Citazione:
dici che sono solo “caduti celebri di guerre fra bande di mafiosi”, e introduci la Visione Pessimistica Avanzata della Politica.
Ma neanche per sogno.
La tua ansia di catalogazione della realta' (se diamo un nome a tutto e dividiamo le cose per gruppi sembrano essere piu' sotto controllo cosi' il ba-bau non mi mangia piu'
) ti ha spinto a ficcarmi in un gruppo col quale ho ben poco a che fare.
La "Politica" all'interno di un sistema autoritario quale qualsiasi sistema statale, nel quale alcuni privati difendono i loro privilegi unendosi in cordate, partiti, sette o ghilde, per formare un metaprivato che abbia il controllo del territorio e' la dinamica con la quale quelli che vogliono fottersi la maggior parte delle ricchezze (fottendole al popolo) tendono, da banditi quali sono, a cercare di essere nel ruolo del capobranco, quello che sceglie a che quota della refurtiva gli associati possano avere accesso.
Non e' che lo sfruttamento sia solo di classe, e' la regola attraverso tutto il sistema ed il gruppo, fazione, banda o famiglia mafiosa che fa la parte del cane piu' grosso deve aspettarsi che gli altri cani grossi cerchino di farlo fuori in qualsiasi momento.
Quello che
tu chiami politica e' infatti solo l'insieme dei comportamenti codificati per evitare una guerra continua con spargimento di sangue tra le elites stesse, che non fa bene al business e potrebbe dare delle idee a chi proviene troppo dal basso.
A volte pero', qualche cordata si allarga troppo. A volte promette pure dei contentini al popolo o porta avanti il suo programma di dominio in maniera che
sembri combaciare con il bene comune ed una piu' equa redistribuzione del potere e della ricchezza. Alcune volte, marginalmente, e' persino vero. Spesso questa gente (vedi Giulio Cesare o Kennedy) e' la piu' mafiosa e corrotta che ci sia, ma ha una capacita' rara nel farsi benvolere dal pubblico, per via della propaganda e di qualche riforma che scombini un po' l'assetto sociale (e affossi i diretti concorrenti al posto di capobranco).
Quando pero', questa gente non ha piu' abbastanza appoggio proprio nelle varie cordate ed alleanze all'interno delle elites e, nonostante cio' puo' avere successo nel piano di dominio, la politica - cioe' le regole codificate - e' insufficiente a rimetterli al posto che loro compete e si ritorna al vecchio caro spargimento di sangue, con l'assassinio. Anche questo, in societa' evolute come quelle democratiche, e' pero' altamente ritualizzato e non capita piu' di assistere alla Notte di San Bartolomeo o dei Lunghi Coltelli: la personalita' di spicco (o il prestanome) della cordata viene ucciso in una maniera che non dia adito a dubbi su chi siano i mandanti, anche se non si potra' mai provarlo.
Quando invece debbono rivolgersi alla popolazione, non si fanno molti problemi ed usano le stragi con grande abbondanza, perche' le migliaia di morti rendono il loro potere sulle classi inferiori inequivocabilmente sentito.
Naturalmente nei sistemi democratici la gente parla di "Politica" come parla di calcio dagli spalti o di figa dopo avere visto un film porno, perche' si immedesima nel gioco.
Era piu' facile immedesimarsi nel gioco quando si aveva l'impressione che saremmo tutti diventati ricchi, o classe media. Purtroppo era solo una bolla, una contingenza momentanea, ed e' abbastanza chiaro che non succedera' piu'.
Ma i telegiornali non sono mai stati cosi' pieni di questa politica e la gente tifa ancora per un cane o per l'altro tanto che quando viene chiamata a votare si presta alla cerimonia ancora in massa, anche se non piu' come ai vecchi tempi. Chiaramente piu' c'e' sperequazione di ricchezza tra le classi sociali e meno gente va a votare: ma non e' che il voto provochi o limiti la sperequazione, al contrario la sperequazione fa capire a piu' gente che non e' il caso di andare a messa se all'inferno ci vai comunque.