E qui però si entra in un campo minato: giudicare la QUALITA' dei contenuti.
Citazione:
insomma per cercare di essere sintetico appare piuttosto evidente che qui piu che di contenuti si prendano delle scuse (perche veramente voglio vedere il primo che dice che la 125enne che si fa di canne è un argomento importante ) per giocare a chi è piu intelligente in modo da ricevere come premio il "diritto" di insultare .
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giocare a chi è piu intelligente per avere la possibilità di umiliare l'altro lo trovo disgustoso tutto qui
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rileggiti pispax i tuoi commenti in questo tread...è un continuo alcuni suggeriscono quasi che vista la tua abnegazione te lo sei meritato che è il "premio"per esserti cosi speso a "denuciare" le michiate .
Su questo tema in seguito si è aperto, leggo, un ulteriore dibattito.
Che è un dibattito di un certo spessore.
Tutto ruota intorno a una domanda seria:
"Il ricorso alla violenza anche non necessaria per l'arresto dei Blues Brothers è ammesso e approvato?Per l'arresto dei Blues Brothers certo che no.
Negli altri casi il massimo che si può dire è: DIPENDE.
Iniziamo con il dire che l'evitare gli insulti personali è una BUONA regola. Anche se non è per niente determinante in questo (remember
bifidus anyone? O anche
Linucs?), di sicuro aiuta a mantenere la discussione entro ambiti di civiltà.
Ma quando si arriva a dire che questa è una regola ASSOLUTA che va rispettata A OGNI COSTO, se ha dirlo non è un utente nuovo allora si sfiora l'ipocrisia più assoluta.
Per esempio il minimo che si può dire è che questa regola, quando si ha un confronto appena più acceso con un qualche debunchero, decade del tutto. Questa cosa è stata dimostrata da una serie innumevole di discussioni, quasi tutte svoltesi con la "benevola" approvazione da parte del webmaster, che pure vi partecipava.
In NESSUNA di quelle discussioni ho mai colto una qualche minima preoccupazione nell'evitare espressioni che potessero "suscitare risentimento nell'interlocutore". Anzi.
Persino il
Paladino degli Imbecilli, quello che ora fa la verginella offesa di fronte a sì tanta scostumatezza, ha badato bene a non farsi mancare la sua abbondante dose di insulti da distribuire. (Ma mica è stato il solo, eh?)
Con una certa evidenza in quelle occasioni un po' tutti quanti, in un modo o nell'altro, abbiano ritenuto che "imbecillità e civiltà sono incompatibili". (cfr. sempre #80)
Se si ha a che fare con un IMBECILLE, allora la "civiltà" della discussione perde importanza. Molto semplicemente la discussione civile NON BASTA A FERMARLO.
E i debuncheri sono "imbecilli" per definizione, giusto?
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Ma che succede invece se arriva un IMBECILLE che però sta "dalla parte giusta"?
Di sicuro la scelta più vigliacca è quella di sostenere che siccome uno è "dalla parte giusta" allora può dire quello che vuole.
Non solo è vigliacca e bispensierante: è anche sintomatica di una mentalità deteriore.
Un'altra linea di pensiero sostiene invece che se uno è un imbecille ma "è dalla parte giusta" allora si guadagna il diritto a un trattamento "privilegiato" rispetto a un debunchero qualsiasi. Certo,lui è sempre un imbecille, ma bisogna dirglielo con grande gentilezza.
Non bisogna ASSOLUTAMENTE che costui possa "provare risentimento": la regola di prima torna a essere ASSOLUTA.
Io in tutta evidenza non condivido questa linea.
Questa non è la linea della vigliaccheria: però resta la linea di pensiero dell'IGNAVIA.
E' la linea di pensiero che favorisce l'addensamento degli imbecilli.
E costoro, in quanto imbecilli "inside", non coglieranno MAI le "esortazioni" a abbandonare la loro imbecillità. Continueranno a imbecillare impunemente, facendo discorsi cretini a destra e a manca.
Il risultato di questa linea di pensiero è che anche le indagini più serie e rigorose, quelle indagini che A VOLTE il "complottismo" può ascrivere a suo merito, vengono affogate in un mare di imbecillità.
