'ex colonnello dell'esercito papuano Yuara Sasa ha chiesto il perdono per sé e per i suoi sostenitori. Ieri il colonnello in pensione e un piccolo gruppo di suoi uomini avevano messo agli arresti domiciliari il generale di brigata Francis Agwi, nel tentativo di spingere il premier Peter O'Neill a lasciare il posto al suo predecessore, Sir Michael Somare. L'azione era stata condotta prima dell'alba e non c'erano stati spargimenti di sangue ma, dopo averla compiuta, Sasa e i suoi sono rimasti bloccati nel quartiere generale militare. Già ieri in giornata il primo ministro O'Neill aveva reso noto che il generale Agwi era stato rilasciato ed era al comando della maggior parte dei militari del Paese, aggiungendo di essersi "preso cura" di Sasa, ma senza specificare come. La polizia sostiene che l'ex colonnello si trovi ancora al quartier generale di Taurama nella capitale Port Moresby, insieme a circa venti suoi sostenitori. Dominic Kakas, portavoce della polizia, ha confermato che Sasa ha chiesto il perdono: "Sì, è corretto; si sta cercando di trovare una soluzione", ha dichiarato. Ieri l'ex colonnello aveva dato al primo ministro O'Neill una settimana per eseguire l'ordine della Corte suprema di lasciare la carica e rimettere al suo posto Somare. Il governo aveva risposto invitando il gruppo di Sasa ad arrendersi e affermando che l'azione aveva avuto un seguito scarso. Il Paese è già in un periodo critico, con O'Neill e Somare che sostengono entrambi di essere il primo ministro.

Pubblicato il 27 gennaio 2012



ANSA- Papua Nuova Guinea: arrestato leader fallito colpo di Stato


SYDNEY - La polizia della Papua Nuova Guinea ha arrestato il colonnello Yaura Sasa, leader della rivolta fallita la scorsa settimana e sostenuta dal destituito primo ministro Michael Somare. Lo rentono noto fonti di polizia. Sasa ha guidato un ammutinamento il 26 gennaio scorso, durante il quale i soldati hanno catturato il capo delle forze armate Francis Agwi, in seguito liberato. L'ammutinamento è seguito a un lungo scontro tra il primo ministro Peter O'Neill e i sostenitori di Somare, i quali sostengono che l'ex primo ministro sia stato destituito illegalmente.

29 gennaio, 05:02
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Il complicato Pakistandi Giovanni Zagni

Oggi la BBC e il quotidiano britannico The Times hanno pubblicato ampi stralci di un rapporto segreto della NATO secondo il quale i talebani, sostenuti dal Pakistan, sarebbero pronti a riprendere il controllo dell’Afghanistan nel 2014, quando si ritireranno i 130mila soldati della missione ISAF. Il documento confermerebbe dunque i forti sospetti degli ultimi tempi e cioè che i servizi segreti pakistani dell’ISI (Inter-Services Intelligence) starebbero aiutando i talebani a compiere attentati contro le forze straniere in Afghanistan. Inoltre, il rapporto, frutto di 27mila interrogatori di oltre 4mila talebani, sostiene che sono sempre di più gli afgani che lasciano l’esercito ufficiale per unirsi ai ribelli. Il ministro degli Esteri pakistano, Hina Rabbani Khar, che oggi è in visita proprio nella capitale afgana Kabul, ha respinto ogni accusa.

Il complicato Pakistan

Il Pakistan è un paese di 177 milioni di abitanti, ha il settimo esercito più grande del mondo, possiede armi nucleari e ha l’islam come religione di stato. Durante la sua breve storia (il nome stesso del paese è stato creato negli anni Trenta) ha attraversato quasi sempre momenti difficili, in primo luogo tra l’esercito e i fragili governi civili. Anche in questi giorni la situazione è particolarmente complicata e il paese è sembrato sull’orlo di un colpo di stato: nella lotta per il potere sono coinvolti i due principali partiti politici pakistani, l’esercito, la Corte suprema, gli Stati Uniti, la Cina e i talebani.

Nelle ultime settimane l’esercito ha sfruttato uno scandalo dai contorni poco chiari per aumentare le pressioni sul governo, il cosiddetto caso “Memogate”, che è iniziato a ottobre scorso ma si trascina da mesi. Al centro della vicenda c’è un breve documento inviato all’ammiraglio statunitense Mike Mullen poco dopo l’incursione delle forze speciali USA che hanno ucciso Osama Bin Laden. Mullen è stato Capo dello stato maggiore congiunto, la massima carica nelle forze armate statunitensi, fino al 30 settembre 2011, e lo era anche al momento di ricevere il memo. Il documento, di una pagina sola e non firmato, chiedeva agli Stati Uniti di prendere le difese del governo civile nella lotta politica contro i militari, per evitare l’espansione dell’estremismo islamico nel paese.

Nei giorni delle polemiche più violente tra il governo e i militari, che accusavano il presidente della Repubblica Asif Ali Zardari di essere a conoscenza del memorandum, si è parlato insistentemente della possibilità di un colpo di stato militare. Non sarebbe stato il primo: in meno di 70 anni di indipendenza dello stato pakistano, i militari hanno governato per una trentina. Dopo che il primo ministro Yousuf Raza Gilani ha cacciato il ministro della difesa, un ex generale, e ha preso in casa sua l’ex ambasciatore del Pakistan negli USA, Husain Haqqani (che dice di temere per la propria vita, con qualche ragione) la situazione sembra essersi tranquillizzata. Gilani ha ritirato questa settimana le sue ferme accuse ai vertici dell’esercito e dei servizi segreti, ma forse le forze armate hanno in programma altri metodi, più legali e “democratici”, per liberarsi dei governi scomodi. Foreign Policy, che ci ha dedicato una lunga analisi, lo ha chiamato “il colpo di stato al rallentatore”.

