Confermo. La vicenda in realtà è più complessa. Il cadavere di Antonio Rodi (questo il nome del marinaio) era, alla prima ricognizione aerea, ancora integro. Quando la nave rientrò in porto, a Livorno, il corpo era carbonizzato. Fedrighini (da me contattato via mail ma senza esito, almeno sinora) ipotizza che il Rodi abbia vagato con alterne fortune sino a raggiungere il ponte, quando l'incendio era ancora contenuto, per poi accasciarsi, privo di forze, in bella vista. Il capitolo dei soccorsi (ritardati, ma pare anche omessi) occupa parecchie pagine in MP - Un caso ancora aperto e vi posso assicurare che è agghiacciante. Magari completo un pezzo che stavo preparando sull'argomento da tempo. In Rete dovreste trovare già qualcosa a mio nome (datato 1997!).
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