Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Scie Chimiche II
  Geoingegneria - Studio di Fattibilità

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione
Geoingegneria - Studio di Fattibilità
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/10/2010
Da
Messaggi: 545
Offline
Indice:
Scie Chimiche;
Fertilizzazione degli oceani;
Rischi della Geoingegneria;
Bibliografia e documenti di riferimento.

"E' in ciò che non si dice che risiede la menzogna."
John Steinbeck


Rappresentazione schematica di varie proposte di ingegneria del clima (per gentile concessione di B. Matthews)

L'autore del blog "Risveglio Globale", tempo fa, ha affermato che esistono i fatti ed esistono le spiegazioni dei fatti.
Se una decisione molto importante viene presa da un numero relativamente piccolo di individui, da un'élite, senza che il popolo ne sappia nulla, questo è un fatto.
Tentare di dare una spiegazione al significato di questo fatto, è realizzare una teoria.
Evidenziare che quella decisione sia stata presa, farne notare l'importanza e portarla alla vista del popolo ignaro, quello è fare "controinformazione".
Darne l'interpretazione o, per lo meno, cercare di farlo, è offrire una "teoria del complotto".

Le teorie riguardanti le "scie chimiche", note anche col nome di "chemical trails" o "chemtrails", sono ampiamente discusse in blog quali "la scienza marcia e la menzogna globale" o "Tanker Enemy" o in dossier come "Il Dottor Stranamore e le Nanoparticelle" o "Dossier sulle Scie Chimiche", solo per citare i primi esempi che mi vengono in mente.
In questa sede, quindi, non tratteremo il perché (anche se, qualche idea la si può trovare nella pagina statica "Scie Chimiche: Controllo Climatico, Controllo Mentale o Depopolazione?") né il chi, soffermandoci sul come e, argomento a noi caro, dal momento che cerchiamo di dare ad ogni "teoria del complotto" una spiegazione economica, sul quanto, inteso come incidenza in termini economici.


Grafico che confronta le tecniche di CDR ed SRM in base alla loro efficacia ed accessibilità
Fonte: "Geoengineering, The Climate - Science, governance and uncertainty", pag. 63, cap. 5, "Royal Society" 2009

"Nulla nella vita deve essere temuto. Deve solo essere compreso."
Madame Curie

La seguente parte del post è tratta da "La Geoingegneria, nuovi metodi artificiali per contrastare il riscaldamento globale", tesi di Alessio Brancaccio, laureato in "Scienze e Tecnologie per l'Ambiente" presso L'Università degli Studi di L'Aquila.
Ricordandovi dell'esistenza di uno scandalo internazionale soprannominato "climategate", che vede coinvolti i principali esponenti del "Centro per la ricerca climatica" (Cru) dell'universita' dell'"East Anglia" a Norwich, il principale centro di ricerca che alimenta i rapporti di base del "Gruppo intergorvenativo sul mutamento climatico" ("Intergovernmental Panel on Climate Change" - "Ipcc"), i quali sono stati accusati di aver aggirato le leggi esistenti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti riguardanti la trasparenza e la ricerca scientifica sul clima e di aver falsificato e manipolato i dati relativi alle temperature globali per ottenere risultati equivalenti con la teoria dell'"Anthropogenic Global Warming" ("Agw"), che considera le attività umane la causa principale del riscaldamento del pianeta, realizzando arbitrarie e dubbie manipolazioni dei dati climatici, al fine di attribuire all'uomo un ruolo maggiore sui cambiamenti climatici rispetto a quello mostrato dai dati ufficiali, auguro a tutti voi una buona lettura.


Grafico che mostra l'andamento della CO2 tra le diverse ere geologiche terrestri. Da notare l'altissima
concentrazione (pari a 6000 ppm) rinvenibile nel Fanerozoico (circa 500 milioni di anni fa).
Fonte: Progetto GEOCARB

La Geoingegneria, nuovi metodi artificiali per contrastare il riscaldamento globale


Un metodo per immettere in atmosfera aerosol solfatici è quello di utilizzare opportuni aerei attrezzati allo scopo: il fine è quello di aumentare il grado di riflettività delle nubi in modo da disperdere in maniera più efficiente la radiazione solare.

Come si possono utilizzare gli aeroplani per rilasciare aerosol nella stratosfera?
Immettendo zolfo nel carburante (kerosene), ma fatta eccezione per l'Artico, gli aerei non volano così in alto di routine. Di solito si tratta di aerei cisterna e di cacciabombardieri militari che lo spargono nella stratosfera (aerei tanker).