Se per ogni
Tuttle (per dire) che fa ragionamenti seri e articolati e ben motivati su un qualunque argomento ci sono decine di
toussaint (sempre per dire) che si limitano a fare sconclusionati "discorsi di partito" (un grazie a
Calvero per l'ottima definizione) in una generica e stupida difesa "ideologica", l'unico risultato che si ottiene è di diluire progressivamente l'efficacia dei ragionamenti più sani.
La qualità complessiva di tutto il discorso si limita a impoverirsi.
Insomma: fra QUALITA' dei discorsi e QUANTITA' dei discorsi, non necessariamente la QUANTITA' è la carta vincente.
Anzi.
(Questa - è bene ricordare - è stata anche la considerazione che ha spinto il modo di ragionare di parecchie persone nell'affrontare la diatriba "no-plane". Mi pare di ricordare che ALL'EPOCA anche il Paladino la pensasse così)
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La politica del sito dice che non si butta fuori nessuno anche se dice stronzate colossali, a condizione che le dica in buonafede. Anche questa è una buona regola, ed è buona perché tratta un campo molto delicato, che è quello dell'INCLUSIVITA'.
Essere imbecilli non è criterio bastevole a essere esclusi. La malafede invece lo è.
Stop.
Credo che sia evidente che questo non risolve (deliberatamente, e per fortuna) il problema degli imbecilli.
Che fare allora di loro?
A mio avviso il modo più serio di trattare con gli imbecilli E' QUELLO DI DIRGLIELO, che sono degli imbecilli.
In modo esplicito.
E OVVIAMENTE dirglielo in modo esplicito anche se sono dalla "parte giusta": l'imbecillità non ha una parte giusta o sbagliata.
Intanto gli va detto "per il loro bene", ovvero per la loro "crescita", attivando un banale rapporto pedagogico di premio-punizione.
Per dire, se
toussaint è un minimo furbo adesso ha imparato che esiste un modo di ragionare su queste questioni che è ABISSALMENTE migliore del suo (non che ci voglia tanto) e lo adotterà SEMPRE da ora in poi. Tutto questo gli è costato solo qualche piccola cicatrice nell'orgoglio, quindi tutto sommato chi ci ha guadagnato è lui.
Se invece furbo non lo è, ha quantomeno imparato che a reiterare quel cumulo di stronzate rischia di beccarsi sonore pesciate in faccia.
(Nella vaga e piuttosto inutile speranza, oltretutto, che anche il PROSSIMO imbecille prima di postare le sue stronzate ci pensi un po' su).
E poi gli va detto in modo esplicito anche per non ostacolare la crescita degli altri, quelli che leggono e che magari non hanno le basi sufficienti capire il livello di stronzata che viene detto.
Quelli che rischiano di inciampare nelle numerosissime trappole che gli imbecilli, consapevolmente o inconsapevolmente, disseminano dietro di sé.
Ovvero di quelli che magari vanno in un forum di proibizionisti a dirgli che la cannabis fa bene PERCHE' "
la vita media in Giamaica è di 73,3 anni, e inoltre una vecchina che fumava cannabis ha vissuto fino fino a 125 anni", con l'inevitabile (e correttissimo) risultato di finire letteralmente sbranati.
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Tutto questo ragionamento ancora non ha risposto alla domada di prima: come si fa a riconoscere la QUALITA' di un intervento?
Detta in termini più semplici: come si fa OGGETTIVAMENTE a riconoscere un
imbecille?
Ci sono due elementi semplici: ricorsività e approccio metodologico.
L'approccio metodologico da solo indica solo l'errore. Se uno si approccia a un problema usando una metodologia cretina, la sola cosa che si può dire è che si sta sbagliando. Magari di grosso ma questo non basta per qualificarlo come imbecille.
Ma se una persona si rifiuta di affrontare il suo errore e continua insistentemente a utilizzare il suo approccio metodologico da mentecatto, ignorando ogni tipo di obiezione e saltando di palo in frasca al solo scopo di avere ragione, ignorando i fatti che gli danno torto o cercando su elementi marginali pur di non ammetterlo, allora costui è OGGETTIVAMENTE un imbecille.