L’esercito

Nel Pakistan di oggi, la sfera di influenza delle forze armate è molto ampia, e non solo in campo politico. Secondo alcune stime, l’esercito controlla circa il 10% dell’economia pakistana, e possiede direttamente o indirettamente fabbriche di cemento e magazzini. Un ruolo importante dell’esercito nella vita economica è comune non solo in Pakistan, ma anche in parecchi paesi del mondo dove i militari hanno un’influenza più o meno stretta sulla vita politica, come Egitto, Turchia, Cina e Birmania, e paesi centroamericani come Honduras e El Salvador.

Ma negli ultimi anni l’esercito ha commesso una serie di errori. Tra il 1999 e il 2008, il paese è stato governato dal generale Pervez Musharraf e la gente è stata obbligata ad accettare un’alleanza militare con gli Stati Uniti, in una zona del mondo in cui il filoamericanismo non è molto di moda. Negli ultimi mesi, poi, l’esercito ha subito due colpi pesanti alla sua reputazione, che hanno danneggiato anche i rapporti con gli Stati Uniti: l’incursione delle forze speciali statunitensi che ha ucciso Bin Laden, di cui l’esercito pakistano era completamente all’oscuro (così come sembrava ignorare che il leader di al-Qaida si nascondesse a pochi metri da un’importante accademia militare) e l’attacco aereo della NATO del 26 novembre, che ha ucciso per errore 24 soldati dell’esercito pakistano.

La situazione politica

L’attuale presidente del Pakistan è Asif Ali Zardari, il vedovo della “signora di ferro” Benazir Bhutto, primo ministro per quattro anni tra il 1988 e il 1996 e uccisa due settimane prima delle elezioni generali del 2008 in un attentato di cui non sono mai stati chiariti né i mandanti né gli esecutori (con forti sospetti nei confronti dell’allora governo militare di Musharraf). Il primo ministro Gilani è in carica dal marzo 2008, e con tre anni e dieci mesi ha già battuto tutti i record di durata dei governi pakistani, nessuno dei quali è mai arrivato alla fine del mandato. Entrambi sono musulmani moderati (sciita Zardari, sufi Gilani) e fanno parte del Partito del Popolo Pakistano (PPP, fondato dal padre di Benazir Bhutto). Guidano un governo ampiamente conosciuto per essere tanto filoamericano quanto corrotto, inefficiente e impopolare. D’altra parte, Zardari è conosciuto da anni come “mister 10%”, dalla percentuale che richiedeva per gestire gli appalti pubblici durante il governo della moglie, e ha alle spalle diverse indagini e condanne per corruzione.

Il loro principale rivale è la Lega Musulmana Pakistana (N): la “N” fa parte del nome ufficiale e sta per “Nawaz”, dal nome di Nawaz Sharif, ex primo ministro e proprietario della più grande società pakistana per la produzione del ferro e dell’acciaio, che ha vissuto in esilio a Londra da quando venne destituito con un colpo di stato militare (incruento) del generale Musharraf, dopo che il primo ministro aveva provato a rimuoverlo. Sharif è tornato in Pakistan meno di cinque anni fa dopo i molti anni di esilio forzato: i rapporti con l’esercito, per forza di cose, non sono molto buoni.

Qui si inserisce l’improvvisa popolarità, da qualche mese a questa parte, di Imran Khan, improbabile candidato presidenziale che deve la sua fortuna al fatto di essere stato capitano della nazionale di cricket nell’unica coppa del mondo vinta dal Pakistan, nel 1992. Per anni era rimasto con il suo partito (il Pakistan Tehreek-e-Insaf, PTI) nelle ultime posizioni in tutti i sondaggi, ma ultimamente ha cominciato a guadagnare il supporto di alcuni parlamentari, che come spesso accade in Pakistan si sono portati in dote i loro fedeli bacini elettorali. Molti sostengono che Khan abbia il supporto dell’esercito e della più potente e famosa agenzia dei servizi segreti pakistani, l’ISI. Khan ha posizioni piuttosto sfuggenti in molti ambiti (tra cui il rapporto con l’islam) ma promette miracoli nel campo dei servizi pubblici e estrema severità contro la corruzione. Oltre a queste promesse piuttosto facili, Khan dice che il Pakistan dovrebbe interrompere ogni collaborazione militare con gli Stati Uniti e avviare il dialogo con i talebani, le due principali posizioni in politica estera dell’esercito pakistano negli ultimi mesi.

La Corte Suprema

Se nello spettro politico attuale l’esercito ha pochi alleati, questi può sempre contare sull’appoggio della Corte Suprema. L’istituzione è dominata dal suo pugnace presidente, Iftikhar Muhammad Chaudhry, nominato nel 2005, sospeso da Musharraf nel 2007, contrastato da Zardari e rimesso al suo posto da Gilani nel 2009. Da quando Chaudhry è tornato al suo posto, la Corte Suprema ha iniziato a emanare una serie di giudizi contro il presidente del Pakistan e il primo ministro. A Zardari è stato tolto il sostegno fornito da una legge di riconciliazione nazionale che aveva eliminato alcune accuse criminali contro di lui e sua moglie Benazir Bhutto; la Corte Suprema ha inoltre precisato che il presidente dello stato non gode dell’immunità.

Quanto al premier Gilani, in una sentenza collegata al caso Zardari del 10 gennaio 2012, la Corte ha scritto che «non è un uomo onesto e ha violato il suo giuramento», andando contro la Costituzione e il Corano. Gli scontri continui tra la Corte Suprema e il potere esecutivo sono causati dalla debolezza del governo e dalla discrezionalità dell’azione della Corte, che non ha un ruolo e un potere ben definito nella costituzione del 1973: Chaudhry ne ha approfittato per inserirsi nella lotta di potere, legiferando negli ultimi anni su qualsiasi cosa, dal prezzo dello zucchero ai diritti dei transessuali fino al traffico della gigantesca Karachi.

