Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
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Sapete che si puo' studiare a livello universitario in esperanto?
Probabilmente non molti ne sono a conoscenza, chissà per quale strano motivo.
L'AIS non cura tutto lo scibile universale, ma predilige studi che riguardano l'internazionalita' della scienza, e che non sempre si trovano nei curricula delle universita' nazionali: eurologia, pedagogia cibernetica, turismo, storia della scienza, letteratura comparata; ma ha anche, ovviamente, alcuni corsi in discipline piu' tradizionali, come informatica, matematica, filosofia, statistica.
Manca qualcosa, tuttavia non mi stupisce.
I docenti appartengono ad universita' qualificate come ad esempio Gottinga, Bonn, Monaco, Torino, Padova, Roma, Vienna, Paderborn, Uppsala. Tra i docenti c'e' un premio Nobel e membri di accademie scientifiche nazionali ed internazionali.
Ah ecco... Dove si firma?
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Tutte le lingue hanno pari dignità, compreso l'inglese di cui non possiamo fare a meno.
Fammi indovinare: e comprese quelle inventate a tavolino per unire l'umanità mondiale e globale. Tutte le lingue sono uguali, siamo tutti uguali, siamo tutti fratelli, una storia vale l'altra, una tradizione vale l'altra, il mondo è uno.
Non è accettabile che l'inglese venga imposto in modo subdolo (americanizzazione). Quando il Mondo era diviso in due blocchi quello che da noi succede e succedeva con l'inglese, nei paesi del Patto di Varsavia succedeva con il russo. Non è accettabile che l'inglese, in quanto lingua etnica del paese che politicamente e culturalmente ci colonizza, debba prepotentemente imporsi sulle altre lingue.
Quale lingua etnica? Quelli ormai, poverelli, parlano qualche strano dialetto importato dal Messico.
Da qui la necessità di scegliere una lingua neutra di scambio che, proprio perchè scelta e non imposta, garantirebbe il principio della democrazia linguistica e si porrebbe a tutela dell'attuale patrimonio linguistico.
E non imposta. Prima però avevamo la scelta politica. Che strano.
Quel "neutra" mi ricorda il "neuter" che solitamente viene applicato ai piccoli animali domestici. Forse in esperanto i due concetti sono simili?
Sull'argomento esistono studi e ricerche.
Proviamo a riassumerle brevemente.
Se l'esperanto suscitasse l'interesse di qualcuno, oppure avesse un utilizzo concreto, il consumatore non vedrebbe l'ora di spendere il proprio denaro in corsi di esperanto. I corsi di esperanto non ci sono, e quando ci sono non se n'era accorto nessuno, ergo dobbiamo dedurre che l'esperanto non interessa a nessuno tranne a) agli appassionati b) a chi si culla in fantasie mondialiste.
Dato che l'esperanto esce miseramente sconfitto dal confronto con inglese, francese, spagnolo, turco, greco, badombese, l'unica soluzione è proporre la scelta politica, ovvero l'imposizione e la promozione con il denaro pubblico (quindi rubato) e l'istruzione pubblica (quindi imposta). In pratica, l'ennesimo miserabile sussidio ad un'entità moribonda, che lasciata al suo destino avrebbe fatto la fine che meritava. La soluzione più semplice, come sempre, è creare una domanda artificiale con la scusa della scelta politica.
Ricordate, bambini: ogni volta che lo Stato promuove qualcosa, si tratta di qualcosa che a) non voleva nessuno, b) costava più di ciò che era già disponibile, c) si presta a qualche manovra per "creare una nuova società, una nuova cultura" o qualche altra scemenza. La cavia per questi esperimenti sociali è sempre l'Occidente Opulento, che deve scontare i suoi peccati: mai una volta che l'esperimento sociale riesca a salvare il solito Zimbabwe.
L'esperanto è l'unica, tra le tante lingue "artificiali" proposte ad essersi affermata dimostrando di avere tutte le caratteristiche per poter assurgere al ruolo di lingua franca internazionale.
Qualcuno ha mai chiesto di avere una "lingua franca internazionale?"
Anche Umberto Eco ne parla nel suo libro "Alla ricerca della lingua perfetta".
"E se lo dice Eco..."
Una curiosità: uno dei primi illustri esperantisti è stato Leone Tolstoj.
Tanto illustre che ce lo indichi come curiosità...
Questo nulla toglie al valore dell'esperanto, naturalmente, ma non venitemi a raccontare la boiata della lingua mondiale e solidale per creare l'uomo nuovo con la nuova etica secolare della solidarietà laica intrisa di immigrazione forzata ed utopie sincretiche, altrimenti - indovinate? - mi girano los cojones.
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In un mondo che si restringe, nel momento di scegliere una lingua di lavoro comune nell'UE dobbiamo guardare anche attraverso i limiti dell'UE perché qualsiasi lingua scelta sarà di un'importanza enorme per il mondo intero.
Perché ovviamente il mondo intero è lì fermo che aspetta una Soluzione Internazionale decisa da qualche comitato.
Il mondo ha oggi un grande bisogno di una lingua comune per la comunicazione tra differenti regioni linguistiche.
Eh certo, altrimenti come si fa? Infatti stiamo tutti aspettando l'esperanto. In Cina parlano solo cinese, poverelli, aiutiamoli.
Non di meno perché il mondo diventa sempre più complesso e perché le comunicazioni internazionali accrescono rapidamente.
E dato che il mondo diventa più complesso, inventiamo una nuova lingua artificiale.
Se l'UE può accordarsi su una lingua di lavoro comune e sull'insegnamento di questa in tutte le scuole dei paesi dell'UE, allora questa lingua diventerà una lingua mondiale e anche la lingua ufficiale dell'O.N.U., e questo a causa della sempre maggior importanza del ruolo dell'UE nell'economia mondiale.
Non mi risulta che nessuno abbia chiesto una "lingua ufficiale dell'ONU." Serve una lingua ufficiale per rubare e stuprare le ragazzine in Congo?
L'esperanto sarà anche la risposta, peccato che nessuno abbia fatto la domanda.
Se devo dire a Kofi Annan di andare a farsi fottere vi assicuro che mi metto volentieri a studiare il suo idioma, qualunque esso sia.
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