Quella delle "torri in caduta libera" è una facezia supportata molto maliziosamente dagli stessi rapporti ufficiali e addirittura in parte ribadita nelle celebri FAQ pubblicate dal NIST. Ovviamente chiunque dovrebbe capire che le torri non sono cadute alla velocità di un grave: non è necessario uno stuolo di consulenti (100.000 dollari al mese per tre anni) per calcolare il tempo impiegato da un oggetto in caduta libera per arrivare al suolo, è infatti un banale problema da prima liceo.
Ci si sarebbe aspettati "maggior attenzione" allo studio della dinamica che ha portato le torri a polverizzarsi completamente in quindici secondi. Al contrario si gioca con le parole (tremendous energy, little resistance, essentially in free fall, ecc..) in modo da poter affermare e negare tutto allo stesso tempo. Non la resistenza residua dell'edificio, non il mantenimento della quantità di moto, non le eventuali onde si shock verticale: non è stato nemmeno stimato il tempo impiegato dall'evento. Già nell'introduzione, il rapporto del NIST anticipa che il suo non è uno studio della dinamica ma solo delle condizioni iniziali che lo avrebbero innescato (per'altro anche questa parte è affetta da una moltitudine di plateali contraddizioni). Eppure si è trattato di un qualcosa di interessante (perchè unico e mai avvenuto nè prima nè dopo il 911) dal punto di vista ingegneristico.
Di cosa sia accaduto al vecchio WTC7, ricostruito più velocemente di quanto sia caduto e la cui esistenza è addirittura stata nascosta nel rapporto (politico) della Commissione 911, è un completo mistero.
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