“L'unicità di questo studio è legata al fatto che combina tre differenti tecniche di risonanza magnetica per valutare le differenti caratteristiche del cervello”, spiega Sina Aslan, coautore dell'articolo. “I risultati indicano un incremento del livello di connettività, sia strutturale sia funzionale, che può compensare le perdite di materia grigia: infine, anche la connettività strutturale, cioè l'insieme delle circuitazioni cerebrali, inizia a degradare con l'uso prolungato della marijuana”.
Interessante grazie.
E io scoraggerei il fumare cose in generale.
Anche se l'assunzione tramite opportune preparazioni per aerosol di cannabis terapeutica mi sembra un'alternativa utile.
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La libertà di parola senza la libertà di diffusione è come un pesce rosso in una vasca sferica... Ezra Pound
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