In ogni campagna elettorale che precede una tornata elettorale è importante stabilire se i candidati dicono la verità. Ma il giudizio dell'opinione pubblica è influenzato da un singolare fenomeno studiato solo di recente dagli psicologi ....
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Che si seguano i dibattiti, che si vedano gli spot televisivi o che si leggano i programmi elettorali, abbiamo comunque un senso dell'affidabilità di un candidato politico. Ma da dove deriva questo senso?
Il comico televisivo Stephen Colbert invita il suo pubblico a “fidarsi della propria pancia”, della sensazione che ha battezzato truthiness, coniando un fortunato neologismo eletto dal dizionario Merriam-Webster "parola dell'anno 2006". La truthiness indica “la qualità di ciò che appare vero nell'intuizione del soggetto... senza riguardo alla logica o all'evidenza fattuale.” Sebbene spetti a Colbert il merito di aver coniato la parola, da molto tempo gli psicologi sanno che, per trarre conclusioni su un qualunque argomento, le persone si basano su sensazioni soggettive, e uno studio recente ha individuato un fattore che generalmente sembra legato a una forte sensazione di truthiness: la presenza di un'informazione aggiuntiva correlata, per quanto irrilevante. La ricerca ha dimostrato che la percezione di truthiness di un'affermazione aumenta in presenza di immagini o di informazioni aggiuntive, anche se non forniscono alcuna prova della veridicità dell'affermazione stessa.
... Il fatto che immagini irrilevanti alterino la nostra percezione della verità è legata a un principio generale secondo cui funziona la nostra mente. I nostri giudizi infatti sono basati non solo sull'informazione che stiamo considerando, ma anche su come l'informazione viene elaborata e organizzata. In particolare, come sappiamo da tempo, la disinvoltura con la quale è elaborata l'informazione è causa di specifici errori. Il ragionamento è il seguente: quando considera una nuova informazione, un individuo cercherà di ricordare altri frammenti informativi attinenti alla nuova informazione. E quanto più facilmente vengono recuperati questi frammenti, tanto maggiore è la probabilità che la nuova informazione sia etichettata come vera. In pratica, se vi viene detto che “l'occhio di un'ostrica è più grande del suo cervello”, si cercherà di richiamare tutto ciò che sappiamo sulle ostriche, sugli occhi e sui cervelli. Quanto più è facile richiamare alla mente questa informazione, tanto più probabilmente si deciderà che l'affermazione è vera (sorprendentemente, l'affermazione è vera).
Questa facilità di ricordare è nota come fluenza e ha una varietà di effetti estremamente ampia. E se l'articolo citato dimostra in definitiva la nostra tendenza a giudicare più vera l'informazione fluente, un precedente lavoro ha mostrato che i visi che sono elaborati in modo fluente vengono giudicati più attraenti e i nomi più frequenti rispetto alla norma. Nel 2002, il Premio Nobel per l'economia è stato assegnato a Daniel Kahneman per la sua attività di ricerca che ha mostrato, tra le altre cose, come la facilità con cui possiamo ricordare le informazioni porti a un'ampia gamma di bias (errori sistematici) quando dobbiamo prendere delle decisioni. Attualmente, la spiegazione dei bias sulla base della fluenza è la più condivisa tra gli studiosi, ma per ora è impossibile scartare le altre. Per esempio si può ipotizzare che le immagini o il testo di corredo inducano i soggetti a cercare elementi coerenti con l'affermazione. Per esempio, se si mostra una foto di una celebrità con la didascalia: “Queste persona è viva”, il soggetto potrebbe essere indotto a cercare nella foto indizi che supportino la veridicità dell'affermazione, ignorando invece quegli elementi che potrebbero suggerirne la falsità, come segni del fatto che la foto non è recente. Ma per sciogliere questi dubbi occorreranno ulteriori studi.
In conclusione, questi risultati invitano a essere più prudenti con le nostre sensazioni di truthiness, ....
..bisognerebbe prestare più attenzione non solo all'informazione fornita dai candidati, ma anche al modo in cui l'informazione è presentata. E in molti casi il giudicare la veridicità di un'affermazione “con la pancia” potrebbe voler dire che si sta prestando fede a qualcosa che vero proprio non è. In altre parole: se sembra convincente... mettetelo alla prova.
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