Citazione:
Eliminando Dio dall'equazione, che metteva ordine nel mondo, si sono mantenute le Leggi di Dio, ma il Caso e' diventato l'agente volitivo dell'Universo. Il caso ha voluto che dentro un involucro stupido ci sia io, cosciente, che posso amare, pensare, costruire, ma solo per uno scherzo di natura. Percio' bisogna difendersi dalla natura, perche' e' inevitabile che questa forza bruta e insensibile, il caso, alla fine ci faccia sprofondare di nuovo nella stupidita' del resto dell'Universo. Cosi' si e' soli, una sensibilita' dentro un involucro di pelle gonfiato come una cornamusa che ci difende dalla natura. Ma questo involucro sta andando a ramengo, non c'e' modo di ripararlo e presto questa sensibilita' sara' sprofondata nel nulla.
Come si fa a sostenere che un mondo del genere non sia propedeutico al suicidio, personale o di massa? Perche' quando uno si preoccupa tanto di qualcosa che pare inevitabile prima o poi la fa finita. Prima o poi, preoccupati come si e' di morire per una guerra nucleare, qualcuno la fara' scoppiare perche' non resisteva piu' allo stress...
Se ci fate caso non siamo mai stati cosi' lontani dalla guerra termonucleare come quando non ce ne si preoccupava piu'.
Credo che questo sia il punto più "debole" della struttura logica che stai seguendo, vescovo.
Prima, però, una piccola precisazione.
Il senso di "solitudine" che ho provato e che ancora provo è figlio diretto di quel senso di "appartenenza" e di "filiazione" che provavo quando credevo in Dio.
E' sin troppo ovvio ed evidente che una delle maggiori consolazioni date dalla religione sia proprio la funzione "collocatoria" dell'uomo nell'universo: figlio di... Dio.
E' la sua qualifica di "figlio" che è importante e primaria, perché colloca esattamente l'uomo all'interno di un macro-sistema.
Il fatto, poi che il padre sia Dio, rende ancora più "consolatoria" la faccenda: non siamo figli della serva, ma di Dio, cazzarola!
Prima o poi, noi "erediteremo".
Una volta che scoppia la "bolla" fideistica, l'appartenenza svanisce e tu ti ritrovi figlio di nessuno.
Non del Caso, come dici tu (e qui veniamo al tuo punto "debole").
Il Caso non lo si può semplicemente mettere al posto di Dio, come tu sembri postulare, per il semplice motivo che nessuno (che io sappia) lo vede come un'entità "volitiva".
Può anche essere "causativa", forse, nel senso che "genera" gli accadimenti, ma di sicuro non "volitiva", non senziente, non potrà mai assumere, dunque, una figura paterna, consolatoria e di sostegno.
Tu stesso, infatti, definisci, più avanti, il caso come "stupido", appunto.
Quella che combattiamo, dunque, è una lotta per la sopravvivenza, caro vescovo.
E nessuno che combatta per vivere desidera suicidarsi. (perla di saggezza "aggratis")
Il che non vuol dire che non si tema di morire, anzi!
Il senso di fragilità persiste e, visto che non crediamo in Dio, nell'anima e in una vita-dopo-la-vita, ti rimane solo QUESTO, come campo di battaglia e nient'altro.
Pensa quanto diventa importante!
La cosa carina è che noi possiamo anche crollare e distruggere tutto e tutti, è vero, è un rischio che esiste.
Però possiamo anche scrivere un notturno come Chopin o un'Eroica come Beethoven, o Heroes come David Bowie.
Siamo belli e siamo brutti.
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Come faccio a sostenere che questo mondo non porti all'annichilimento totale?
Semplicemente perché finquando ci sarà qualcuno che ha quella fiammella di umano GENIO (vorrei scriverlo enorme...) da regalare agli altri, sapremo tenere lontano quell'exitus.
Camminiamo sul filo, Vescovo.
Guai a distrarsi.....
Ma se resisteremo..... non ce ne sarà per nessuno, nemmeno per gli Dei.