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   Scienze Economiche
  un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni

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  •  a_mensa
      a_mensa
un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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vorrei iniziare una serie di scritti, in cui cerco di ridefinire dei concetti economici, sullas base della realtà attuale.

il primo di questi è l'inflazione.

Penso che la cosa più bella che ci si potrebbe augurare è che ognuno ragionasse con la propria testa, e questo, credo non penso voglia dire che non si debbano condividere pensieri e conoscenze, ma voglia dire che ognuno dovrebbe interrogarsi se cosa legge, soprattutto cosa legge frequentemente e quindi lo si dà come verità acquisita, risponde alle proprie esperienze.
Pertanto quando uno riesce a formalizzare un pensiero, ad esprimerlo, sarebbe bellissimo se chi legge avesse anche il coraggio di esprimersi in merito condividendo o opponendosi, elencando i motivi o le esperienze contrarie, ovvero iniziare una civile discussione.
Purtroppo cosa riscontro che troppo spesso accade è uno scontro, nel quale non vengono messe a confronto delle idee, delle esperienze, ma pare si debbano mettere a confronto degli individui, delle identità.
E quindi , se ciò accade , degenerano, proprio perchè nessuno è disposto a rinunciare alla propria identità.
Ho scritto che vorrei chiedervi un aiuto, serio, forse impegnativo.
Il mio rimuginare mi ha portato a convincermi che molte delle cose che conosciamo, nel mondo economico, che sono state definite dalle varie "scuole" o "teorie economiche" abbiano perso di significato o almeno di valore, non perchè quando sono state formulate fossero errate, ma perchè l'ambiente in cui dovrebbero definire i fenomeni è molto cambiato.
Aver aumentato la capacità di comunicare, aver creato delle "figure" professionali completamente nuove, aver dato strumenti nuovi, non ha reso solo il mondo della finanza più veloce, ma ne ha cambiato la sostanza.
Quanto affermo, è che addirittura molte definizioni non sono più valide.
E qui vorrei iniziare ad esporne una, e chiedere a voi, quanto la ritenete corretta, pensando anche che da questo cambiamento, un mezzo castello di carte crollerà, e bisognerà ricostruirlo su basi più adeguate.
Già le scuole odierne danno dell'inflazione definizioni diverse, ed io vorrei cercare di usare quella che più comunemente ci viene richiamata alla mente da tale parola.
Inflazione = quel fenomeno per il quale l'aumento del prezzo di molti beni o servizi, crea la sensazione, in molte persone, che il denaro valga di meno.
Vorrei richiamare l'attenzione sulla parola "sensazione".
Percezione tipicamente umana, legata al confronto continuo della persona con l'ambiente circostante.
E perchè tiro in ballo questa "sensazione"? ma perchè i comportamenti umani sono dominati per la maggior parte dalle sensazioni.
Se abbiamo la sensazione di freddo, ci copriamo, a prescindere da cosa indica il termometro, e viceversa per la sensazione di caldo, ma per indicare una conseguenza tipicamente economica, se la nostra sensazione è di tranquillità economica, spenderemo e compreremo con una certa rilassatezza, se la sensazione è che presto potremmo perdere il lavoro, o che le risorse scarseggiano, tenderemo a fare molta economia.
Le sensazioni sono molto legate alle persone.
una persona potrà sentirsi ricca con 10.000€ sul conto ed un'altra con la stessa cifra sull'orlo della povertà.
E questo è funzione delle proprie abitudini, delle esperienze pregresse, dell'educazione, insomma di tutte quelle cose che formano il carattere e il modo di vivere della persona.
Ma se il livello di ricchezza è estremamente variabile da persona a persona, le variazioni causano sensazioni simili.
Veder diminuire il conto in banca ha le stesse conseguenze anche se la diminuzione avviene a livelli e percentuali molto diverse, e quindi, crea a molte persone la stessa tendenza.
Una tendenza condivisa, a livello macro, diventa comunque una variazione di tanti elementi diversi, ma tutti nella stessa direzione, che quindi si sommeranno dando l'ampiezza globale del fenomeno.
