mc, io sono contrario alla conservazione della cittadinanza per gli italiani che vivono all'estero per un tempo considerevole o, peggio, per i figli, nipoti o bisnipoti di italiani. dunque, la nascita per me è un fatto secondario non solo per chi viene in Italia dall'estero ma per tutti, quindi compreso chi nasce in Italia e va all'estero. La cittadinanza dovrebbe essere collegata con il mantenimento del tuo centro di interessi nel paese. E' molto semplice, i coatti italoamericani che parlano un italiano improbabile, o neanche quello, in quel di Brooklyn non devono essere cittadini italiani mentre lo deve essere il ragazzo figlio di congolesi o cingalesi che vive qui dalla nascita e che parla non solo italiano, ma anche il romanesco nel mio caso o altri dialetti. Ti ho citato un esempio in cui un figlio di immigrati che raggiunge la maggiore età essendo da sempre vissuto qui, non otterrebbe la cittadinanza dallo Ius Soli perchè nato in un barcone in acque internazionali. Ti fa capire che gli schematismi in questo caso non servono o sono addirittura controproducenti.
edit: il bue che dice cornuto all'asino, temponauta. sei tu che hai portato il discorso O.T., mentre come vedi io (con l'aiuto fattivo di mc) ho riportato la questione alla sua essenza.
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"Siam del popolo le invitte schiere c'hanno sul bavero le fiamme nere ci muove un impeto che è sacro e forte morte alla morte morte al dolor. Non vogliamo più assassini non vogliamo più briganti come un dì gridiamo: avanti!" Arditi del Popolo 1921
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