Penner et al. (1984) ha suggerito che le emissioni dell’1% della massa di carburante della flotta dell'aviazione commerciale intesa come particolato, tra 40 mila e 100 mila piedi (da 12 a 30 km di quota) per un periodo di 10 anni, cambierebbe l'albedo planetaria sufficientemente a neutralizzare gli effetti di un raddoppio equivalente di CO2.
Essi hanno proposto che rimappando i sistemi di motore a combustione per bruciare in maniera più ricca durante i voli commerciali di alta quota comporterebbe una perdita di efficienza trascurabile.
Utilizzando le stime "RECK" dei coefficienti di estinzione per il particolato (Fonte: "Reck", 1979; 1984), hanno stimato un fabbisogno di circa 1,168 × 1010 Kg, rispetto alla stima nel pannello di 1010 Kg, sulla base di Ramaswamy e Kiehl.

Hanno poi stimato che, se l'1% del combustibile degli aerei vola sopra i 30.000 piedi (9 Km di altezza), viene emesso sotto forma di fuliggine e corrisponderebbe alla massa richiesta di materiale particolato nel corso di un periodo di 10 anni.
Tuttavia, le attuali flotte di aerei commerciali, volano raramente al di sopra dei 40.000 piedi (12 Km di altezza), e la permanenza delle particelle alle quote di funzionamento sarà molto più breve di 10 anni.
Una stima effettuata dal "National Research Council" nel 1985 relativa all'emivita del fumo è 1,4 × 10-7s. Questo dà un tempo di dimezzamento di 83 giorni, o poco meno di un quarto di un anno. Pertanto la quantità di carburante da essere trasformata in fuliggine continuamente per la mitigazione completa (1012 tC) è del 40%, ma se invece viene utilizzato l'1 per cento del carburante, potrebbero essere mitigate circa 25 × 109 t CO2/anno.

Il costo approssimativo delle emissioni di particolato dei motori a reazione per la mitigazione di CO2 negli Stati Uniti del 1989, le emissioni equivalenti ammonterebbero a circa 7 milioni di dollari, o circa $ 0,001/tCO2/anno più i costi di capitale provenienti dall'adeguamento dei motori aeronautici. Questo fornisce una gamma di costi da 0,001 a $ 0,1/tCO2/anno.
Nel 1987, le compagnie aeree nazionali, hanno fatto volare 4.339 milioni di tonnellate di merci per miglio per un espresso totale e ricavi operativi del trasporto merci di 4.904 milioni di dollari ("US Bureau of the Census", 1988). Questo dà un costo di poco più di 1 dollaro per tonnellata-miglio di merci trasportate.
Se una missione di distribuzione di polvere richiede l'equivalente di un volo di 500 miglia (circa 1,5 ore), il costo per la distribuzione delle polveri è di $ 500/t, $ 0,50/Kg.

Gli aerei più comunemente utilizzati sono:

* F-15 C EAGLE
Quota operativa: 20 km
Capacità: 8 tonnellate di gas
Costo: 30.000.000 $ (1998)
con 3 voli al giorno è operativo per 250 giorni all’anno, avrebbe bisogno di 167 aerei per fornire 1 Tg di gas all'anno nella stratosfera tropicale.
Per 500 voli l'anno si avrebbe un costo di 4 miliardi di $/anno.



(Fonte: Alan Robock et al., 2009)

* KC-135 STRATOTANKER
Quota operativa: 15 km
Capacità: 91 tonnellate di gas
Costo: 39.600.000 $ (1998)
Con 3 voli al giorno, che operano 250 giorni all'anno avrebbe bisogno di 15 aerei per fornire 1 Tg di gas all'anno nella stratosfera artica.



* KC-10 EXTENDER
Quota operativa: 12.73 km
Capacità: 160 tonnellate di gas
Costo: 88.400.000 $ (1998)
Con 3 voli al giorno, che operano 250 giorni all'anno avrebbe bisogno di 9 aerei per fornire 1 Tg di gas all'anno per la stratosfera artica.



Fonte: "Is Geoengineering a Solution to Global Warming?", Alan Robock, "Rutgers University", USA 2011

I costi del personale, manutenzione, emissioni di CO2 potrebbero dipendere dalla strategia di attuazione.
Ogni KC-135 costa $ 4,6 milioni di euro all'anno per le operazioni totali di supporto, incluso il personale, carburante, manutenzione e parti di ricambio.

