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Davide71 ha scritto:
Senti Alexandros, non è molto più facile pensare che loro "disegnassero" nel Cielo i loro miti per vederseli rappresentati?
Certamente le costellazioni zodiacali in primo luogo, sono state concepite come estensione di una necessità di rappresentazione. Così come dici, osservo attinenza con ciò che in fondo ho tentato di dire io. I miti (non tutti; non tutti hanno sfondo astrale) erano un tentativo di trasporre in chiave meno "arida" i moti celesti. Prendi ad es. quello di Orione; c'è differenza tra il trasferire i meccanismi del racconto in chiave poeticizzata (lo scorpione inviato da Artemide ecc), e renderli nudi e crudi (lo Scorpione che subentra ad Orione in fase di paran ecc.).
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Per esempio gli antichi hanno sempre considerato la Stella Polare come una di una costellazone di sette stelle, che attualmente é l'Orsa Maggiore, ma in precedenza erano altri gruppi di stelle. Le ragioni per cui raggruppavano le stelle in costellazioni sono di ordine sicuramente mnemotecnico.
Questo è vero. Dall'altro lato, però, si riscontra qualcosa di estremamente singolare; laddove molte culture nel caso specifico hanno intessuto miti di dinamica astronomica un po' differenti gli uni dagli altri, quasi tutte hanno definito l'orsa come tale, o come mestolo, o come tigre bianca. Ciò che non variava (e non poteva, era il senso del meccanismo, uguale a tutte le latitudini.
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Perchè scegliere costantemente un gruppo di sette stelle? Guénon spiega, appunto ne "I simboli della scienza sacra" (quello che dici di avere letto) che tali sette stelle rappresentano i 6 "reggitori" dei cicli precednti al nostro più il reggitore del ciclo attuale.
Questa "spiegazione" è più "mistica" che dinamica, quindi poco attinente col senso che avrebbero potuto dare ad es. gli algonkini all'orsa (che difatti era un pettirosso) nel loro mito. Se passiamo ad es. ai maya, l'orsa erano sette pappagalli; il numero 7 ha un forte significato simbolico che però è d'estrazione astrale; sette sono i giorni, sette i pianeti allora noti, ecc. Il discorso dei "reggitori" (più collegabili a fattori di tipo eonico che non astronomico standard), è un concetto troppo "evoluto" (e sicuramente cervellotico) per potere essere stato impegato dagli arunta o dagli algonkini o da altre culture che possedevano si dei miti astrali, ma non un background psico-sociale tale da evolvere il significato pratico in uno misterizzato.
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D'altra parte tu stesso affermi che gli antichi studiavano il moto dei pianeti per predire il futuro!
Sicuramente. Sulla base di ciò che ci dice Esiodo ad es. (ma anche parecchie tavolette assiro-babilonesi), il contadino tra i greci ed il sacerdote tra i mesopotamici, avevano questo compito. Che poi ci riuscissero, è un altro conto; ci credevano, stop.
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Quindi loro non erano interessati al moto in sé, ma alle 'conseguenze' che tale moto generava nel nostro mondo. I loro miti servivano appunto a spiegare tali conseguenze, ma non solo! Nulla impediva di rappresentare dei fatti 'storici', come nel caso delle sette stelle polari.
I fatti "storici", casomai, erano subordinati al "presagio" tratto dalle configurazioni stellari. Così credevano i caldei. Quel che dici è una concezione cristiana; infatti, i cristiani capovolsero la cosa, per evitare di subordinare dio ai moti celesti, e che i credenti si versassero nell'astronomia anzichè nella fede in dio (così diceva Agostino). Per molti padri - che pure rimasero cultori d'astrologia in "segreto" - le stelle non influenzavano la storia (che era dovuta all'intervento di dio), ma la predicevano.
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Infine, nel caso della Menorah, io mi trovo abbastanza perplesso. I bracci sono uniti a due a due, a parte quello centrale; per me rappresentano i 6 colori, più quello centrale, il 'settimo'. La forma è paragonabile ad un arcobaleno...
Davide, ciò che credi tu, scusami, ma è personale, ergo irrilevante. Ho già esplicitato (e te ne hanno dato conferma altri) che la menorah simboleggiava i sette pianeti; non è una cosa che mi sono tirato fuori io dal cilindro. Ciò lo diceva un ebreo, ex sacerdote per giunta, come Giuseppe Flavio (quello del famigerato testimonium flavianum, per intenderci). Se intendevano pure "altro", non ce l'hanno detto; congetturare è dunque tempo perso.
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Ti ripeto, se ci fosse stato bisogno di un linguaggio cifrato, bastava mantenere le osservazioni in forma matematica il cui linguaggio può essere compreso in ogni parte del mondo da 'gli addetti ai lavori', come succede oggi.
Se vi è un interesse a diffondere il mito è perché si vuole diffondere il significato che viene attribuito a quel moto. Significato che può anche essere condiviso dalle masse, che lo leggeranno come una favola.
Ti ripeto, facendoti un altro esempio, chi ha preservato i documenti pagani furono monaci cristiani, che onde evitare di bruciarli, ne nascosero parecchi. Se queste opere non avessero avuto un valore intrinseco, sarebbero andate perdute; il monaco, scrupoloso e rispettoso in un certo senso, come qualsiasi letterato, ha contravvenuto agli ordini del superiore e li ha nascosti anzichè bruciarli. Quelle opere erano consultabili al circolo dei monaci ed ai cristiani dotti che scrivevano per il pubblico; quando costoro scrivevano cose rivolte alla gente, includevano quelle fonti, alcune delle quali citate, altre no. Se qualche pagano avesse avuto ricordo delle fonti, avrebbe riconosciuto le citazioni senza autore; ed il motivo è chiaro. A riconoscerle erano invece i nuovi dotti; quegli stessi che, tra l'altro, ci hanno tramandato il modo in cui pensavano astralmente i pagani. In molti padri della chiesa ci sono così tante nozioni astrali pagane, da far paura.
Stesso dicasi col mito. Il mito di Gilgamesh, ad esempio, contiene così tanti riferimenti astronomici da risultare pazzesco. Eppure, era un mito noto in ogni parte del mondo di allora, al punto che ne ritroviamo COPIE persino tra gli hittiti.
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In generale io non contesto le tue nozioni, dico solo che dietro al mito c'è un qualcosa di molto più profondo delle indicazioni sulla posizione degli oggetti celesti.
Il problema è un altro, se mi permetti, ed è un problema scontato: è che le nozioni ti provengono da un altro che scrive su un forum, non da qualche "autorità" che scrive sui libri...