I talebani

Per diversi esperti di politica estera statunitense, la situazione in Pakistan e in Afghanistan è collegata così strettamente da essere etichettata con un’unica sigla, AfPak. I due paesi condividono una società che segue ancora divisioni tribali (in Pakistan, soprattutto nel turbolento nordovest) e la presenza degli integralisti religiosi di etnia pashtun, i talebani, che almeno fino al 2001 sono stati sostenuti attivamente dall’esercito e dai servizi segreti dell’ISI. Ufficialmente, le autorità militari hanno detto di aver interrotto qualsiasi rapporto con gli estremisti, e le forze armate statunitensi continuano a portare avanti campagne di bombardamenti delle basi talebane in Pakistan, ma la questione è sicuramente meno cristallina, se è vero che, come ha scritto Pepe Escobar dell’Asia Times, «il Mullah Omar, come sa ogni grano di sabbia nel deserto del Baluci, vive a Quetta, indisturbato dall’onnipresente sorveglianza statunitense».
Le zone tribali sono un’area grande circa quanto la Sicilia e abitata da 3 milioni di persone. Godono di parziale autonomia all’interno del controllo del governo federale. Sono zone turbolente, in cui gli Stati Uniti portano avanti da anni una campagna di “bombardamenti mirati”, iniziata da George W. Bush e continuata da Obama. Ma il proseguimento della missione dipende costantemente dallo stato delle relazioni con l’esercito, che sta toccando livelli molto bassi nell’ultimo periodo. Gli Stati Uniti hanno sospeso centinaia di milioni di dollari di aiuti, ma la fine dell’appoggio esplicito dell’esercito pakistano vorrebbe dire anche la fine dei bombardamenti con i droni.

Da parte sua, l’esercito pakistano continua a dimostrare grande freddezza verso gli Stati Uniti: ha espulso qualche istruttore militare statunitense e a metà settembre il capo dell’esercito Ashfaq Kayani è andato in visita a Pechino, la capitale della futura grande potenza in ascesa nella regione. Ha aperto invece le trattative con i talebani, o almeno con alcuni di loro, quelli riuniti nella sigla TTP, Tehrik-e-Taliban Pakistan, formata nel 2007 e alleata dei talebani afghani. La mossa non è stata apprezzata da tutte le tribù della zona, e sono cominciati sanguinosi attentati contro i gruppi che hanno cercato la tregua.

Fonte ilPOST
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Inviato il: 2/2/2012 14:11
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#11
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levitor ha scritto:
Possibile, ma direi è molto più pericoloso quello che gli israeliani stanno cercando di organizzare in Turchia per cercare di bloccare la deriva musulmana di Erdogan.
Erdogan cerca di prevenirlo con continue epurazioni degli stati maggiori dell'esercito, ma dubito che riuscirà visto che ormai è sempre più isolato in occidente per volere giudeo.


Prima di dire fesserie così così clamorose, non ti farebbe male studiarti un po' di storia.
Non quella di Israele, chiaro: quella della Turchia.
Puoi limitarti al XX secolo.

Poi non ci sarà più bisogno di spiegarti perché stai dicendo bestialità. Tornerai qui da solo a editare il tuo post, probabilmente sperando che l'abbiano letto in pochi.
Inviato il: 7/2/2012 0:55
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#12
Ho qualche dubbio
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Citazione:

Pispax ha scritto:

Prima di dire fesserie così così clamorose, non ti farebbe male studiarti un po' di storia.
Non quella di Israele, chiaro: quella della Turchia.
Puoi limitarti al XX secolo.

Poi non ci sarà più bisogno di spiegarti perché stai dicendo bestialità. Tornerai qui da solo a editare il tuo post, probabilmente sperando che l'abbiano letto in pochi.



Che reazione violenta.
Cosa ti ha infastidito?
Forse ho punzecchiato la verità storica di cui ti senti depositario oppure la tua predisposizione noachide verso gli "eletti".
Non puoi non sapere che il MASSONE Kemal Ataturk è stato il più fedele alleato dell’integralismo ebraico-sionista in Medio Oriente, da cui ha ricevuto l'appoggio per la sua ascesa al potere, in nome di un laicismo che in realtà era una dittatura kemalista.
Se ti bevi la propaganda giudea non è un problema mio.
Ma non salire sul pulpito a diffonderla.
Inviato il: 8/2/2012 10:49
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#13
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Maldive - Colpo di Stato della polizia

Secondo le ultime notizie giunte ad alcune agenzie internazionali, nell'arcipelago delle Maldive sarebbe in atto un colpo di Stato militare, portato dalle forze della polizia, che avrebbero occupato le principali sedi governative e il palazzo della televisione, diffondendo un messaggio che invita la popolazione alla rivolta contro il presidente Mohamed Nasheed (foto), al potere dal 2008, la cui scadenza di mandato è prevista per il prossimo anno.
Dall'entourage dello stesso presidente giunge notizia che Nasheed sarebbe al sicuro in una caserma dell'esercito, e continuerebbe ad avere la piena autorità sulle forze armate, ma avrebbe già fatto sapere di voler rassegnare le dimissioni, rivolgendosi direttamente alla popolazione (360mila abitanti in totale) in un discorso televisivo, ma il problema è che la rete nazionale è sotto il controllo degli insorti.

fonte


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@Pispax e Levitor

Potreste argomentare in maniera più approfondita, grazie.






