Ti ha risposto un fisico in persona -Kirbmarc-. Io aggiungo soltanto che l'ipotesi dell'etere era stata creata ad hoc per giustificare un mezzo attraverso il quale si trasmettevano le onde elettromagnetiche, che riempiva tutto lo spazio. E' stata clamorosamente smentita l'esistenza dell'etere con la misurazione della velocita' della luce alla fine dell 800. Anzi questa misurazione della velocita' della luce ha sconvolto il sistema galileano per la somma delle velocita', che nel caso della velocita' della luce non dava nessun risultato ne in sottrazione ne in addizione. La luce viaggia per conto suo indifferente a tutto. Da queste prove SPERIMENTALI Einstein ebbe lo spunto per ipotizzare la teoria della relativita', con tutte le conseguenze che ne sono scaturite fino alla relativita' generale ( anche Lorentz ha fatto qualcosa) Come vedi le piu' grandi scoperte della fisica partono sempre dall'osservazione dei fenomeni naturali. La nostra conoscenza della realta' ci arriva attraverso un fenomeno che ha quasi sempre natura elettromagnetica in forma di luce ( la vista e' un senso che "sfrutta" la natura elettromagnetica della luce). La luce ha una stranezza ulteriore, cioe' e' un' onda ( diffusa in tutto lo spazio e caratterizzata da frequenza ed ampiezza) e particella, cioe un oggetto localizzato non diffuso in tutto lo spazio ( che porta un impulso di energia) Anche la meccanica quantistica, per la sperimentazione, richiede un osservazione, ma ahime con l'infinitamente piccolo subentrano altre stranezze. Una delle stranezze, di recente scoperta, e' la "contemporaneita'" di alcune particelle che sembrano avere una memoria che le unisce indipendentemente dal fatto che vengano poste a distanza, o meglio, un' azione su una particella si ripercuote in maniera istantanea sull'altra posta a distanza, violando la velocita' c. Questo non "localismo" ha avuto delle conferme con prove di laboratorio su dei fotoni. Gli esperimenti condotti prevedevano che una coppia di fotoni correlati venissero separati e lanciati verso rivelatori lontani, i quali a loro volta dovevano misurare il comportamento dei fotoni dopo che lungo la traiettoria di uno di essi veniva casualmente inserito un "filtro" che ne modificava la direzione. Il risultato dei test dimostrano che, allorquando uno dei due fotoni deviava in seguito all’interazione col "filtro" posto lungo il suo cammino, istantaneamente deviava anche l’altro, benché si trovasse spazialmente separato (anche decine di metri: uno spazio enorme per particelle di dimensioni subnucleari, forse si ripercuote istantaneamente all'infinito). Nonostante i progressi della fisica, sempre nuovi misteri si mostrano all'orizzonte. Come vedi il nostro Dio ci ha dato l'intelligenza per capire la realta', ma non dobbiamo mai avere l'arroganza di presumere che tutto sia alla nostra portata intellettuale.
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