E se uno è un imbecille GLI VA DETTO. E gli va anche
spiegato perché.
Poi la palla torna a lui: l'imbecillità è discorso assai intimo, e ognuno decide da solo che cosa fare della propria. La scelta se tenersela o liberarsene è una scelta del tutto personale.
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Quindi, caro fefo, mi permetto di contraddirti su questa roba.
Il problema non è che dare dell'imbecille sia una sorta di "premio" in cambio dell'"abnegazione dimostrata".
La tua è un'interpretazione distorta.
"Dare dell'imbecille", almeno come lo faccio io, è una cosa PARECCHIO FATICOSA.
Tocca spiegare perché e percome, e tocca farlo in modo tale che TUTTI QUANTI,
imbecille compreso, capiscano in modo
oggettivamente inequivocabile i motivi per cui è stata adottata quella definizione.
Dopo di ché OGNUNO frai lettori,
imbecille compreso, sarà più libero di capire che cazzo farsene della propria imbecillità, che a quel punto è diventato problema conclamato e non più ignorabile.
Sei ancora così sicuro che questo sia "un premio"?
Se lo fosse, mi verrenne da pensare che questa pratica dovrebbe essere MOLTO più diffusa.
Mica sarò l'unico, cazzo, a scrivere per ottenere simili "gratificazioni", no?
Invece, guarda un po', non lo è.
E questo NON E' un bene.
Una volta - a dire il vero - questa era DAVVERO una pratica più diffusa. Le discussioni erano sicuramente più animate, ma come contropartita avevano anche uno spessore DECISAMENTE maggiore.
Al suo posto invece ultimamente si sta affermando la versione light, quella di dire "sei un imbecille" e stop.
Quella non costa proprio nessunissima fatica: è del tutto gratis.
Il fatto che una considerazione del genere poi non serva proprio a nessuno è uno dei risultati attesi da chi lo fa.
Anzi, se si riesce a fare in modo di dirlo senza nemmeno usare le
parolacce diventa una cosa che si può fare impunemente. Non si rischia nemmeno di venir bannati, visto che pare essere considerazione accettata dai più che "se non c'è il sangue allora non è bua".
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Più semplice invece è confutare l'altra tua affermazione, quella che sostiene che tutto quanto nasce da una MIA esigenza di gratificazione. Quella che ti fa dire che tutto il gioco ruota intorno al "giocare a chi è piu intelligente per avere la possibilità di umiliare l'altro".
Per il momento questa tesi resta in piedi: niente di quello che ho scritto finora la esclude.
Non esprime un'opinione di me eccessivamente lusinghiera (di me come persona, intendo. Ci tengo a fartelo notare: questa è un'osservazione che SICURAMENTE "crea risentimento". Ma non c'è sangue quindi non c'è bua, giusto?), ma me ne frego.
Provo invece a ribaltare il discorso e a prendere per buoni i tuoi ragionamenti. Se davvero fossero validi, compresi i presupposti impliciti che mi decrivono come persona di assoluta presunzione, discreta insicurezza personale e anche una certa sete di gratificazione emotiva, quello che si ottiene è una cosa che va contro l'evidenza. Se la molla che mi spinge fosse realmente quella, il risultato che si ottiene
è che dovrei essere sempre a scrivere.
Vista l'abbondanza di persone che parlano senza sapere più di tanto quello che stanno dicendo (genere che ultimamente qui su LC sta proliferando) sai le occasioni che ci sarebbero di togliersi soddisfazioni!
Guarda: prova ad aprire una decina di forum a caso, o anche di articoli, e puoi tranquillamente constatare che quasi in ognuno ci sarebbe almeno una "potenziale vittima" per soddisfare le mie "esigenze di gratificazione". Da prendere come agnello sacrificale per "giocare a chi è più intelligente".
Io questo esperimento l'ho fatto, e non faccio esempi per ovvi motivi. Fattelo da solo e sappimi ridire.
E invece non lo faccio.
Ultimamente non scrivo quasi mai
Verrebbe da chiedersi perché, no?
(segue)