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  corpo e sé (titolo provvisorio)

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  •  Ulysses
      Ulysses
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#59
So tutto
Iscritto il: 30/11/2007
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Ciao a tutti.

Mi sono iscritto da poco ma seguo LC da diverso tempo. Scusate se intervengo un po’ in ritardo ma ho visto solo ora questa discussione. Volevo riportare una cosa che ho letto. Spero sia utile.

Ciao.

Ulisse


Ci sono prove scientifiche dell’esistenza dell’anima?
«Non ancora. Tuttavia, esistono alcuni dati aneddotici relativi a casi di esperienze di quasi-morte (Nde). Quello della cantante americana Pam Reynolds è il più noto, e inspiegabile secondo la scienza materiali­stica. Nel 1991, le fu diagnosticato un grande aneurisma cerebrale inoperabile. Il neurochirurgo Robert Spetzler di Phoenix propose di tentare con la tecnica dell’arresto cardiaco ipotermico: alle basse temperature agire sui vasi è più agevole, mentre i tessuti possono resistere più a lungo senza ossigenazione. La Reynolds accettò il rischio. Durante l’intervento, la si poteva considerare 'morta': il suo cuore fu fermato e il suo elettroencefalogramma divenne piatto. Il tronco encefalico, responsabile delle funzioni automatiche, e i suoi emisferi cerebrali non davano più risposte, mentre la temperatura corporea scese a 22 gradi. A quel punto, i medici aprirono il cranio con una sega speciale. Successivamente, Pam riferì che in quel preciso momento si sentì proiettata fuori del corpo e fluttuante sul tavolo operatorio. Ma la cosa più notevole è che raccontò nei dettagli l’intervento (che non conosceva) e quello che diceva l’équipe in azione. Infine, entrò in un tunnel, al cui termine vide una luce calda, e sperimentò un’unione della propria anima con Dio.
Il caso è importante perché tutto accadde mentre la paziente era 'clinicamente morta' e ciò era certificato da persone esperte dotate di strumenti precisi; inoltre, Pam raccontò fatti verificabili che non avrebbe potuto sapere se non fosse stata cosciente nel momento in cui avvenivano ».
Tutto ciò che cosa dimostrerebbe?
«Innanzitutto, indica che la mente, la coscienza e il sé possono prolungare la loro esistenza quando il cervello è totalmente 'spento' e si è in presenza di morte clinica. In secondo luogo, in quelle condizioni, si hanno comunque le Ersm. E ci si può perfino spingere ad affermare, sulla base di molti altri racconti diffusi in tutto il mondo e in tutte le culture, che abbiamo la possibilità di connetterci, a livello mentale, con una coscienza superiore, cosicché i nostri atti mentali diventano distinti dal cervello, sebbene osservabili per mezzo di esso».
Inviato il: 2/12/2007 12:06
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#58
Ho qualche dubbio
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Da Lemuria
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Cioa Al... Ti invito a questa discussione che scrissi qualche giorno prima di leggere questa...è molto correlata.

http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=3775&forum=47
_________________
L'Apice della realtà è basato sull'inconsistenza di Essa.
- Davy-
Inviato il: 21/9/2007 21:17
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  •  Al2012
      Al2012
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#57
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/10/2005
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Una saluto a tutti.

Ovviamente, e come giusto che sia, ognuno ha le proprie opinioni e come è già stato detto l’argomento è molto complicato e quindi di difficile interpretazione.

Il mio pensiero, come penso anche il vostro avendo tutti una cultura occidentale, si è sviluppato seguendo una logica scientifica classica, in contrasto con un pensiero “dogmatico” cattolico.

Personalmente, non saprei dire se ha torto o a ragione, il pensiero “dogmatico” cattolico di un dio creatore/giudice, mi ha sempre infastidito anche perché è “farcito” con tutte le contraddizioni e debolezze umane, come del resto lo stesso discorso si può fare per la scienza che, anche essa, è bene ferma con i suoi “dogmi”.

Divisione tra scienza e spiritualità, è una questione culturale, non sostanziale; come culturale è la divisione tra massa ed energia.

In realtà non c’è nessun “ponte” da costruire tra i due continenti, scientifico e spirituale, perché non esisto due continenti, ma uno solo.

Il concetto di “Uno” è difficili da razionalizzare e quindi facilmente rigettato, ma penso che si debba fare lo sforzo per poterlo comprendere, lasciando da parte preconcetti, forse dobbiamo fare la stessa fatica che hanno fatto i nostri avi quando hanno dovuto abbandonare la visione della terra dal centro dell’universo.


La realtà dell’anima e la fisica quantistica
QUI

<< Quando parlo di Anima, automaticamente, in funzione di quali sono gli interlocutori, perdo in genere totalmente di credibilità; se invece di Anima, parlo di Campo di Informazioni non locali, già cambia qualcosa.

Quando si pronuncia il termine “Anima” si entra in genere in un campo, quello della Spiritualità che fa paura, fa paura soprattutto a chi si definisce “uomo di Scienza”.

Il titolo del Convegno, dicevo, qual è? “La Scienza incontra lo Spirito”. Ma la Scienza ha fatto di tutto, dalle sue origini, per evitare di confrontarsi con lo Spirito. Ha fatto l’inimmaginabile.

La prima precisazione che vorrei fare è che quando si parla di Spiritualità, non si deve pensare che essere “Spirituali” significa confessarsi, andare in Chiesa la domenica mattina e fare la comunione.
La Spiritualità è una cosa profondamente diversa.
Le Chiese, le Religioni sono una cosa.
La Spiritualità è un’altra cosa e può essere vissuta in modo autentico indipendentemente da esse.


Da George Ivanovic Gurdjieff all'olismo moderno
QUI

<< …. L’olismo odierno produce una visione dell'universo dove l'uomo è un insieme, un'unità olografica che contiene in sé la matrice dell'informazione totale del sistema di cui fa parte e con il quale scambia continuamente informazioni ed energia.

Anche le parti più piccole di cui l'esse-re umano e composto, le cellule, sono considerate perfette unità olografiche, in quanto ognuna di esse contiene, nel DNA, l'informazione globale dell'intera unità "corpo-mente", grazie alla quale può comunicare e relazionarsi continuamente con l'intero sistema.

La visione olistica della realtà non separa il mondo fisico da quello spirituale, ma, al contrario, considera l'esistenza composta di piani compenetrati di energie più o meno sottili ed evolute.

Del resto grandi fisici quali Albert Einstein, Wolfang Pauli, Niels Bohr, Erwing Shròdinger, Werner Heisenberg e Robert Oppenheimer erano convinti che il pensiero scientifico non e incompatibile con una visione spirituale del mondo.

All'inizio del terzo millennio, la scienza moderna ha ormai esteso la consapevolezza umana agli universi dell'infinitamente piccolo e dell'infinitamente grande, svelando ogni alchimia biologica del corpo e del cervello e le relative strutture.

Attualmente il mondo scientifico si trova in un momento di profonda trasformazione, con una parte di scienziati ancora ferma dentro una visione materialistica e riduttiva dei fenomeni inerenti alla vita, ma con un numero consistente di altri scienziati che proiettano quotidianamente il proprio pensiero verso nuovi paradigmi ed ipotesi.

Tali ipotesi riflettono per lo più il concetto di Unità Originaria da cui tutto si è sviluppato e con cui tutto continua ad essere connesso.

Le scoperte della fisica moderna realizzate agli inizi del '900 hanno costituito una vera e propria rivoluzione rispetto alle ipotesi scientifiche precedenti ed hanno non poco contribuito all'evoluzione delle nuove teorie su cui dibattono gli esperti di oggi.

Vediamone qualcuna.

Il "principio di indeterminazione" di Heinsenberg ci ha fornito la consapevolezza che la coscienza si manifesta interagendo con l'energia della dimensione fisica, proprio come se esistesse un'unica energia intelligente o coscienza vivente che si manifesta in infiniti aspetti e processi.

Col "principio di esclusione" del fisico Wolfang Pauli, premio Nobel nel 1945, viene evidenziato come esista una reale comunicazione nell'atomo come totalità, come se gli elettroni che lo costituiscono fossero costantemente a conoscenza l'uno della posizione dell'altro o della situazione globale in cui si trovano.

Da qui nasce e si sviluppa il concetto di "sincronicità" espresso da Cari Gustav Jung e quello di "non-località" utilizzato dai fisici moderni per spiegare un unica legge profonda che lega e connette ogni aspetto della vita.

Lo scienziato Ervin Laszlo pone alla base dell'esistenza di ogni cosa dell'universo, un vero e proprio "vuoto" da considerare uno stato di "pieno" potenziale, da cui tutto si origina e tutto vi ritorna, a partire dalle particelle subatomiche più elementari (quanti) per finire alle intere galassie.

Un "vuoto" dalle incredibili potenzialità e densità, cui potrebbero essere collegati fenomeni inspiegabili quali la non-località, la telepatia, la coscienza collettiva.

Già da questi pochi esempi tratti dalla ricchissima storia della fisica moderna ben si comprende come sia oggi considerata dalla scienza mondiale realistica l'ipotesi che le energie elettromagnetiche e l'intera realtà fisica sottostante al prodigio della vita siano create dalla paradossale natura delle particelle subatomiche, che si presentano, incredibilmente, sotto il duplice aspetto di particelle e di onde.

