Concordo totalmente sull'analisi di Calvero e sul suo giudizio sui vari Saviano, Fazio, Benigni (ah, la retorica sul Risorgimento - leggi colonialismo nordista) e sulla Divina Commedia - Dante è un grande, ma parlare di lui senza parlare di esoterismo è una presa per i fondelli - ci aggiungo anche la schifezza de La Vita è Bella)). Umberto Eco è un paraculo che lancia il sasso e nasconde la mano per non inimicarsi i poteri forti. Ma Calvè, non commettiamo l'errore di difendere chi è (apparentemente) avversato da questi soggetti. E' solo un gioco delle parti, fanno parte della stessa combriccola...
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