[...]

Anche le navi sono state vagliate come ipotesi per rilasciare in stratosfera gli aerosol, fino ad un'altitudine di 20 Km, attraverso cannoni da artiglieria di 41 Cm di diametro ("National Academy of Sciences", 1992).
Sono state utilizzate polveri di alluminio (Al2O3) nella stratosfera, per un totale di 1010 Kg di polvere atmosferica.
L'economia di mantenere 1010 Kg di polvere nella stratosfera è determinata dal tempo di permanenza della polvere in alto e dai mezzi utilizzati per mettere il materiale in quella zona atmosferica: si presume un tempo di permanenza della polvere nella stratosfera di 2 anni, richiedendo la collocazione di 1010 Kg nella stratosfera per 20 volte in 40 anni fino al 2030; il progetto ha lo scopo di mitigare 1012 t di C in continuo, pari a 4 × 1012 t di CO2.
I costi di non attuazione in 40 anni sono di 5 $/tC o di 1$/tCO2 mitigata.
Il costo annuale di non attuazione è di 0,125 $/tC/anno o 0,03$ /tCO2/anno.
Questo sistema navale solleva polvere nella stratosfera ad un costo da circa 10 a 30 $/Kg di polvere. Si suggerisce che sia ragionevole l'incertezza per quanto riguarda le nuvole e la densità di polvere necessarie per un effetto dell'1% sul forcing radiativo e di mettere questi costi nella gamma da 0,03 $ a 1 $/tCO2 mitigata.
I costi, compresi di munizioni, cannoni, stazioni e personale, è stato stimato essere di 20 miliardi di dollari.

Il costo del lancio di razzi dalla nave "Nike Orion", ammonta a circa 25.000 dollari per trasportare un carico utile di 500 libbre, ed è di circa 100 $/per Kg di polvere sollevata, 5 volte il costo stimato per sparare le polveri in alto con grandi cannoni
.
Queste cifre sono riferite a lanci a 70 Km di altitudine.

"Se nient'altro ci riesce, un insuccesso spettacolare può sempre garantire l'immortalità."
John Kenneth Galbraith

Pochi giorni fa, gli autori del blog "TUTTOUNO", hanno pubblicato il post "Esperimento di Geoingegneria non autorizzato! 100 tonnellate di solfato di ferro scaricate nell'Oceano Pacifico!", in cui si parla di un esperimento del costo di 2,5 milioni di dollari per lo scarico di 100 tonnellate di solfato di ferro nell'oceano, con la promessa di ripopolare i salmoni e salvare il clima.
Ecco un altro campo di applicazione della geoingegneria.

Fertilizzazione degli oceani con ferro e altre sostanze nutritive


Gli oceani svolgono un ruolo enorme nella definizione del clima planetario, sia attraverso il trasporto del calore e fornitura di vapore acqueo, sia attraverso l'assorbimento di una grande frazione di CO2 dei combustibili fossili.
Le stime relative all'accumulo netto nell'oceano di CO2, ammontano a circa il 40% delle emissioni derivanti dai combustibili fossili (attraverso la reazione del gas CO2 con lo ione carbonato contenuto sulla superficie dell'intero oceano, e basate su modelli derivati da Oeschger et al. 1975.), che sono attualmente vicine a 3 GtC /anno mentre, recentemente, Tans et al. (1990) riportano un valore molto più basso di 0,6 GtC/anno.
Il ruolo oceanico dipende quasi totalmente dal tasso di miscelazione e di alcalinità.
L'importo potenziale di carbonio totale che potrebbe essere utilizzato dalla fotosintesi oceanica è stato stimato essere di 35 Gt/anno.

Nel 1984, tre gruppi di ricerca, hanno pubblicato indipendenti ipotesi su questo fenomeno (Knox e McElroy; Sarmiento e Toggweiler; Siegenthaler e Wenk).
Ognuno è giunto alla conclusione che la chiave è nelle concentrazioni di nutrienti, nelle regioni superficiali oceaniche polari. In settori come l'estremo nord del Pacifico e l'oceano circumpolare antartico, sono inutilizzate alte concentrazioni di nitrati e fosfati (gli ingredienti chiave per la crescita delle piante).
I modelli del 1984 hanno dimostrato che, se questi nutrienti sono stati assimilati, la conversione di CO2 in carbonio organico, potrebbe facilmente spiegare il segnale dell'era glaciale.
Questi nutrienti possono essere considerati come un'importante capacità chimica dell'oceano inutilizzata, uno di una scala che incide significativamente sull'equilibrio globale del carbonio.