Quando poi parlo di molti "beni e servizi" sono normalmente più preciso definendoli come quelli di "largo e comune uso e consumo".
Se aumenta il prezzo della ferrari, nessuno si sognerà di parlare di inflazione, ma se aumenta quello della benzina o del pane e della pasta, si.
Infatti, i "panieri" che misurano l'inflazione, dovrebbero esser presi a misura dei consumi che fanno le varie classi sociali, non una media, o peggio sulla base del prodotto numero x valore perchè in questo modo un bene tipicamente di nicchia potrebbe rientrare nel paniere e uno molto economico restarne fuori.
Il bilanciamento dei beni del "paniere" è infatti oggetto di critiche pesanti, soprattutto quando vengono colpiti essenzialmente beni tipici di alcune categorie.
Se ad esempio sale il prezzo del pane e scende quello dei biglietti aerei, la risultante sarà di inflazione nulla, ma per un benestante che viaggia molto, potrà essere un risultato condivisibile, ma per persone a basso reddito, che mangiano molto pane ma non viaggiano mai, quella compensazione non esiste proprio.
Ed è in base ai propri consumi, alle proprie abitudini ricavate dalle proprie disponibilità, che in alcuni momenti si può percepire una più alta o bassa inflazione.
ed è per questa ragione, perchè la percezione deve essere condivisa da molti, che parlo di beni e servizi di largo e comune uso e consumo, proprio perchè con tale definizione abbraccio la percezione del maggior numero di individui.
Ma perchè deve essere "comune" ?
E qui devo fare una distinzione tra il pubblico dei consumatori, che sono quelli le cui "sensazioni" determinano poi il fenomeno.
Vi sono persone i cui redditi sono stabiliti autonomamente da se stessi, e persone i cui redditi dipendono da altri.
Dei primi fanno parte imprenditori, commercianti, liberi professionisti, artigiani, ecc... dei secondi lavoratori dipendenti, pensionati, ecc....
Se questa sensazione di aumento dei prezzi, la colgono gli individui della prima categoria, cercheranno di scaricare sui prezzi delle loro prestazioni, tali aumenti, amplificando così subito l'effetto.
I secondi, se e quando riusciranno ad aggiornare i loro redditi, parteciperanno, con molto ritardo, a continuare o a dare una seconda spinta a tale fenomeno..
Il fenomeno a catena , comunque si fermerà quando in seguito all'aumento dei prezzi, cominceranno a calare le vendite, il che significherà che il massimo prezzo accettabile è stato raggiunto.
Non dimentichiamo comunque, che tali aumenti possono esser causati da due fattori principali, e moltissimi altri secondari.
I principali sono gli aumenti dei costi di produzione dei beni ( che include materie prime, energia, trasporti, ecc... ma anche mano d'opera), e tensione sui prezzi dovuti a maggiori disponibilità economiche da parte degli acquirenti.
Ricordo che una maggiore disponibilità, per la legge della domanda e dell'offerta, avrà come conseguenza quasi immediata un aumento dei prezzi, se non avviene con simultaneo aumento della quantità dei beni e servizi offerti sul mercato.
E che un aumento di disponibilità non necessariamente è conseguenza di un aumento dei redditi, perchè è sufficiente che cambi la percezione della situazione economica per indirizzare sul mercato dei beni una maggiore quantità di reddito a scapito del risparmio, per esempio, o addirittura che si usi parte del risparmio fatto in precedenza per acquistare dei beni.
Ecco quindi come la sensazione, oltre agli altri fattori indicati, agiscano per o contro l'inflazione.
Il voler ridurre il fenomeno ad una mera conseguenza meccanica dell'aumento o meno di liquidità, senza considerare il fattore umano ed emotivo, credo che porti a degli errori grossolani sia nella valutazione dei pericoli inflattivi, sia nel modo per causarli.
Ecco, questo è il primo dei pensieri, che, se ci pensate bene potrebbero rivoluzionare completamente i libri di economia.
Vi paiono sensati o delle stravaganze di un allucinato ?
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 7/11/2010 16:27
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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La ricchezza, gli investimenti, la liquidità.

