avete sollevato temi interessanti. Mi riprometto di ritornarci, per adesso mi prendo la licenza di riproporre qui parte di un vecchio post che nasceva come risposta ad una domanda di Vincenzo che chiedeva come si conciliavano con il cristianesimo alcune affermazioni dell’apostolo Paolo, tema riproposto ora da Fiammifero che mette in luce l’incoerenza della misoginia di Paolo con l’opposto atteggiamento di Gesù.
Ci sono anche spunti che riprendono le considerazioni di Trito su come in qualche modo il cristianesimo delle origini venne “addolcito” per venire incontro alle ambizioni dei suoi rappresentanti di farne un culto “per le masse”.
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La questione dell’autorità, ovvero superiorità della Legge Morale rispetto alla Legge Profana secondo Gesù
Sull’apostolo Paolo vi sono stati pareri discordanti all’interno della esegesi cristiana. Tra chi ha accolto in toto il suo messaggio, facendone parte integrante del Cristianesimo, e chi addirittura lo accusava di avere creato un cristianesimo personale, vi sono state innumerevoli riflessioni sul suo operato.
In primis, Paolo fu un comunicatore, suo obiettivo fu quello di trasmettere la dottrina cristiana, ma nel fare ciò adeguava il suo linguaggio al pubblico a cui si rivolgeva.
Chiaramente nella lettera ai romani il suo intento è quello di far apparire il cristianesimo come un culto innocuo per il potere costituito. Forse il mio pensiero potrà sembrare azzardato ed eretico, ma Paolo non era Gesù, e poteva errare.
La sua volontà di diffondere il cristianesimo, di farne un culto “di massa”, lo portò spesso a “limarne” alcune tra le caratteristiche essenziali, per adeguarlo alle genti a cui voleva far giungere il messaggio di Cristo.
Io credo, ed è un mio pensiero, che questo fu un errore.
L’apostolo Paolo aveva una immensa cultura, ed una buona volontà di fare da messaggero al pensiero di Cristo, molte delle sue lettere contengono altissimi insegnamenti, ma la sua volontà di “addomesticare” la dottrina cristiana potrebbe essere oggetto di discussione ulteriore.
Il rischio opposto era quello di far rimanere il cristianesimo un dottrina elitaria, e occorre qui ricordare la lotta tra la fazione Paolina e la fazione Gnostica, quella originaria, quella vera, che nulla ha a che fare con quelle correnti che invece della Gnosi cristiana hanno totalmente travisato il senso - catari, bogomili, manichei, e così via, fino ai frankisti e ad alcuni pseudo esoteristi moderni.
Questa la premessa sulle parole di Paolo.
Più interessante invece analizzare direttamente il pensiero di Gesù, così come emerge dai Vangeli.
Gesù, di fronte alla legge degli uomini ed alla autorità, si pone in un modo rivoluzionario, per i suoi tempi.
Gesù non rinnega la Legge mosaica a lui precedente, ma la supera e la integra.
Gesù infrange più volte la Legge mosaica, e i suoi più acerrimi avversari sono proprio i farisei, che seguivano i precetti biblici alla lettera, senza riflessione e senza “coscienza”. Il pensiero di Gesù, e il suo insegnamento principale, sono chiari: la Legge Morale ha precedenza rispetto a qualsiasi codice e legge scritta.[…]
Come conciliare infatti le parole di Paolo con le migliaia di cristiani martirizzati nei primi secoli del cristianesimo per il loro rifiuto di sottomettersi alla autorità profana, quando questa chiedeva loro di andare contro la propria Legge Morale?
Per il cristiano infatti nulla è superiore alla Legge Morale, che viene prima di ogni cosa, e se il potere profano impone di disobbedire ad essa, è il potere profano che deve essere rinnegato.
Questo non implica che per il cristianesimo “ogni” potere temporale costituito deve essere osteggiato, ma non può essere accettato nessun potere che impone di infrangere la propria Legge Morale, nessun potere “iniquo”.
E negli ultimi millenni, gli unici poteri che si sono manifestati sono stati di questo genere.
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