Insomma, la fisica quantistica, addentrandosi nel cuore della materia, ha scoperto che l'intero sistema vivente è interconnesso, cioè ogni frammento è intimamente legato con tutto il resto; che tutte le parti dell'universo sono connesse tra di loro dai campi elettromagnetici, come se fossero legate da un unica energia intelligente che si manifesta in differenti forme e processi di creazione, conservazione e distribuzione. >>


Ciao
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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 21/9/2007 19:24
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#56
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
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Citazione:
Per il resto, a me non è che "dia fastidio" sentir parlare di anima, di spirito o di dei. Mi dà più fastidio vedere mescolate tra loro considerazioni religiose o pseudo-religiose e fisica subatomica. Costruuire ponti è un'attività degna di rispetto, ma devono esserci due sponde e, spesso, occorre pur gettare qualche pilone tra una sponda e l'altra. Altrimenti è un po' un cercare di avanzare nel vuoto.


Pensavo di aver fornito un intera struttura scheletrica vincolando l'anima a fenomeni elettrobiochimici... Un po' di asfalto e ... uno dei ponti poteva essere gia' attraversato...

Citazione:
Inoltre, a me sembra che le parole che utilizziamo (e sulle quali tanto spesso ci scanniamo per thread interi) siano solo nomi. Nomi che stanno per altri nomi. Mi pare che il sistema linguistico sia un sistema chiuso, dove ogni parola rimanda solo e sempre ad altre parole (dal che l'impossibilità di pervenire a una qualunque decisione basandosi solo su di esse).


Sara' mica per questo che servono i ponti?

mc
Inviato il: 19/9/2007 15:36
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#55
Mi sento vacillare
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mc chiede
Citazione:
Ma tali modificazioni biochimiche sono sufficienti, secondo te, a definire: i pensieri, i sentimenti, la coscienza.....?


Francamente, non lo so. Quel che so è che questi sono i soli elementi che posso indagare scientificamente. E so che ne sappiamo pochissimo di queste cose. Mi pare di trovarmi nella situazione di una persona che decida di studiare in modo approfondito un metro quadrato di prato. Lo fa e, a un certo punto, si accorge che gli ci vorrebbe tutta la vita, e che probabilmente quella vita non gli basterebbe neppure. Nel frattempo è circondato da una folla intera che gli suggerisce come ci siano anche le nuvole, i corsi d'acqua, il vento, le radiazioni elettromagnetiche, le galassie. E che, senza mettersi a studiare il pezzo di prato, iniziano a costruire ipotesi notevoli sui collegamenti tra il movimento delle nuvole e la crescita di una delle margherite.

Inoltre, a me sembra che le parole che utilizziamo (e sulle quali tanto spesso ci scanniamo per thread interi) siano solo nomi. Nomi che stanno per altri nomi. Mi pare che il sistema linguistico sia un sistema chiuso, dove ogni parola rimanda solo e sempre ad altre parole (dal che l'impossibilità di pervenire a una qualunque decisione basandosi solo su di esse). Così, quando parlo di "pensiero", lo faccio perché il termine è "economico"; non posso, ogni volta, mettermi a specificare le migliaia e migliaia di avvenimenti che stanno dietro questa semplice parola.
E capisco che occuparsi di quegli avvenimenti possa apparire meno gratificante che utilizzare le parole, ma mi rimane la sensazione che spesso lo si faccia per sfuggire alal fatica, concreta e reale, di capire cosa accada a livello micro, prima di cercare di occuparsi di cosa accada a livello macro.

Per il resto, a me non è che "dia fastidio" sentir parlare di anima, di spirito o di dei. Mi dà più fastidio vedere mescolate tra loro considerazioni religiose o pseudo-religiose e fisica subatomica. Costruuire ponti è un'attività degna di rispetto, ma devono esserci due sponde e, spesso, occorre pur gettare qualche pilone tra una sponda e l'altra. Altrimenti è un po' un cercare di avanzare nel vuoto.

Buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 19/9/2007 14:33
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  •  shampoo
      shampoo
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#54
So tutto
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Ciao Davy! Piccola digressione: non credere che io abbia chissà quale e quanto materiale tricologico in testa da poter dire di essere un grande fruitore di shampoo (benchè io sia un tenero fiorellino di 30 anni appena)...in realtà il nick è riferito al personaggio di un manga che io adoro e che c'entra in qualche modo con questo thread in quanto con una tecnica di combattimento che prevede l'uso della digitopressione la gentil donzella di nome Shampoo (non quella che ho in avatar, quella è Akane Tendo) faceva perdere selettivamente specifici ricordi agli avversari (ad ogni shampoo utilizzato corrispondeva una area semantica da cancellare dal magazzino della memoria a lungo termine).

Si è vero, il termine anima è difficile da definire, anche perchè è intriso secondo me di talmente tanti significati e di talmente tante influenze culturali che si rischia spesso, quando se ne discute, di saltare da un tipo logico ad un altro dando luogo a paradossi talvolta anche interessanti, ma che si fermano al livello dei cosiddetti "principi dormitivi": trovare un motivo, un perchè da abbracciare e su cui fermarsi. Il tuo post è davvero interessante.

Per il resto, non so, io anche rialacciandomi all'articolo sopra citato, non credo, come avevo già scritto, che una logica lineare possa effettivamente arrivare a comprendere in sè l'intera questione mente-corpo, o sè-corpo, come da titolo del thread. Del resto, io sono del parere che il corpo in sè, a diversi livelli, sia in grado di esaurire tutte le dimensioni del nostro essere: ci sono meccanismi di cui siamo consapevoli ma non coscienti; se per esempio fossimo coscienti e dunque sentissimo tutti i processi fisiologici che hanno luogo diventeremmo matti ; altro esempio banale: il cuore, che è l'organo che per ecellenza "si sente" è stato, secondo me non a caso, investito del suo ruolo di sede delle emozioni e dei sentimenti e anche nel caso di esperienze di ospedalizzazioni fino al caso dei trapianti di questo organo, ci sono vissuti assolutamente peculiari rispetto ad altri organi.
Però, secondo me, si tratta appunto di diversi gradi e livelli anche qualitativi di consapevolezza che esercizi come la meditazione aiutano a raggiungere ma che comunque hanno il loro substrato neuroanatomico nei network composti da diverse aree cerebrali e dalle connessioni tra esse (quando leggo, "scoperta l'area della fede, quella del sarcasmo e quella del piacere di osservare il cielo azzurro" mi viene un po da ridere); il cervello in effetti ha una modalità di funzionamento che tende necessariamente all'economia: basta che una parola a noi nota nella nostra lingua (se siamo madrelingua e alfabetizzati) mantenga la prima e l'ultima lettera in posizione corretta per essere elaborata e compresa anche se le lettere nel mezzo vengono mischiate e messe alla rinfusa. Poi dopo, esperienze, stimolazioni più o mene intense, esercizi come anche la semplice lettura o il fare cruciverba (che io non faccio mai e men che meno i rebus perchè sono più impedito di una capra stitica) sono possibili secondo me grazie a modificazioni biochimiche, che poi a loro volta su di queste agiscono rafforzandole e modificando gli aspetti funzionali dell'attività cerebrale stessa, secondo un meccanismo "dialettico" che va molto oltre la mia capacità di spiegarmi, che sono poi anche i principi su cui si basano le tecniche di stimolazione e riabilitazione cogntiva in caso di danni strutturali a cui far fronte con diverse modalità funzionali cui fanno seguito differenti strategie comportamentali e cognitive nella vita di tutti i giorni.

Ovviamente mia personale e parziale visione anche se non posso negare che


Citazione:

nessuno ha scritto:
Dal mio punto di vista non si tratta di "pensieri che cambiano la materia", ma del fatto che i "pensieri" sono il nome che diamo a modificazioni biochimiche ed elettriche delle funzioni cerebrali.

Buona vita

Guglielmo


io personalmente gli farei un monumento e per il concetto espresso e per la sintetica chiarezza
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Nothing is impossible. C'è ancora gente che crede che dio esista......
Inviato il: 19/9/2007 11:04
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#53
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ovviamente, almeno dal mio punto di vista, devono esistere modificazioni fisiche e chimiche nel cervello, dopo una sessione di meditazione (di qualunque tipo). Ma la direzione dell'effetto non è quella da te ipotizzata. Dal mio punto di vista non si tratta di "pensieri che cambiano la materia", ma del fatto che i "pensieri" sono il nome che diamo a modificazioni biochimiche ed elettriche delle funzioni cerebrali.

Ma tali modificazioni biochimiche sono sufficienti, secondo te, a definire: i pensieri, i sentimenti, la coscienza.....?