Lo scopo di questo mio scritto è quello di analizzare se le colpe attribuite alla FED siano reali, e chi sia l’eventuale colpevole dell’aumento di liquidità programmato, con l’intento non di assolvere la FED dalle sue tante colpe, ma di fare chiarezza sul QE2.
Come ho già osservato nel mio precedente sulla inflazione, siamo rimasti a definizioni vecchie, declinate in tempi in cui internet era agli albori, in cui la finanza era supporto dell’economia, e buona parte delle azioni economiche richiedevano l’intervento umano.
Non è cambiata solo la quantità di elementi trattati, non è aumentata solo la velocità delle transazioni, ma è cambiata la qualità delle stesse, modificando il senso stesso delle parole con le quali si definivano alcuni eventi.
Pertanto ritengo opportuno iniziare dando una definizione adeguata ad alcune parole, per poi poter analizzare il senso di questa infausta manovra.
Ed inizio col concetto di ricchezza che definisco come disponibilità totale o parziale di azioni o beni, desiderata da altri, e per la quale sarebbero disposti a dare qualcosa in loro disponibilità, per averla in cambio.
Risalendo alle origini di questo concetto, direi che è nato nel momento in cui l’uomo si è reso conto del proprio ciclo vitale, ed ha avuto paura di non poter più provvedere, un giorno, alle proprie incombenze.
Di qui la spinta a procurarsi dei beni non deperibili, da poter offrire a chi, in futuro, avrebbe provveduto al posto suo a tali incombenze.
Il “se stesso” da interpretare in modo estensivo, al di la della persona, includendo cioè anche i propri cari, la famiglia, ecc..
Di qui nasce il concetto di “riserva di valore” come caratteristica di beni che conservino nel tempo la loro desiderabilità da parte di altri individui.
In tutto ciò sono inclusi non solo i beni fisici, ma anche le capacità, le conoscenze ritenute utili, se non vitali, da poter eventualmente trasmettere ad altri.
Quindi, l’insieme di tutto quanto un individuo possiede, che sia desiderato anche da altri, che non ne hanno o non ne hanno quanto vorrebbero, e che un giorno può diventare merce di scambio, rappresenta la ricchezza.
Di qui la caratteristica principale che deve avere tutto ciò che rappresenta ricchezza, ovvero la non deperibilità, ovvero la caratteristica della capacità di conservare valore anche in vari eventi e soprattutto nel tempo.
Una cassetta di mele rappresenta ricchezza solo se la scambio o le mangio prima che le mele marciscano, mentre invece il melo, con la sua capacità di replicare il ciclo, può essere considerato una ricchezza.
Di essa fanno parte due grandi categorie di beni: gli investimenti e la liquidità.
Quale è la caratteristica della liquidità ?
Per prima cosa essere immediatamente disponibile (in alcuni casi “immediatamente” può anche voler dire qualche ora, ma sicuramente non giorni), poi avere un valore certo, condiviso, che vuol anche dire di esser sicuro su quanto valore disporre e che venga sicuramente accettato in uno scambio.
Di questa categoria fanno parte sicuramente le banconote e le monete, le carte di credito (perché l’importo è garantito dalla società emittente la carta), il bancomat o la “carta moneta” in quanto facendo riferimento immediato al conto corrente, ne è garantita la copertura, i bonifici, in quanto se ne può provare l’avvenuta transazione.
Già gli assegni non rientrano in questa categoria, perché potrebbero non essere accettati in tempi (orari) in cui non sia possibile accertarne la copertura.
Mentre ne fanno parte gli assegni circolari, in quanto garantiti dalla banca emittente.
Gli investimenti sono quegli impieghi di denaro, generalmente remunerativi, ai quali manca almeno una delle caratteristiche sopraddette.
Le azioni posso stabilire un valore a cui venderle,ma non saprò quando ciò avverrà, oppure stabilire il momento, ma allora non saprò quanto incasserò.
Una casa, un appartamento, ma anche delle monete d’oro, quadri d’autore, tutti beni dei quali posso conoscere un valore indicativo, ma quello effettivo lo conoscerò solo all’atto della vendita.
Senza contare che , a volte, possono esser necessari mesi o anni per vendere ad un valore minimo prefissato.
Tra queste due categorie, oggi, ne esiste una terza, la quale si è sviluppata grazie alla propria diffusione e quantità, pertanto creando un mercato estremamente “liquido”.
Questa caratteristica significa che, dati i volumi di tali beni scambiati giornalmente e ad ogni ora, grazie a servizi informatici che trasformano l’intero globo in un unico grande mercato a cui tutti possono accedere, è estremamente facile vendere tali beni, in frazioni di secondi, ed a valori praticamente già noti.
Si tratta del mercato dei titoli sovrani (almeno di alcune nazioni) delle obbligazioni (almeno di alcune società), e di alcuni derivati che hanno questi come sottostanti.
Tali titoli, per la loro facilità di esser venduti, vengono anche accettati direttamente in pagamento, soprattutto per certe tipologie di beni, quindi senza bisogno di doverli vendere prima.
Essendo “al portatore” e comunque generanti un interesse, sono a volte addirittura preferibili al denaro contante, se chi li riceve non deve spenderli immediatamente a sua volta.
Per tutte queste ragioni , quindi , questi titoli sono assimilabili più al denaro liquido che ad un investimento.
Orbene, con il Quantitative Easing, la FED intende acquistare dei titoli del tesoro americano con denaro creato apposta.
Ci troviamo quindi nella situazione in cui chi possedeva prima tali titoli, praticamente assimilabili alla liquidità, li cede alla FED e riceve del denaro in cambio che è liquidità, pertanto dove è tale aumento ?
Tutto questo can can fa semplicemente dimenticare, invece il vero problema, la vera operazione che aumenta la liquidità.
Quando il tesoro emette un titolo, se una volta chi lo acquistava faceva un investimento, in quanto tale titolo era relativamente difficile da vendere, oggi è questione di una frazione di secondo, per cui , se prima dell’emissione esisteva solo il denaro del futuro acquirente, dopo che è stato assegnato, il tesoro avrà il denaro, e l’acquirente il titolo, che, come ho detto è assimilabile al denaro.
È quindi l’emissione del titolo da parte del tesoro che raddoppia la liquidità, non il quantitative easing (sempre che si limiti solo ad essere usato per l’acquisto di titoli già liquidi).
Come si vede, tanto polverone è quindi solo una copertura per distogliere l’attenzione dall’operazione (emissione di una quantità enorme di titoli ) che veramente aumenta la liquidità.
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Inviato il: 14/11/2010 19:10
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  •  Luxio
      Luxio
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#3
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 26/5/2010
Da Ostrava
Messaggi: 240
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Ciaio Andrea, vedo che nessuno interviene con commenti, me compreso, ma penso che le tue analisi e riflessioni siano comunque degnissime di nota. Con questo vorrei incoraggiarti a continuare, per me i tuoi interventi sono una specie di manuale con elementi concreti e chiari che mi studio volentieri!
_________________
Non possiamo separare i nostri pregi dai nostri difetti, essi sono collegati come la forza e la materia. Se li separiamo, l'uomo sparisce.
Nikola Tesla
Inviato il: 14/11/2010 20:33
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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@ Luxio
grazie di cuore dell'icoraggiamento..... credevo cadesse tutto nel vuoto .
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Inviato il: 14/11/2010 21:58
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#5
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
Da
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senza voler contraddire alcunchè, aggiungo una riflessione sulla inflazione.