La fertilizzazione degli oceani con il ferro è un metodo proposto per far aumentare la quantità di alghe per l'assorbimento di CO2. L'anidride carbonica necessaria per tale crescita viene fornita in parte dall'atmosfera: quando le alghe muoiono e si depositano sul fondo marino, il carbonio presente nella biomassa non si diffonde nell'atmosfera.

Questa metodica consiste nello scaricare in mare tonnellate di solfato di ferro, che si trova o nella forma ferrosa FeSO4 oppure nella forma ferrica Fe2 (SO4)3.
Per verificare la funzionalità di questo metodo, alcuni scienziati indiani dell'"Istituto Nazionale di Oceanografia", in collaborazione con quelli tedeschi dell'"Istituto Alfred Wegener" e altri 50 scienziati arrivati da diverse nazioni quali Spagna, Cile, Francia, Gran Bretagna ed anche Italia, hanno preso parte ad un esperimento denominato "Lohafex" (termine che deriva da "Loha", parola hindi che significa ferro e "fex", che sta ad indicare un esperimento di fertilizzazione).

Il gruppo di Scienziati dei 7 Paesi è salpato il 7 Gennaio del 2009 da Cape Town, in Sudafrica, sulla nave "Polarstern", diretta verso il Mare di Scozia, in una zona a sud dell'Oceano Atlantico, tra l'Argentina e la Penisola Antartica.
Lì sono state scaricate 20 tonnellate di solfato di ferro in 2 mesi e mezzo, su una superficie oceanica di 300 Km2, attraverso cui gli Scienziati hanno cercato di stimolare la crescita delle alghe per aumentare così il loro assorbimento della CO2.
Nonostante le avverse condizioni meteo, gli Scienziati hanno analizzato per 39 giorni gli effetti del supplemento di ferro sul plancton e sulla chimica dell'oceano.

In un primo momento, tutto sembrava procedere come previsto: il ferro stimolava la crescita del fitoplancton (la parte vegetale del plancton), che era raddoppiato in numero nel corso delle prime 2 settimane dello studio ma poi, improvvisamente, è intervenuto lo zooplancton (la parte animale) che, per mezzo della catena alimentare, ha provveduto a riequilibrare il rapporto tra il numero delle prede e quello dei loro predatori (principio ecologico di "Lotka-Volterra").
Questo fenomeno è stato spiegato dal Dottor Wajih Naqvi, del "National Institute of Oceanography" ("NIO") indiano: "la crescente pressione di pascolo dello zooplancton composto da piccoli crostacei (copepodi) ha impedito l'ulteriore fioritura di fitoplancton".

L'aumento abnorme della popolazione di zooplancton, ha tenuto sotto controllo quella di fitoplancton, impedendo un ulteriore assorbimento di CO2. Di conseguenza, solo una percentuale minima di carbonio è stata sottratta agli strati superficiali per essere immagazzinata nelle profondità oceaniche.

Esperimenti effettuati negli anni passati, avevano portato a risultati piuttosto diversi, in quanto significative quantità di carbonio erano state spostate nelle profondità dell'oceano. Cos'era cambiato?
Secondo gli scienziati, le sperimentazioni avevano innescato fioriture di diatomee, un tipo di alga composta da una conchiglia formata da ossido di silicio SiO2, sviluppata come arma difensiva contro l'eccessiva proliferazione della popolazione di zooplancton.
Quando le diatomee muoiono, la scarsità di acido salicilico, componente principale del rivestimento esterno dell'alga, ha impedito loro di prosperare nel sito dove è stato condotto l'esperimento "Lohafex".

Nel frattempo, l'esperimento ha continuato a dare risultati stupefacenti, come dichiarato dal Professor Victor Smetacek, dell'Istituto tedesco "Alfred Wegener" per la Ricerca Polare e Marina: "con grande sorpresa, l'area fertilizzata con ferro ha attratto un gran numero di predatori dello zooplancton, appartenenti al gruppo di crostacei noto come anfipodi".

