florizelCitazione:
Infatti, non vedo che cazzo abbia cambiato quella barzelletta di "anarchico surreale" che citi.
Non è per niente una barzelletta.
Capisco che per te sia difficile ammetterlo, perché questo significa ammettere con te stessa che con il voto si riesce a cambiare le cose, ma ha di fatto rovesciato il "sistema" che c'era.
Fra le tante cose bizzarre te ne è sfuggita una importante: loro sono il motore principale che spinge l'Islanda a non pagare nessuno dei debiti che hanno con gli altri stati.
Scusa se è poco.
Tralascio il resto: quello che avevo da dire l'ho già detto.
Qui però mi richiami espressamente.
Citazione:
A me sembrava di aver gettato lì qualche indizio utile, quando scrivevo che al sistema non interessa cosa o chi si voti, ma che si voti.
Questo elemento avresti potuto anche tenerlo in considerazione per approfondire il confronto circa l'utilità o meno del voto.
In effetti questo è l'articolo di fede. Il postulato indimostrabile.
Qui è dove faccio difetto io: ci ho pensato su parecchio, ma proprio non riesco a capire che cazzo di vantaggi possa avere il "sistema" se andiamo a votare.
Mi sono dato un sacco di risposte ipotetiche.
Una che per un po' ha retto è che il "sistema" non deve dimostrare di essere un'oligarchia.
Però ha retto poco.
Poi ho pensato che anche dove la gente a votare non ci va, tipo negli USA (o anche nello Sri Lanka, o dove preferite), il sistema si regge benissimo in piedi lo stesso.
E' persino più forte che in Italia.
Qualcuno è in grado di dirmi che il "sistema" in America quando l'affluenza è stata del 35% ha tremolato un po?
In altri paesi invece l'affluenza è altissima ma questo non cambia le cose.
Prendiamo due paesi confinanti, Tunisia e Algeria.
L'Algeria è una repubblica (solo a parole).
Nel 2001 ci sono stati dei moti per richiedere l'introduzione della democrazia, e sono stati soffocati duramente.
L'affluenza alle urne dal 1994 al 2007 è calata continuamente, passando dal 75% al 35%.
Il sistema non sembra vacillare neanche un po': ha solo aumentato la pressione sui dissidenti.
La Tunisia è una repubblica presidenziale democratica.
Da 15 anni a questa parte, cioè lo stesso periodo usato per l'Algeria, l'affluenza al voto è sempre superiore al 90% (non scherzo).
Eppure i sistemi che utilizza per "mantenere l'ordine" sono più o meno gli stessi che vengono utilizzati in Algeria.
Dunque?
Io non vedo alcuna correlazione fra l'affluenza alle urne e la stabilità del "sistema".
Il "sistema" regge bene dove l'affluenza è altissima e regge altrettanto bene dove l'affluenza è bassissima.
Se qualcuno porta dei dati che smentiscono quest'affermazione mi fa un grosso piacere.
Al sistema non importa un emerito cazzo che tu voti o no.
Negli USA per esempio non sembrano crucciarsi più di tanto per questa cosa.
In Italia il problema dell'affluenza è così tanto sentito che prima votare era un OBBLIGO (La Costituzione lo definiva un diritto-dovere), poi si è trasformato semplicemente in un diritto.
L'unica cosa che interessa al sistema è che tu non voglia fare la rivoluzione.
E su questa roba conta un cazzo che a votare ci vadano in 10 o in 10.000: le informazioni vengono prese in altri modi, per esempio tramite la polizia e gli informatori.
(Loooooo sapevate? Mi ricordo che anni fa Moretti in un'intervista disse che la maggior parte dei brigatisti andava a votare regolarmente, tranne che nei periodi di latitanza. Tanto per loro che importanza aveva?).
Però non pretendo di convincere nessuno.
Non si discutono gli
articoli di fede.
E visto che non fate altro che ripetermi che credete fermamente a una cosa che non può essere dimostrata in alcun modo, parlare di "articolo di fede" è più che appropriato.
Però mi fa morir dal ridere leggere tutta questa gente convinta che non votare sia un atto rivoluzionario.
Sono proprio loro i migliori amici del "sistema", e gli garantiscono una vita lunga e prospera.
Ma se solo ti provi a farglielo notare si adombrano subito.