Se io sono un commerciante di stoffe e compro il cotone a 70 denari per rivenderlo a 100 denari, dopo un fenomeno inflattivo posso rivenderlo a 105 denari(per esempio) anche se lo ho comprato a 70 e ho quindi IMMEDIATAMENTE intascato il fenomeno inflattivo. Al successivo acquisto lo comprerò supponiamo a 73-74 denari (per rivenderlo a 105).

Se io sono invece il suo cliente, magari sono un lavoratore stipendiato, potrò avere l'adeguamento del mio stipendio di pari misura (nell'esempio 5% in più) solo dopo aver "ricontrattato" il mio salario con il mio datore di lavoro. (Potrei metterci dei mesi a tornare in pari).

Un fenomeno analogo l'abbiamo visto anche con l'aumento del costo della vita ingenerato dal cambio lira/euro (effettuato non "alla pari") e dai fenomeni speculativi successivi che hanno ulteriormente accresciuto l'aumento del divario valutario.
_________________
Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 15/11/2010 20:45
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#6
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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@ dr_julius
quanto ho cercato di esprimere con il mio post , e provo a dirlo in modo diverso, è che il fenomeno ( e non la condizione) inflattiva è circolare, con varie entrate che si stimolano vicendevolmente per mantenere e incrementare il fenomeno, fino a che, in conseguenza del rapporto prezzi /disponibilità la quantità di beni venduti/comprati, comincia a calare.
quello è il segnale che il massimo dei prezzi possibili, in relazione al parco degli acquirenti, è stato raggiunto.
poi, come ho fatto notare , ci sono categorie di persone che partecipano subitamente al mantenimento del circolo, altre che vi partecipano con molto ritardo, ed a volte quando il fenomeno è già stabilizzato, ricreando eventualmente un margine per una nuova esplosione.
vero che se aumantano le disponibilità verso gli acquisti, si creano tensioni sui prezzi e il fenomeno parte, se vogliamo da un lato "interno, come se aumentano le materie prime o i semilavorati importati, può partire dal lato "esterno", ma ricordiamo che tutto viene trasportato, e chi trasporta sono persone che vivono e consumano, che tutto viene commercializzato, e chi opera nel settore, di nuovo, sono anche acquirenti sugli stessi mercati.
sicuro è che chi "aggiorna" per primo i prezzi, trae vantaggio dalla inflazione, come chi può "extraaggiornare" ovvero riversare sui propri prezzi una percentuale maggiore di quella che "subisce".
è ogni volta un piccolo sconvolgimento, dal quale esce un nuovo equilibrio, con vinti e vincitori, ma sicuramente dipendenti e pensionati , sono sempre tra i vinti.
quanto comunque tenevo a sottolineare era come il fenomeno "inflazione" sia un fenomeno economico ma ampiamente partecipato dalle emozioni umane.
cosa assolutamente escludo è che sia una funzione aritmetico/meccanica semplicemente causata dalla quantità di liquidità generata.
_________________
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Inviato il: 15/11/2010 21:25
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  •  cagliostro
      cagliostro
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#7
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/9/2007
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Grazie mille Andrea per il preziosissimo lavoro, essendo completamente scevro di basi scientifico-economiche, posso solo intuire ed istintivamente condividere i tuoi ragionamenti e considerazioni le quali a mio avviso hanno l'importante merito di mirare a responsabilizzare l'uomo, pur nell'impietosa disamina delle iniquità di sistema. Mi ero già ripromesso e me lo riprometto di nuovo di studiarmi i tuoi post ora strutturati, nel tentativo di raggiungere una comprensione oltre che intuitiva anche più concreta e scientifica dei sistemi economici, così da poter osare dei pensieri autonomi a riguardo. Ci vorrà il tempo che ci vorrà ma ti ringrazio comunque in modo sentito per aver consentito questa possibilità per tentare come è giusto di spingere la propria comprensione e consapevolezza al di là delle troppe categorie vuote che spesso attanagliano la mente e l'anima umani in moltissimi campi. Nuovamente grazie.
_________________
«Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza.»
Inviato il: 22/11/2010 0:19
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#8
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Inflazione = quel fenomeno per il quale l'aumento del prezzo di molti beni o servizi, crea la sensazione, in molte persone, che il denaro valga di meno.

Una boiata pazzesca.

Quando si ha la sensazione - TUTTI - che faccia freddo e' perche' in genere FA FREDDO, magari perche' qualcuno ha spento il riscaldamento, tipo l'amministratore che fa la cresta sul gasolio.

Quando si ha la "sensazione" che il denaro valga meno perche' i prezzi aumentano e' perche' IL DENARO VALE MENO QUANDO SE NE STAMPA DI PIU' (su carta da culo o su computer, non cambia niente).

Semplice, eh? Ma ancora non ti entra in testa, brutto democristiano di sinistra che non sei altro , perche' se no non avresti l'occasione di dimostrare quanto sai sciupare la carta (virtuale).

Mi fai venire in mente quel socialista marcio di Padegre.