Dopo tre settimane di esperimenti, gli scienziati hanno versato altre quantità di ferro nella zona senza però provocare alcun effetto sul fitoplancton, segno evidente che l'area ne era già satura.
La spedizione ha fatto ritorno a Bremerhaven, in Germania, verso la fine di Maggio del 2009 e, come espresso dal Dottor Naqvi, "l'esperimento ha rappresentato il primo esempio di collaborazione internazionale nelle scienze oceaniche interdisciplinari".

La fertilizzazione oceanica ha generato pareri piuttosto discordanti tra gli ambientalisti e i Ricercatori: per i primi, rappresentati dall'"Africa Centre for Biosafety", l'esperimento "Lohafex" ha violato una moratoria varata dalle Nazioni Unite, che bandisce le attività di fertilizzazione e permette di creare solo esperimenti pilota su piccola scala, mentre per i ricercatori non vi è alcuna violazione.

I dati raccolti dall'esperimento hanno portato alla conclusione che, nonostante l'immissione di tonnellate di fertilizzante ferroso nell'oceano, non c'è stato verso di far crescere ulteriormente il fito e lo zooplancton, quindi sostanzialmente tutta la spedizione è stata un generale fallimento: ad oggi, la fertilizzazione oceanica con ferro non è considerata ancora un valido sistema per catturare la CO2 dall'aria!


Nave "Polarstern" che ha condotto l'esperimento "Lohafex" e relativo logo

Ci sono due basi per il costo di fertilizzazione con ferro, uno basato sul lavoro di Martin, e l'altro sulla base del laboratorio del "National Research Council" ("NRC"): quello di Martin indicherebbe che la fertilizzazione di tutti gli oceani del Sud potrebbe essere realizzata con solo 0,43 milioni di tonnellate di ferro (Fe) per anno, l'importo necessario per supportare la rimozione di 2 o 3 GtC /anno (Fonte: Martin, 1990).
Egli non dà alcun numero per la zona di oceano da fecondare e neanche alcuna forma chimica specifica per il ferro.
Il laboratorio "NRC" suggerisce che la fertilizzazione con ferro possa rimuovere una media di 1,8 GtC /anno per un periodo di 100 anni. Il laboratorio propone un'applicazione da 1 a 5 Mt Fe/anno sottoforma di una soluzione di cloruro ferroso (FeCl2), "o magari in qualche altra forma", e definisce l'area da fecondare come "circa 18 milioni di miglia quadrate".

I costi stimati saranno rappresentati dalle operazioni delle navi, e dal costo dei prodotti chimici.
Saranno prese in considerazione, per stimare gli effetti in un 1 milione di miglia nautiche quadrate, una zona suddivisa in corsie da 1 miglio. Tutto ciò genera 1 milione di miglia di vapore ogni anno. Quindici navi, ognuna delle quali emette vapore per 240 miglia al giorno (alla velocità di 10 nodi) per 300 giorni all'anno, viaggerebbero per 1 milione di miglia.
Quando viene considerato il tempo di rifornimento, è possibile quantificare che 20 navi, ciascuna avente una capacità di 10 mila tonnellate, venga riempita ognuna di vapore ogni 2 mesi.
Se si assume un costo di 100 milioni di dollari a nave, avente ognuna un costo di esercizio di 10.000 dollari al giorno, otteniamo un costo per la flotta intera di 2 miliardi di dollari, attribuendo un costo annuo del capitale (ammortamento in 20 anni) di 0.10 miliardi di dollari e un costo operativo annuale di 73 milioni di dollari.
Si arriva così ad un costo totale di esercizio annuo, di 173 milioni di dollari, per una copertura di 1 milione di chilometri quadrati. Per 18 milioni di chilometri quadrati il sistema deve essere aumentato in dimensioni di un fattore pari a 18, dando circa 3 miliardi di dollari all'anno.

Nell'Oceano Antartico, dobbiamo dare una concessione generosa per contingenze atmosferiche: in questo caso usiamo un fattore pari a 3, dando una stima di 9 miliardi di dollari all'anno per le operazioni e i costi delle navi. A questo possiamo aggiungere 1 miliardo di dollari all'anno per le operazioni generali di sistema, dando un costo totale di operazioni di 10 miliardi di dollari all'anno.

