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  Aggredisco, appaio, quindi "sono".

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  •  florizel
      florizel
Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
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Non è la scuola ma un oratorio il teatro dell'ultimo caso di bullismo giovanile, avvenuto in provincia di Bergamo ai danni di un ragazzino autistico di origine brasiliana. Al centro parrocchiale Don Bosco di Bariano, piccolo centro nei pressi di Treviglio, un dodicenne disabile è stato insultato, percosso e ferito da un gruppo di coetanei che, durante l’aggressione, lo filmavano con il telefonino come ormai triste consuetudine in casi del genere.

Un parallelismo sempre più frequente ed inquietante: violenza = ripresa col telefonino. Ed in molti casi, la diffusione del video.
Diventa difficile commentare notizie come questa senza mettere sotto accusa il “mezzo” in sé, e spesso è esattamente quello che avviene, a discapito del chiedersi i motivi di un protagonismo coatto vicinissimo all’ossessione, che si esprime prevalentemente attraverso l’aggressione.
Ecco che la discussione, allora,si impernia sull’oggetto in questione, il telefonino cellulare, e chi difende il “diritto” alla comunicazione omette di riflettere che esso sta diventando la copertura ad un protagonismo indotto che si è quasi definitivamente sostituito al gesto “cosciente”, veicolato da più parti e con altri strumenti, un protagonismo esasperato dovuto, a mio avviso, all’ormai radicato binomio “apparire = essere”.
Il telefonino è diventato l’amplificatore individuale della TV, che è riuscita ad imporre la sua funzione, per cui qualunque cosa risulta “vera” solo se tradotta in immagini filmate e da sottoporre alla visione collettiva.
E tale apparire non può che esprimere la sopraffazione come “qualità”, in linea con i tempi atroci che viviamo, e subiamo.

Altri link sulla notizia:

Infatti la madre è tornata all'oratorio per avere spiegazioni e invece di trovare conforto si è vista insultata a sua volta.

Si pensa subito alla scuola, ormai sempre in cronaca in questi giorni, ma invece il luogo è impensabile: un oratorio, il "Don Bosco" di Bariano, paese in provincia di Bergamo.

Una pagina con notizie attinenti:

"telefonino-bullismo"
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 10/3/2007 13:36
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Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/2/2006
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Citazione:
Diventa difficile commentare notizie come questa senza mettere sotto accusa il “mezzo” in sé, e spesso è esattamente quello che avviene, a discapito del chiedersi i motivi di un protagonismo coatto vicinissimo all’ossessione, che si esprime prevalentemente attraverso l’aggressione.

Concordo sul fatto che spostare l'attenzione sul mezzo in sé sia una mossa superficiale e fuorviante.
Si tratta credo dell'evoluzione "esteriore" di dinamiche che esistevano già, e che semplicemente si manifestavano in precedenza attraverso altri mezzi.

La notizia di questo fatto indegno dell'umana intelligenza apre discussioni su diversi fronti, ma credo che alla base ci siano da un lato la questione da te analizzata "apparire = essere", dall'altro anche la questione del rapporto tra i ragazzini e gli adulti.

Indicativo credo sia il fatto che la mamma del bambino picchiato, tornata all'oratorio per chiarire il fatto, si sia presa la sua dose di insulti dalle mamme dei ragazzini autori del delirante gesto.

Non so se ci rendiamo conto della situazione..
Mamme che giustificano (e supportano) i figli che picchiano un ragazzino per giunta AUTISTICO!

L'aggravante delle riprese col telefonino a mio parere viene dopo: prima ancora c'è l'idiozia assoluta di adulti responsabili della formazione dei propri figli.
Prima ancora del protagonismo (che si esplica nell'uso delle riprese video) c'è l'assorbimento di modelli mentali e comportamentali che non ho remore nel definire deviati.
La questione "apparire = essere", quindi, prima ancora di palesarsi nel gesto della ripresa col telefonino (apparire nel video), credo stia alla base proprio di quel concetto di cui parlavi, che lega "apparire" con "aggredire".
Un abominio insomma.