Citazione:
cosa assolutamente escludo è che sia una funzione aritmetico/meccanica semplicemente causata dalla quantità di liquidità generata.

E perche'???? Perche' si? Perche' non e' una testimonianza? Perche' ti piace pensare con la tua testa come CiaoDino?
O perche' alla melma che non ci fa capire niente di come ci tassino senza bisogno di fare leggi (ma dov'e' scritto che i politici possano fare debiti che paghiamo noi?) ci sei affezionato e vorresti sguazzarci ancora un po', finche' e' calda?

Ma perche' sto ancora a domandare quando so gia' la risposta: "blablablablablablablablablablablabla".
_________________
Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 22/11/2010 6:23
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#9
Sono certo di non sapere
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Da roncello (mi)
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L’uomo. Uno sguardo sulla nostra società.
Molto pomposamente definiamo il progresso quell’evoluzione atta a migliorare l’esistenza degli uomini.
Poi abbiamo ingabbiato tale concetto orientandolo solo più verso il possesso e la disponibilità di beni.
Ma visto che i beni occorre prima produrli, poi venderli, prima che diventino disponibilità di qualcuno , ecco che ci si è concentrati sul denaro, principale mezzo per procurarsi ogni tipo di bene …… beh, quasi ogni tipo di bene, perché per fortuna la salute, la giovinezza, l’amore, l’amicizia non sono ancora in vendita.
Ma quasi tutto il resto si, e così ogni fonte di guadagno ha assunto valenza primaria.
Il lavoro, visto ormai quasi solo più come fonte di guadagno, la borsa, gli investimenti, i commerci, ecc…. come realizzazione di quel mezzo che ci apre le porte della felicità, del progresso, della bella vita.
E come in tutte le esagerazioni, il mezzo ha oscurato il soggetto, creando delle convinzioni e delle “verità” che vengono ormai assorbite acriticamente, come fossero rivelate da una divinità, ma che invece si possono dimostrare sempre più false come la società sia costretta a cambiamenti, sovente indotti da questo stesso strabismo. Ed oggi parlerò di due di queste false convinzioni.
Le pensioni.
Sarebbe perfettamente corretto pensare che, se la durata della vita aumenta, se l’aspettativa di vita aumenta, occorra lavorare più tempo per ricevere alla giusta età di che vivere dignitosamente.
Non voglio qui parlare, benché ci sarebbe molto da ridire sulla modalità con cui questa operazione viene attuata, ma qui mi soffermo sul concetto, e solo su quello.
I nostri giorni ci stanno mostrando quanti anziani popolino le nostre città.
Molti autosufficienti, anzi ancora perfettamente attivi anche a 70 e più anni, sono per quantità e qualità la dimostrazione vivente che l’aspettativa di vita è aumentata.
Poi c’è la ricerca medica, che con le sue scoperte sta programmando di farci diventare tutti ultracentenari.
E allora appare ovvio che non possano più bastare i risparmi di 40 anni di lavoro, per farci vivere dignitosamente altri 40 anni, e così la richiesta, perfettamente motivata, è quella di richiedere un allungamento dell’età lavorativa.
Ma questo ragionamento è corretto oppure ha delle pecche ?
La prima e maggiore sta nel non esaminare proprio gli individui, quelle persone che , prese come indicatori viventi, hanno superato i 70 anni. Chi sono ?
Sono le persone nate nell’anteguerra, epoca in cui non esistevano ancora penicillina, antibiotici, sulfamidici, vaccini, e molti altri mezzi di cura e sopravvivenza.
Le famiglie generavano anche 10 figli dei quali ne sopravvivevano oltre i 10 anni a malapena una metà.
L’assenza di medicine efficaci, la vita solitamente molto dura, falcidiavano i più deboli, e solo i fisici più robusti sopravvivevano, soprattutto fuori dei maggiori centri urbani. Selezione naturale.
Si , però, come ho detto, quelli che sopravvivevano alle malattie infantili, alle ristrettezze, alle dure condizioni di vita erano i più robusti, fisici che avevano superato tutte quelle prove e che quindi ad esse si erano vaccinati.
Nel dopoguerra arrivarono a ondate i nuovi medicinali, le nuove terapie, la mortalità infantile crollò, e con essa il numero dei figli partoriti nelle nuove famiglie, alimentate meglio e più protetti dagli agenti naturali.
Oggi questi sono al massimo i sessantenni.
Se quando ero piccolo, la morte di un quarantenne era un evento eccezionale, oggi basta guardare i necrologi per rendersi conto di quanti ne muoiano prima dei 60 anni, soprattutto uomini. ( già perché le donne sono state le ultime ad affrancarsi, quando ciò è avvenuto, dalle maggiori fatiche, dai maggiori disagi, per cui più temprate ).
E questa non è parte di una popolazione originata con gli stessi numeri dell’anteguerra, ma in quantità decisamente minore.
Cinquantenni con problemi di cuore, di fegato, di stomaco, poco attivi fisicamente, respirazione insufficiente o inquinata, pressione del sangue sballata, cibi senza ormai le principali caratteristiche in vitamine e proteine di quelli generati una volta perché colti acerbi e maturati artificialmente dopo lunga conservazione, tutto orientato a rendere l’individuo, già non “selezionato all’origine” meno resistente.
Quanti di questi individui, già così malmessi, se non già defunti, supereranno i 70 anni ? e gli 80 ?
Allora, prima di proiettare l’aspettativa di vita, facendo riferimento agli attuali anziani, non si dovrebbe forse prima fare una analisi sulle condizioni effettive di salute e prestazione fisica di coloro che si affacciano alla terza età ?
Certo che una mortalità più precoce converrà sicuramente ai gestori delle future pensioni, ma coloro che oggi sono in attività sono o no d’accordo su questo metodo di valutazione dell’aspettativa di vita ?
E se per caso non lo fossero, sarebbe ora, e non tra 20 anni, il momento di richiedere fermamente una indagine e una proiezione più seria che tenesse appunto conto di questa grossa variazione sopravvenuta nel dopoguerra.
Altro argomento, legato però ancora allo stesso fenomeno, almeno per cosa riguarda l’Europa, teatro della WW2°, è il mercato immobiliare.
Già, le abitazioni.
Innanzitutto vorrei ricordare a coloro che si rifugiano nel “ma è sempre stato così” che c’è sempre una prima volta a tutto, per cui mai fidarsi ciecamente di cosa è accaduto nel passato, un cambiamento è sempre possibile.
Il quanto probabile lo vedremo ora.
Più dell’80% delle famiglie Italiane abita in abitazioni di loro proprietà, o in acquisto ( nel senso che stanno pagando un mutuo).
Si sta verificando, e le statistiche lo stanno riportando, un aumento dei “figli unici”, ma già da ben più di 30 anni la procreazione nel nostro paese è passata sotto il coefficiente di mantenimento 2, ovvero famiglie di due genitori che procreano in media 2 figli che sopravvivano fino all’età feconda.
Se poi si aggiunge il fatto che l’affollamento è in calo, il che è dato dall’innalzamento dell’età media in cui le coppie procreano, si arriva a capire che se non ci fosse l’immigrazione saremmo un paese diretto verso la desertificazione.
Ma prima di arrivare lì, si può creare il problema immobiliare.
Se supponiamo che possano coesistere normalmente due generazioni, ovvero che i giovani che si uniscono per procreare, abbiano genitori sopra i 60 anni, vediamo come l’allungamento della vita dei nostri attuali anziani, i quali ovviamente ambiscono a continuare a vivere nella casa faticosamente acquistata, ancora per un bel po’ di anni, ci troviamo in una prospettiva di coesistenza anche di tre generazioni, con figli adolescenti, genitori viventi, e nonni ancora in discreta salute. Ma questi nonni sono quegli ultra settantenni di cui parlavo sopra. Ora, con il fatto che un giovane possa trovarsi anche con 2 coppie di nonni ancora in vita, quindi che occupano 2 abitazioni probabilmente in proprietà, diventa evidente il fatto che con il passare di pochi anni, con il NON propagarsi di questa longevità, potrebbero diventare disponibili, per morte o inabilità alla propria autosufficienza, una quantità notevole di abitazioni.
Vero che si può desiderare anche due abitazioni, magari una in città e l’altra al mare, ma poi, oltre a queste, che farne ? vero che esiste un flusso dal centro alla periferia urbana o extraurbana, ma anche uffici, negozi ecc… sono proporzionati sia all’attività delle persone ma anche al loro numero.
La domanda che viene quindi spontanea è :
“Tolto il rinnovamento degli edifici meno confortevoli quante abitazioni saranno necessarie in futuro ?”.
Considerando sia l’uso abitativo che quello commerciale, siamo sicuri che sarà necessario continuare a costruire come in passato ? e visto che il valore di un immobile è dato essenzialmente dal rapporto richiesta/offerta, ne varrà ancora la pena ? pensiamo anche a tutto quanto ruota attorno al mercato immobiliare, in quanto l’immobile va arredato, richiede un mucchio di accessori, e questo è tutto un mercato legato al nuovo, che non sarà così facile convertire, soprattutto se non ci si pensa in tempo !!
UN IMMOBILE E’ SEMPRE STATO IL MIGLIOR INVESTIMENTO!! Per quanto sarà ancora vero ??