Sono d'accordo con te che sia improbabile che "i pensieri possano cambiare la materia" (almeno, per come si descriveva prima) ma trovo che parlando di combinazioni elettrochimiche solamente, qualcosa mi sfugga, e, chi mi conosce, sa che non sto parlando di dio, in nessuna maniera si possa intendere quel concetto . Mi riferisco piu' a zone di gestione piu' complesse che arrivano a diventare una entita' con caratteristiche univoche, ma questo solo a livello intuitivo (non ho le basi per poterne parlare... ).
Certo pur sempre eventi elettrobiochimici, concretamente e puramente fisici, ma ad un livello piu' alto di coordinamento. Pur non sapendo di che si tratti, non mi trovo affatto a disagio nel parlare di entita' eventuali, basta che rimangano localizzabili nei meandri del solo ambito umano... ...
Voglio dire, semplicemente: parlo di anima-cuore-coscienza pero' sempre tenendone presente le origini cerebrali, quelle elettrobiochimiche e senza sentire il bisogno di proiettare il tutto oltre la mia personale dimensione umana. Escludendo percio' possibilita' di ipotesi divine... ipotesi di energie universali, etc...
Quello che viene descritto da queste ipotesi concettualmente plausibili rappresenta una sorta di schematizzazione simbolica di cio' che accade a livello fisico, secondo me.
saluti

mc
Inviato il: 19/9/2007 10:21
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#52
Mi sento vacillare
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Al2012 ha scritto:
Citazione:
Recentemente, ho letto di studi che dimostrano quanto profondamente e rapidamente il cervello altera le sue funzioni e persino la sua struttura fisica in seguito a certe forme di pensiero: mi riferisco nello specifico, alla meditazione (Psychosom Med, 2003; 65: 564-70; NeuroReport, 2000; 11:1581-5). In poche settimane, le persone che pensano determinati pensieri alterano aree precise del cervello


Dunque... l'articolo originale è QUESTO. E, leggendolo bene, in nessuna parte di esso si fa riferimento a "cambiamenti nella struttura fisica", mentre si specifica più volte che sono stati riscontrati cambiamenti nelle funzioni del cervello. L'articolo si conclude con queste parole: "Our findings indicate that a short training program in mindfulness meditation (MBSR) has demonstrable effects on brain and immune function and underscores the need for additional research on the biological consequences of this intervention.. Quindi, ad essere modificate sono le funzioni, non le strutture. Ovviamente, almeno dal mio punto di vista, devono esistere modificazioni fisiche e chimiche nel cervello, dopo una sessione di meditazione (di qualunque tipo). Ma la direzione dell'effetto non è quella da te ipotizzata. Dal mio punto di vista non si tratta di "pensieri che cambiano la materia", ma del fatto che i "pensieri" sono il nome che diamo a modificazioni biochimiche ed elettriche delle funzioni cerebrali.

Buona vita

Guglielmo
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"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 19/9/2007 8:39
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#51
Ho qualche dubbio
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Un Caro Saluto a Timor,Gandalf,Guglielmo,AL,MC,Shampo(beato te che lo usi )ed ovviamente Fiammifero,alla quale devo ancora una risposta.

Ho iniziato a scrivere in questa discussione perché Guglielmo proponeva domande che dessero risposta ad interrogativi ai quali secondo me ora lui stesso può rispondere.

In questa discussione Abbiamo allacciato scienza e filosofia ponendoci così delle risposte che portano ad altre domande.
La scoperta individuale del concetto di Anima/e rappresenta per la scienza ufficiale la minaccia più grande.
E’ una parola che esiste,e quando la si pronuncia non si ha mai chiarezza sul suo significato.
Questo accade perché è proprio la scienza a non dare chiarezza su ciò.
Se prendiamo ad esempio l’interpretazione della parola “Anima” nell’ enciclopedia wilkipedia,

http://it.wikipedia.org/wiki/Anima

Ci sono varie versioni riguardo all’aspetto scientifico,filosofico e culturale,
e fondamentalmente Anima viene considerata in modo poco comprensibile che mischia oppositamente il duale al triale.

· anima / corpo, dove rappresenta il principio vitale di natura immateriale che, finché è presente, rende la materia altra da sé;
·
· anima / spirito, dove rappresenta il principio senziente contrapposto a quello raziocinante;
·
· anima / animo, dove rappresenta una sensibilità di tipo ricettivo contrapposta ad una di tipo attivo e appropriativo.


In questa descrizione viene esposto in verità il concetto di Anima solo nell’ultimo punto,ossia quello che lega effettivamente l’anima al Cervello/Mente,e le stesse parole si chiudono in un “tranello” che porta a credere che la mente sia l’anima,mentre Anima è una cosa a sé.
Se mettiamo la parola “nascosta” davanti a questi tre punti,e sostituiamo la parola “anima” con “mente”; possiamo subito notare che la confusione sul significato può svanire in quanto le stesse affermazioni ci fan capire l’ironia del gioco...

ANIMA-MENTE-CORPO: dove ANIMA rappresenta il principio vitale di natura immateriale che, finché è presente, rende la materia (CORPO/SPIRITO) altra da sé.(Anima)

ANIMA-MENTE-SPIRITO: dove ANIMA rappresenta il principio senziente (ANIMA-MENTE-CORPO) contrapposto a quello raziocinante (ANIMA-MENTE-SPIRITO)

ANIMA-MENTE-ANIMO: dove ANIMA rappresenta una sensibilità di tipo ricettivo (ANIMA-INCONSCIO-SUBCONSCIO-MENTE) contrapposta ad una di tipo attivo e appropriativi (MENTE-SUBCONSCIO-CONSCIO-CORPO/SPIRITO)

Nell’ultimo punto possiamo notare che “mente” è presente nel mezzo della correlazione tra inconscio e conscio…ovvero subconscio.
A mio parere non bisogna chiedersi se esiste un fattore che dà leva al proprio io,ma bisogna chiedersi con quale modalità tale fattore viene condizionato.

In quanto:
ANIMA-INCONSCIO-SUBCONSCIO-MENTE-MENTE-SUBCONSCIO-CONSCOIO-CORPO & SPIRITO.
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L'Apice della realtà è basato sull'inconsistenza di Essa.
- Davy-
Inviato il: 19/9/2007 0:09
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#50
Sono certo di non sapere
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Timor,
spero condividerai le tue nuove avventure, solo quelle relative agli interessi del forum, naturalmente, con noi...

Il mio consiglio e' di stare attento, e poi di reinterpretare tutto non secondo cio' che hai letto in precedenza, ma secondo cio' che sei (nessuna arroganza da parte mia, perche' sai che non ho esperienze in quel campo...).
Tanto immagino farai cio' che ti pare ... (per questo mi son permesso.. ) ... buon tutto....

mc
Inviato il: 18/9/2007 12:55
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#49
Sono certo di non sapere
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Non c'e' bisogno di nessuna scusa, shampoo... : il mio commento non era ironico e il tuo post l'ho trovato interessante davvero.
Quando voglio ironizzare ci metto piu' impegno .

Saluti

mc
Inviato il: 18/9/2007 9:00
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  •  Al2012
      Al2012
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#48
Dubito ormai di tutto
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Timor BUON VIAGGIO !!!

Salutami “Pondicherry” e “Auroville!”.

Tutto questo è un ricordo che risale all’Agosto del 1982 !!!!

Con questo non voglio dire che sia un esperto di Aurobindo, che resta comunque una voce importante della mia personale ricerca della cosiddetta “spiritualità”, che ha avuto dei grandi momenti di assopimento, negl’anni seguenti.

Beh !!! Con un po’ di invidia ti auguro nuovamente un viaggio sereno in tutti i campi.



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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 17/9/2007 22:35
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#47
Mi sento vacillare
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Non ho tempo di concentrarmi e rispondere adeguatamente ma voglio mandare un grosso saluto a tutti dall'India.
Dato che Al2012 (di cui inevitabilmente condivisdo il pensiero) li ha citati fra qualche giorno il mio viaggio zaino in spalla mi condurra`al monte shivaita amato da Ramana Maharishi e alla citta`-ashram fondata da Aurobindo.
Il mio corpo e` proprio contento, o era la mia mente? mha Salutoni

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"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 17/9/2007 18:23
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  •  shampoo
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#46
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Ciao mc; poi scusami se ti è sembrato che volessi mettermi a fare lezione, a te nello specifico, era solo che siccome non scrivo quasi mai in queto forum ma a volte leggo, avevo preso il tuo post come input per fare delle considerazioni...siccome sono argomenti difficili sia da spiegare che da inquadrare, certezze vere e proprie non ne ho e il tuo punto di vista per me è assolutamente comprensibile.

A me per esempio viene anche da pensare che se qualcuno mi chiedesse che cosa è per me il mio viso, la mia testa o altro ancora, direi che è solo una "gestalt" di fenotipi che rimandano al corrispettivo genotipo, a livelli più complessi potrei arrivare fino alla definizione di aspetti molto più estesi, forse.

Io, personalmente, l'emozionale lo riconduco ancora al cerebrale (sono di coccio) come il cognitivo. La stessa "teoria della mente" (capire o al limite inferire cosa possa pensare o sentire qualcuno in una determinata situazione...la dico in soldoni) passa per la comprensione e il riconoscimento delle emozioni altrui attraverso l'espressione del volto e di tutto il resto del non verabale che viene veicolato dai vari distretti corporei (cosa che difficilmente accade negli autistici o in chi ha riportato lesioni a determinate strutture cerebrali).

Interessante più che il perchè in effetti sarebbe il come si viene ad abbracciare una posizione piuttosto che un altra...mettici poi che l'uomo è la specie che più di tutte ha sviluppato la corteccia prefrontale e dunque la capacità di concettualizzare, creare teorie, metateorie ecc ecc e ci si apre un mondo fatto di significati da attribuire a tutto quello che viviamo e di cui facciamo esperienza. Quindi, nulla in contrario ai termini usati tipo cuore, anima (brrrr) mente (mmh) ecc e al ricorso all'intuito
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Inviato il: 17/9/2007 17:49
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#45
Dubito ormai di tutto
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L'influenza della mente sulla materia

cito da :
QUI

<<….. Recentemente, ho letto di studi che dimostrano quanto profondamente e rapidamente il cervello altera le sue funzioni e persino la sua struttura fisica in seguito a certe forme di pensiero: mi riferisco nello specifico, alla meditazione (Psychosom Med, 2003; 65: 564-70; NeuroReport, 2000; 11:1581-5). In poche settimane, le persone che pensano determinati pensieri alterano aree precise del cervello.

Ciò che questa ricerca lascia supporre è che il nostro organismo sia una sorta di Play-Doh [pasta da modellare, NdT] che viene plasmata dai nostri pensieri consci. La consapevolezza forma il nostro io fisico, e non il contrario. Se nel corso di tutta la vita il cervello può essere fisicamente trasformato semplicemente grazie a pensieri migliori, altrettanto vale per il resto del corpo.

