Il piano di guerra cinese
Maurizio Blondet
10/11/2004
Il ministro cinese della Difesa Chi HaotianPECHINO - Quello che pubblichiamo è un discorso pronunciato, nell'agosto 2005 scorso, da Chi Haotian, il ministro cinese della Difesa, davanti ad un selezionato gruppo di alti gradi militari dell'Armata Popolare.
Un discorso non destinato ad essere diffuso.
Ma dissidenti cinesi l'hanno fatto avere al giornalista americano Hal Turner.
Turner, che è un giornalista di destra, ha pubblicato il discorso in cinese e in inglese.
Sembra credibile.
Il ministro Chi Haotian, che è anche presidente della Commissione Centrale Militare cinese, delinea una grande strategia di conquista.
Nei prossimi «cinque o dieci anni», la Cina avrà bisogno di «uno spazio vitale più ampio», e indica Stati Uniti, Canada e Australia come le zone poco abitate da colonizzare.
Chi Haotian immagina un attacco preventivo di tipo biologico (stiamo lavorando, avverte, ad un'arma genetica che colpisca solo le razze non-gialle) allo scopo di spopolare il territorio americano prima dell'invasione.
Il popolo cinese, aggiunge, è pronto.
E cita un sondaggio condotto fra la popolazione dall'agenzia di stampa Sina.com per conto del regime.
A questo sondaggio, condotto fra il febbraio e il marzo 2004, hanno risposto 31.872 persone.
E l'80 % e più degli intervistati si è detto disposto a «uccidere donne, bambini e prigionieri di guerra» nello sforzo bellico per la gloria della Cina.
Egli sottolinea il carattere provvisorio e strumentale del boom economico cinese: si tratta di far apparire la Cina come un pacifico partner commerciale, mentre le esportazioni cinesi danno al regime i mezzi per il rafforzamento bellico, e le tecnologie straniere portate nel Paese dai capitalisti investitori forniscono le innovazioni tecniche necessarie allo sviluppo tecnologico-militare.
Il discorso è estremamente lungo.
Ne abbiamo dato qui i passi salienti.
Compagni, sono molto lieto oggi, perché il sondaggio su vasta scala compiuto per noi da Sina.com mostra che la prossima generazione è pronta e che la causa del Partito si affermerà.
Di fronte alla domanda «sareste disposti a sparare a donne, bambini e prigionieri di guerra», più dell'80 % ha risposto affermativamente, superando ogni nostra aspettativa (1).
Oggi mi concentrerò sul motivo per cui abbiamo ordinato questo sondaggio.
Il mio discorso di oggi è il seguito dell'ultimo (2) durante il quale ho discusso la questione delle «tre isole» (3), ho accennato al fatto che il ventennio idilliaco di «pace e sviluppo» sta finendo, e ho concluso che la modernizzazione sotto la spada è la sola opzione per la Cina nella prossima fase.
[…] La nostra intenzione era comprendere quale fosse l'atteggiamento del popolo cinese verso la guerra […]
Volevamo sapere: se lo sviluppo mondiale della Cina necessitasse massicce morti in Paesi nemici, il nostro popolo appoggerebbe questo scenario?
Sarebbe pro o contro?
Come tutti sappiamo, l'essenza del pensiero del compagno Xiaoping (4) è «lo sviluppo è la dura verità».
E il compagno Jintao (5) anch'egli ha ripetuto e sottolineato che «lo sviluppo è la nostra massima priorità»
Ma molti compagni intendono «sviluppo» in un senso limitato, come sviluppo interno.
La realtà è che il nostro «sviluppo» si riferisce alla rivitalizzazione della nazione cinese, che non è limitata alla terra che oggi occupiamo.
Sia il compagno Liu Huaqing (6), uno dei capi della passata generazione, sia il compagno He Xin (7), un giovane stratega del Partito, hanno ripetutamente sottolineato la teoria dello spostamento della civiltà mondiale.
Il nostro slogan, «rivitalizzare la Cina», ha questa teoria come base.
