Citazione:
vuotorosso ha scritto:
Scusa alroc, ma non mi torna proprio.
Ho letto il pdf "il cielo sopra di noi" e li si parla di persone che vengono prelevate fisicamente da altre persone/entità.
Come può il lavorare su se stessi risolvere questa catena dove la causa e l' effetto sono scorrelati non mi è chiaro.
Me lo spieghi per favore?
(senza ironie o scemenze o toni strani da parte mia)
Ciao
Spero di riuscire a riassumere in modo coerente quanto ho studiato sul fenomeno.
Prima di tutto bisogna partire dalla fisica delle abduction e dal presupposto che viviamo in un ologramma. Il nostro cervello è il lettore di questo ologramma e, come nei film, quando "leggiamo" la nostra storia, tra un fotogramma e l'altro esistono dei fotogrammi "morti" in cui gli alieni operano i rapimenti. Il tempo si ferma, in realtà non si ferma perchè non esiste tempo, esso è un illusione intrinseca della lettura che facciamo. Noi in sostanza leggiamo in modo lineare la realtà che ci circonda perchè così è programmato il sistema (il nostro cervello) che ci permette di decodificare gli impulsi che riceviamo dall'esterno per cui diamo per scontato che esistano passato presente e futuro, ma essi sono pura illusione.
In questo contesto virtuale così difficile da accettare, gli alieni possono tranquillamente rapire le persone e riportarle poi nel punto spazio-temporale in cui le hanno prese, senza che nessuno se ne accorga. Gli addotti urlano, scalciano, ma nessuno dei presenti può intervenire perchè essi sono fermi nei fotogrammi, non vedono, non sanno perchè non leggono ciò che accade.
Gli addotti, inoltre vengono indotti a dimenticare l'episodio perchè viene cancellata la traccia di quanto avvenuto, ma rimane memoria di quanto vissuto sottoforma di stati d'ansia, fobie inspiegabili, piccoli fotogrammi rimasti nell'incoscio (tramite le ancore in PNL si riesce a risalire a tutto l'episodio di abduction).
Cosa c'entra la condizione personale dell'addotto con il suo rapimento?
Tutto parte dal fatto che molto spesso l'addotto è un'anima che non riesce ad amare il suo contenitore, che non accetta l'idea della materia, soffre terribilmente la condizione di un'esistenza priva di senso. Molte anime si reincarnano, ma l'oblio le rende vulnerabili perchè vivono in modo drammatico il fatto di ritrovarsi sole e sperdute in un corpo, isolate da ciò che sono realmente. Quando cominciano a comprendere che sono isolate si annoiano della quotidianità, trovano tutto estremamente inutile e cominciano a ignorare il loro contenitore. Spesso lasciano il corpo (non lo lasciano del tutto perchè esiste un legame che le tiene attaccate all'organismo tramite il DNA) per vagare e incontrare altre anime.
Il problema nasce dal fatto che la mente umana è totalmente programmata dall'ambiente esterno per credere che l'ologramma in cui vive sia reale e che le sensazioni di disagio animico siano solo depressione e disadattamento alla realtà. In effetti la sofferenza animica deriva dal fatto che il mondo in cui vivono è costruito proprio per non lasciare spiragli di speranza alle anime di emergere nel lato conscio dell'essere umano in cui sono incarnate, per cui rimangono solo nel lato inconscio. Il soggetto quindi vive un contrasto tra tutto quanto lo circonda e quanto provato da lui a livello emozionale dentro di sè. Questa dicotomia induce spesso l'uomo a credersi pazzo o non allineato con chi sembra essere felice di vivere una vita senza senso, la vita di chi ha scelto la "pillola blu".
La domanda che tormenta questi esseri umani è : "Ma perchè mi trovo qui, che senso ha tutto questo?", nell'ambiente in cui vive non trova risposte ed è costretto a soccombere al peso di una realtà che non gli permette di dare retta alle sensazioni che prova.
Quando il corpo vive l'esperienza del rapimento da parte degli alieni, molto spesso le anime considerano l'episodio come un'esperienza (non hanno il nostro modo duale di vedere il bene e il male per loro è solo "gioco", esperienza da immagazzinare).
L'essere umano che vive tutto questo è purtroppo fregato perchè è solo di fronte a eventi e sfruttamenti di cui non ricorda nulla, in più è totalmente staccato da un rapporto con la propria anima.
La vera liberazione dai rapimenti avviene nel momento in cui l'essere umano riesce a prendere coscienza, esercitare il suo libero arbitrio e comincia a superare tutte le difficoltà con coraggio e determinazione, questo avviene quando egli comincia ad amare se stesso, a credere in se stesso e nelle sensazioni che prova. Quando impara l'arte dell'autostima, anima può finalmente sodalizzare con la mente dell'addotto. In sinergia mente e anima creano una fusione di "intelligenze" (quella emotiva e quella razionale), in quel frangente anima "aderisce" completamente con il suo contenitore senza lasciarlo più. E' questo il momento in cui si forma una unione tra l'essere umano e l'anima, la sofferenza scompare, si riesce a vedere la realtà con gioia, si comprende che la vera sfida è vivere la quotidianità scoprendone la bellezza in ogni istante.
La mente e l'anima lavorano insieme (conscio e inconscio), perchè anima è un catalizzatore che amplifica mille volte la capacità di vedere. Questo vedere non è un semplice guardare, ma significa penetrare a fondo le cose per vederne il vero significato. A quel punto anche un bicchiere su un tavolo diventa una rivelazione e i rapimenti si trasformano in un ricordo lontano. Ciò che si raggiunge è l'accettazione serena di una scelta, la reincarnazione, che viene finalmente compresa.
Spero di essere stata chiara