La remissione spontanea può originare solo dalla plasticità dinamica ed energetica del corpo in quanto servitore della consapevolezza. Il migliore proposito salutare da ora in poi è incredibilmente semplice: risolversi ad avere pensieri felici.

Molto è stato scritto riguardo la cosiddetta “personalità del cancro”: in realtà, forse il punto sarebbe arrivare al cuore del cancro nella tua anima………….>>


Cito da:
Tu crei la tua realtà?
QUI

<<…………. E' da qui, e solo da qui, che si comprende ciò che prima sembrava un semplice aforisma: "Tu crei la tua realtà".

Ma tu chi? Chi crea che cosa? E se due persone creano due realtà diverse e interagiscono?

Calma... anzi... karma...

Innanzitutto bisognerebbe deipnotizzarsi dall'idea di essere un (1) io.

Chi ha familiarità con qualche testo che tratta di esoterismo o anche di studi religiosi comparati avrà sicuramente presente l'immagine di un quadrato sul cui lato superiore è appoggiata la base di un triangolo.
Il quadrato rappresenta i primi quattro livelli di coscienza dell'essere: fisico, emotivo, mentale (inteso come somma di automatismi) e Mentale (nel senso alto del termine).
Il triangolo rappresenta invece i tre stati più sottili o spirituali dell'essere: il quinto, sesto e settimo chakra, nella tradizione hindù, o se preferite lo spirito, lo spirituale... la coscienza.

Non perdiamoci nelle parole, prendiamo solo nota di due aspetti fondamentali dell'essere, così rappresentato:

uno più legato alle contingenze, alla materia e quindi, per forza di cose, identificato col corpo e in ultima analisi egocentrico;

ed uno che, a seconda della vostra cultura o sensibilità, potete chiamare come volete: Se, vero Sé, Divino, Essenza, Atman, Coscienza pura... ecc.

Un personaggio molto dolce, e a quanto si dice molto saggio (Ramana Maharshi), invitava i suoi discepoli a porsi questa domanda: "Chi sei tu?"………>>

<<….. Lascio ai lettori di Re Nudo il piacere di documentarsi sui vari esperimenti condotti in ambiti anche scientifici a riguardo di come atteggiamenti o altre risorse in loro potere possano influenzare la realtà.
Il più bello, il più poetico che qui vorrei ricordare è quello del dottor Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, che ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua. Emoto ha differenziato le acque esponendole a parole scritte, musica di Mozart, discorsi di Hitler, scritte di minacce o d'amore. Ha fotografato i diversi tipi di acque così "trattate", registrando risultati sorprendenti: i cristalli mutano radicalmente di struttura a seconda dei messaggi a cui sono esposti. Ad esempio constatava forme armoniose per la parola amore e per la musica di Mozart; strutture caotiche nelle acque sottoposte ad insulti e minacce. Il pensiero, l'atteggiamento cosciente ha mutato le forme dell'acqua... il nostro corpo dalla nascita alla vecchiaia è composto d'acqua per il 60-90%...

Ora, fino a dove può arrivare l'affermazione che TU CREI LA TUA REALTÀ?

Fino a dove vuoi, credo!>>

"Ci avete mai pensato che la parola "spiritualità" indica non materia,incorporeità ed immateriale proprio come le idee,i pensieri che provengono dal ns.cervello così come le emozioni e che senza di esso,il cervello,non potrebbero manifestarsi? "

"Proprio come la carica elettromagnetica e i campi elettrici hanno una qualità o natura diversa dagli oggetti solidi che stavano al cuore del modello newtoniano, la coscienza è un livello della realtà persino più sottile delle forze o dei campi di forza."

La similitudine con i campi magnetici o i campi gravitazionali, e soprattutto i campi elettromagnetici, mi aiuta a concepire, ad immaginare il “pensiero” come fenomeno generato in un “campo di coscienza” come la corrente è generato da un campo magnetico: un avvolgimento in rame che ruota (vedi cervello e sistema nervoso) all’interno di un campo magnetico (vedi campo cosciente)

Ovviamente questo similitudini sono imperfette, ma aiutano una mente razionale ad agganciarsi a qualcosa di noto per comprendere qualcosa di “non noto”

"La nescienza della Materia è una coscienza velata, involuta o sonnambula che contiene tutti i latenti poteri dello spirito.
In ogni particella, atomo, molecola e cellula della Materia vive nascosta ed opera ignorata tutta l'onniscienza dell'Eterno e l'onnipotenza dell'Infinito.
In un certo senso si può affermare che l'intera creazione è un movimento fra due involuzioni: quella dello spirito, in cui tutto è involuto e da cui tutto evolve (o devolve) verso il basso, verso il polo della Materia; e quella della Materia, in cui tutto è altrettanto involuto e da cui tutto evolve verso l'alto, verso il polo dello Spirito."
<<SRI AUROBINDO >>

Scusate la lunghezza delle citazioni, ma è un appoggio di cui ho bisogno per esprimere la linea del mio pensiero, ed anche perché ho compreso che la una caratteristica fondamentale della vita (a tutti i suoi livelli) è lo scambio di “informazione”, “Passa la palla !!!”

Campi morfici e campi morfogenetici.

<< Secondo la teoria di Sheldrake se un certo numero di persone sviluppa alcune proprietà comportamentali o psicologiche od organiche, queste vengono automaticamente acquisite da altri membri della stessa specie.

Così se una buona parte dell’umanità raggiunge un certo livello di consapevolezza spirituale, questa stessa consapevolezza si estenderebbe per risonanza morfica ad altri gruppi coinvolgendo quindi l’intero sistema (questo numero di persone o comunque di individui appartenenti ad ogni altra specie in cui si verificherebbe un analogo fenomeno é chiamato massa critica).
Ogni trasformazione individuale comporta una modificazione del sistema e chi si trova all’interno di questo sistema viene inevitabilmente coinvolto.
Cominciamo quindi a trasformare noi stessi. Questo è il massimo che possiamo fare. La trasformazione personale è l’arma più potente che si possa usare per modificare l’umanità e l’intero pianeta.

Questa esemplificazione discende dalla controversa teoria della ‘causalità formativa’ di Sheldrake che ovviamente implica un universo non meccanicistico, e governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.

Sheldrake dopo avere studiato scienze naturali a Cambridge e filosofia ad Harvard conseguì il dottorato di ricerca in biochimica a Cambridge nel 1967 diventando poi direttore del dipartimento di biochimica e biologia cellulare della stessa Università, e passando ad altri incarichi presso altri centri di ricerca.
Tra le opere di riferimento di S. vi sono A New Science of Life e The Presence of the Past, nei quali espone la sua teoria della morfogenesi.
Altre opere significative di S. sono The Rebirth of Nature in cui esamina le implicazioni filosofiche della morfogenesi, e i Trialogues at the Edge of the West che ha scritto con Terence McKenna e Ralph Abraham, in cui analizza e dibatte molte idee sulla natura della realtà. ……..>>
(Continua)


tratto (sempre da link sopra indicato) da “Intervista con Rupert Sheldrake [una storica intervista di Rebecca McClen Novick e David Jay Brown, con in cui l'Autore espone in forma semplice e di dialogo i fondamenti della sua teoria e dei suoi esperimenti


<< ….. RMN: Secondo te l’ipotesi della causalità formativa non contraddice la teoria ortodossa ma in effetti la incorpora e la completa. Come è possibile?

RUPERT: La teoria ortodossa nella biologia e nella chimica, e nella scienza in generale, è la teoria meccanicistica della natura che afferma che tutti i sistemi naturali sono come macchine, e sono costituiti da processi fisici e chimici.
Quello che io dico è che si può, se volete, paragonare certi aspetti della natura a delle macchine, ma questo non basta per spiegarli.

La natura non è una macchina.

Io e voi non siamo macchine.
Possiamo essere simili a macchine sotto certi aspetti.
Il nostro cuore può essere simile a una pompa e il nostro cervello, in un certo senso, simile a un computer.

La teoria meccanicistica ci fornisce delle analogie meccaniche della natura, ed è vero che si può guardare a certi aspetti degli organismi in questo modo.

Ma per altri importanti aspetti, la natura in generale, e gli organismi in particolare, non sono macchine o simili a macchine.

Quindi, quello che voglio dire è che la teoria meccanicistica va bene per quello che vale.

Il suo contenuto positivo va bene quando ci descrive la fisica degli impulsi nervosi, o la chimica degli enzimi; questo va bene, queste sono informazioni utili, e sono una parte del quadro.

Ma se afferma che la vita non è altro che cose che possono essere spiegate in termini di normale fisica, che esistono già nei libri di fisica, se afferma che la vita non è nient’altro che questo — e questo è quello che dice la maggior parte dei biologi meccanicistici — allora penso che sia sbagliata, perché è troppo limitata.

È come guardare a una parte del quadro e pensare che sia il tutto. È una mezza verità.


RMN: Tu hai inglobato tutto questo nella tua teoria e lo hai semplicemente portato a un altro livello...?

RUPERT: Sì. Nel mondo di cui sto parlando ci sono sempre gli impulsi nervosi e gli enzimi; la biofisica e la biochimica classiche sono sempre lì.

Quello che non c’è più è l’ipotesi che tutti questi aspetti del processo siano tutto quello che c’è.

Per fare un’analogia, è come cercare di capire un edificio.

Se vuoi capire come è fatto un edificio, un modo di considerarlo è dire, bene è fatto di legno e di altre cose, di metallo e così via.
E poi possiamo dire di poter misurare, di poter analizzare il legno e gli altri componenti.
Si può determinare esattamente quali sostanze sono contenute nel legno, l’esatta composizione molecolare, gli esatti componenti dell’edificio.

