Citazione:
Considerazione personale, condivisibile o meno, ma che non ha nulla a che vedere con il discorso!
Oltre a non essere fondamentalmente vera nei fatti...
Vabbe'... ammetto di essere andato un po' fuori tema ma mi ricollegavo ad alcuni tuoi accenni all'artista di turno e delle major tirate in ballo.
Che alcune etichette indipendenti facciano musica da schifo, beh, fanno quello che possono e seguono i dettami dell'"inferno" in cui, proprio "il diavolo" detta le regole.
Il vero discorso e' che per salvare la musica attualmente non servono le major. Non mi sembra ci sia altro da dire.
Se prima avevano un senso (e non lo hanno quasi mai avuto...), adesso non lo hanno davvero piu'.
L'indotto musicale non ha bisogno di editori e distributori a livello globale. Solo il grande business ne ha bisogno.
La musica-entertainement e' l'"oppio" per teenagers rincoglioniti da mode, non e' piu' il modo di comunicare le proprie emozioni e come grande business (sia economico che di controllo sociale) e stato costruito su appannaggio di "pochi" ma molto ricchi... come e' successo con gli sport popolari (leggi baseball, footbal e calcio, per esempio).
La grossa finanza si e' impadronita della "pratica", l'ha trasformata in un business fuori portata incrementando cachet e giro d'affari per evitare che si potesse creare un mercato dal basso (cioe' dai musicisti stessi).
Le case discografiche fanno questo, non musica: affari.
Quando paghi il disco, paghi un business.
Citazione:
Se per un anno pago 10 euro al giorno per mangiare ed improvvisamente scopro che posso andare a rubare la torta dalla finestra della vicina ogni giorno e mangiare gratis...
Provo con un altro esempio:
se fino a qualche tempo fa si produceva luce tramite il "grasso di balena" nei lumi ad olio, ti sentiresti di fermare la produzione di energia elettrica perche' danneggia le baleniere?
Quando un impresa non va piu' si chiude e si cambia, non si cambia il mercato per evitare la chiusura... ecchecazzo!
Il musicista dovra' cercare di fare musica in ogni maniera, compreso il venire a compormesso con cio' che e' inevitabile... se non ci riesce non dovra' fare altro che cantare sotto la doccia o ai matrimoni dei suoi parenti o di qualche amico.
Quando parlavo di "furbi che guadagnano" mi riferivo alla possibilita' di vendere modem, insieme alla propria musica...
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Apro una parentesi, chi fa musica di solito, lo fa per se stesso, se poi riesce a guadagnarci e' tutto in piu'. E' un buon modo per fare cio' che ci piace come lavoro: non mi sembra un diritto del musicista, e' una possibilita', che spesso, chi merita, riesce a sfruttare.
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Il p2p e' sinonimo di condivisione, non e' ne' un attacco consapevole alle majors, ne' alle etichette indipendenti, ne' ai musicisti.
Posso avere cio' che mi interessa (e serve, perche' no?) solo condividendo quello che ho gia'.
Aumenta le possibilita' di scambio, quello che si e' sempre fatto, e sempre si fara' perche' e' nell'interesse di tutti.
Citazione:
...si chiede cos'e' l'arte... OT?
Evita di usare la parola artista, tui per primo, allora.
Citazione:
A parte il fatto che questo "terrorismo mediatico" non so dove lo vedete(se non in qualche spottino al cinema).
Beh, l'utlimo esempio e' il concerto del 1' Maggio a Roma... una Claudia Gerini in versione "mutuo da pagare" di fronte ad una folla (ed un pubblico televisivo) di giovani precari e laureati disoccupati, e pensionati... Aggiungerei "subdolo terrorismo mediatico"... (anche un po' masochista, oserei).
Citazione:
E allora?
Il lavoro del musicista-artista-regista-etc. e' cambiato, o per lo meno e' cambiato il modo di fruire dei loro prodotti, e' inutile rimanere agganciati ad un passato ormai superato.
Imporre il veto sul file sharing e' come imporre il divieto di discutere tra amici:
Qualsiasi cosa si dica scaturisce da altre cose dette da altri che, a loro volta dicono cose scaturite da altri ancora, e cosi' via.
E' un diritto condividere con chi si vuole la cultura e le informazioni e le opere d'arte o anche quelle di intrattenimento. Porre un limite alla condivisione e' come limitare la liberta' individuale di condividere cio' che si intende meritorio di divulgazione... questo discorso vale anche per le proprie opinioni. Ti piacerebbe che ti impedissero di citare, chesso', Platone, perche' le sue idee sono sotto contratto Mondadori (e' un esempio)?
Perche' divulgare un concetto estrapolato dovrebbe essere diverso dal divulgare l'opera completa? Se te ne riassumo a voce le parti importanti e posso, che differenza c'e' se ti presto il libro o il un opera teatrale o un film? Nessuno, tranne che ci sono delle potenti case editrici che non ci guadagnano e che fanno di tutto per continuare a straguadagnare, per esempio, cercare di impietosire alcuni "popolani di ghiaccio", anche se questo comporta andare contro la ragione:
E' IRRAGIONEVOLE BLOCCARE LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA! Sotto ogni forma essa sia.
Il p2p fa bene all'artista, comunque. Non fara' bene al suo conto in banca, ma contribuisce alla diffusione delle idee.
Non solo fa bene all'artista-musicista-regista e alla sua "fama" (fama = carriera = nuove opportunita' di lavoro ... se la fama corrisponde a consensi), fa bene anche alla produzione futura:
allargando la diffusione di idee si creano le basi per crearne di nuove. Si acquisiscono (senza barriere economiche e di classe, finalmente!!!), si processano e, magari, si migliorano, rimettendole in circolo senza dover essere approvati da qualcuno che non ha nessun diritto di negare la propria possibilita' di esprimersi.
A me non sembra un alibi il mio.
mc