Andrea Mensa
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non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 23/11/2010 23:01
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  •  Pyter
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#10
Sono certo di non sapere
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perché per fortuna la salute, la giovinezza, l’amore, l’amicizia non sono ancora in vendita.

a_mensa:

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Inviato il: 23/11/2010 23:22
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  •  a_mensa
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#11
Sono certo di non sapere
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ciao pikebishop
mi stavi mancando un pò, anche perchè altrimenti la vita diventa monotona.
inizio con il demolire una tua certezza....
Citazione:
Ma ancora non ti entra in testa, brutto democristiano di sinistra che non sei altro

mai stato democristiano !
il massimo del mio essere di destra (errori di gioventù) è stato l'apprezzare la "cassandra" Ugo La Malfa. mi sembrava molto ragionevole quanto sosteneva, anche se poi è finito come un pollo.
poi non ho più trovato coincidenza con i miei pensieri in nessun partito "parlamentare".

Poi:
Citazione:
Una boiata pazzesca. Quando si ha la sensazione - TUTTI - che faccia freddo e' perche' in genere FA FREDDO, magari perche' qualcuno ha spento il riscaldamento, tipo l'amministratore che fa la cresta sul gasolio. Quando si ha la "sensazione" che il denaro valga meno perche' i prezzi aumentano e' perche' IL DENARO VALE MENO QUANDO SE NE STAMPA DI PIU' (su carta da culo o su computer, non cambia niente).

infatti se tu solo aprissi gli occhi vedresti persone con pelliccia e colbacco ed altre con una semplice tuta.
ovviamente per uno che ha la verità infusa per endovenosa, non è mai passato per la testa che la "sensazione" di freddo sia diversa da persona a persona, da momento a momento, no.... per te esite il manuale del vestiario a cui TUTTI debbono adeguarsi dove con 12° indossare ........ 13° indossare ......... ecc.. tutto standardizzato, predefinito e insindacabilmente seguito, pena ..... già pena cosa ??? ah... già, non essere approvati da pikebishop. orrore, orrore !!
io non so dove tu viva, ma da noi il denaro vale meno quando se NE SPENDE DI PIU', non quando si stampa, perchè il processo dalla stampa alla spesa è irto di ostacoli.
prima deve pervenire nelle tasche della gente, e quindi uscire dalle banche che non li regalano ma li imprestano e per averli bisogna anche che qualcuno li chieda, poi devono essere le tasche di qualcuno che non abbia già tutto cosa desidera, perchè altrimenti li risparmia, o li investe, ma non li spende.
vedi come è complicato ? forse troppo per la tua mente eccelsa.


Citazione:
O perche' alla melma che non ci fa capire niente di come ci tassino senza bisogno di fare leggi (ma dov'e' scritto che i politici possano fare debiti che paghiamo noi?) ci sei affezionato e vorresti sguazzarci ancora un po', finche' e' calda?

vedi, forse perchè porto gli occhiali, ma riesco ancora a separare le responsabilità dei politici, che ci caricano di debiti spendendo tramite le varie leggi più di quanto incassano, e sprofondandoci in una marea di debiti, non loro che i debiti li fanno, ma noi coglioni che li abbiamo eletti (anzi voi perchè io non voto), da quelli della banca centrale, privatissima e non statale, che ci deruba con tassi d'interesse usurari.
chi invece ha la vista corta, e magari un po offuscata, vede queste entità come un tutt'uno. beato lui ha la vita molto più semplice, e soprattutto risparmia energier mentali, che forse non ha.
poi per favore non offendermi paragonandomi a ciao dino.
questa è un'altra delle tue incapacità di distinguere, ma ho i piedi ben ancorati a terra, a differenza sua.
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Inviato il: 23/11/2010 23:29
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  •  a_mensa
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#12
Sono certo di non sapere
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@ Pyter
...... ma per fortuna l'olio cuore sì !!!!
e nel caso servisse , anche la "dolce euchessina" !!!
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Inviato il: 23/11/2010 23:34
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  •  a_mensa
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#13
Sono certo di non sapere
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@ cagliostro
grazie per la tua bella testimonianza .
non siamo sempre stati d'accordo, ma apprezzo la tua capacità di distinguere tra la persona ed i suoi pensieri.
mi sono ripromesso, dopo vari tentativi, di trattare singoli argomenti in modo semplice, spero comprensibile a chiunque, basati essenzialmente sulla logica e su quanto osservabile nella vita di tutti i giorni.
chissà se ci riuscirò.
per ora, umilmente ci provo.
grazie ancora, scritti come il tuo sono un vero incoraggiamento .
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Inviato il: 23/11/2010 23:40
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  •  cagliostro
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#14
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ cagliostro
grazie per la tua bella testimonianza .
non siamo sempre stati d'accordo, ma apprezzo la tua capacità di distinguere tra la persona ed i suoi pensieri.
mi sono ripromesso, dopo vari tentativi, di trattare singoli argomenti in modo semplice, spero comprensibile a chiunque, basati essenzialmente sulla logica e su quanto osservabile nella vita di tutti i giorni.
chissà se ci riuscirò.
per ora, umilmente ci provo.
grazie ancora, scritti come il tuo sono un vero incoraggiamento .


è tipico dell'ignorante giungere a conclusioni facili, ed io lo sono in questa materia. ma non posso che accogliere come una manna la possibilità di imparare gratuitamente concetti scientifico-economici, per poter un giorno arrivare a delle conclusioni frutto di una mia personale elaborazione. quello che ho ben compreso, in tutti gli ambiti, è come ci si inganni facilmente con quelle che io chiamo le categorie vuote. la tecnica del porre a problema una categoria vuota e come suo rimedio un' altra categoria vuota, come se non fosse sempre l'uomo il vero protagonista di queste icone fittizie. quindi caro Andrea, se all'inizio non capivo una doppia fava, ora, da una fava e mezza, ribadisco che sono io a ringraziarti, in attesa di trovare quel maledetto kronos per approfondire i tuoi scritti. approfitto in ultimo per farti una domanda, cosa ne pensi dell'iniziativa di ritirare tutti i soldi dalle banche ?
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Inviato il: 24/11/2010 10:47
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  •  a_mensa
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#15
Sono certo di non sapere
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@ cagliostro
Citazione:
approfitto in ultimo per farti una domanda, cosa ne pensi dell'iniziativa di ritirare tutti i soldi dalle banche ?