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Inviato il: 8/2/2012 13:34
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#14
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IRAN ANCORA SOTTO ATTACCO: MA "MENO MALE CHE AHMADINEJAD C'E'" di Claudio Moffa


In Siria, base navale di Tartus, arriva la flotta russa; in Turchia, finisce agli arresti l’ex capo di stato maggiore turco Ilker Basbug, accusato di aver tramato un colpo di stato kemalista contro Erdogan; in Iran, Al Qaida va all’attacco di Ahmadinejad, mentre circola l’ennesima petizione internazionale anti Teheran, a favore questa volta di una terrorista secessionista curda. Notizie buone dunque – Putin che stoppa i furori della lobby USA e di Israele contro Damasco; Erdogan che sconfigge i finti laici eredi di Kemal Ataturk, i più fedeli alleati dell’integralismo ebraico-sionista in Medio Oriente dai massacri degli armeni in poi – ma anche degne di riflessione, e nel caso di Teheran da monitorare con attenzione e da “condividere”, nel senso di cogliere le responsabilità anche di noi occidentali nella formidabile campagna di demonizzazione della democrazia iraniana e dei suoi vertici legittimi consacrati dal voto popolare.



Per quel che riguarda la Turchia, ancora una volta è da chiedersi quanto nelle più recenti prese di posizione del premier Erdogan, di condanna a volte frontale della Siria di Assad, o di attendismo e complicità-Nato con la guerra di aggressione alla Libia, ci sia stato del “suo” – un islàm moderato e democratico schierato contro due “dittature” invise all’Occidente pro israeliano – e quanto di logiche di alleanza; ovvero di considerazione della fase di transizione ancora inconclusa vissuta dalla Turchia postkemalista. Un regime forte, duro a morire, sedimentato in decenni cultura finto-laica e anti islamica che ha conformato quadri dirigenti e medi delle più alte istituzioni dello Stato, a cominciare dalle Forze Armate e dalla Magistratura. E i colpi di coda potrebbero essere non ancora finiti.


La questione Iran è diversa, e come ho appena detto riguarda anche noi occidentali, ivi comprese le componenti più radicali del movimento … pacifista? antiimperialista? Insomma quella roba lì. Nel lontano 1988, in un numero di Quaderni Internazionali dedicato a “La questione nazionale della decolonizzazione: per una rilettura del principio di autodecisione dei popoli” ponendo come questione da discutere - oggi evidentissima ma allora incipiente - quella tendenza alle balcanizzazioni degli Stati sovrani sortiti dall’assetto postbellico e dalla decolonizzazione ad opera del sionismo e dell’Occidente oltranzista, proposi una categoria mutuata da quella leniniana di “cretinismo parlamentare”. Il cretinismo di quei tempi - ma che perdura ancora oggi, vedi il Campo antiimperialista – era per me il cretinismo guerrigliero: ragionando astoricamente e al di fuori di ogni contesto geopolitico e politico, tradendo persino la lettura dei classici del marxismo, bastava per certi postsessantottini attempati che ci fosse in quale che sia angolo del mondo un guerrigliero col mitra in mano a cianciare di “liberazione nazionale”, che quello diventava subito un compagno, da sostenere in nome di tutta la galleria dei padri del marxismo-leninismo. L’esempio che facevo era proprio quello dei curdi, di cui sottolineavo le divisioni interne, l’odio antiarmeno usato periodicamente dai turchi, le simpatie acclarate dei filo sionisti italiani in funzione antiaraba e antipalestinese, e l’uso disinvolto dei servizi segreti occidentali pro israeliani per debellare di volta in volta il nemico di turno. Il caso Ocalan avrebbe dimostrato la “debolezza strutturale” del nazionalismo curdo, oggi con ogni evidenza nelle mani di Israele e dell’Occidente antiarabo e antiislamico: arrestato in Africa con l’aiuto del Mossad (ma all’epoca, ad Ankara, c’era appunto l’alleato kemalista), il leader del PKK appena poté fece sapere da dietro le sbarre che si era messo a leggere le opere di Kemal Ataturk. Un buffone. Un dirigente di RC di allora, Luigi Pestalozza, ricordò che Ocalan era rimasto probabilmente coinvolto nell’assassinio di Olof Palme, un leader inviso a Israele, ma questo non bastò ad impedire che il PKK diventasse un punto di riferimento importante per feste e manifestazioni dell’area di sinistra estrema. Con uso perverso e criminale di uno stand cubano a Castel Sant’Angelo di Roma – si trattava di una festa di “liberazione” anni Novanta – invaso da manifesti e foto di Ocalan e dei suoi seguaci.


Oggi l’Iran di Ahmadinejad, impegnato in un contenzioso difficile con l’Occidente pro israeliano, è oggetto di un ennesimo attacco proprio per la “questione curda” e a partire da presunti diritti umani presuntamente violati: circola così una petizione a favore di tal Ronak Saffarzadeh, arrestata dalla polizia iraniana dopo che una perquisizione a casa sua aveva dimostrato la sua affiliazione al Pijak, partito “gemello” del PKK e da questo fondato nel 2004 nei territori curdi dell’Iran: un gruppo secessionista, sostenitore della separatezza dei curdi dal resto della popolazione iraniana, e soprattutto artefice di una miriade di attentati stragisti contro Teheran. Saffarzadeh, definita “prigioniera del giorno” dai sostenitori della petizione a suo favore, è stata condannata a sei anni e mezzo per attività terroristica, la Corte avendo respinto come non sussistente – a dimostrazione di certa “laicizzazione” delle elites di Teheran – l’accusa di “ostilità a Dio”. Non si capisce cosa ci sia di scandaloso; non si capisce perché mai bisognerebbe sottoscrivere a scatola chiusa questa petizione, a favore di una militante di un partito il cui segretario generale amoreggia con la bandiera dello stato d’Israele, e in un momento in cui l’Iran è minacciato per la sua politica di indipendenza e sovranità sul nucleare e sulle sue alleanze regionali. Cose, per finire, anche di casa nostra,vista la necessaria revisione del “cretinismo guerrigliero” e della questione dei “diritti umani” a senso unico, residui dello scorso secolo che arrivano dritti dritti fino all’oggi.


Sulla stessa linea d’onda si pone la lettura dell’accusa di Al Qaida a Ahamedinejad di “complottismo” a proposito dell’11 settembre. Al di là di ogni considerazione sul perché ora – è evidente il tentativo di dividere i “veri” islamici , magari sunniti, dagli sciiti iraniani, lavorando alla “base” mentre ai vertici planetari si ordisce la trama di una nuova guerra – anche in questo caso non è sbagliato ricordare che il problema è anche in casa nostra: né riguarda solo gli indecenti anatemi degli anticomplottisti doc – quelli che nelle TV inorridiscono alla sola idea di essere richiesti di riflettere sulle innumerevoli contraddizioni della versione ufficiale e cianciano di negazionismo dell’11 settembre – ma anche certi raffinatissimi “opinionisti” sedicenti pro islamici e propalestinesi che, esattamente come Al Qaida, ritengono che l’11 settembre non sia stato un criminale attentato stragista che ha finito per colpire gran parte del mondo islamico, laico e meno laico, ma invece un vero attentato “musulmano”, fatto magari da “fedeli di Allah” “che sbagliano”. Idiozia madornale, che qualcuno ancora sostiene. Così come sussiste ancora una più sottile forma di debunking, che pretende di mettere in prima fila il cretino-sionista G. W. Bush e la solita CIA (la variante odierna è Obama), per occultare il ruolo altrettanto evidente per mole di indizi e per cui prodest, di Israele – un Israele assediato a Durban tra la fine di agosto e i primi di settembre del 2001 – e del Mossad. I nomi non li faccio, ma ci sono film made in Italy o in USA, e saggi-libri di autorevoli esponenti della lotta per la “verità” sull’11 settembre che giocano all’antiamericanismo facile per pararsi meglio le spalle: saggi-libri che vengono di poi diffusi da altri opinionisti, di quelli che tu li inviti al master sperando che parlino bene, e invece ti rifilano le solite antiamericanate senza senso. La situazione è complessa, come si suol dire. Ma “meno male che Ahamdinejad c’è”, col suo coraggio anche nel dire la verità vera, la sua determinazione e il suo orgoglio indipendentista in difesa dei diritti sovrani del popolo iraniano e, oso dire, di tutti i popoli del mondo.


Fonte ComeDonChisciotte
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Inviato il: 8/2/2012 14:12
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#15
Sono certo di non sapere
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levitor


Citazione:
Che reazione violenta.
Cosa ti ha infastidito?
Forse ho punzecchiato la verità storica di cui ti senti depositario oppure la tua predisposizione noachide verso gli "eletti".
Non puoi non sapere che il MASSONE Kemal Ataturk è stato il più fedele alleato dell’integralismo ebraico-sionista in Medio Oriente


Contando che Kemal Ataturk è morto nel 1938 e che lo Stato ebraico è nato 10 anni dopo, (e che fino al 1938 l'"integralismo ebraico-sionista" in Medio Oriente era rivolto al limite esclusivamente contro palestinesi e inglesi, e non mi risulta proprio che Kemal abbia contribuito in alcun modo) direi che la tua frase si commenta da sola.
Anzi, si commenta da sòla

Mi scuso per una considerazione: non è che non sai la storia. E' che sei proprio imbecille di tuo.
Ti lascio immaginare la voglia che posso avere di trovarmi UN ALTRO imbecille attaccatto al pelo dei coglioni.
Di conseguenza la nostra discussione finisce qui.
Inviato il: 8/2/2012 19:32
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#16
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Potreste argomentare in maniera più approfondita, grazie.


Te lo dico rapidamente.
Kemal Ataturk ha instaurato di fatto una dittatura nell'immediato dopoguerra (della prima guerra mondiale). E' considerato il "padre della patria" anche perché la sua azione di governo si è rivolta nel fare della turchia uno stato laico.
Parità di diritti fra uomini e donne, suffragio universale, potere politico autonomo da quello religioso ecc ecc.
In questo senso ha "occidentalizzato" il paese.

Poi è morto, e i miltari sono rimasti nel ruolo di "guardiani della laicità". Ogni volta che un governo si metteva in testa idee troopo islamiste intervenivano i militari con un colpo di stato e lo deponevano.
Questo negli ultimi 50 anni è successo tre volte.

Dopo il colpo di stato veniva a tutti gli effetti instaurata una dittatura militare, con tutte le piacevolezze tipiche della cpsa: incarcerazioni, torture, impiccagioni ecc.
In questo la turchia non è diversa da ogni altro paese con una dittatura militare.

La cosa dove invece la turchia fa eccezione è che tutte e tre le volte i militari hanno rinunciato SPONTANEAMENTE al potere, che è tornato al parlamento turco.
E questa cosa in effetti è parecchio singolare.

Anche oggi la situazione è la stessa.
In turchia erdogan governa con un partito islamista moderato, e più o meno governa come cazzo gli pare ("freedom flottilla 1 & 2" ti dice niente?); ma se il partito di erdogan prendesse una deriva più confessionale, per esempio riammettendo a legge elementi della shari'a, ho pochi dubbi sul fatto ci sarebbe presto un nuovo colpo di stato da citare in questo thread.
Inviato il: 8/2/2012 19:44
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#17
Ho qualche dubbio
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Citazione:

Pispax ha scritto:

Mi scuso per una considerazione: non è che non sai la storia. E' che sei proprio imbecille di tuo.
Ti lascio immaginare la voglia che posso avere di trovarmi UN ALTRO imbecille attaccatto al pelo dei coglioni.
Di conseguenza la nostra discussione finisce qui.


Se ti toccano i sionisti ti trasformi in uno svalvolato.
Peccato, avevo un'idea diversa di te (serio e preparato, anche se troppo ideologizzato).
A proposito, prelevo una tua citazione dal post a perspicace:

Citazione:

La cosa dove invece la turchia fa eccezione è che tutte e tre le volte i militari hanno rinunciato SPONTANEAMENTE al potere, che è tornato al parlamento turco.
E questa cosa in effetti è parecchio singolare.


Proprio non ti suona il campanellino che lo stato "laico" turco prende ordini dai sionisti direttamente o per il tramite del moloch americano (che in cambio regala ai generali turchi tanti bei giocattolini tecnologici per farli sentire dei piccoli napoleone).
Eh no: li generali turchi sono illuminati dalllo spirito di Kemal che partecipa alle riunioni di stato maggiore.
Ma va ..... dove ti pare, che non mi interessa.
Inviato il: 8/2/2012 20:33
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#18
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Mi trovo d'accordo con Pispax la Turchia si sta rivelando tutt'altro che "sionista".

Quello della Mavi Marmara era una cosa che avevo rimosso ma rileggendo quest'articolo di repubblica si nota chiaramente la posizione filo-palestinese della Turchia che a bordo della nave abbordata aveva persino un diplomatico rimasto ucciso.

Assalto israeliano alla nave dei pacifisti
almeno 9 morti, tensione Israele-Turchia


Cito dall'articolo: " In quella sede il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, tuona contro Israele: "Ha perso ogni legittimità all'interno della comunità internazionale", "un atto di barbarie", "un assassinio di Stato", le espressioni usate dal capo della diplomazia di Ankara"

Quindi questa domanda retorica si rivela faziosa o errata:

Citazione:
Proprio non ti suona il campanellino che lo stato "laico" turco prende ordini dai sionisti direttamente o per il tramite del moloch americano
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Inviato il: 8/2/2012 23:59
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#19
Ho qualche dubbio
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Citazione:

perspicace ha scritto:
Mi trovo d'accordo con Pispax la Turchia si sta rivelando tutt'altro che "sionista".

......

Quindi questa domanda retorica si rivela faziosa o errata:

Citazione:
Proprio non ti suona il campanellino che lo stato "laico" turco prende ordini dai sionisti direttamente o per il tramite del moloch americano


Non devi ragionare al presente, quando la questione che ci vede in disaccordo riguarda il passato, ancorchè abbastanza recente.
La mia conoscenza storica dice che lo Stato turco c.d. laico (per intenderci quello che si è differenziato dalla matrice musulmana ex ottomana) è stato fondato da Mustafa Kemal (poi Atakurk = padre dei turchi, o della patria) con l'appoggio della Massoneria e in aggiunta del movimento sionista integralista che da già anni lavorava per de-arabizzare la terra promessa)
Morto Kemal, la dittatura kemalista (leggasi stato laico) è stata mantenuta dai militari (leggasi colpo di stato permanente) che, su imposizione sinarchica esterna (leggasi Nato, sionismo, Massoneria, ecc.), si ritiravano dietro le quinte per far posto alla moderna democrazia occidentale (leggasi coloniale) guidata da governi fantoccio (leggasi Italia).
L'elezione di Erdogan, e veniamo al tempo presente, è indicativa invece di una onda di pressione di ritorno della politica di matrice musulmana che, naturalmente, è contraria non tanto all'ebraismo (le due religioni hanno molte zone comuni) quanto al sionismo e alla sua creatura immonda che è lo stato di Israele.
Per continuare a mantenersi in sella Erdogan deve stare molto attento all'esercito, i cui gradi di vertice sono quasi tutti kemalisti e quindi filosionisti, e come tali continuano a prendere ordini dall'esterno.
Da qui le epurazioni nello stato maggiore turco, che però spostano il problema sempre di più verso un rivolgimento armato dei militari (leggasi nuovo colpo di stato) che io ho paventato.
Questa è la lettura corretta della mia frase che è stata evidenziata disancorandola dal discorso storico (faziosamente? )
Inviato il: 9/2/2012 10:07
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Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#20
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Citazione:

levitor ha scritto:

Non devi ragionare al presente, quando la questione che ci vede in disaccordo riguarda il passato, ancorchè abbastanza recente.
...
Morto Kemal, la dittatura kemalista (leggasi stato laico) è stata mantenuta dai militari (leggasi colpo di stato permanente) che, su imposizione sinarchica esterna (leggasi Nato, sionismo, Massoneria, ecc.), si ritiravano dietro le quinte per far posto alla moderna democrazia occidentale (leggasi coloniale) guidata da governi fantoccio (leggasi Italia).
L'elezione di Erdogan, e veniamo al tempo presente, è indicativa invece di una onda di pressione di ritorno della politica di matrice musulmana che, naturalmente, è contraria non tanto all'ebraismo (le due religioni hanno molte zone comuni) quanto al sionismo e alla sua creatura immonda che è lo stato di Israele.
...Erdogan deve stare molto attento all'esercito, i cui gradi di vertice sono quasi tutti kemalisti e quindi filosionisti, e come tali continuano a prendere ordini dall'esterno.
Da qui le epurazioni nello stato maggiore turco, che però spostano il problema sempre di più verso un rivolgimento armato dei militari (leggasi nuovo colpo di stato) che io ho paventato.
Questa è la lettura corretta della mia frase che è stata evidenziata disancorandola dal discorso storico (faziosamente? )


Molto più chiaro grazie, be si in effetti messa cosi la storia è diversa poiché abbiamo una Turchia con gli alti gradi militari (Kemalisti) quindi filo-sionisti e la classe politica di matrice mussulmana quindi filo-palestinese, che a turni piegano la linea di governo più in la e più in qua della staccionata. Ma non dimentichiamoci che ormai la Turchia è parte integrale dello Stato Europeo quindi più che una false flag Italiana è una real flag Europea.

ps. @levitor
Fazioso: Che sostiene con intransigenza, senza obiettività il proprio partito o le proprie tesi ,poi l'obbiettività è tornata con la replica e quindi tutto ok
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Inviato il: 9/2/2012 12:01
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#21
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LA SIRIA E QUEI BRICS “DISGUSTOSI”

Un coro greco di "disgustati" e "indignati" avrà prevedibilmente accolto il doppio veto dei membri del BRICS, Russia e Cina, alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per imporre un cambio di regime in Siria. La risoluzione era stata appoggiata da quel bastione della democrazia, la Lega del CCG, l'organizzazione controllata dalle sei monarchie/emirati del Consiglio di Cooperazione del Golfo, prima conosciuto come Lega Araba.

La Segretaria di Stato degli Stati Uniti Hillary Clinton, ha definito il doppio veto una "farsa". La Clinton ha poi incitato gli "amici della Siria democratica" a continuare a lavorare per un cambio di regime, l'obiettivo della risoluzione. I diritti d'autore di questa idea appartengono al liberatore della Libia, il neo-napoleonico presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha assicurato che Parigi sta già lavorando per creare un "Gruppo di amici del Popolo Siriano" della NATOCCG incaricati di implementare il progetto per il cambio di regime della Lega Araba.

Al momento giusto, il pupazzo parigino Burgan Ghalyun, capo del Consiglio Nazionale Siriano (CNS) - il gruppo ombrello dell'opposizione – ha convocato questi paesi "amici del popolo siriano". Tutti sanno chi sono: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Israele e i membri del CCG Qatar e Arabia Saudita. Con "amici" come questi, il "popolo siriano" sicuramente non ha bisogno di nemici.


Questi BRICS “disgustosi”

L'ambasciatrice degli Stati Uniti all'ONU, Susan Rice – cheerleader della “Responsabilità di Proteggere”, nota anche come bombardamento umanitario – ha parlato di un voto “disgustoso”.

Persino le venerabili pietre della moschea degli Omayyadi di Damasco sanno che solo Washington ha il diritto di utilizzare il potere di veto alle Nazioni Unite - soprattutto per proteggere il diritto di Israele di uccidere uomini, donne e bambini palestinesi, con carri armati e bombe, senza preoccuparsi delle fastidiose risoluzioni dell'ONU [1].

La Russia, a gran voce, e la Cina, in silenzio, sono stati inflessibili per settimane: dimenticate una risoluzione dell'ONU per il cambio di regime in Siria o, peggio ancora, di aprire le porte per un bombardamento umanitario della NATO, sullo stile libico.

La Russia ha le sue ragioni geopolitiche per ritenere che la Siria sia una linea rossa: la Siria ospita l'unica base navale russa nel Mediterraneo nel porto di Tartus, e acquista armi russe. Ma, in effetti, tutti i cinque BRICS - più l'opprimente maggioranza del mondo in via di sviluppo - sono in sincro: dimenticatevi di risoluzioni dell'ONU per facilitare un cambio di regime, promosse dal trio occidentale dei soliti sospetti USA-Gran Bretagna-Francia e – colmo dell'ipocrisia - progettate dalle "democratiche" Casa di Saud e Qatar.

Il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, sarà questo martedì a Damasco a un incontro col presidente Bashar al-Assad, per discutere un progetto serio per porre fine al bagno di sangue. Lavrov ha spiegato con pacatezza le ragioni del veto russo.

Aveva direttamente inviato alla Clinton gli emendamenti russi al progetto della risoluzione: "La razionalità e obiettività di quegli emendamenti dovrebbero fogare ogni dubbio." Ma non è servito a niente: la risoluzione è rimasta "unilaterale", senza alcuna richiesta fatta ai gruppi armati contro il governo siriano. Lavrov ha sottolineato: "Nessun presidente che si rispetti, indipendentemente dalla sua condotta, può accettare di consegnare luoghi abitati agli estremisti armati senza resistenza." Immaginate se Homs fosse in Texas.

Nonostante tutto, il Consiglio Nazionale Siriano ora ritiene che Mosca e Pechino siano "i responsabili della scalata degli omicidi e del genocidio" e i facilitatori di una "licenza di uccidere". Lavrov è imperturbabile: “Abbiamo detto ripetutamente che non stiamo proteggendo Assad, ma il diritto internazionale. Le prerogative del Consiglio di Sicurezza dell'ONU non comprendono un'interferenza nei processi interni.”


Homs: chi ammazza chi?

L'ambasciatore della Siria all'ONU, Bashar Ja'afari, ha negato con forza l'accusa dell'opposizione che le forze del regime abbiano bombardato il quartiere Khadiliya a Homs con i carri armati e l’artiglieria e ucciso più di duecento persone, argomentando che "nessuna persona sensata" lancerebbe un attacco simile la notte prima della discussione di una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Senza indagini preliminari, la Francia ha parlato di un "massacro" e di un "crimine" contro l'umanità. Come la Francia durante la guerra d’Algeria?

Per comprendere quello che è in gioco, è fondamentale ricordare chi è che sta disertando dall'esercito siriano. I capi militari - anche membri del Partito Baath - sono quasi tutti alawiti, la setta sciita (il 10% della popolazione). Ma non hanno disertato. I disertori sono quasi tutti soldati sunniti (il 70% della popolazione); stanno formando milizie, come in Libia, pesantemente infiltrate da mercenari armati dal CCG, e combattono contro le truppe governative. La risposta del governo è stata quella di attaccare i quartieri dove vivono le famiglie di questi disertori. Il centro di Homs è controllato al momento dai ribelli.

Che sta succedendo davvero a Homs? Queste sono parti di una email chiarificatrice inviata da una fonte fidata, un cristiano siriano:

Molti siriani sono euforici per il doppio veto, ma la situazione a Homs è preoccupante. L'opposizione ha diffuso le notizie di un massacro appena prima della votazione e hanno parlato di cifre che arrivano a centinaia […] incredibilmente citate da tutti i canali informativi (che si basano sugli "attivisti") senza verifica alcuna, solo per riportare in un secondo momento la quantità a 33. Non hanno mai fatto vedere un bombardamento, né l'estrazione di persone dalle macerie o le persone ferite. […] solo uomini puliti e i piedi e le mani legate, per la gran parte colpiti da un solo sparo e in biancheria intima. Sembra che il governo siriano abbia un arsenale con bombe molto intelligenti che possono denudare e legare le persone dopo averle colpite alla testa!

Ciò che sappiamo con esattezza è che non c'è l'esercito a Homs. I miei genitori hanno abbandonato la città e sono tornati sabato mattina, il giorno dell’ipotetico massacro, e non c'era niente. Di solito chiamano una linea per le emergenze (115) e domandano se le strade sono sicure e l'operatore vi dice se andare o meno a Homs. Questa volta gli è stato detto di venire e in effetti non c’era niente che si potesse sentire o vedere. Ovviamente, questo non significa che la maggior parte della città e in particolare la città vecchia siano sotto il controllo degli uomini armati. Il vecchio quartiere in cui sono cresciuto (il cristiano Bustan al-Diwan) è stato preso completamente da loro. I video su YouTube mostrano che l’Esercito della Siria Libera ha tolto il posto di blocco dell'esercito nel quartiere confinante (Bab al-Dreib) e poi ha distrutto quello che protegge il nostro quartiere.

La gente nel mio vicinato non ha parlato di grandi disturbi o problemi, anche se, in effetti, i "rivoluzionari" hanno fatto irruzione in un paio di case che la gente aveva evacuato nei giorni precedenti o sul momento, in una scuola, nel “Giornale di Homs” (ospitato in una chiesa ortodossa da più di cento anni) e in alcuni ristoranti, ma senza grossi patemi. Voglio dire, considerando ciò che fa l’ESL agli alawiti, i cristiani finora stanno ricevendo davvero un buon trattamento.

Molti ora credono che i corpi legati e uccisi dai colpi di proiettile a Khadiliya, che si dice che siano "uomini, donne e bambini" morti per un bombardamento dell'esercito siriano, non siano altro che soldati siriani rapiti. A cui vanno poi aggiunti gli alawiti sequestrati che non sono stati liberati (o alla fine scambiati). Quando l’ESL rapisce qualcuno, gli alawiti cominciano a sequestrare anche loro per poter scambiare i prigionieri. La cosa non funziona sempre e alcuni tra coloro che non sono stati "scambiati" sono ricomparsi cadaveri a Khadiliya.

Ma, fino a questo punto, non c'è stata alcuna offensiva dell'esercito siriano in città. I ribelli continuano a attaccare i posti di controllo. La gente ignora totalmente quello che il governo sta pensando di fare a Homs. Per me è devastante vedere come il mio quartiere si sia trasformato in un altro campo di battaglia e che molti dei miei amici stanno andando via.

Tutto questo combacia con una spiegazione dell'eccellente giornalista Nir Rosen, autore dell'indispensabile “Aftermath: Following the Bloodshed of America's Wars in the Muslim World”; a Homs, in pratica, i ribelli si sono impadroniti dei posti di controllo governativi, e le forze del governo sparano con i mortai su alcuni quartieri. Secondo Rosen:

Non ci sono stati combattimenti a Homs, solo colpi sparati dai posti considerati sicuri (per il governo), e ciò suggerisce che al momento non sono in grado di attaccare Khalidiya con le forze del regime. […] Nessun combattente dell'opposizione è stato ucciso durante l'attacco. Sono morte fino a 130 persone a Khaldiyeh e 800 sono i feriti (come ho detto, non si tratta di combattenti). Indubbiamente è un numero alto, ma se si vedono i notiziari […] si potrebbe pensare che Homs sia stata distrutta, quando invece quest’attacco può essere visto come un segno di debolezza del governo.

Paragonate tutto questo alla mia fonte siriana preoccupata del fatto che "la gente ignora totalmente quello che il governo sta pensando di fare a Homs".

Immaginate un'insurrezione armata in una città di medie dimensioni negli Stati Uniti: tutto il mondo ha visto come il pacifico Occupy Wall Street sia stato gestito dal sindaco miliardario Michael Bloomberg. I "disgustosi" BRICS hanno messo le carte in tavola: non ci sarà un bombardamento umanitario della NATOCCG in Siria. Ma la NATOCCG può avere successo col piano B: fomentare la guerra civile in Siria.

Nota

1. Ecco una lista parziale dei veti degli USA all'ONU.

Fonte ComeDonChisciotte

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Come pensate che andrà a finire in Siria?
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Io non parlo come scrivo, io non scrivo come penso, io non penso come dovrei pensare, e così ogni cosa procede nella più profonda oscurità. Kepler
Inviato il: 11/2/2012 11:55
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  •  weboy
      weboy
Re: Colpo di stato SI o colpo di stato NO?
#22
Ho qualche dubbio
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http://firmiamo.it/siamotuttimatteo
"Supportiamo l'azione difensiva di Matteo!"

Matteo, un giovane cittadino italiano, lo scorso anno ha presentato, come altri 300 cittadini circa, una denuncia contro le massime cariche dello stato per una serie molto lunga di gravi ipotesi di reato.
Pare, per quello che risulta oggi, che nessuna delle circa 300 denunce presentate abbia avuto esito. Anzi, non risulta al momento nemmeno nessuna archiviazione ufficiale, visto che secondo quanto previsto dalla legge, molti dei denuncianti avevano chiesto di essere informati in caso di archiviazione...
Inviato il: 19/7/2013 16:06
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