Insomma il peggio del privato unito al peggio del pubblico e senza nessun vantaggio.
E' la situazione attuale italiana , se vince il SI rimane così come è , se vince il NO o il quorum non viene raggiunto cambierà , in male o in bene non si sà , questo referendum avrebbe avuto senso dopo un pò di tempo di gestione privata , ora la gente non ha parametri di riferimento.
Non è così: la normativa da abrogare è in vigore, e si è realizzata in molti posti. Questa normativa sancisce che le restanti situazioni di concessione del servizio a società di gestione esclusivamente pubbliche vanno a cessare d'imperio il 31 dicembre 2011 se non si autotrasformano in società di gestione miste pubblico-privato. E nemmeno potranno partecipare alla riassegnazione della concessione. La mangiatoia in palio sono 64 ATO su 92: 28 sono già "mistizzate" (visto che "privatizzate" dà luogo a ulteriore fuffa mistificatoria)
Quindi è l'esatto contrario di quello che dici tu.
- Se vince il NO o fallisce il quorum si continua il processo di svendita al privato delle (quote determinanti delle) società di gestione.
- Se vince il SI il processo si interrompe perché non c'è più la scadenza forzata della concessione: le gestioni pubbliche non avranno più l'obbligo di cedere quote al privato per mantenere la concessione o partecipare alle gare. Potrebbero continuare a cedere la gestione ma su iniziativa libera e non su obbligo di legge (e, francamente, senza un obbligo di legge, chi gliela fa fare?). Solo quelle già miste e già titolari "continueranno come prima" (con un caveat che spiego dopo)
- in male o bene SI SA' ECCOME: le miste a conduzione privata hanno già abbondantemente dimostrato di aumentare il carico sui singoli per fare profitti e di non risolvere i problemi pre-esistenti. Quindi hanno già mostrato che non si fanno i famosi investimenti e ci si limita a pescare direttamente dalle tasche della gente, senza diminuire il carico indiretto della fiscalità generale. Cioè mi aumenta l'acqua senza alcun beneficio in cambio.
- La gente ha degli OTTIMI parametri di riferimento: privato=aumento delle bollette senza che cambi un cazzo sulla qualità del servizio. Solo che non è stata toccata personalmente laddove la gestione non è ancora in mano ai privati. In compenso ha capito benissimo quale è la posta in gioco col referendum: infatti, quorum o meno, si vedrà la schiacciante superiorità dei SI. Il referendum è un momento di utilissima riflessione, per quanto poco se ne parli e per quanti giochi delle tre carte stiano facendo gli antireferendari.
- Dal punto qua sopra discende il "caveat": se L'Italia dice no ai privati col SI al referendum, le concessioni a profitto privato già in essere si trovano sotto la lente d'ingrandimento. Prima avevano "la legge dalla loro", poi apparirà in chiaro quello che realmente sono: comitati d'affari abusivi, amichetti delle cosche di potere economico-politiche. Inoltre avranno il problema che viene a cadere la scusa della "remunerazione del capitale investito" dietro la quale fanno aumenti fino al 300% delle bollette. Mica per niente ieri la confindustria ha emenato un terroristico comunicato che minaccia sospensioni del servizio se il gregge dovesse alzare la testa e votare il referendum.
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