Ciao Martian, non è che mi faccia comodo che l' articolo sia falso...ma se l'articolista voleva stupire con le sue rivelazioni, bhè, non è che ci sia riuscito un gran che.
Il mito del Mandela pacifista buono buono non se lo è costruito lui stesso, da solo, ma glielo hanno appiccicato addosso i voltagabbana che prima lo chiamavano terrorista e poi lo hanno santificato.

Qual'è la nuova? Che era un combattente? (leggi terrorista)
Che era un comunista? (Oddio!)
Che quando si viene segregati, umiliati, trattati come bestie, si diventa un po' bestie?
Che abbia cantato i versi della canzone che al tempo della segregazione era un simbolo della rivolta?
Queste cose, oltre a non essere nuove non mi impressionano neanche un po'.
È molto semplice capire il pensiero del Mandela pre scarcerazione, basta sapere che rifiutò di uscire di galera con cinque anni di anticipo pur di non rinunciare, lui per conto del ANC, alla lotta armata. Quella lotta armata che in una condizione simile è un dovere per il popolo oppresso.

L'intervista alla Stampa non la considero; vorrei vedere un video. Primo perchè in tutte le interviste che ho potuto vedere, prima e durante la carcerazione, non l' ho mai sentito dire cagate del genere, secondo perchè oramai ho mangiato la foglia e i virgolettati alla Scalfari li prendo per quello che sono, virgolettati alla Scalfari. (Vedi la recente intervista a Bergoglio)

Per il resto ognuno è libero di pensarla come crede, ma non sarà certo una accusa di comunismo-terrorismo-violenza a farmi cambiare idea sulla efficacia della figura di Mandela e sulla necessità che ci fosse quel tipo di catalizzatore che lui ha rappresentato.
Poi una volta diventato presidente avrà fatto i suoi errori, ma come si dice...sticazzi.