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Psichedelico - ciò che svela la mente | #1 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Il termine psichedelico è un neologismo, coniato dal ricercatore Osmond nel 1956, che deriva dalla fusione di due parole greche: anima, ψυχή (psiche), e manifestare, δήλος (delos). Quindi psichedelico è ciò che svela l’anima o la mente. Nella corrente cultura occidentale questa parola è utilizzata come sinonimo di allucinogeno, di sostanza che, alterando la normale biochimica del SNC, altera e distorce il sistema percettivo a tal punto da ricreare percezioni che non esistono nella realtà (allucinazione, dal greco ἁλύσκειν=scappare ) e di conseguenza rende disfunzionale anche il sistema interpretativo che sottoposto a stimoli fasulli crea ideazioni e pensieri incoerenti con la realtà conosciuta (delirio dal latino delirium (de = fuori, lira = solco tracciato dall'aratro)). Premesso che non è mia intenzione dilungarmi sul concetto di realtà, vorrei però sottolineare che con questo termine viene intesa la dimensione esperenziale che è condivisa fra gli esseri umani, cioè l’insieme di interpretazioni, elaborazioni,simulazioni che gli uomini attuano sulle proprie percezioni che per loro natura sono già delle trasduzioni di segnali che nulla ci dicono sulla realtà degli oggetti percepiti. La natura della mente è di produrre continuamente simulazioni della realtà, spesso intrise di componenti emozionali, a partire dall’immagine del proprio schema corporeo fino a rappresentazioni elaborate di situazioni future o rielaborazioni del passato. In questo il nostro cervello/mente non si discosta assolutamente da un elaboratore informatico che geneticamente determinato viene continuamente programmato dall’esterno e dalle sue stesse simulazioni. Infatti mentre il sistema di trasduzione (i sensi) si accontenta di generare impulsi elettrici successivamente elaborati dal binomio cervello/mente, la mente quale sistema intepretativo è influenzato/modellato da condizioni ormonali, ambientali, culturali, genetiche, metaboliche che possono incidere profondamente sulla capacià del singolo di ricreare una realtà condivisa o di mantenersi all’interno di parametri accettati da una comunità. Allucinogeno, in senso lato, è, dunque, tutto ciò che alterando il sistema interpretativo porta a una marcata alterazione dei comuni parametri di esperienza determinando un mancato adeguamento a questa consensus reality. Sono allucinogeni la febbre, la mancanza di sonno, la schizofrenia, altre svariate condizioni neurologiche e psichiatriche, l’isolamento, lo stress, i farmaci, l’arte, i sogni, le droghe, le esperienze mistiche, le esperienze di pre-morte, lo yoga. Ma fra queste cos’è psichedelico? Che cosa svela al sistema interpretativo qualcosa di nuovo e coerente su se stesso? Esistono dei programmi per la mente che ancora non conosciamo ma di cui sentiamo la necessità? Che valore possiamo attribuire alle esperienze mistiche, gli effetti delle sostanze psichedeliche, gli stati di liberazione ricercati nello yoga e nel buddismo? La realtà di consenso collettiva è un limite per la mente, e può essere trasceso? La mente può esperire al di là del binomio soggetto/oggetto? E’ possibile una coscienza espansa oltre i propri limiti fisici o sarebbe solo un’originale simulazione del cervello/mente..
Mi sembra di aver messo un po’ di carne al fuoco, spero che questa piccola introduzione possa essere stimolante e fonte di discussione per chi è interessato a questi argomenti…
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"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"
"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
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