LA COSTITUZIONE “VIOLATA”:
Mentre spesso ci si camuffa d’essere “costituzionalisti navigati” al costo di richiamare la Carta costituzionale per rivendicare diritti e pretese (spesso presunti), allo stesso modo ci si dimentica facilmente della stessa quando questa ci ricorda gli obblighi e i doveri di ogni cittadino…
E’ quanto avviene, ad esempio, in riferimento all’art. 53 co.1 della Costituzione, una norma non proprio popolare in un Paese di “piccoli e grandi evasori” quale il nostro, la quale recita: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva”.
I “NUMERI DELL’EVASIONE” IN ITALIA:
Nel 2009, su circa 40 milioni di contribuenti:
- solo 150 mila (lo 0,5%) hanno dichiarato oltre 150 mila euro di reddito annuo (pari a circa 7-8 mila euro al mese)
- e, di questi, ben 2/3 risultano essere lavoratori dipendenti o pensionati!
Già questi dati, rapportati all’elevata vendita di beni di lusso (come ville, auto di grossa cilindrata e grandi imbarcazioni), testimoniano la realtà di un Paese in cui evadere le tasse è divenuta la principale virtù nazionale!
In Italia ogni anno sfuggono al fisco oltre “100 miliardi di euro”, un quantità enorme di risorse pari, per farsi un’idea:
- a 7 punti percentuali del PIL
- e a 10 volte la portata dell’ultima Finanziaria approvata dal Governo!
Se tutti gli evasori pagassero d’improvviso le tasse, lo Stato disporrebbero di circa “8 miliardi e mezzo” in più di risorse al mese!
Il fenomeno dell’evasione, inoltre, è omogeneamente diffuso in tutto il Paese.
Non esistono “aree franche”, anche se:
- le regioni in assoluto con una maggiore evasione risultano la Calabria, la Sicilia e la Campania (i territori con una maggiore presenza della criminalità organizzata)
- mentre quelle più virtuose (che evadono di meno) sono la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Veneto (le regioni più ricche e produttive del Paese).
Queste cifre (tutte stimate per difetto) fotografano la realtà di un Paese dove l’evasione (fiscale e contributiva), il lavoro nero, il falso in bilancio, la fuga di capitali all’estero (alla ricerca di “Paradisi fiscali”) costituiscono oramai malcostumi ampiamente comuni: si potrebbe tranquillamente parlare di “Evasopoli” per descrivere un Paese letteralmente “sommerso”, in cui una parte rilevante della ricchezza prodotta rimane del tutto sconosciuta al fisco!
Un malcostume talmente diffuso, poi, da non essere neppure più percepito come tale: non pagare le tasse, anzi, sembra essere giudicato da molti italiani come un comportamento “giustificabile” se non da imitare, sempre più legittimato e dal senso comune e da una politica fin troppo “lassista” (sia veda la lunga sfilza di condoni concessi da Stato e Regioni ad evasori ed abusivi, la depenalizzazione di reati come il falso in bilancio e, per ultimo, l’approvazione dello “scudo fiscale”!).
LE PIU’ COMUNI FORME DI EVASIONE ED ELUSIONE FISCALE:
Le modalità attraverso cui chi è più ricco può eludere con facilità i controlli del fisco sono davvero numerose…
La pratica più semplice è quella di trasferire i propri soldi (in contanti) in uno dei tanti “Paradisi fiscali” d’Europa (San Marino, Svizzera, Lussemburgo...) o d’oltre oceano (Isole Cayman…): le loro banche, infatti, sono garanzia di poche domande sulla provenienza del denaro e di massima riservatezza sui conti correnti!
Altro modo per evadere le tasse è quello di trasferire la propria residenza (o la sede delle propria attività) in uno stato straniero con un fisco più generoso (nel Lussemburgo, ad esempio, si paga al fisco 1/10 di quanto richiede l’erario italiano!).
Non sorprende, allora, che gli italiani iscritti all’“Aire” (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono in costante aumento: Londra, Montecarlo, il Lussemburgo, la Svizzera o la Repubblica di San Marino le mete più ambite.
Perché scegliere la residenza all’estero? In realtà la domanda da porsi dovrebbe essere un’altra: perché mai restare in Italia quando appena oltre le Alpi si può raggiungere un Paradiso (ovviamente “fiscale”)?
Ottenere la residenza all’estero, in fondo, è più facile di quanto possa immaginarsi! Basta:
- comprarsi un appartamentino nella località prescelta
- pagare una colf che vi alloggi
- e trascorrervi qualche weekend (Lugano, Montecarlo o San Marino sono solo a poche ore di da molte città italiane e non sono affatto niente male per trascorrervi una vacanza!).
Nell’ambito del settore del commercio, invece, se un imprenditore produce in Italia un paio di scarpe dal costo di 20 euro per poi rivenderle a 100 euro dovrà pagare le tasse su ben 80 euro di guadagno!
Perché, allora, non dichiarare:
- di aver importato le scarpe dalla Cina al costo di 95 euro al paio
- e di averle poi rivendute in Italia a 100 euro
- in modo da pagare le tasse solo su 5 euro di “presunto” guadagno???
Più subdola dell’evasione è l’“elusione fiscale”, ossia l’erosione della base imponibile ricorrendo ad una serie di scappatoie e stratagemmi legali.
Il cd. “popolo delle partite iva”, in particolare, sfrutta sistematicamente norme fiscali di favore al fine di pagare meno tasse su quanto dichiarato scaricando l’Iva un po’ da tutto!
Molti imprenditori e commercianti, ad esempio:
- possono scaricare del tutto il costo della bolletta telefonica della propria azienda (poco importa se, di regola, almeno il 20% delle chiamate effettuate dal posto di lavoro siano di carattere privato!)
- possono scaricare l’Iva per l’acquisto di computer, di costosi cellulari o di lussuose vetture private (così pagando tali beni il 20% in meno rispetto ad ogni altro comune cittadino!)
- e possono scaricare il costo della bolletta dell’energia elettrica per intero dalle tasse, così che non si pongono spesso problemi nel lasciare accese le luci dei propri locali per tutta la notte!
PROPOSTE PER UN PIU’ EFFICACE CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE:
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