Mi sento vacillare
Iscritto il: 22/8/2008
Da
Messaggi: 467
|
Tutte le profezie dell’Antico Testamento parlano del Messia sofferente, deriso e schernito dai maggiorenti del popolo ebraico. Negare che il Signore sia morto in croce, come fa il Corano, è negare l’autenticità della stessa Bibbia nel suo complesso. Non solo il Corano nega che Gesù sia morto in croce, affermando che qualcun altro è stato crocifisso al posto suo, ma nega anche che era Figlio di Dio e Dio stesso, definendolo un semplice inviato come i profeti e lo stesso Maometto. Quindi, se Gesù fosse morto in croce, sarebbe stato crocifisso un semplice uomo e il problema che un Dio possa morire non sussisterebbe affatto, né per i Mussulmani, né per i greci con cui dibatteva Paolo e né per nessun altro. Infatti, per i greci era sinonimo di scandalo che un dio potesse essere ucciso, pieni com’erano dei loro miti, con dèi immortali ed eterni. Per convincerci della morte reale e non presunta in croce del Signore bisogna fare alcune premesse. 1°) La Bibbia è vera, perché molte profezie fatte in tempi antichi si sono avverate, comprese quelle fatte dallo stesso Mosè al popolo che si trovava ancora nel deserto. Lo stesso Signore Gesù affermò che ogni cosa scritta nella Bibbia avrebbe trovato compimento. 2) Le profezie dei profeti riguardanti il Messia, il Servo di Dio, ci parlano dell’Uomo sofferente. I Salmi del re e profeta Davide ci raccontano della sua morte in croce, scendendo in particolari che trovarono pieno adempimento ai tempi del Signore e della sua morte, come raccontano e testimoniano i Vangeli. 3) La morte, il sacrificio del Signore era necessario per la salvezza di quanti lo riconobbero come Messia e si sforzano di mettere in pratica i suoi insegnamenti. Sorvolo sui primi due punti, perché sono tante le profezie avveratesi e penso che nessuno voglia mettere in dubbio questo punto. Per poterlo fare bisogna rinnegare in toto sia il Vecchio sia il Nuovo Testamento. Molti studiosi hanno determinato l’antichità di molti libri della Bibbia e la loro autenticità. E’ voler arrampicarsi sugli specchi affermare che i Vangeli e le lettere apostoliche sono frutto di pura invenzione, per creare il “mito” di un Messia morto e risorto, servendosi di profezie antiche. Il terzo punto è, invece, di estrema importanza per giungere all’affermazione che Gesù si immolò sulla croce, morte obbrobriosa e ripugnante. Non c’è nessun giusto sulla terra, siamo tutti peccatori. Essere peccatori significa avere dei debiti con Dio, con la sua giustizia. I debiti vanno pagati, a meno che non ti vengono condonati o che qualcuno li paghi per te. Gesù, essendo Dio, condonò a tutti coloro che guarì i loro peccati, perché erano proprio quelli la causa dei loro mali. Gesù infatti diceva loro dopo averli sanati: “Vai e non peccare più”. Gesù attesta che i mali che ci tormentano dipendono dai nostri peccati o errori. E’ il karma, il quale si sconta con le vite successive. Un altro episodio è ancora più chiarificatore. Si tratta del paralitico che viene calato dal tetto alla presenza di Gesù, il quale gli dice: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Siccome molti si scandalizzarono, perché solo Dio può rimettere i peccati, Gesù rispose: “Cosa è più facile dire: ti sono rimessi i tuoi peccati o alzati e cammina?”. Con ciò il Signore ci fa capire che la remissione dei peccati, dei debiti accumulati, comporta automaticamente la guarigione. Qualunque miracolato di oggi e di ieri può star sicuro che i suoi peccati, i suoi debiti sono stati condonati. Senza condono o perdono non può esserci guarigione. Il sacrificio del Signore, duemila anni fa, è stato necessario perché Egli si è caricato dei nostri errori, ha pagato lui per noi i nostri debiti, alleggerendoci del nostro fardello, cancellando il karma accumulatosi fino ad allora. E’ chiaro che tutto ciò non vale per chiunque, ma solo per coloro che lo riconoscono come il Salvatore. E costoro devono obbedire agli insegnamenti del Signore: Ama il prossimo tuo come te stesso. Chiunque si proclama discepolo del Signore e non obbedisce a questo comandamento è un ipocrita e falso. Per lui il sacrificio del Signore non ha alcun valore. Anzi, per simili ipocriti è riservata una punizione ben più dura. Per concludere: se Gesù non si è immolato sulla croce, patendo e versando il suo sangue, non c’è alcuna speranza di salvezza. Il Signore ha riscattato col suo sangue coloro che devono ereditare il pianeta purificato, i cosiddetti eletti. Paolo di Tarso dice: “Poi noi, i SUPERSTITI, saremo sollevati in alto per incontrare il Signore nell’aria”1 Tes 4,17 . Superstiti a che cosa? Sollevati da chi?
|