esiste un 3d proprio su questo argomento, ma non sono ancora intervenuto, perchè voglioproprio vedere quante c....te verranno dette.
questo è il tipico esempio di chi non ha ancora capito e assimilato un concetto.
quello del valore del denaro (e con esso non intendo le banconote, ma ciò che è immediatamente spendibile, ovvero M1, ovvero banconote IN CIRCOLAZIONE + conti correnti).
se si riesce a capire questo, ovvero che il valore si trasferisce in uno scambio, con il bene acquistato da una parte, e con banconote, o assegni, o bonifici, o quel che si vuole, dall'altra, allora sarà chiaro che non è che il richiedere le banconote metterebbe in crisi il sistema, ma il togliere il denaro (perchè di banconote se ne possono stampare a piacere).
allora è anche vero che se venissero chiusi i conti, le banche subirebbero danni, ma solo se a farlo fossero i maggiori "depositanti" che sono le aziende, gli esercizi commerciali, gli imprenditori, e tutti coloro che hanno con la banca un elevato flusso di operazioni.
e questi non aderirebbero mai, perchè per loro rappresenterebbe la morte economica.
sai qual è il "giro" della sola FIAT e quanti depositanti occorrerebbero per compensare anche solo la sua non partecipazione ??
l'ammontare complessivo del denaro del "popolino" a confronto , è ridicolo, pertanto sarebbe un sacrificio perfettamente inutile, correndo inoltre il rischio che malavitosi attendessero le persone giusto all'uscita delle banche per rapinarli o derubarli.
quanto non si vuole capire è che il numero di persone "scontente" può intimidire il potere solo se appare organizzato, e questo lo si potrebbe mostrare anche solo prelevando in moltissimi anche solo 100 € dopo averlo annunciato come azione di protesta.
questo non avrebbe controindicazioni, ma potrebbe lanciare un segnale altrettanto forte al sistema bancario e alla politica.


ps. e con questo non voglio nemmeno entrare nel meccanismo banca centrale/banca commerciale, in quanto se la BC lo ritiene opportuno, e un caso di boicottaggio ne sarebbe proprio l'esempio, può imprestare quanto denaro vuole alla banca commerciale, prestito che lei deposita presso se stessa, rimpiazzando tutto il denaro prelevato ch esi può immaginare.
il modo per far fallire la banca è quello di colpirla sul suo capitale di garanzia, in quanto da esso, cioè dai mezzi propri, deve rimpiazzare i prestiti non onorati o gli asset svalutati. a questo non può rimediare la BC ma al limite il tesoro nazionalizzando la banca o comunque ricapitalizzandola. vedi cosa accaduto negli USA, Irlanda, Islanda.
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Inviato il: 24/11/2010 17:36
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ cagliostro

esiste un 3d proprio su questo argomento, ma non sono ancora intervenuto, perchè voglioproprio vedere quante c....te verranno dette.
questo è il tipico esempio di chi non ha ancora capito e assimilato un concetto.
quello del valore del denaro (e con esso non intendo le banconote, ma ciò che è immediatamente spendibile, ovvero M1, ovvero banconote IN CIRCOLAZIONE + conti correnti).
se si riesce a capire questo, ovvero che il valore si trasferisce in uno scambio, con il bene acquistato da una parte, e con banconote, o assegni, o bonifici, o quel che si vuole, dall'altra, allora sarà chiaro che non è che il richiedere le banconote metterebbe in crisi il sistema, ma il togliere il denaro (perchè di banconote se ne possono stampare a piacere).
allora è anche vero che se venissero chiusi i conti, le banche subirebbero danni, ma solo se a farlo fossero i maggiori "depositanti" che sono le aziende, gli esercizi commerciali, gli imprenditori, e tutti coloro che hanno con la banca un elevato flusso di operazioni.
e questi non aderirebbero mai, perchè per loro rappresenterebbe la morte economica.
sai qual è il "giro" della sola FIAT e quanti depositanti occorrerebbero per compensare anche solo la sua non partecipazione ??
l'ammontare complessivo del denaro del "popolino" a confronto , è ridicolo, pertanto sarebbe un sacrificio perfettamente inutile, correndo inoltre il rischio che malavitosi attendessero le persone giusto all'uscita delle banche per rapinarli o derubarli.
quanto non si vuole capire è che il numero di persone "scontente" può intimidire il potere solo se appare organizzato, e questo lo si potrebbe mostrare anche solo prelevando in moltissimi anche solo 100 € dopo averlo annunciato come azione di protesta.
questo non avrebbe controindicazioni, ma potrebbe lanciare un segnale altrettanto forte al sistema bancario e alla politica.


Grazie.
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Inviato il: 24/11/2010 23:39
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#17
Sono certo di non sapere
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@ cagliostro
ho aggiunto un post scriptum.....
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Re: un nuovo modo di descrivere vecchi fenomeni
#18
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ cagliostro
ho aggiunto un post scriptum.....


Ok, grazie.
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Inviato il: 25/11/2010 0:16
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