Se ne è andata ieri, 1° novembre, a Milano.

Lei, che era nata in primavera: come la primavera, nei suoi versi ci ha lasciato gli attimi sospesi di un qualcosa di latente che deve manifestarsi.

Da viva, a chi è stato utile esaltare la sua arte per tacere delle condizioni a cui è stata costretta da un sistema violento e ottuso? Lei come tanti altri poeti silenziosi a cui mancata l'arte di attaccarsi ad una penna.

Ora che è morta, solo chi sa leggere l'anima al prossimo potrà dire che la sua capacità di affermare la Vita oltre la sofferenza è stata sovversiva, in questo tempo e in questa società che ha fatto della paura e della rassegnazione la gabbia dorata delle nostre solitudini.


«Mi hanno fatto degli elettroshock e ho perso temporaneamente i contatti con la realtà».

Considerata una delle più grandi poetesse del novecento la sua vita è stata segnata dall'esperienza della follia e del disagio fisico ed economico.

"Non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta".

Chissà, ora che è morta...

Un altro drappo di Vita e di Umanità non sta più con noi, ma la la Sua Luce Straordinaria e Selvaggia continuerà ad illuminare in eterno i nostri occhi e i nostri cuori.

"E' la Vita che ci dà un senso. Sempre che noi la lasciamo parlare. Perchè prima dei poeti parla la Vita." Alda Merini.