Ma quando lo scomponete per analizzare le parti, la forma dell’edificio, la struttura delle stanze, il piano generale scompare quando analizzate i componenti, specialmente se dovete distruggerlo per fare questo.

E di solito per analizzare i componenti chimici di un organismo, per prima cosa dovete ucciderlo e distruggerlo. Quindi il piano dell’edificio fa anch’esso parte dell’edificio, è l’aspetto formativo dell’edificio, la forma.

E non riuscirete mai a capire il progetto dell’edificio, la sua forma o la sua funzione, semplicemente analizzando i suoi componenti. Anche se senza i componenti, il legno e tutto il resto, non esiste nessun edificio. … >>

Un saluto a tutti e, nuovamente scusate la lunghezza.

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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 17/9/2007 17:38
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#44
Sono certo di non sapere
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Grazie per l'esaudiente e molto interessante spiegazione.
La mia posizione rimane a meta', comunque.
Non mi sconvolge mantenere entrambi i punti di vista come plausibili spiegazioni della realta', anche se propendo, come accennavo, piu' per la versione "del cervello centralista".

Infatti dicevo: "che i pensieri sono manifestazioni fisiche e poco altro di indefinito". Quel poco altro che di indefinito c'e', lo leggo anche nelle tue parole:"...questa "mente" come spesso viene intesa...". Intenderla cosi' e' plausibile, a mio avviso, perche' "mente" corrisponde tutte le caratteristiche complessita' che il termine indica concettualmente. E' proprio in quelle complessita' sconosciute che si fonda il mio limitato "appoggio" ad una determinata visione delle cose: quella che vuole mente e corpo due entita' divise (ovviamente in piena simbiosi).
La parte interessante di un analisi del genere e' il fatto di afferrare (o almeno averne la sensazione) a livello emozionale qualcosa di cui non si conosce quasi nulla. Chiamarla in un qualsiasi modo (cuore, anima, mente, coscienza o consapevolezza) non puo' essere un errore.
Avere la sensazione di controllare l'intero sviluppo della propria vita o di vederla da una distanza tale da afferrarne i confini, i limiti ... non credo si possa dimostrare scientificamente come sensazione.... non ho dubbi che possa esistere una tale dimensione mentale (anche se posso anche arrivare a ritenerla una proiezione immaginifica...) per cui identifico cio' con i mezzi che mi permette l'intuito.

mc
Inviato il: 17/9/2007 17:10
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      shampoo
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#43
So tutto
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Da On the border line
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Citazione:

mc ha scritto:

In maniera molto piu' superficiale rispetto all'approccio spiritualista, individuo, come accenna Timor, nel sogno, per esempio, una assenza di "corpo". Intendendo come attivita' cerebrale inconsapevole quello che una subcoscienza genera durante il sonno. E' una distinzione intuitiva, per quanto mi riguarda, che in realta', pensandoci bene, sembra piu' avvicinarsi alla definizione di "stimolazione interna" e "stimolazione esterna". Quando dormo subisco delle stimolazioni interne, quando son sveglio le subisco dall'esterno.

(sono sostanzialmente d'accordo con chi sostiene che derivi tutto dal cervello... che i pensieri siano manifestazioni fisiche e poco altro di indefinito... )

mc


Ciao mc.
Per la verità nel sogno non c'è assenza di "corpo", nel senso che a livello elettrofisiologico il cervello continua a lavorare incessantemente (e per fortuna sennò stiamo apposto) e il sogno, quello più vivido, dove si possono individuare e dunque ricordare e ricostruire dei contenuti, avviene proprio in quella fase, la REM, dove l'attivazione cerebrale è più simile allo stato di veglia, anche proprio nell'aspetto più fisico, sebbene il corpo sia fermo e di fatto "inerte/inerme". E' una struttuta sottocorticale, la formazione reticolare ascendente, che è meno attivata e fa si che subentri lo stato di sonno, ma sogniamo perchè la corteccia è attiva.
Tra l'altro, una miriade di processi cognitivi e fisiologici in genere hanno luogo sotto livello di coscienza; affinchè noi siamo consapevoli di un determinato processo l'informazione deve passare per la corteccia ed è li che poi possiamo dar luogo a dubbi, idee, pensieri e ragionamenti e anche disquisire su argomenti complessi e affascinant come questi fino a esperire di essere composti di due entità che in diversi gradi e a diversi livelli interagiscono tra esse, come appunto la mente e il corpo, che invece secondo me sono due diversi termini con diverso valore semantico che pertengono comunque ad una sola cosa: l'organismo (o almeno io lo chiamo così perchè alla fine, il nostro lessico, o almeno il mio, non è così ricco ed evoluto da rendere conto sempre dei nostri pensieri e delle nostre idee, a volte mancano proprio i termini per riferirsi a specifici concetti, o meglio per essere in grado di renderli espliciti).Le stesse emozioni sono in buona parte veicolate dal corpo, prima ancora che la nostra "mente" le decodifichi, vi dia un significato e possa anche inibire o modulare le reazioni che alle emozioni si associano: quindi mi pare di poter dire, diversi step, diversi livelli di organizzazione di uno stesso "meccanismo" che poi nel linguaggio comune si rendono in locuzioni del tipo "a mente fredda mi sono controllato, a caldo gli avrei scassato la faccia".
Ci sono molti fenomeni, come la visione cieca, il priming semantico, l'utilizzo della via rettino tettale, in caso di danno o agenesia delle vie visive principali, che rendono conto di comportamenti che a noi sfuggono a livello cosciente eppure il corpo riesce comunque a far si che questi si realizzino basandosi sempre e comunque sulla relazione con l'esterno e dunque con l'ambiente.
Lo stato di trance ad esempio è caratterizzato da una condizione di attivazione elettrofisiologica assai diversa da quella del sonno, ma anche li in teoria non dovrebbe esserci un grosso influsso delle stimolazioni esterne, gli stessi deja vu (eddai, siate clementi, non conosco il francese) sono caratterizzati da attivazioni di strutture sottocorticali come l'ippocampo, che, deputato alle funzioni mnestiche soprattutto di tipo visuospaziale e di eventi in successione temporale, sembra riproporre attraverso il riverbero neurale, dei pattern di stimolazione esperiti in momenti e periodi diversi della nostra vita, un po quello che succede nei sogni, dove le stimolazioni esterne riprendono forma anche se fisicamente assenti grazie a meccanismi di memoria e riverbero delle scariche elettro-chimiche delle nostre amatissime sinapsi.

Tutta sta sbrodaglia per dire che in effetti, ci sono molti esempi di dissociazione automatico/volontario implicito/esplicito coscienza/consapevolezza e che dunque, in base ad essi, questa "mente" come spesso viene intesa sia più che altro un aspetto legato all'attività cerebrale, ossia rientri nella sfera delle funzioni cognitive superiori fino ad inglobarle e a poterne metacomunicare, ma che non si possa disgiungere dal corpo e secondo me, non è nulla di diverso, da un punto di vista anche ontologico, da esso. Penso ci sia una circolarità che va oltre la linearità della logica di causa effetto e che i livelli su cui diversi fenomeni si inseriscono siano in continuo rapporto reciproco, continua trasformazione, continua influenza.
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Inviato il: 17/9/2007 14:46
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#42
Sono certo di non sapere
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Citazione:
L'unica realtà stabile è il cambiamento.

Penso si possa tranquillamente dire che questo "divenire" del corpo e del cervello, sancisca in qualche modo un confine tra i vari elementi.
Corpo-cervello che: fissato in un istante e' evento fisico, materiale.
Corpo-cervello che: visto nella sua manifestazione globale e' coscienza, e' mente.

Il posto di cui si parla, in cui tutto parrebbe confluire, non potrebbere essere proprio questa sensazione di vedere (intuire, sentire, capire) dalle proprie origini alla propria fine, entrando in questa ottica globale?
Un ottica che si puo' "agganciare" gia' solo acquisendo il concetto di "dinamicita'" della propria essenza? (...quindi a portata di mano di tutti...)

L'esperienza sconvolgente e' quella di rivivere e vivere, passato e futuro, nello stesso istante:
un insieme di ricordi e presentimenti, in un turbinio di informazioni e conoscenze.
Questo potrebbe essere agevolmente definibile "tempo inesistente". Un unico ricordo di informazioni personali, che nella sua multiplicita' perde ogni riferimento temporale e diventa (relativamente alla propria esistenza) un istante infinito.


mc
Inviato il: 17/9/2007 13:54
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#41
Sono certo di non sapere
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Ciao Guglielmo,
eccomi dopo tanto... innanzitutto, capisco la tua perplessita'...
Forse la distinzione non c'e' affatto, in effetti. Cioe' anche i pensieri sono azioni di tipo fisico (elettrobiologico)... ma non mi sento di negare totalmente le interpretazioni "spirituali" come non plausibili.

In maniera molto piu' superficiale rispetto all'approccio spiritualista, individuo, come accenna Timor, nel sogno, per esempio, una assenza di "corpo". Intendendo come attivita' cerebrale inconsapevole quello che una subcoscienza genera durante il sonno. E' una distinzione intuitiva, per quanto mi riguarda, che in realta', pensandoci bene, sembra piu' avvicinarsi alla definizione di "stimolazione interna" e "stimolazione esterna". Quando dormo subisco delle stimolazioni interne, quando son sveglio le subisco dall'esterno.

(sono sostanzialmente d'accordo con chi sostiene che derivi tutto dal cervello... che i pensieri siano manifestazioni fisiche e poco altro di indefinito... )

mc
Inviato il: 17/9/2007 13:20
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  •  nessuno
      nessuno
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#40
Mi sento vacillare
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Citazione:
E tu, mi pare, intendi risolvere il dualismo corpo - mente negando l'esistenza di quest'ultima?


Diciamo che è un'ipotesi di lavoro... perché quella faccia?

Citazione:
Non bisogna confondere le manifestazioni esterne di sensazioni, sentimenti con i sentimenti stessi....


Le manifestazioni + le sensazioni sono i sentimenti stessi.
La non ripetibilità dei sentimenti è ovvia. Nulla si ripete. E il corpo di oggi non è quello di ieri.
Citazione:
Ma l'esperienza insegna che non è così, che la felicità spesso ci coglie in istanti, luoghi e tempi inaspettati e che, per quanto noi si provi a ricreare quelle stesse condizioni per riprovare la medesima gioia ecco che essa ci sfugge e giunge in cambio la delusione e l'amarezza....


E l'errore (se di errore si può parlare) sta tutto in quel termine: medesima. L'unica realtà stabile è il cambiamento.

Buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 16/9/2007 18:28
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  •  fiammifero
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#39
Sono certo di non sapere
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Citazione:
<<“Non ci posso fare nulla se amando il corpo con attenzione lo vedo svanire”>>

e perchè non trasformare?
caspita che angoscia trapela da quel "svanire" che mi fà pensare alla Lettera ai Romani : Ma i desideri della carne portano alla morte,
mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace
.
Non c'è niente da fare,i retaggi di una cultura di mortificazione delle carni colpiscono ancora
Ci avete mai pensato che la parola "spiritualità" indica non materia,incorporeità ed immateriale proprio come le idee,i pensieri che provengono dal ns.cervello così come le emozioni e che senza di esso,il cervello,non potrebbero manifestarsi?
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 14/9/2007 22:16
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  •  gandalf
      gandalf
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#38
Mi sento vacillare
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Citazione:

nessuno ha scritto:
A David, Gandalf e Al2012

Citazione:
Esistono reazioni comandate dalla psiche che hanno effetto sul corpo (dalle reazioni più banali a vere e proprie malattie) ma questo non fa altro che confermare che noi non siamo solo il nostro corpo…….


Citazione:
E la felicità non è un dono del corpo, è una scintilla che illumina la mente…..


Vedete, sono questi passaggi, minuscoli e quasi inavvertiti, che mi lasciano perplesso. Perché insistono col riproporre una divisione, una separazione tra una cosa che chiamate "mente" o "psiche" ed un'altra che chiamate "corpo".


Non divisione ma completamento.... MA il sè rimane cosa diversa dal corpo pur abitandolo....

Citazione:

Ma cosa sarebbe questa psiche che addirittura comanda al corpo? E dove si troverebbe? Siamo sempre lì, in quel dualismo che perseguita il pensiero occidentale dal Cartesio in poi. Tanto da trasformare la felicità in qualcosa siamoche illumina la mente... guardate gli occhi di una persona felice, e li vedrete brillare molto più della sua "mente".



E tu, mi pare, intendi risolvere il dualismo corpo - mente negando l'esistenza di quest'ultima?
La felicità la si legge negli occhi di una persona.... Non bisogna confondere le manifestazioni esterne di sensazioni, sentimenti con i sentimenti stessi....
ALtrimenti ogni cosa che ci da gioia, felicità , piacere, dovrebbe darcelo all'infinito, ripetendo meccanicamente la cosa che ce l'ha procurata la prima volta.. Ma l'esperienza insegna che non è così, che la felicità spesso ci coglie in istanti, luoghi e tempi inaspettati e che, per quanto noi si provi a ricreare quelle stesse condizioni per riprovare la medesima gioia ecco che essa ci sfugge e giunge in cambio la delusione e l'amarezza....

La "non ripetibilità" delle sensazioni a parità di situazione e quindi di input dati "dimostra" che non siamo solo corpo, non siamo macchine che eternamente ripetono e vivono la medesima sensazione se "opportunamente trattate" ma siamo anche altro e questo altro ha un ruolo nel nostro vivere e attraversare le sensazioni....
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"Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui."
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Inviato il: 14/9/2007 22:10
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#37
Mi sento vacillare
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A David, Gandalf e Al2012

Citazione:
Esistono reazioni comandate dalla psiche che hanno effetto sul corpo (dalle reazioni più banali a vere e proprie malattie) ma questo non fa altro che confermare che noi non siamo solo il nostro corpo…….


Citazione:
E la felicità non è un dono del corpo, è una scintilla che illumina la mente…..


Vedete, sono questi passaggi, minuscoli e quasi inavvertiti, che mi lasciano perplesso. Perché insistono col riproporre una divisione, una separazione tra una cosa che chiamate "mente" o "psiche" ed un'altra che chiamate "corpo".
Non entro nel merito della spiritualità. Semplicemente, non mi appartiene questa dimensione, e credo che mi comporterei come un elefante in una cristalleria, discutendone.

Ma cosa sarebbe questa psiche che addirittura comanda al corpo? E dove si troverebbe? Siamo sempre lì, in quel dualismo che perseguita il pensiero occidentale dal Cartesio in poi. Tanto da trasformare la felicità in qualcosa che illumina la mente... guardate gli occhi di una persona felice, e li vedrete brillare molto più della sua "mente".

Buona vita

Guglielmo
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#36
Dubito ormai di tutto
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Buona vita anche a te Gugliemo.

Personalmente non sto cercando di fuggire dal corpo, sto cercando di comprendere il mio “essere/corpo”, per poter comprendere pienamente quella “realtà” che è in continua evoluzione, perché dipende dall’evoluzione della coscienza che “l’osserva”.

Tratto da: “che bip sappiamo veramente”

<<L’enigma delle palle che rimbalzano è svelato

Alla fin del XIX secolo, il modello newtoniano del mondo come meccanismo gigante pieno di oggetti solidi che si scontrano come palle da biliardo era la dottrina standard.

Come ha fatto notare David Albert, fisico alla Columbia University: “Questa è stato ampiamente sufficiente fin verso la metà del XIX secolo, quando gli studi sull’elettromagnetismo condotti da persone come Faraday, e culminati dal lavoro di Maxwell alla fine del XIX secolo, hanno iniziato a dare l’impressione che le particelle non costituissero più il catalogo completo della mobilità dell’universo”.

I fenomeni elettromagnetici non potevano essere spiegati nei termini dei principi universalmente conosciuti della fisica; né tuttavia potevano essere accantonati.
Così, contro i venti predominanti dell’ortodossia, si rese necessario prendere in considerazione i campi.

Come dice il dottor Albert:”Si parlava di campi dall’inizio del XIX secolo, ma per lungo tempo non sono mai stati presi sul serio”; ed ecco che adesso venivano riconosciuti come aspetti intrinseci, fondamentali del cosmo.

Forse è giunto il momento di fare la stessa cosa con la coscienza, e la sfida potrebbe essere analoga.

Proprio come la carica elettromagnetica e i campi elettrici hanno una qualità o natura diversa dagli oggetti solidi che stavano al cuore del modello newtoniano, la coscienza è un livello della realtà persino più sottile delle forze o dei campi di forza.

Ma se è un livello della realtà, e se la fisica riuscirà a formulare un’autentica “teoria del tutto”, la coscienza dovrà essere inclusa.>>
.

Non condivido la tua visione (compresa la visione di Fiamma) materialistica, ma la rispetto, anche perché l’ho condivisa in gioventù (circa 30 anni fa), ma non mi ha mai convinto pienamente e tanto meno il pensiero religioso in genere, mi sono sempre sentito attratto dal pensiero orientale, anche se da buon occidentale (e pessimo allievo) non posso coglierne pienamente il pensiero.

Ultimamente il mio “sentimento spirituale” è stato risvegliato dal pensiero filosofico/spirituale di alcuni fisici e scienziati, che ho incontrato nella lettura dei loro libri.

Anche la mia personale scoperta della “rete internet” ha stimolato il desiderio di approfondimento.


Non ho esperienze dirette, non ho mai assistito ad un fenomeno paranormale, non ho mai visto un ufo… e non so spiegarvi il perché sento in tutto questo un fondo di “verità” ……..

Sono un ingenuo, insoddisfatto della realtà in cerca di favole più piacevoli?
Sto cercando qualcosa che mi gratifichi, rendendo meno amaro il boccone?

Domande più che lecite, potrebbe essere così.

Ma sono sempre più convinto che il “desiderio di spiritualità” è qualcosa che parte dal mio “essere completo”, è qualcosa che parte dall’interno di me stesso, non sto cercando una fede cieca in un dio creatore, non riesco ad immaginarmi l’istante T0 in cui ha avuto inizio il creato, sento di più l’idea che ciò che esiste è sempre esistito.

“Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”

Il nostro sentirsi una individualità cosciente, ci porta a credere di essere separati da tutto quello che ci circonda, ma questa separazione è reale ?

<< Correlazione
La natura sembra costituita di una gerarchia di sistemi coerenti incastonati l’uno dentro l’altro e collegati tra loro non localmente (Ervin Laszlo)


Condivido il pensiero di – Gandalf – e di – Davy – e di Timor

<<“Non ci posso fare nulla se amando il corpo con attenzione lo vedo svanire”>>

Questo pensiero di – Timor -, lo trovo poeticamente reale ….

Sono curioso in merito alla esperienza extrasensoriale (NDE) di Timor e Davy
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“Capire … significa trasformare quello che è"
Inviato il: 14/9/2007 9:52
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#35
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Ciao gandalf (elen sìla lumenn omentielvo)


Ciao Guglielmo (Anar caluva tielyanna)



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nessuno ha scritto:
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Io credo che noi si sia troppo abituati a identificarci con il nostro corpo. Se il mio corpo soffre io soffro, se il mio corpo muore io muoio, ma è davvero così? Ne siamo così certi?


Io penso, invece, che noi siamo troppo poco abituati ad identificarci con il nostro corpo. Che ci dimentichiamo troppo spesso che se vediamo, saltiamo, corriamo, pensiamo, facciamo l'amore, accarezziamo, uccidiamo, queste sono cose che facciamo con il corpo, quindi con noi stessi. E' curioso come tu abbia citato, parlando del corpo, solo : il dolore, le cicatrici, i ricordi, le sensazioni fisiche sono i segni che il tempo incide sulla nostra carne e le marchia indelebilmente. . Perché non il calore, la gioia, il soprassalto, il nodo alle viscere che ti prende quando vedi l'amato (o l'amata), il rossore della rabbia, il pallore della paura... Perché non anche il piacere di vedere il proprio corpo crescere, trasformarsi, invecchiare? Sapendo che la vita ha le sue stagioni, e che in ognuna di esse esistono frutti da cogliere.



Continuo a pensarla diversamente… Basta guardarsi intorno: vi è una quantità di stimoli sensoriali, olfattivi, visivi tutti pronti, creati, “commercializzati” per soddisfare il nostro corpo. Montagne di cibo, di musiche per le nostre orecchie, di vestiti per il nostro corpo, di trucchi, unguenti, creme per il viso, gli occhi, il sesso a portata di clic o all’angolo della strada, per il nostro sguardo più lascivo, tutto approntato per soddisfare i nostri istinti più primitivi e forse più veri….., per un enorme, grande, immenso e bulimico edonismo….
Il nostro corpo potrebbe raccontarci la verità se non fosse bersaglio di miliardi di stimoli volti a sedurlo, a piegarlo, ergerlo a solo metro di paragone per essere felici, appagati, sani…
Io ho un bellissimo rapporto con il mio corpo, solo “SO” di non essere confinato in esso e quindi ne prendo con “filosofia” i limiti, gli acciacchi, i difetti….

Ho elencato le cicatrici perché sono il segno fisico che un qualcosa di passato ha attraversato e segnato il nostro corpo… E’ un marchio del tempo…. Le sensazioni, l’amore, la paura, il nodo alle viscere che tu elenchi passano per il corpo ma rimangono SOLO come ricordi….




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Dov’è Timor? Dov'è Davy? Dov'è Fiammifero?
Dove sono i tuoi pensieri, dov’è la tua coscienza? Nel cervello? Nel cuore? O c’è un qualcosa che di noi travalica il piano fisico e ci pone in una dimensione che non è accessibile ai nostri sensi e alla nostra ragione?


Dove, se non nel corpo con il quale scrivi queste parole? E, se esiste una dimensione "non accessibile ai sensi o alla ragione", che ci importa? Dato che non è accessibile a noi stessi, nemmeno noi stessi siamo accessibili ad essa. Quindi né noi abbiamo influenza su di essa, né il contrario. E che ci sia o meno, a questo punto, fa lo stesso.

Io leggo i vostri interventi (il tuo, quello di Davy, quelli di altri) e mi soffermo a chiedermi quale sia il motivo che vi spinge a fuggire dal corpo che possedete e a ricercare una realtà differente da quella che avete sottomano ogni secondo. E che richiederebbe, da sola, una vita o due per essere pienamente compresa.
Parlate di anime, di spiriti, scrivete di energie, di "biofotoni" (Ah, bastasse inventare una parola nuova per creare una nuova realtà...), ma non conoscete probabilmente nemmeno la conformazione delle linee delle vostre mani, o il colore esatto dei vostri occhi, il punto d'appoggio a terra dei vostri piedi e la posizione delle vostre spalle mentre scrivete... Eppure, quante cose potrebbero dire a voi. Di voi.


A me importerebbe molto sapere se esiste altro oltre a questo… E non per un senso di insoddisfazione per ciò che ho qui e ora ma perché ne stravolgerebbe il senso e darebbe un luogo alle visioni di tanti che nel corso di millenni hanno percepito il nostro essere come eterno…..
Ogni parola crea realtà nuove nel momento in cui crea emozioni… Ogni emozione cambia la realtà di chi la vive (per inciso Biofotoni non è una mia invenzione…).
Io non fuggo per niente da mio corpo, ci abito dentro MOLTO SERENAMENTE, ma non è lui a delimitare i miei confini, tutto qua… Quanto alle linee della mia mano ti assicuro che le conosco perfettamente e posso anche dirti che la mia scoliosi, anche se osservata mentre scrivo, non ti può dire nulla di quello che provo quando guardo negli occhi i miei figli……





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Mio nonno era (o meglio è) quell’”energia” che i scaldava il cuore, quell’amore che mi trascinava a se senza condizioni…

Era anche quella sensazione. Fai un passo indietro, se vuoi. Prova a ricordare tuo nonno e a prestare, contemporaneamente, attenzione a quanto accade nel tuo corpo. Scoprirai che i ricordi sono incarnati. Nel vero senso della parola. Che ogni volta che ricordi una persona o un avvenimento del passato alcune zone del corpo saranno più calde, altre più fredde. Alcuni muscoli saranno tesi, altri, rilassati. Che il tuo respiro sarà diverso per ogni ricordo. Quell'"energia" è la tua traduzione in linguaggio verbale di un linguaggio corporeo più antico e preciso.


Sono i ricordi che influenzano le reazioni del mio corpo o viceversa…. Esistono reazioni comandate dalla psiche che hanno effetto sul corpo (dalle reazioni più banali a vere e proprie malattie) ma questo non fa altro che confermare che noi non siamo solo il nostro corpo…….



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Io credo che esista un tempo per il nostro corpo, nel quale siamo immersi, nel quale soffriamo, amiamo, moriamo, ma noi non siamo il nostro corpo, noi siamo energia, pensiero, coscienza e questa non si distrugge, si trasforma…

Noi siamo esattamente il nostro corpo. Senza questo corpo, non esiste mente, spirito, anima. Senza questo corpo non esiste coscienza. E ogni volta che il nostro corpo si modifica si modifica anche il nostro modo di pensare, sentire, percepire, agire. Una persona che perde un braccio pensa in modo diverso da una persona che li ha ancora tutti e due. Un poeta col mal di denti non riesce a pensare e a scrivere poesie.


Nietzsche ha scritto quel capolavoro che è lo Zarathustra nonostante emicranie di una violenza tale da renderlo cieco e inerte per giorni…..


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Che cosa significa ciò? Che siamo delle macchine? Che abbiamo il dono di una “supercoscienza” che agisce al di là del nostro IO consapevole facendoci reagire a cose di cui non siamo ancora coscienti? Sono domande enormi a cui non potremo MAI dare risposte definitive: la coscienza non può studiare e dimostrare se stessa se non in modo “incosciente”……


Io penso che siamo macchine. Abbastanza ben fatte. Ma macchine siamo e rimaniamo. E non ci vedo nulla di male. Riusciamo persino, in alcuni istanti della nostra vita, ad essere felici. Anche senza supercoscienze varie, che mi sembrano solo uno dei tanti modi di rinnegare una fede antica per sposarne una nuova.


Neanch’io ci vedo nulla di male nel pensare di essere macchine, semplicemente SO che non è così… E la felicità non è un dono del corpo, è una scintilla che illumina la mente…..
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Gandalf

"Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui."
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#34
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Io leggo i vostri interventi (il tuo, quello di Davy, quelli di altri) e mi soffermo a chiedermi quale sia il motivo che vi spinge a fuggire dal corpo che possedete e a ricercare una realtà differente da quella che avete sottomano ogni secondo. E che richiederebbe, da sola, una vita o due per essere pienamente compresa.


Ma nessuno sta cercando di fuggire dal corpo, quello è prerogativa dei depressi e in ultima istanza dei suicidi, nè dalla realtà che abbiamo sotto mano.
Ma la realtà non è un qualcosa di stabile, è qualcosa che fluttua col nostro stato di coscienza, con le nostre emozioni, con i nostri pensieri.
E tutto questo è intessuto indissolubilmente con la vita del corpo e come hai detto tu con i segni che il tempo lascia nell'immagine corporea che diamo alle altre coscienze.
E' tutto così intrecciato, intessuto; miliardi di livelli fusi che risuonano attraverso tutti i sistemi in cui ci riconosciamo.
Corpo, emozioni,mente, anima come possiamo differenziarli quando sono l'inevitabile espressione di noi stessi?
Nei sogni abbiamo un corpo di sogno, in altri stati di coscienza un corpo cosmico o un corpo atomico. Infine nell'infinito non c'è corpo perchè non c'è tempo nè spazio.
Nessuno credo neghi la corporeità ma sono solo le nostre credenze che definiscono ciò che siamo. E man mano che indaghiamo seriamente da dove arrivano queste credenze ci accorgiamo che esistono delle piccole porte laterali di uscita dove nuove possibilità attendono per espandere la realtà per come la conosciamo.
E' proprio facendo attenzione al corpo, al respiro, alla visione di esso, ad ogni suo atto che vedo come contemporaneamente trova espressione la mia coscienza che lo trascende.
Non ci posso fare nulla se amando il corpo con attenzione lo vedo svanire
Ma se non facciamo attenzione allora il corpo diventa solo un'idea della mente e quindi macchina, ripetizione inconscia automatica, infinito ripetersi di gesti meccanici, fiinchè una visione, una pensiero, una parola, due occhi, un abbraccio, un orgasmo non ci riportano per attimo fuori dal tempo nell'Eternità che siamo. Ed è lì che le credenze muoiono fra le lacrime
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#33
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Io credo che noi si sia troppo abituati a identificarci con il nostro corpo. Se il mio corpo soffre io soffro, se il mio corpo muore io muoio, ma è davvero così? Ne siamo così certi?


