Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Commenti liberi
  Israeliani via da Amman prima dell’attentato

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione
Israeliani via da Amman prima dell’attentato
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 20/4/2005
Da Costantinopoli
Messaggi: 1026
Offline
Israeliani via da Amman prima dell’attentato
Maurizio Blondet
Uno dei tre alberghi colpiti dagli attentatiAMMAN - Un numero imprecisato di israeliani che alloggiavano al Radisson Hotel di Amman, sono stati evacuati «ore prima» del sanguinoso attentato che ha colpito la capitale della Giordania, uccidendo 57 persone.
Non è una voce cospirazionista.
La fonte è il giornale Haaretz (1).
Le autorità israeliane, spiega il giornale ebraico, sembrano aver avuto «uno specifico allarme» con largo anticipo.
Più largo di quello che indusse il Mossad, nella Londra del 7 luglio, tre minuti prima delle esplosioni nella metropolitana, ad avvisare il ministro israeliano Netanyiahu a non uscire dall’albergo londinese in cui si trovava.
Gli israeliani sembrano sapere tutto sugli attentati arabi e sugli estremisti musulmani; stupisce che non condividano le loro così puntuali informazioni con gli altri Paesi impegnati a debellare il terrorismo islamico.
Se gli israeliani fossero nostri alleati nella lotta mondiale al terrorismo, Al Qaeda da tempo sarebbe stata smantellata.
Nel caso della Giordania, da almeno una settimana il ministero degli Esteri di Israele aveva sconsigliato ai suoi concittadini viaggi d’affari e turistici in Giordania.
Poiché parecchi israeliani non avevano seguito il consiglio, pare di capire da Haaretz, «elementi della sicurezza israeliana» li hanno raggiunti uno per uno negli alberghi e li hanno guidati «sotto scorta del personale di sicurezza israeliano» fino in patria.
I sospettosi potranno chiamare questa un’operazione di «esfiltrazione», grazie alla quale, con i veri e presunti turisti, saranno stati fatti evacuare anche gli autori dell’attentato islamico da militari israeliani.
E con tanti saluti alla «sovranità» giordana, che non ha potuto controllare gli uscenti.
La BBC assicura che l’attentato di Amman, che ha colpito alberghi di lusso frequentati da occidentali (e che distrugge il turismo, unica risorsa della Giordania) reca «l’inequivocabile impronta di Al Qaeda».
Magdi Allam non avrebbe potuto dir meglio.
Naturalmente senza portare alcuna prova; ma aspettiamo la rivendicazione con video hollywoodiano da Al-Zawahiri.
A meno che stavolta non venga opportuno attribuire l’attentato alla Siria.
Fatto è che, secondo William Arkin del Washington Post (2), Donald Rumsfeld ha dato ordine all’USS Central Command (CENTCOM) del Pentagono di «preparare liste aggiornate dei bersagli siriani e accrescere la preparazione per operazioni militari contro Damasco».
Fin qui, nulla di nuovo.
E’ dal 2004 che la DIA (lo spionaggio militare USA), dice Arkin, ha intensificato la raccolta di informazioni di tipo bellico sulla Siria; e il suo «Direttorato dell’Analisi» ha preparato l’ordine di battaglia, ossia la struttura della forza, l’equipaggiamento e il comando necessari per l’attacco.
E il piano comprende la valutazione dei «nodi vulnerabili» siriani, dalle reti elettriche, alle comunicazioni, e l’assassinio del dittatore siriano Assad con la famiglia.
La novità sta nel fatto che la Siria sia passata in prima linea nella lista dei candidati all’aggressione americana, sostituendovi l’Iran.
Per il momento, almeno, Sharon ha smesso di chiedere a una Casa Bianca in difficoltà l’attacco contro l’Iran: tre volte più grande dell’Iraq e con il triplo della popolazione, è un osso troppo duro, e l’opinione pubblica USA è già stufa del pantano iracheno.
La Siria pare preferita perché debole.
«Washington non ha molta fortuna nel debellare la resistena [irachena], allora perché non montare una bella campagna contro la Siria?», dice Josh Landis, ebreo e analista strategico della University of Oklahoma.
Continua su http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=753¶metro=esteri
_________________
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat
Inviato il: 11/11/2005 2:46
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA