Riprendo giusto solo il discorso della "libertà"... esemplificativo
Il discorso era partito da una considerazione di Nerone, che diceva (#130):
"...Paradossalmente appare come se il mio –non essere libero- dipenda da quanto io sappia essere libero di riconoscere una autorita’ che mi regola. Quindi , la mia partecipazione nella scelta dell'autorita' che mi regola, in un certo qual senso giustifica la mia assenza di liberta' e garantisce la mia liberta'. E' conseguente che in assenza di autorità ci possano essere piu' manifestazioni di potere, inteso nel senso opposto all'autorita', cioe' l'autoritarismo. ...." Discorso che suona abbastanza contraddittorio. Se fosse vero quel che dici a proposito sui preconcetti riguardo alla "libertà" ecc. avrei detto a NERONE qualcosa del tipo: - Ma ciò non ha alcun senso - . Al contrario ho scritto qualcosa del tipo : - Forse capisco quel che vuoi dire, ma credo che il paradosso non sia apparente".
Il discorso di NERONE non è effettivamente troppo lineare (scusa NERONE ) e si presta quindi a molteplici interpretazioni. Io non sono affatto sicuro del significato che volesse esprimere. Nel dubbio, mi sarei prudentemente astenuto oppure avrei chiesto un chiarimento. Tu, nel dubbio (“Forse capisco…”), non hai chiesto una precisazione; hai dato una tua personale interpretazione... e l’hai bocciata. (In pratica sul palco c’era NERONE, ma testi e musica erano di Franco8. ) E’ indice di pregiudizio? Secondo me non ne è lontano.
Citazione:
La definizione di "libertà" che ho riportato io non è mia, ma dal De Mauro,
Ma De Mauro non ti ha costretto con la forza a postare quella, vero? L’hai scelta tu e l’hai condivisa abbastanza da proporla.
Citazione:
ma la "piena autonomia" non è affatto essenziale nel discorso, nel senso che cancellando "piena" il discorso fila ugualmente.
Manco per sogno. E’ proprio quando la “piena autonomia” decade e subentra la “parziale autonomia” (di azione, per quanto mi riguarda, non di pensiero) che il discorso incrocia il “concetto di autorità”, perché si pone il problema di COSA - oltre alla semplice interazione con qualunque controparte non completamente passiva - e PERCHE’ possa limitare l’autonomia di azione dell’individuo. COSA? PERCHE’? Aggiungerei che si pone anche la questione di considerare il concetto di misura che ti è sembrato un “non argomento” pochi post fa, cioè: QUANTO? E, naturalmente, COME? Eh, quante belle domande…
Citazione:
Mi spiegheresti dove starebbero i preconcetti o giudizi morali nella mia osservazione sulla contradditorietà del discorso?
Nella riformulazione delle tesi altrui “a parole tue” e nelle risposte che ne fai conseguire. In questo “vizio di metodo” non sei il più prolifico del 3D (secondo me c’è un campione assoluto e inarrivabile, ai limiti dell’ineffabile! ) ma neanche l’ultimo.
Citazione:
Francamente non capisco poi il tuo post (quello che commentava la "piena autonomia" in un contesto sociale) che cosa volesse significare. Che non esiste "piena autonomia"?
Su questo non c’è dubbio, e non serve neanche un contesto sociale: è una condizione dell’uomo.
Citazione:
Che non esiste "libertà"?
Praticamente, un “sarchiapone”.
Citazione:
In ogni caso, renderebbe logica la frase: " più si è sottomessi e più si è liberi"?!
Sembrerebbe un’espressione o paradossale o, alla lettera, effettivamente un po’ assurda...
Citazione:
Magari avrò capito male io, ma ... Tu parli di "voli pindarici" e di abusi della logica, ma ci vuol davvero fantasia per credere che più si è sottomessi e più si è liberi...
…ma, soprattutto, è una tua espressione; mi sono ripercorso il 3D e non l’ho trovata espressa da altri in questi termini. Per cui, se non ho eseguito male la ricerca (nel qual caso la presente risposta non sarebbe valida), l’autore della frase sei proprio tu; se è così, il modo stesso di porre la questione esprime un pregiudizio, che porta - inconsciamente, immagino - a formulare il problema in termini tali da rendere la posizione opposta (la tua) automaticamente “giusta”.
Citazione:
Citazione:
...numerosi esperimenti (fallimentari) da parte di pensatori* per lo più europei impegnati a creare la comunità umana perfetta, felice e ugualitaria, da Charles Fourier e il Falansterio a Robert Owen
Ma come?! Non parlavi di un rifiuto dell'autorità come di una novità assoluta e recente?!
Franco8, col senso del mio post (la ben scarsa possibilità nel reale di “creare la comunità umana perfetta, felice e ugualitaria”) il tuo commento c’entra come i proverbiali cavoli a merenda. Spero tu te ne renda conto.
Citazione:
Non fa male essere un po' più puntiglioso, ogni tanto... (Anche se "puntiglioso" è anche quello che vede la pagliuzza nell'occhio dell'altro... )
Mi stai ripagando così le mie perle di saggezza? Taccagno! Avevo chiesto dei soldi.
Citazione:
No, semplicemente che ho espresso un concetto incompatibile o in contraddizione con il famoso "pregiudizio" che hai esplicitato.
Temo di no, come dicevo nel seguito del post.
Citazione:
Invece di fare un'analisi approfondita sull'uso dei modi verbali, potresti almeno rispondere alla domanda che ti riformulo in termini più "puntigliosi" *:
Già fatto su quella originale (vedi sopra.); puoi non riformulare. (* Ti è piaciuto ‘sto aggettivo, eh? )
Citazione:
Citazione:
Si. E soprattutto che non c’è alternativa (in un sistema umano complesso che si ponga il raggiungimento di fini collettivi di una qualche complessità e rilevanza per i componenti).
Sei sempre convinto di aver motivato questo tuo punto di vista?
Si. Poi ha forza di evidenza, dall’alba dei tempi ad oggi. Poi sono sempre in attesa di qualche seria argomentazione contraria (risparmiamoci ulteriori esempi legati al tempo libero e agli hobby, per favore; continuerebbero a non essere attinenti).
Citazione:
Cogli quel che vuoi cogliere. Ma le piramidi sociali reali si basano sul consenso generalizzato ecc. ecc. Sì o no?!
Attualmente, ben poco. Viviamo in tempi piuttosto disgraziati.
Citazione:
Intendevo dire "spiegazione" .. del fenomeno: nel senso di spiegare quali sono le cause in gioco e i fattori che influiscono su una situazione del genere...
Mi stai chiedendo una risposta sui meccanismi di degenerazione delle classi dirigenti? Ti rispondo intanto che non è intrinseco al sistema sociale fondato sull’autorità. Ma la domanda è ampissima e complessa, e la risposta altrettanto. Che tu la ponga a me, lo prendo (per il momento) come un attestato di stima. Citazione:
Ma questo... Lo devo prendere alla lettera?!
Franco8, se me lo chiedi così, mi fai preoccupare. Che c’è, un errore di ortografia? Comunque, se l’ho scritto... dimmi cosa ti suscita. Parliamone.
Citazione:
Ma sono "connaturati" (ammesso che il concetto sia quello) sia il rispetto di una autorità (ammesso che anche questo concetto sia chiaro) di un "ordine", come il rifiuto, il mettere in discussione, il contestare la tradizione...
E la forfora e l’alitosi? Proviamo a dare un ordine all’elenco: l’uomo riconosce “naturalmente” l’autorità e la scala gerarchica conseguente (è qualcosa che in natura investe una larghissima fetta degli esseri viventi, quindi direi che è connaturato, si) e ci si adegua spontaneamente. Il rifiuto, il mettere in discussione l’autorità in quanto tale è già quantitativamente meno presente, è più marginale, addirittura raro. Ancora meno il “contestare la tradizione”; questa è roba decisamente moderna. Una devianza attuale, se così vogliamo dire.
Citazione:
cosa che è elemento fondamentale (condizione per) il mutare e l'adattarsi dei sistemi...
Non solo, non necessariamente. Già Dorian ha sollevato qualcosa del genere QUI e io gli ho risposto QUI. Spero che la risposta sia adeguata anche per te.
Prealbe
P.S. PER TUTTI QUELLI CHE CI LEGGONO. RAGAZZI, NON E' CHE POSSIAMO FARE TUTTO IO E FRANCO8 QUI. SU DATE ANCHE VOI IL VOSTRO CONTRIBUTO, CHE DIAMINE!!!
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