Ecco, arrivata a questo punto non ho più parole se non: "Un calcio in culo prima ai genitori e poi ai figli". Così, tanto per far assaggiare loro le loro stesse "ricette".
Inviato il: 10/3/2007 18:59
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
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Da parte mio non posso che chiedermi che ragazzini stiamo tirando su, e con che metodi.

Quando ero bambino e anche qualcosina di più, ricordo come fosse ieri un mondo di sopraffazione ed ingiustizia, razzismo, classismo e sessismo da far impallidire alcuni dei più noti movimenti di destra del mondo.

E' inutile che ci prendiamo per il culo. Il più forte esercitava a piacere la sua forza sul più debole, che a sua volta faceva lo stesso col più debole ancora. Ti prendevano per il culo se eri grasso, se avevi un difetto di pronuncia, se eri una donna, se ti puzzava l'alito. Qualsiasi stronzata era un buon pretesto per prenderti per il culo.

E poi le angherie... di continuo. Sembra ieri che nel cortile della scuola media stavo guardando dei ragazzi giocare a pallone, a freddo e senza preavviso, da dietro, un ragazzo più grande di me mi ha tirato una pallonata inimmaginabile sul lato destro della faccia. Dall'oreccio non ci sentivo più, solo un fischio continuo; metà della faccia era disegnata ad esagoni e sullo zigomo si vedeva la scritta "Tango".

Il tipo mi fa "oh scusa, credevo fossi un altro". E ti toccava anche stare zitto.

Era così tutto il tempo. Angherie, ingiustizie e a volte anche le botte.

Era per questo che ci educavano: per non farci essere più così.

Queste cose le facevamo di nascosto. Le facevamo, ma sapevamo che in qualche modo era sbagliato, che non dovevamo farci scoprire. Sapevamo che, per quanto il nostro sistema di valori fosse nostro ed inviolabile, con le nostre faide interne e la nostra omertà, sapevamo che si scontrava con qualcosa d'altro, più grande e più forte. Non lo comprendevamo, ma sapevamo che c'era.

A modo nostro, sapevamo che era male. Avevamo un concetto di male in testa. Magari la teoria non collimava con la pratica, ma insomma, qualcosa se ne poteva cavare.

Questi qua invece si filmano, capite?!? Non so se ci rendiamo conto... Significa che non esiste alcun sistema educativo vero. Vanno a scuola, all'oratorio, o dove cazzo che sia, e non hanno nessuno che li educhi, che gli faccia capire cosa sia il bene e il male.

Stiamo tirando su una generazione di stupidi! Perché se picchi uno e ti riprendi mentre lo fai, sei stupido, o ritardato, o deficiente, fate voi. Perché non riesci nemmeno a capire che ci saranno delle conseguenze negative per te. Qui non siamo nemmeno a livello di primati: non dico essere generosi e altruisti, ma almeno non fare quello che ti arreca danno, tipo mostrare a tutti che hai picchiato uno spastico, è un traguardo di crescita cerebrale non particolarmente difficile da raggiungere.

Stiamo crescendo generazioni di lobotomizzati, che si fanno del male da soli, perché sono troppo stupidi per capire se metti la mano sul fuoco ti bruci e loro, vedendo l'allegra luce della fiamma, ci mettono la mano dentro.
Inviato il: 10/3/2007 21:29
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Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#4
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Queste cose le facevamo di nascosto. Le facevamo, ma sapevamo che in qualche modo era sbagliato, che non dovevamo farci scoprire. Sapevamo che, per quanto il nostro sistema di valori fosse nostro ed inviolabile, con le nostre faide interne e la nostra omertà, sapevamo che si scontrava con qualcosa d'altro, più grande e più forte. Non lo comprendevamo, ma sapevamo che c'era.

A modo nostro, sapevamo che era male. Avevamo un concetto di male in testa. Magari la teoria non collimava con la pratica, ma insomma, qualcosa se ne poteva cavare.

"La guerra dei bottoni" di Pergaud.
Bellissimo libro.
Inviato il: 10/3/2007 21:37
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  •  florizel
      florizel
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#5
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Si tratta credo dell'evoluzione "esteriore" di dinamiche che esistevano già, e che semplicemente si manifestavano in precedenza attraverso altri mezzi.

Certamente, i comportamenti di sopraffazione, non solo fisica, non sono nati con l’uso quotidiano di questo mezzo, che però li ha in qualche modo suscitati ulteriormente, e a mio avviso proprio perché in grado di riprodurre quella stessa (sotto) cultura dell’apparire a tutti i costi, veicolata in primis dalla televisione. E’ passando in TV che tutto acquista una sua “credibilità”, e a questo bisogna aggiungere che l’uso autonomo del mezzo si sostituisce pericolosamente alla fruizione “passiva” dell’immagine, per cui il suo uso crea la condizione, illusoria, di farsi protagonisti di quell’apparire, registi ed attori di se stessi.

Un articolo interessante:

Con un'ulteriore e semplice operazione poi, la documentazone diffusa e a soggetto, trova un vettore di eccezionale pervasione distributiva nella rete, superando la strozzatura che inibisce (e soprattutto controlla) la comunicazione filmata tradizionale.
Citazione:
"Un calcio in culo prima ai genitori e poi ai figli".

Assolutamente d’accordo, aggiungendo che siamo davvero alla frutta…Se, anni addietro, come afferma Pausania,
Citazione:
A modo nostro, sapevamo che era male. Avevamo un concetto di male in testa
è evidente come oggi comportamenti simili siano addirittura invocati come auspicabili dagli stessi genitori, ed ho delle grosse perplessità circa eventuali “conseguenze negative” che dovrebbero seguire a quei comportamenti.

In effetti, tutto intorno a noi, ancora e di più, parla di sopraffazione, e di violenza aprioristica da opporre prima ancora di subirla, ed in questa ottica non stupisce (ma dovrebbe ancora scandalizzare...) se il criterio di "tutela" dei propri figli si avvale degli stessi comportamenti temuti.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 10/3/2007 22:09
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#6
Sono certo di non sapere
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La tua presenza, Florizel, è sempre preziosa e – come tutte le cose preziose – si fa sentire ancor di più quando manca. Sono davvero felice che tu sia tornata. I tempi sono bui, ma ci si può scaldare tra di noi, almeno qui, almeno virtualmente.

Articolo interessante hai linkato, ma avrei delle obiezioni a quanto scritto.

I recenti, inquietanti casi di violenza nella fascia dell'obbligo delle scuole italiane, hanno innescato un dibattito che ha omesso di mettere a fuoco quale ruolo giochi, nel percorso formativo dei ragazzi, un “personal medium” come il telefono cellulare.

E come al solito l'autrice, mentre noi credevamo indicasse la luna, stava soltano ammirandosi il dito, ma – essendo presbite – lo teneva molto lontano dal volto.

Il bullismo si aggira ormai come uno spettro nelle scuole italiane.

Sì, giusto. Bell'incipit, un po' stantio forse, ma in grado di titillare i palati più differenti.

I casi di cronaca, a proposito e a sproposito, hanno raccontato come ormai gli adolescenti...

Tutti, come al solito. Perché la responsabilità è sempre collettiva, non dimentichiamolo mai!

...preferibilmente riuniti "in bande", rischiano di trovarsi del tutto fuori controllo per l'agenzia pubblica di educazione...

E come mai? Vi state accorgendo che, se non sapete nemmeno insegnare a leggere e a scrivere a dei bambini, non potete pretendere di infilargli nella testa “i valori”? Ma no, ma sul serio? Cioè, i ragazzini la stanno mettendo in quel posto alle maestre ? Non ci posso credere. Un po' come Pinocchio che ammazza a martellate il Grillo Parlante.

...in endemico debito di finanziamenti...

Questo non è vero! Io pago le tasse per avere scuola e sanità, quindi non è possibile che lo Stato non finanzi la scuola come si deve!

...di personale qualificato...

Ah, oltre a non usare i soldi che dite di prendere dal mio portafoglio per gli scopi dichiarati, mi obbligate a mandare mio figlio in un posto pieno di personale non qualificato! La mia inderogabile fiducia verso lo Stato comincia a vacillare.

e soprattutto di modelli culturali capaci di stabilire relazioni e confronti fra i programmi curriculari del Ministro e tutto quello che accade fuori dalla scuola (ma che non può non avere ripercussioni anche al suo interno).

Non ho capito niente di questa frase, però intanto ho imparato che sono obbligato a mandare mio figlio in un posto dove ci sono insegnanti che non sanno educare e che non sono in grado di tenere a bada dei minorenni. Che bello!

Le violenze sessuali di adolescenti nei confronti di coetanei, quelle contro compagni disabili, ma anche tant'altro che è rimasto fuori da questa campagna di tematizzazione superficiale e a tratti addirittura pruriginosa, sono state oggetto di documentazione filmata con i telefoni cellulari, da ragazzi di età compresa tra i tredici e i quindici anni.

Imbecilli! Farsi beccare così, ma dove vivete?

Il telefonino è diventato un “personal medium” che ha rielaborato (e rielabora) radicalmente la forma e il contenuto della comunicazione dei più giovani.

Eccolo il problema! Il telefonino... scemo io che ho pensato che qualcosa non andava nella scuola italiana. Ma adesso basta criticare l'ottima istruzione gratuita pagata con il sudore della mia fronte, il cui ricavato andrà ai bambini poveri dell'Afghanistan, che non possono filmarsi col telefonino mentre si addestrano a diventare degli ottimi soldati che in primavera ammazzeranno “i nostri ragazzi”.

Nel nostro paese ha avuto una diffusione eccezionale.

La scuola o il telefonino, non ho capito?

L'adozione pervasiva del telefono cellulare è stata sostenuta e incentivata dalle famiglie che lo hanno considerato (banalmente) uno strumento di controllo genitoriale su figli in età difficile, con abitudini e orari sempre più allo sbando.

Il che ci dimostra in maniera inquivocabile che il desiderio di controllare, sorvegliare, monitorare e registrare ogni mossa di una persona non solo non serve, ma addirittura è controproduttivo. Insomma, un sistema totalitario di controllo non può che creare persone infantili e incapaci di qualsiasi pensiero razionale, oltreché insensibili e prive di qualsiasi empatia. Soluzione: lasciate stare quei ragazzi, smettetela di comprargli le cose e trattateli da adulti, per la miseria.

In crisi valoriale e di coesione interna la famiglia – chi ne detiene la responsabilità -, si affida al contatto vocale fra i membri, estenuando gli equivoci e le complicazione che ne derivano, ottenendo in cambio una sorta di raffreddamento dei conflitti interni e contemporaneamente un'effimera pacificazione della coscienza.

E' colpa della famiglia! La stessa che viene salvata dallo Stato che la obbliga a mandare i pargoli a scuola, dove imparano presto come stuprare e picchiare persone indifese e vantarsene pure. Abbasso la famiglia! Evviva la scuola!

Che il mezzo sia inequivocabilmente il messaggio nella stessa determinazione dei fenomeni di bullismo verificatisi nelle scuole italiane, vuol dire semplicemente che ragazzi dotati di agili e personali strumenti di documentazione, sono accompagnati (quasi ossessivamente) da una necessità drammaturgia perennemente sospesa.

A me il messaggio sembrava: “Cazzo, porta via tuo figlio da scuola, prima che una maestra in crisi d'astinenza si dimentichi di salvarlo mentre il compagno di classe gli pianta una matita nel ventricolo sinistro!” Però magari mi sbaglio...

E' come se l'opportunità narrativa fosse sempre a portata di mano e cercasse un pretesto, anch'esso naturalmente influenzato dal flusso multimediale a cui sono i ragazzi sono sottoposti, per dispiegarsi.

Eh?!?

Se Popper avrebbe preteso un'apposita patente d'idoneità per i protagonisti della “cattiva maestra” (la televisione) al fine di limitarne gli effetti nefasti, si capisce in quale conto abbiamo tenuto il suo ammonimento, adesso che la strumentazione documentaria è diventata microscopica, a buon mercato e a disposizione anche del peggio intenzionato, che la introduce a sua discrezione a cinema, a teatro, a scuola e addirittura in chiesa.

La televisione, questa magica scatola che rincoglionisce le persone e che guarda caso è stata inventata e sviluppata dallo stesso soggetto della scuola obbligatoria, lo Stato. Il quale, ma pensa il caso ancora una volta, ha detenuto per anni il monopolio della tv, mentre tutt'ora obbliga i cittadini a pagare tanti begli euri ogni anno. Ma non distraiamoci, parliamo male del telefonino, che almeno quello non è stato inventato dallo Stato.

Con un'ulteriore e semplice operazione poi, la documentazone diffusa e a soggetto, trova un vettore di eccezionale pervasione distributiva nella rete, superando la strozzatura che inibisce (e soprattutto controlla) la comunicazione filmata tradizionale.

Eccoci al solito punto: la rete che non si può controllare. E la rete è il covo di terroristi, pedofili e bambini stupratori. Come volevasi dimostrare, è il solito feticismo del controllo. Non importa l'aver appena dimostrato che i ragazzini, sorvegliati costantemente persino con il telefonino, non sono di fatto controllabili in nessun modo. No! Più controllo, ci vuole. Immagino serva anche più Stato, così facciamo cappotto.

Per un regista cinematografico indipendente è quasi impossibile accedere con la sua opera al vettore distributivo delle sale; per converso chiunque e per qualsiasi finalità, può mettere on line gratuitamente il proprio prodotto documentario.

Ma allora un regista indipendente potrebbe mettere in rete gratuitamente il proprio prodotto documentario! Ho un'idea! Perché non chiediamo ad un regista cinematografico di fare un documentario sull'11 settembre e di metterlo in rete. Abbatteremo il sistema! Conoscete nessuno?
(Sta fessa è ancora al Commodore 64)

Da una parte la censura culturale e politica...

Cioè... la censura è propria di uno Stato. Sta dicendo che lo Stato lede la libertà di espressione?

...dall'altra un liberismo selvaggio e senza regole, ossessionato dall'idea di ledere un mercato planetario e in espansione “aldilà del bene e del male”

Ma che dice? Ormai siamo alla schizofrenia: il liberismo che lede il mercato. Ma dove l'hanno presa questa?

In mezzo la scuola devastata una volta in più da processi totalmente fuori dalle sue possibilità di controllo e da una pubblicistica approssimativa e superficiale, interessata unicamente agli aspetti sensazionalistici del problema.

Povera scuola... ci vuole che lo Stato faccia qualcosa!
Inviato il: 10/3/2007 23:09
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#7
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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Ma c'è un surplus di psicologi da collocare?
Ma c'è qualche legge speciale in arrivo?
E' uno spot contro o pro famiglia?
Come diceva Pausania,il bullismo c'era eccome solo che per fare i gradassi e fornire le prove delle proprie bravate il telefonino,la video camera ancora non c'erano ma le "pecette" rimanevano incollate addosso per tutta la vita.
Calci in culo e carcere ai genitori che non sanno educare,educazione civica come materia scolastica per insegnare le norme del vivere comune, il rispetto del prossimo, i diritti e doveri di cittadino già alle elementari al posto del "catechismo" dell'ora di religione che chi vuole la fà in chiesa.,scoperta dell'acqua calda
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 10/3/2007 23:15
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Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#8
Sono certo di non sapere
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Stiamo tirando su una generazione di stupidi! Perché se picchi uno e ti riprendi mentre lo fai, sei stupido, o ritardato, o deficiente, fate voi.

Come ti permetti? Siamo tutti uguali, chi sei tu per giudicare la loro cultura, apparentemente più primitiva ma comunque dotata dello stesso valore? Dobbiamo abbracciare tutte le diversità senza giudicare, ed affidarci ai professionisti dell'educazione ma soprattutto accendere un cero a San Dewey Protettore dei Pargoli, sperando che con più soldini per la scuola si possano finalmente insegnare i valori umani, magari guardando un bel film sull'OlOcAuStO, così poi la maestra mette il voto e i valori sono garantiti.

Ma una cura per il bullismo c'è: il duro lavoro in miniera, o nei campi di pomodori, a fare i proverbiali lavori che nessuno vuole fare, così ci togliamo due problemi dai coglioni al prezzo di uno.



===

Povera scuola... ci vuole che lo Stato faccia qualcosa!

Impiccarsi?
Inviato il: 10/3/2007 23:30
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#9
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ma c'è un surplus di psicologi da collocare?

Quello sempre, Fiammifero

Citazione:
Ma c'è qualche legge speciale in arrivo?
E' uno spot contro o pro famiglia?

No, semplicemente l'abbassamento dell'età per essere perseguiti penalemente.

Che significa: fino ai 18 anni non sei considerato capace di intendere e di volere o quasi; non puoi fare niente e sei obbligato a fare quello che mamma papà e Stato di dicono di fare. Però magicamente diventi responsabile delle cose che fai quando a Mastella fanno male le emorroidi. Quindi, giovane uomo e giovane donna, state attenti e sperate che a Mastella diano molta acqua ed una dieta ricca di fibre.

In alternativa uno potrebbe pensare che stiano spianando la strada per forme di educazione popolare su larga scala: se già da piccolo riescono a ficcarti in testa che non sei capace di intendere e di volere, ma che quando fai quello che a lorsignori non va bene, tutto d'un tratto diventi responsabile delle tue azioni, quando diventerai grande sarai abituato a non poter fare niente perché c'è già lo Stato buono che ti aiuta a fare tutto, obbligandoti a farlo, ma però di tanto in tanto, sarai ritenuto responsabile delle tue azioni, e verrai punito.
Inviato il: 10/3/2007 23:34
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#10
Sono certo di non sapere
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Linucs, se nomini ancora Dewey in mia presenza, giuro che ti avveleno la zuppa! Giuro!
Inviato il: 10/3/2007 23:51
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Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#11
Sono certo di non sapere
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Linucs, se nomini ancora Dewey in mia presenza, giuro che ti avveleno la zuppa! Giuro!

Dewey.

A proposito, da domani apre il ristorante etnico "Da Zio Linucs", possono entrare solo i cittadini del mondo armati di occhiali da sole firmati, Ipod ed assegno solidale del governo.

(e via che va un altra seccatura...)
Inviato il: 11/3/2007 12:25
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  •  florizel
      florizel
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#12
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Articolo interessante hai linkato, ma avrei delle obiezioni a quanto scritto.

Mi congratulo con te per i DOVUTI riferimenti al “servizio ” (leggi “furto”) educativo statalista che al momento opportuno sa sempre come prendere le distanze dai suoi stessi disastri e dalle storture di cui è portatore. Il dito e la luna, per intenderci.
(Esemplare demolizione di subdole affermazioni seconda a quella di Linucs solo per tempistiche… )
E complimenti anche per aver fatto emergere il coacervo di contraddizioni e di pericolose insinuazioni di quell’articolo, però qualcosa sento di doverla sottoscrivere.

"Il telefonino è diventato un “personal medium” che ha rielaborato (e rielabora) radicalmente la forma e il contenuto della comunicazione dei più giovani."

Se è vero, com’è vero, che l’attenzione è abilmente dirottata sul telefonino, è pur vero che tocca porsi degli interrogativi su questo strumento e sul suo uso. Cosa che, ovviamente, la scuola non è in grado di fare, e nemmeno dovrebbe averne l’esclusività, a mio avviso.
La dovuta critica all’istituzione scolastica va di pari passo alla critica del suo assoggettamento ai “modelli culturali” esterni ad essa, è inutile girarci intorno…tutto ciò che la scuola ha prodotto, in termini di “programi curriculari” è il riflesso della stessa impostazione statale del “governo del gregge”.
E se è vero che la scuola addebita arrogantemente ogni demerito alla “famiglia”, è pur vero che la sua crisi è palese.
In poche parole, siamo di fronte al solito scaricabarile abilmente messo su a nascondere le relazioni tra le parti di uno stesso apparato. Su questo, hai centrato un punto essenziale.

Grazie per la pubblica testimonianza di stima.E' totalmente ricambiata.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 11/3/2007 15:23
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