1. Siamo noi la razza superiore
[…] Come sapete, secondo le teorie diffuse dagli scienziati occidentali, l'umanità sarebbe nata da una singola madre in Africa.
Ne consegue che nessuna razza può pretendere la superiorità razziale.
Ma, secondo le ricerche condotte dagli scienziati cinesi, i cinesi sono diversi dalle altre razze sulla terra.
La nostra origine non è in Africa.
Siamo nati indipendentemente nel territorio della Cina. […]
Possiamo affermare che siamo il prodotto di radici culturali vecchie un milione di anni.
[…] Durante la nostra lunga storia, la nostra gente si è disseminata nelle Americhe e lungo il Pacifico, e sono diventati gli indiani delle Americhe e i gruppi etnici asiatici del Sud Pacifico.
Noi discendenti dei cinesi abbiamo il diritto al possesso di quella terra.
[…] In base all'analisi storica, il compagno Liu Huaqing ha notato negli anni '80 che il centro della civiltà mondiale si sposta.
Si è spostato dall'Oriente all'Europa occidentale, o poi negli Stati Uniti; ora sta spostandosi di nuovo ad Est.
Come definiamo il secolo XIX «il secolo britannico», e il ventesimo «il secolo americano»; dunque il 21mo secolo sarà il secolo della Cina.
[…] Quando [noi del Politburo] abbiamo deciso di rivitalizzare la Cina sul modello della Germania [nazista], abbiamo deciso di non commettere i loro errori.
Specificamente, le cause fondamentali della disfatta di Germania e Giappone sono queste: primo, si sono messi contro troppi nemici allo stesso tempo, non avendo aderito al principio di eliminare i nemici uno alla volta.
Secondo, sono stati troppo impetuosi, mancando della pazienza e della perseveranza richiesti dalle grandi imprese.
Terzo, quando venne il momento in cui dovevano essere spietati, furono molli, lasciando sul tavolo problemi che riemersero più tardi.
[segue un'analisi degli «errori» e delle «mollezze» della Germania di Hitler e del Giappone che li hanno portati alla sconfitta].
Il nostro popolo cinese è più saggio dei tedeschi perché, fondamentalmente, la nostra razza è superiore alla loro.
Per questo abbiamo una storia più lunga, una popolazione più grande, e una terra più vasta.
I nostri antenati ci hanno lasciato due eredità essenziali, che sono l'ateismo e l'unità. E stato Confucio, il fondatore della nostra cultura, a lasciarci questa eredità.
Dobbiamo a questa doppia eredità il fatto che la nostra capacità di sopravvivenza superi quella dell'Occidente…
Siamo destinati a «non essere sepolti né da terra né da cielo», per quanto gravi siano i disastri nazionali, naturali o prodotti dall'uomo.
Prendete ad esempio la risposta alla guerra.
Il motivo per cui gli Stati Uniti sussistono ancor oggi è che non hanno mai visto la guerra sul loro territorio.
Una volta che i suoi nemici mirino alla loro terra, essi raggiungeranno Washington prima che il Congresso finisca di dibattere e autorizzi il presidente a dichiarare la guerra.
[Nel nostro Partito] una volta che la decisione è presa, è attuata immediatamente. Questo è il nostro vantaggio.
Il centralismo democratico del nostro Partito è fondato sulla tradizione di grande unità.
2. La nostra forza è l'ateismo
[…] Ciò che ci rende diversi dalla Germania è che noi siamo atei totali, mentre la Germania era un paese cattolico e protestante.
Hitler era solo un mezzo ateo […] la Germania era priva della tradizione di venerare i saggi.
Il nostro popolo ha sempre venerato i saggi, ed è per questo che non veneriamo alcun dio.
[…] Ora cominciate a capire perché abbiamo deciso recentemente di intensificare l'ateismo.
Se consentiamo alla teologia occidentale di entrare in Cina e di svuotarci dall'interno, se consentiamo al popolo di ascoltare Dio e seguire Dio, chi ascolterà e seguirà noi?
[…]
Il sogno tedesco di essere «i signori della terra» è fallito perché, in ultima analisi, la storia non ha affidato questa missione a loro.
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