Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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Debito pubblico. A proposito del debito pubblico ho letto e sentito una montagna di sciocchezze, pertanto vorrei chiarire alcuni punti in proposito, tanto per non lasciare spazio a chi diffonde false informazioni, tanto per confondere le menti meno agguerrite. Innanzitutto come nasce. Esso è il risultato di bilanci dello stato in disavanzo il che vuol dire, col linguaggio della serva, ch elo stato ha speso più di quanto incassato. Il come lo stato spenda è a volte, almeno per una parte , un mistero, ma basta leggere il resoconto della corte dei conti, per vedere in quanti rivoli si disperde la “ricchezza” dello stato stesso. È ovvio che la parte più evidente sono gli stipendi degli operatori della scuola, della pubblica amministrazione, della giustizia, dell’esercito, dei comuni, province e regioni, della sanità, ecc…. ecc… Le entrate sono le tasse sugli individui (irpef) e sulle aziende e sulle attività, ma anche le accise sui carburanti, ecc… ecc… Se entrate e uscite si equivalessero, il bilancio sarebbe in pareggio, ma la moda di queste nostre società, ovvero quella di contrarre debiti, per avere subito quanto invece dovrebbe arrivare dopo aver risparmiato, ha contagiato anche le amministrazioni pubbliche, oltre che i singoli individui. Pertanto, un bilancio in deficit, per poter pagare gli stipendi anche a novembre e dicembre, va finanziato con il ricorso al debito. Lo stato cerca qualcuno ch egli impresti dei soldi. Noi siamo abituati, nel nostro piccolo, a pensare ad un debito come qualcosa che ci dà una immediata disponibilità, ma che richiede un sacrificio successivo per ripagarlo, capitale più interessi, comunque un qualcosa che deve andare ad esaurimento. Per lo stato, il gioco si è fatto un po’ diverso. Quando il privato ottiene il prestito, subito dopo deve cominciare a spendere meno, per ripagare, poco per volta il debito stesso. Lo stato invece, incapace di ridurre le spese, quando arrivano in scadenza le “cambiali” ( bot, cct bpt, ecc…), non avendo risparmiato nulla, contrae nuovo debito per ripagare il vecchio. Solo ch eil nuovo debito comprende, oltre al capitale del debito vecchio, anche gli interessi, su tale debito, e inoltre il nuovo disavanzo del bilancio. Ecco, quindi, che anziché tendere a zero, come accade per i debiti delle persone, il debito dello stato tende ad aumentare. Riporto alcuni termini che si sentono frequentemente. Rifinanziamento del debito = emettere nuovi titoli per pagare i vecchi andati in scadenza. Avanzo primario = l’attivo del bilancio dello stato (entrate superiori alle spese) senza contare tra le spese gli interessi sul debito. Ora, se lo stato chiede prestiti, c’è qualcuno che glieli impresta. Privati, finanziarie, banche (utilizzando i mezzi propri o su commissione di clienti), ma la distinzione importantissima da fare è tra finanziatori interni ed esteri. Quando il debito pubblico viene finanziato dall’interno , si verifica esattamente quanto accade se al padre i soldi li impresta il figlio. All’interno della famiglia si potranno creare movimenti, richieste, ecc… insomma tutte le tensioni relative ai prestiti, ma nessuno all’esterno avrà da pretendere qualcosa da tale famiglia. Supponiamo invece ch eil padre vada da uno strozzino a farsi imprestare i soldi. Accadrà che se quella famiglia non vuole restare senza padre, verrà coinvolta nel suo insieme a rispondere del debito contratto dal padre. Magari il padre aveva contratto il debito per acquistare il motorino al figlio o la pelliccia alla moglie, ovvero innalzare il tenore di vita di tutta la famiglia, ma il risultato finale è che tutta la famiglia viene costretta a sacrifici molto grossi, per ripagare debito e interessi maturati. Questa metafora è perfetta applicata agli stati. Abbiamo un Giappone con un debito pari al 200% del pil, ,ma essendo finanziato dai giapponesi, che inoltre col loro risparmio riescono ancora a finanziare debito straniero, e che quindi diventa tutta e solo una questione interna di redistribuzione di reddito e di risparmio, mentre verso l’estero è addirittura una nazione che finanzia gli altri. Abbiamo per contro una Irlanda o una Grecia il cui debito è essenzialmente in mani straniere, e quindi come nazioni sono ricattabili. Basta infatti minacciare di smettere di rifinanziare il loro debito, per metterli, come nazioni, nelle condizioni del debitore nei confronti del cravattaro. Particolare situazione è quella degli USA, debitori netti nei confronti del mondo intero, terribilmente indebitati, ma titolari della moneta di scambio internazionale. Nella metafora del debitore e dell’usuraio, è come se il debitore fosse un falsario, capace diprodurre denaro tanto perfetto da non essere distinguibile da quello ufficiale. Ecco che tale falsario potrebbe continuare a contrarre debiti, e a renderli stampando soldi. E questo è quanto accade con gli USA, almeno fino a che il resto del mondo non si stuferà di commerciare in dollari, e ricorrerà ad altro tipo di moneta. Fino a quel momento, le proteste, le minacce, ecc… avranno più un valore simbolico che reale.
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