Non so se può rendere l'idea questo riferimento letterario, tratto dalla lettera a Tacito di Plinio il giovane sull'eruzione del Vesuvio del 79 d.c.:
Una nube si levava in alto, ed era di tale forma ed aspetto da non poter essere paragonata a nessun albero meglio che a un pino. Infatti, drizzandosi come su un tronco altissimo, si allargava poi in una specie di ramificazione; e questo perché, suppongo io, sollevata dal vento proprio nel tempo in cui essa si formava, poi, al cedere del vento, abbandonata a sé o vinta dal suo stesso peso, si diffondeva ampiamente per l'aria dissolvendosi a poco a poco, ora candida, ora sordida e macchiata, secondo che portasse con sé terra o cenere
Anche Plinio crede che sia il vento a diffondere la nube di cenere dell'eruzione mentre è il meccanismo spiegato da Jck nel suo post precedente a descrivere meglio quello che è successo. La nube dell'eruzione del Vesuvio ricoprì intere città e le distrusse, espandendosi abbastanza uniformemente; se fosse stata soltanto una nube di cenere e lapilli a temperatura ambiente questo non sarebbe potuto succedere.
Ovviamente è solo un'analogia utilizzata per descrivere il meccanismo
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