Ciao gandalf (elen sìla lumenn omentielvo)

Io penso, invece, che noi siamo troppo poco abituati ad identificarci con il nostro corpo. Che ci dimentichiamo troppo spesso che se vediamo, saltiamo, corriamo, pensiamo, facciamo l'amore, accarezziamo, uccidiamo, queste sono cose che facciamo con il corpo, quindi con noi stessi. E' curioso come tu abbia citato, parlando del corpo, solo : il dolore, le cicatrici, i ricordi, le sensazioni fisiche sono i segni che il tempo incide sulla nostra carne e le marchia indelebilmente. . Perché non il calore, la gioia, il soprassalto, il nodo alle viscere che ti prende quando vedi l'amato (o l'amata), il rossore della rabbia, il pallore della paura... Perché non anche il piacere di vedere il proprio corpo crescere, trasformarsi, invecchiare? Sapendo che la vita ha le sue stagioni, e che in ognuna di esse esistono frutti da cogliere.

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Dov’è Timor? Dov'è Davy? Dov'è Fiammifero?
Dove sono i tuoi pensieri, dov’è la tua coscienza? Nel cervello? Nel cuore? O c’è un qualcosa che di noi travalica il piano fisico e ci pone in una dimensione che non è accessibile ai nostri sensi e alla nostra ragione?


Dove, se non nel corpo con il quale scrivi queste parole? E, se esiste una dimensione "non accessibile ai sensi o alla ragione", che ci importa? Dato che non è accessibile a noi stessi, nemmeno noi stessi siamo accessibili ad essa. Quindi né noi abbiamo influenza su di essa, né il contrario. E che ci sia o meno, a questo punto, fa lo stesso.

Io leggo i vostri interventi (il tuo, quello di Davy, quelli di altri) e mi soffermo a chiedermi quale sia il motivo che vi spinge a fuggire dal corpo che possedete e a ricercare una realtà differente da quella che avete sottomano ogni secondo. E che richiederebbe, da sola, una vita o due per essere pienamente compresa.
Parlate di anime, di spiriti, scrivete di energie, di "biofotoni" (Ah, bastasse inventare una parola nuova per creare una nuova realtà...), ma non conoscete probabilmente nemmeno la conformazione delle linee delle vostre mani, o il colore esatto dei vostri occhi, il punto d'appoggio a terra dei vostri piedi e la posizione delle vostre spalle mentre scrivete... Eppure, quante cose potrebbero dire a voi. Di voi.

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Mio nonno era (o meglio è) quell’”energia” che i scaldava il cuore, quell’amore che mi trascinava a se senza condizioni…

Era anche quella sensazione. Fai un passo indietro, se vuoi. Prova a ricordare tuo nonno e a prestare, contemporaneamente, attenzione a quanto accade nel tuo corpo. Scoprirai che i ricordi sono incarnati. Nel vero senso della parola. Che ogni volta che ricordi una persona o un avvenimento del passato alcune zone del corpo saranno più calde, altre più fredde. Alcuni muscoli saranno tesi, altri, rilassati. Che il tuo respiro sarà diverso per ogni ricordo. Quell'"energia" è la tua traduzione in linguaggio verbale di un linguaggio corporeo più antico e preciso.

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Io credo che esista un tempo per il nostro corpo, nel quale siamo immersi, nel quale soffriamo, amiamo, moriamo, ma noi non siamo il nostro corpo, noi siamo energia, pensiero, coscienza e questa non si distrugge, si trasforma…

Noi siamo esattamente il nostro corpo. Senza questo corpo, non esiste mente, spirito, anima. Senza questo corpo non esiste coscienza. E ogni volta che il nostro corpo si modifica si modifica anche il nostro modo di pensare, sentire, percepire, agire. Una persona che perde un braccio pensa in modo diverso da una persona che li ha ancora tutti e due. Un poeta col mal di denti non riesce a pensare e a scrivere poesie.

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Che cosa significa ciò? Che siamo delle macchine? Che abbiamo il dono di una “supercoscienza” che agisce al di là del nostro IO consapevole facendoci reagire a cose di cui non siamo ancora coscienti? Sono domande enormi a cui non potremo MAI dare risposte definitive: la coscienza non può studiare e dimostrare se stessa se non in modo “incosciente”……


Io penso che siamo macchine. Abbastanza ben fatte. Ma macchine siamo e rimaniamo. E non ci vedo nulla di male. Riusciamo persino, in alcuni istanti della nostra vita, ad essere felici. Anche senza supercoscienze varie, che mi sembrano solo uno dei tanti modi di rinnegare una fede antica per sposarne una nuova.

Buona vita

Guglielmo
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Inviato il: 13/9/2007 10:45
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#32
Dubito ormai di tutto
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NAMASTE’

A tutti.


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Inviato il: 13/9/2007 10:41
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Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#31
Ho qualche dubbio
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Da Lemuria
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Un grandissimo abbraccio Gandalf,
credo di aver provato la stessa emozione del Carissimo Timor nel leggere le tue riflessioni su un argomento che può essere comune a tutti,ma descrivibile e comprensibile solo dal proprio se.

Un caro abbraccio Fiammifero,
ho da dirti la mia su quello che hai detto ma visto che siamo tornati su una questione che è per me davvero importante,vorrei approfondire ciò che potrebbe interessare anche te.

Gandalf ha fatto notare tre punti della NDE che sono comuni a molti,e devo dire che a me non è andata proprio così,anche se le tre affinità ci sono.

-vedere il proprio corpo dal di fuori
-rivedere in un attimo la propria vita
-vedere una luce che tutti definiscono di una bellezza indescrivibile e con la quale tutti sentono il bisogno di unirsi…

Prima di vedere il mio corpo dal fuori,ricordo che l’ambiente circostante in cui mi trovavo era come fermo in un piccolo spazio ripetitivo di tempo;le luci ed i colori di ogni oggetto cambiavano in una sequenza monotona che comprendeva pure i suoni.Questo spazio tempo materia,ora lo quantificherei in tre secondi.Io ero ovviamente immobile,ma ancora subcosciente.
Ricordo di essermi trovato in una stanza cilindrica dai contorni blu,le cui pareti erano una ragnatela a rettangoli di cassetti con contorni di luce blu. Non c’era gravità,e qualunque cosa volessi trovare in uno di quei cassetti,mi bastava esprimerla in mente per trovarla in uno di quegli infiniti cassetti.
Avevo il corpo,ed a quel punto mi ritrovai davanti il mio corpo,ma non dall’alto verso il basso,ma di fronte.
Poi ricordo la terra che si allontanava,l’universo che si piega,e poi dentro la luce o essere luce.
Li ho percepito il tuttuno,e li sono andato ad Ammirare il Quantum.
Poi ricordo un viaggio molto lungo che mi ha permesso di parlare con altri,
e piano piano le sensazioni di tempo spazio e materia venivano ridimensionate dai vari ambienti che visitavo,i quali sembravano posti come piani a scalare messi allo scopo di farmi riavere la percezione dei sensi in modo graduale.
Ora avevo di nuovo il corpo,e qualcosa di molto grande mi accompagnava per una strada sterrata spiegandomi in modo fraterno un segreto che non ricordo,
mi portò in una prateria,aprì il cancelletto di uno steccato,e li corsi verso l’uscio di una serena casa,là dove c’era una splendida e dolce donna che ora definirei come Amore;
ci abbracciammo e mi baciò,a quel punto mi aprì la porta di casa,ed appena ci misi piede inizio quel desciavù che ti fa vedere tutta la vita in un attimo.
Li aprii gli occhi.
Credevo di essere stato via per mesi o forse anni,tutto mi sembrava piccolo,
ed invece era passata una notte e tutto sembrava come sempre ed il respiro sembrava coordinare tutto ciò che era in torno.
Nel desciavù vidi la mia vita,ma anche un destino differente da quello che stavo vivendo in quel momento;
vidi il tempo che tornava indietro per cambiare il destino in cui ero morto e che vidi,
non capivo come facevo ad essere li avendo vissuto da osservatore le conseguenze della mia morte.
A distanza di anni da allora ricordo quest’esperienza con i brividi,e non è stato facile parlarne.
Col tempo credo che capirò il segreto…
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L'Apice della realtà è basato sull'inconsistenza di Essa.
- Davy-
Inviato il: 13/9/2007 2:22
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: corpo e sé (titolo provvisorio)
#30
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Citazione:
Dunque sono parte di Mente e solo in parte di Anima,in quanto sia il soffio che il vento sono un punto di contatto tra conscio ed inconscio.


io credo che l'inconscio non è altro che l'elaborato della mente messo nel dimenticatoio (per esigenze di spazio visto che immagazzini miliardi e miliardi di imput ogni giorno) e che emerge al momento opportuno sotto forma di lapsus,di sogni,di malesseri ecc.
Siamo talmente condizionati dall'uso della parola anima che la proposiamo ad ogni occasione,dando per scontato che gli antichi sapessero quello che dicevano,ma per me è dimostrabile che non lo sia anche alla luce delle nuove scoperte in campo medico e scentifico.
Certo è più poetico parlare di anima anzichè di sinapsi, di spiritualità anzichè di capire il perchè delle emozioni,ma sono fermamente convinta che l' Anima non è altro che il frutto della mente,infatti come le menti sono differenti così troviamo "anime" differenti perchè ognuno di noi ha un suo vissuto diverso.
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 12/9/2007 22:33
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