Per le stime di valutazione si deve aggiungere il costo legato alla fertilizzazione con ferro.
Di solito, la forma di ferro che viene assorbita facilmente dagli organismi viventi è la forma ferrosa: il composto più economico e facilmente disponibile è il solfato ferroso. Le 0,43 Mt di ferro stimate da Martin sono pari a circa 1,2 milioni di tonnellate di solfato ferroso, che può essere acquistato in massa ad un costo che va dai 10 ai 15 dollari a tonnellata (Fonte: "Reporter Marketing Chemical", 1991), per un totale da 12 a 18 milioni di dollari all'anno.

Il cloruro ferroso, citato dal laboratorio "NRC", è molto più costoso del solfato ferroso. Può essere acquistato in massa per 220 dollari a tonnellata di Fe nel settore chimico (Fonti: Alfred M. Tenney, "Eaglebrook", Inc., private communication to Lynn Lewis, "GM Research", 11 Aprile 1991).
La richiesta del gruppo di lavoro del laboratorio "NRC" da 1 a 5 Mt Fe dà un costo di cloruro ferroso da 0,22 a 1,1 miliardi di dollari all'anno.
In questo modo il range dei costi della chimica può essere compreso tra 0,012 e 1,1 miliardi di dollari all'anno.
Tuttavia, sia il solfato ferroso che il cloruro ferroso sono relativamente economici, perché sono il prodotto di scarto del "decapaggio" dell'acciaio con l'acido.

L'attuale disponibilità di cloruro ferroso nel Nord America è stimata essere di circa 1,5x105 tonnellate di ferro equivalente, e l'importo mondiale può ammontare ad un milione di tonnellate (Fonte: Alfred M. Tenney, "Eaglebrook", Inc., comunicazione a Lynn Lewis, "GM Research", 1991).

Se assumiamo che il prezzo sarà inferiore a 100 volte il prezzo corrente di cloruro di ferro, si ottiene una gamma totale dei costi per la fertilizzazione con esso di 0,010 a 100 miliardi di dollari all'anno.
Aggiungendo il costo delle operazioni a quello relativo dei fertilizzanti, otteniamo un range di costo che va da 10 a 110 miliardi di dollari all'anno. Questo consentirà di mitigare da 1,8 a 3 GtC (usando il range sia di Martin che del laboratorio "NRC"), equivalente alla riduzione di circa 7-11 GtCO2/anno, ottenendo un range finale da circa 1 a 15 dollari per tonnellata di CO2/anno.

Valutazione dei rischi e delle incertezze dei metodi di Geoingegneria


Nessuno dei metodi di Geoingegneria valutati offre una soluzione immediata al problema dei cambiamenti climatici, poiché lo stato attuale delle conoscenze è senza alcun dubbio insufficiente per una valutazione esaustiva dei rischi che derivano dalla Geoingegneria.
Per molti aspetti, i metodi relativi alla riduzione dell'anidride carbonica (CDR), sembrano comportare meno rischi e incertezze riguardo alle tecniche di gestione della radiazione solare (SRM), poiché inducono i fenomeni climatici ad indirizzarsi maggiormente verso il loro stato naturale.
In linea di principio questi metodi consentono addirittura di generare "emissioni negative" e, al contrario, la presenza di elevate concentrazioni di gas serra nell'atmosfera e una temperatura diminuita tramite tecniche SRM, costituisce per il Pianeta uno stato nuovo, dinamico, caratterizzato da notevoli incertezze.
Tra queste vanno ricordati i valori soglia sconosciuti e i meccanismi di reazione del sistema terrestre, come pure le conseguenze dell'acidificazione degli oceani, che in questo caso progredirebbe in modo illimitato.
Gli effetti di alcune tecniche SRM variano da una regione all'altra ed hanno ripercussioni per esempio sulle precipitazioni, intensità dei venti e correnti oceaniche.
L'applicazione delle metodiche SRM comporterebbe perciò ulteriori rischi, generando costi aggiuntivi. Queste non possono essere considerate una soluzione sostenibile, perché non si conosce bene il momento e il modo di abbandonarle correttamente. Infatti, in base a quanto risulta dai modelli matematici, l'interruzione improvvisa dell'applicazione di una tecnica SRM comporta il rischio di un improvviso e intenso riscaldamento ("Termination Problem"), derivante da un meccanismo di feedback o di retroazione negativo.

Oltre a queste considerazioni di carattere generale, ogni singolo approccio di Geoingegneria implica anche rischi particolari.
A titolo di esempio si citano due processi molto discussi:

* Per quanto riguarda l'applicazione della tecnica CDR di fertilizzazione degli oceani, allo stato attuale delle conoscenze, si possono prevedere massicci effetti collaterali sulla biodiversità marina. La comprensione del problema viene ulteriormente ostacolata dal fatto che i risultati sperimentali in parte si contraddicono. In determinate condizioni la degradazione delle alghe che si depositano sul fondo, pare favorire la formazione di protossido di azoto N2O (il gas esilarante), un potente gas serra, così che alla fine si otterrebbe l'effetto opposto;

* L'immissione continua di aerosol sulfurei nella stratosfera, nell'ordine di grandezza di parecchi milioni di tonnellate all'anno, secondo molti fautori della Geoingegneria sarebbe l'opzione SRM più indicata, che potrebbe ridurre rapidamente la temperatura media globale. Una volta nella stratosfera, le particelle di aerosol riflettono una parte della luce solare disperdendola nello spazio (scattering), contribuendo a raffreddare il pianeta, diminuendo così l'effetto serra. Osservazioni e studi su modelli indicano, altresì, che il ricorso a tale tecnica influirebbe sul quadro globale delle precipitazioni e indebolirebbe i forti monsoni estivi, mettendo eventualmente a rischio l'approvvigionamento alimentare di miliardi di persone in Asia e in Africa. Inoltre, le particelle di aerosol potrebbero indebolire lo strato di ozono, che nella stratosfera assorbe le radiazioni ultraviolette UVc della luce solare, pericolose per gli esseri viventi. Lo strato di ozono si è già indebolito dalla seconda metà del Novecento in poi, fino ai giorni nostri. [...] L’ozono ferma nella stratosfera i raggi ultravioletti del Sole, in particolare gli UVb e gli UVc, cioè i più energetici. Questa radiazione produce mutazioni nelle cellule umane che possono dare origine a melanomi, tumori maligni della pelle.

[...] Tornando ai rischi in ambito della Geoingegneria, considerazioni etiche si impongono anche per quanto concerne la responsabilità generazionale: chi punta sulla Geoingegneria costringe le generazioni future a continuare le misure già avviate, nel peggiore dei casi ancora per parecchi secoli, a costi elevati e con effetti avversi per gli ecosistemi globali che, al momento, sono ancora imprevedibili.

In uno scenario di questo tipo, le generazioni a venire non disporrebbero più di una libera scelta.


Componenti chimiche delle polveri e loro effetti biologici
Fonte: "Health Effects Institute", 2000, 20001, 2002

Bibliografia e documenti di riferimento:
Richard P. Turco, "Earth Under Siege", Oxford University Press, 1977
K. Lackner, Institution of Mechanical Engineers (IME), "Alberi artificiali per la cattura di CO2", 2010
P. Read, J. Lermit, "Bioenergy with Carbon Storage (BECS): a sequential decision approach to the treath of abrupt climate change", 2001
R. Socolow et al., "Direct Air Capture of CO2 with chemicals – a technology assessment for the APS Panel on Public Affairs", 2011
K. Bracmort, R. Lattanzio, E. Barbour, "Geoengineering: governance and technology policy", 2001
J. Latham, T. Lenton, S. Salter, N. Vaughan, "Geoengineering: the climate science, governance and uncertainty", Royal Society, 2009
A. Robock, "Is Geoengineering a solution to Global warming?", 2011
National Academies Press (NAP), "Policy implications of Greenhouse warming: mitigation, adaptation and science base", Washington D.C., USA 1992
J. Trent, National Aeronautics and Space Administration (NASA) Ames Research Center, "Project-OMEGA", 2011
P. Kohler, J. Abrams, C. Voler, D.A. Wolf-Gladrow, J. Hartmann, "Impact of Geoengineering with olivine dissolution on the carbon cycle and marine biology", 2012
T. Lenton, N. Vaughan, "The radiative Forcing potential of different climate Geoengineering options" University of East Anglia, UK 2009
Enplus, "Centrale turbogas a ciclo combinato di San Severo per un impianto eco-efficiente", 2011
_________________
"Il sapere non è fatto per comprendere, è fatto per prendere posizione."
Michel Foucalut
Inviato il: 1/11/2012 9:41
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  ohmygod
      ohmygod
Re: Geoingegneria - Studio di Fattibilità
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 16/10/2007
Da
Messaggi: 3652
Offline
Inviato il: 1/11/2012 22:22
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA