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  Lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007

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  •  Maksi
      Maksi
Lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/10/2011
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Ecco come si organizzano le stragi e con chi.
Video-choc: lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007 di Giorgio Cattaneo – 18/06/2012 Fonte: libreidee

«Va’ all’inferno, traditore. Mi hai mandato in Iraq, Pakistan e Siria per aiutare i musulmani. E ora ti riveli essere un criminale e un capitano dei servizi francesi. Non lo avrei mai creduto». A parlare è Mohammed Merah, lo stragista franco-algerino di Al Qaeda poi ucciso a Tolosa dalla polizia, nell’alloggio in cui si era asserragliato dopo aver commesso l’ennesimo attentato. Merah parla in un video e accusa il suo migliore amico, Zouheir: «Mi ucciderete senza un motivo», dice, ma «siete voi che mi avete messo in questa situazione». Merah si congeda drammaticamente da Zouheir: «Non ti perdonerò mai». Il giovane attentatore, scrisse il “Foglio” già il 22 marzo «grazie a fonti dei servizi», era nientemeno che «un’operazione dell’intelligence francese finita male». Un infiltrato “inconsapevole”, incaricato di organizzare stragi da attribuire poi a paesi come la Siria, accusati di ospitare terroristi.

Bernard Squarcini, capo della Dcri – la centrale dei servizi segreti interni di Parigi – smentì categoricamente all’agenzia “France Press” l’esistenza di una relazione tra il giovane di origine algerina e l’intelligence: «Merah non era un informatore per la Dcri o per altre agenzie d’intelligence nazionali o straniere». Ma ora, scrive Daniele Raineri sul “Foglio”, ecco apparire una prova imbarazzante: il video al quale lo stesso Merah affidò il proprio solitario “testamento”, poco prima di essere liquidato dalle forze speciali il 22 marzo a Tolosa, dopo aver ucciso a sangue freddo, in tre diversi assalti, tre soldati, il maestro di una scuola elementare ebraica e tre scolaretti della stessa scuola. «Merah scoprì di essere manipolato dai servizi segreti francesi», scrive ora “Le Monde”: prima di morire, il giovane terrorista si accorse che uno dei suoi amici, che pensava essere jihadista, era invece «un ufficiale dei servizi segreti francesi. “Le Monde” cita il giornale algerino “Echourouk”, che ha visionato il filmato pubblicandone la trascrizione in arabo, poi tradotta in francese dalla stessa “France Press”.

«Sono innocente», dichiara Merah poco prima di essere ucciso. «Ho scoperto che il mio miglior amico Zouheir lavora per i servizi segreti francesi». Il capitano Zouheir, scrive il quotidiano parigino, fece anche parte della squadra di negoziatori che cercò di indurre Merah alla resa durante l’assedio all’appartamento. Daniele Raineri, sul “Foglio”, rivela che l’esistenza del video è confermata da Isabelle Coutant-Peyre, legale francese che assiste l’avvocato algerino della famiglia Merah. Quanto al contenuto, «c’è la possibilità che Merah si autorappresenti come una pedina inconsapevole e in buona fede e non come un informatore già arruolato, per non infangarsi davanti agli altri». Mesi fa, sempre il giornale diretto da Giuliano Ferrara scrisse che Merah fu facilitato dai servizi francesi nei suoi viaggi all’estero. «Quel “Tu mi hai inviato in Siria, Iraq e Pakistan per aiutare Bernard Squarcini, dell'intelligence francesei musulmani” rivolto all’amico-capitano dell’intelligence – scrive ora Raineri – conferma quanto scritto: c’era un’operazione per infiltrare i gruppi del jihad all’estero».

Si sa che nei campi d’addestramento delle fazioni “filo Al Qaeda” nelle aree tribali del Pakistan – dove Merah visse due mesi – sono passati almeno 85 “volontari” con passaporto francese negli ultimi tre anni, continua Raineri. Proprio quei “volontari” «sono l’incubo della Francia, perché grazie alla cittadinanza possono muoversi con facilità». A dispetto delle smentite ufficiali, aggiunge il giornalista, il tentativo d’infiltrarli da parte dell’intelligence «sembra per questo plausibile – anzi, doveroso: di che altro si occupa un’agenzia di sicurezza?». Ma allora, c’era chi “sapeva” in anticipo che Merah avrebbe sterminato cittadini francesi, compresi i bambini? Secondo due giornalisti investigativi francesi, Eric Pelletier e Jean-Marie Pontaut, che hanno scritto un libro di prossima uscita proprio sul caso-Merah, un servizio d’intelligence occidentale scoprì nel 2011 il collegamento tra il giovane francese e un’organizzazione vicina ad Al Qaeda. Il libro sostiene che quest’agenzia di spionaggio occidentale non meglio definita notò l’attivazione di due indirizzi Internet collegati a Merah a Miranshah, la capitale del Waziristan del nord, che è un’area in mano ai Talebani pachistani coordinati da Al Qaeda.

Inoltre, il francese usava un numero di telefono in contatto con un gruppo estremista. I giornalisti scrivono che la Dcri riconosce di avere ricevuto l’informazione, ma soltanto “giorni dopo” l’uccisione di Merah nel sud della Francia, e cioè quando ormai l’informazione era inutile e ridondante: il collegamento con i campi d’addestramento dei jihadisti in Pakistan era già sui giornali. Il Waziristan, ricorda Raineri, è un’area impenetrabile per i servizi occidentali – che infatti, come nel caso di Merah, sono costretti a montare complesse operazioni d’infiltrazione. Stretta, invece, la sorveglianza elettronica: telefoni e Internet sono sotto controllo, grazie ad un sofisticato sistema degli Usa. «C’è la possibilità che questa “intelligence occidentale” abbia avvertito molto prima i francesi (Merah era interdetto Daniele Raineridai voli verso l’America), ma loro abbiano deliberatamente ignorato l’avvertimento per non bruciare il proprio infiltrato», conclude Raineri sul “Foglio”.

«Gran parte delle vicende terroristiche di questo secolo vedono una profonda commistione fra operazioni terroristiche e operazioni speciali di certi settori dei servizi segreti», scrive “Megachip” in una nota all’articolo di Raineri. Il newsmagazine diretto da Giulietto Chiesa segnala l’esistenza del P2OG, “Proactive, Preemptive Operations Group”, ossia Gruppo azioni attive e preventive: un team speciale del Pentagono creato nel 2002 «con il compito di eseguire missioni segrete miranti a “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici, spingendoli a commettere azioni violente che poi li metterebbero nelle condizioni di subire il “contrattacco” delle forze statunitensi». Il paradosso di una simile operazione, aggiunge “Megachip”, è spinto fino a limiti estremi: pare che il piano debba in qualche modo scatenare sottobanco il terrorismo, per poi potervisi opporre vistosamente, sotto gli occhi dei media.

Il documento della Difesa statunitense prescrive varie strategie, comprese azioni di depistaggio attraverso comunicazioni false: «Viene subito alla mente il caso del falso comunicato n. 7 delle Brigate Rosse durante il sequestro di Aldo Moro, nel lontano 1978», quando – con l’aiuto della Banda della Magliana e la supervisione dello stratega americano Steve Pieckzenik – fu annunciato che il cadavere di Moro si sarebbe trovato nel Lago della Duchessa, sulle montagne di Rieti. «Uno dei tanti depistaggi degli “anni di piombo”, quando erano in incubazione su scala limitata i metodi poi Tolosa: forze speciali per il blitz di Sarkozy contro Merahestesi alla globalizzazione della paura», scrive “Megachip”.Ora sappiamo che Merah era “uno di loro”, o meglio: uno strano 007, più o meno “consapevole”, addestrato a scatenare il terrore per poi consentire alle forze di sicurezza di avviare la repressione.

Per non bruciare fonti e contatti, restano ovviamente nell’ombra – per ora – i dettagli sulle istruzioni in base alle quali “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici, ma «un’organizzazione come questa – conclude “Megachip” – è perfetta per creare confusione e depistaggi, quel genere di caos che si determina nel passaggio dall’“infiltrazione” alla “provocazione”». Il cerchio si chiude rileggendo il documento del Pentagono: l’uso di questa tattica, spiega “Megachip” citando le carte della Difesa statunitense, «consentirebbe di considerare responsabili degli atti terroristici provocati quei paesi che ospitassero i terroristi, a quel punto considerati dei paesi a rischio sovranità».
Inviato il: 19/6/2012 10:51
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
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Oggi c'è stato un altro episodio, nato con il marchio di Al-Qaeda e finito come il tipico caso di schizofrenia. Mi riferisco alla "tentata" rapina con ostaggi ad opera di Fethi Boumaza. Sempre a Tolosa.


Sento odore di bruciato, ma se leggete i giornali è tutto inquadrabile nella comune routine delle cose che possono succedere, cose tipo le coincidenze...

Tolosa, liberati tutti gli ostaggi della banca.
Il sequestratore ha problemi psichici

dal Sole 24Ore
Inviato il: 20/6/2012 21:39
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Lo stragista di Tolosa era una pedina degli 007
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
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Messaggi: 1637
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Se confrontate la notizia come è riportata dal Sole24 ad una agenzia di stampa, noterete palesemente l'intento rassicuratore - insabbiatore.

Citazione:

(AGI) - Roma, 20 giu. - A pochi mesi dalla strage nella scuola ebraica e dall'assassinio di tre para', il terrore e' tornato a Tolosa, nel sud della Francia. Intorno alle 10 un uomo, che si e' dichiarato militante di al Qaeda, ha preso in ostaggio quattro persone in una banca. Armato, ha esploso un colpo in aria, ha fatto irruzione in una succursale del Credit Industriel et Commercial e ha chiesto di negoziare con il Raid, le unita' d'elite che lo scorso marzo uccisero Mohammed Merah, il franco-algerino autore dei massacri nella cittadina francese. La vicenda si e' conclusa con l'arresto del sequestratore ' in un blitz delle forze speciali, in cui e' rimasto ferito allo stomaco. Il sequestratore e' rimasto ferito. Si chiama Fethi Boumaza e ha 26 anni ed e' originario della regione di Castres, una settantina di chilometri a est di Tolosa. La banca si trova a 100 metri dall'appartamento dove il 23enne Merah nel marzo scorso si barrico' per ore, prima di essere ucciso dalle teste di cuoio. Boumaza e' noto ai servizi di polizia e a quelli psichiatrici. La polizia francese ha escluso la sua tesi terrorista e gli investigatori hanno poi confermato che si tratta di uno "schizofrenico che aveva interrotto la terapia". La polizia ha isolato la filiale con un cordone di 200 metri, una vicina scuola elementare ed un liceo sono stati evacuate e il tragitto degli autobus e' stato deviato; ai genitori degli alunni e' stato inviato un sms con l'invito urgente a prendere i propri figli per portarli al sicuro. Da Bordeaux e Marsiglia, inoltre, sono arrivati i Gruppi di Intervento della Polizia Nazionale. Il primo ostaggio ad essere liberato, intonro alle 15 e' stata una donna, che l'uomo ha scambiato con cibo e acqua per se' e per gli altri prigionieri. Un'ora piu' tardi e' stata la volta della seconda donna, e Boumaza ha chiesto in cambio di poter parlare con la stampa. A questo punto il sequestratore ha tentato di scappare facendosi scudo con uno degli altri due ostaggi, ma appena uscito dalla banca la polizia ha aperto il fuoco, ferendolo allo stomaco. Poi sono stati liberati gli altri due ostaggi. Le forze speciali sono allora entrate nella banca, aprendosi un varco nella parte posteriore con una esplosione e hanno immobilizzato il 26enne, che ora e' ricoverato in ospedale. La sorella di Boumaza ha raccontato che il fratello da bambino fu affidato ai servizi sociali. "E' rabbioso, ma allo stesso tempo ha paura del mondo esterno", ha detto, aggiungendo che Boumaza "non e' molto religioso, era andato in un night club e aveva bevuto". Francois Hollande si e' complimentato con la polizia per la "efficacia e il sangue freddo" dimostrati dagli agenti intervenuti per risolvere il sequestro. Il presidente francese ha sottolineato soprattutto il buon lavoro del Gruppo di intervento della polizia nazionale, riflesso, si legge in una nota, "della sua professionalita' e del suo impegno al servizio della sicurezza dei cittadini". Nel marzo scorso, Tolosa aveva vissuto giorni di terrore: proclamatosi membro di al Qaeda, il franco-algerino Merah aveva seminato il terrore con un doppio agguato uccidendo tre militari francesi e, infine, con il massacro di un rabbino e tre bimbi davanti ad una scuola ebraica. Fu ucciso in un blitz delle forze speciali in un appartamento, dopo un interminabile assedio. (AGI) .

fonte:Agenzia AGI.it
Inviato il: 20/6/2012 21:42
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