Secondo la sua teoria l'unica cosa effettivamente reale siamo noi-coscienza il che significa che noi siamo Dio-coscienza.
Noi abbiamo creato il mondo, che è un ologramma e per cui illusorio-non reale, per fare esperienza ma ci siamo dimenticati di chi siamo realmente e abbiamo finito per credere che il mondo sia reale. Ma secondo lui è possibile riprendere consapevolezza di questo e ricordare chi siamo, ovvero i creatori del mondo olografico.
Non sono uno studioso delle teorie di Malanga e ho solo letto qualcosa e discusso con vari utenti sulle sue teorie, ma credo che quanto sopra riassuma gli aspetti basilari della sua teoria.
Ma io rilevo una contraddizione a livello logico che finora nessuno è stato in grado di spiegare.
Se noi-coscienza-Dio siamo l'unica realtà, come è possibile fare esperienza di un mondo totalmente virtuale?
Una entità reale, per fare esperienza di qualcosa, deve avere qualcosa di reale di cui fare esperienza e non può farne alcuna se il mondo è totalmente virtuale.
Ovvero, il mondo deve avere una componente reale altrimenti niente può "arrivare" all'entità reale, niente del mondo virtuale può comunicare-interagire con tale entità.
Hai una risposta a questa contraddizione presente nella teoria di Malanga?
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L'utile delle cose é in quello che non c'é Chuang Tzu
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