Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
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Grazie Benitoche per la segnalazione! La seguente frase mi ha particolarmente colpito:
”Le argomentazioni etiche non cambiano di una virgola le politiche dei governi, né tantomeno quelle delle multinazionali, nemmeno quando in ballo ci sono le persone”.
Per me la questione etica è di fondamentale importanza, ma per un eventuale politico che deve prendere delle decisioni non lo è. Politici e altri detentori del potere ragionano secondo altre logiche, che non hanno nulla di caritatevole e quindi non si possono definire cristiane. Qui si giunge a una prima considerazione: benché si dica che l’Occidente abbia radici cristiane, in realtà Europa e America hanno tradito l’insegnamento di Cristo. E questa non è una novità, ma se si pensa che la stessa Chiesa Cattolica ha tradito il cristianesimo, allora si va incontro a incredulità e sdegno da parte di milioni di persone. Ma non è questo il punto principale. I politici, e chi per essi, posti di fronte a una scelta, una qualsiasi scelta, sia che si tratti di accontentare la lobby venatoria, dandogli in mano la fauna da sterminare, sia che si tratti di accontentare la lobby dell’atomo, dandogli in mano un territorio su cui costruire una centrale nucleare, dimostrano di non avere rispetto né per gli animali, né per gli uomini e di considerare valide solo logiche di profitto. Logiche che alla lunga si rivelano sterili e autolesioniste, perché quando la fauna sarà sterminata (per capriccio di una minoranza) e quando le radiazioni faranno venire il cancro anche ai politici e ai loro familiari, allora forse ci sarà un ravvedimento, in alcuni di loro, ma sarà tardivo. Sembra che, nel caso delle centrali nucleari, sulle quali politici e amministratori si autoingannano affermando che sono sicure, ragionino dicendo che è meglio vivere poco ma in ricchezza, piuttosto che a lungo ma in povertà. Ovvero, sembra che abbiano fatto proprio il detto: “Dopo di me, il diluvio”. Questo, nel caso di scelte rischiose per la nostra specie, e non penso solo al nucleare, ma anche agli interventi “di pace” in paesi stranieri, ai “body scanner” negli aeroporti, alle autorizzazioni alla coltivazione degli OGM (che per ora non sono state date) e ad altre scelte politiche che implichino rischi per la popolazione. Con gli animali il discorso è diverso, perché le eventuali remore che qualche politico coscienzioso potrebbe avere nei riguardi degli esseri umani, con gli animali vengono meno. E ciò spiega perché dagli animalisti vengano portate avanti battaglie annose, su basi etiche, senza che si ottengano risultati. Infatti, sulla vivisezione, dopo decenni di lotte, sembra che non si facciano progressi. Sulla caccia, idem. Sulle pellicce, uguale. E sul carnivorismo, la stessa cosa. Tanto è vero che alcuni assertori della necessità del consumo carneo li abbiamo anche in questo sito, e sono assertori colti e preparati culturalmente, che dimostrano una pervicacia demoralizzante. Demoralizzante per me, mentre loro sono convinti di essere nel giusto. Penso, in primis, a Sitchinite, ma anche Davide71 si è ben radicato nelle sue convinzioni, benché non dimostri l’ottusa caparbietà di Sitchinite. Che dire, a questo punto? Che gli animali non saranno mai liberati dalla schiavitù? Che gli esseri umani sono condannati a non imparare dagli errori del passato? O c’è qualche speranza di cambiamento, un cambiamento così lento che sfugge alla nostra osservazione?
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