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politica italiana : A scuola come in ferriera
Inviato da Redazione il 22/3/2006 13:19:36 (5093 letture)

di Lucio Garofalo

Dopo lunghi mesi sofferti e travagliati sembra essersi conclusa un'esperienza singolare e, per certi versi, grottesca e "kafkiana", vissuta all'interno di una realtà scolastica del profondo Sud Italia, in un piccolo centro dell'interland avellinese.

E' la storia quasi surreale di una "metamorfosi", di una rinascita, di un riscatto, ossia del recupero e della riaffermazione della propria dignità, umana e professionale, da parte di un gruppo di lavoratori della scuola.

E' la storia di uno stillicidio di abusi di potere, di angherie e di soprusi perpetrati da un piccolo "tiranno" ancorato alle vecchie e nuove strutture burocratiche del potere inteso ed esercitato come puro arbitrio personale.

Ebbene, io ritengo doveroso raccontare tale vicenda per informare anzitutto le altre realtà scolastiche e, nella fattispecie, gli altri colleghi, ed in generale per socializzare il patrimonio di valori, di conoscenze e di esperienze…

… che è stato accumulato nel corso di una vertenza che considero più unica che rara rispetto a tutto il territorio nazionale. L'unicità di tale vertenza risiede soprattutto nella nascita e nella formazione di un gruppo alquanto numeroso di insegnanti "dissidenti" che ha preso coscienza dei propri diritti e delle proprie ragioni, riappropriandosi della più importante e preziosa tra le prerogative dell'essere umano, ossia la libertà, intesa anzitutto come libertà di partecipare alle decisioni che interessano il proprio destino e la propria esistenza, e che in questo caso investono essenzialmente la propria condizione lavorativa.

Questi sono i fatti più salienti della vicenda.

In data 30 Agosto 2005 il preside informa il Consiglio di Istituto di aver acquistato (non che sarà acquistato, usando dunque un verbo passato - questa è già un'anomalia) un orologio marcatempo per la rilevazione digitale delle presenze dei lavoratori. Capziosamente, al fine di carpire la buona fede dei presenti, riferisce al presidente del Consiglio di Istituto e agli altri rappresentanti dei genitori che il corpo docente sarebbe favorevole all'impiego di tale strumento di controllo. E' assolutamente falso!

Il Collegio dei docenti non si è mai riunito né tantomeno si è pronunciato su tale materia. Oltretutto siamo ancora in vacanza, i colleghi prenderanno servizio il 1° Settembre. Il Consiglio di Istituto approva la delibera dell'acquisto, ritenendo veritiere le parole del preside. Il 1° Settembre 2005 si insedia e si riunisce il Collegio dei docenti per il nuovo anno scolastico.

Il clima sembra sereno, per molti è ancora vacanziero. A sorpresa il preside informa il Collegio dei docenti che è stato acquistato un orologio marcatempo per il controllo automatico delle presenze dei lavoratori della scuola.

La sala collegiale sembra essere invasa da un gelo improvviso ed anomalo, che contrasta con il clima ancora caldo dell'estate. Tuttavia, nessuno dei colleghi presenti chiede la parola per replicare o per ottenere ulteriori chiarimenti. Anch'io taccio (sbagliando in tale occasione) aspettando che qualcun altro intervenga. D'altronde ero appena rientrato nella sede di Sant'Angelo dei Lombardi, il preside era per me nuovo e sconosciuto, per cui mi trovavo ancora in una fase di studio e di ambientamento.

In un successivo Collegio dei docenti, svoltosi sempre nel mese di Settembre, chiedo la parola per esprimere il mio parere e per avere alcune risposte in merito alla questione dell'orologio marcatempo.

Il preside mi censura brutalmente e mi impedisce di parlare. Nessuno dei colleghi interviene in mia difesa, per cui mi accorgo che l'intero Collegio è omologato e represso. A quel punto mi limito ad una risposta ironica e beffarda: "Preside, la ringrazio per la libertà di parola che ci concede!". Qualche risatina e un pò di ilarità si diffondono nella sala.

L'episodio si conclude qui, ma il confronto è soltanto rinviato.

Trascorrono i giorni, le settimane, i mesi. Giungono le festività natalizie. Un pò tutti hanno sottovalutato la questione, ma soprattutto il dirigente e i suoi più stretti collaboratori sembrano sottovalutare le reazioni del sottoscritto e di una nutrita percentuale dei colleghi, come emergerà in seguito.

Intanto, nel mese di Novembre il dirigente e le R.S.U. si erano incontrati per negoziare e definire la contrattazione di Istituto. Ne viene fuori un accordo vergognoso.

Dalla lettura del testo contrattuale risalta l'art. 18 che recita: "Il Dirigente informa la R.S.U. dell'Istituto che è stato acquistato un rivelatore automatico delle presenze per meglio verificare l'orario di servizio dei lavoratori". Ancora una volta il verbo è coniugato al passato, ma soprattutto si nota una voce verbale ben precisa, ossia "informa", così come era già accaduto in sede di Consiglio di Istituto e di Collegio dei docenti.

Si desume che non c'è stata alcuna seria trattativa, non si è svolto alcun momento di confronto dialettico, di scambio negoziale, ma soprattutto non è stato definito, approvato e sottoscritto alcun regolamento applicativo (obbligatorio in questi casi) che stabilisca le modalità di impiego di tale strumento di rilevazione automatica.
C'è stato solo e semplicemente un atto unilaterale, verticistico e burocratico di informazione da parte del preside, e di certo non è questo il modo più giusto di condurre una contrattazione sindacale, da cui è scaturito non a caso un testo inqualificabile, e non solo per quanto concerne la questione dell'orologio marcatempo.

Ovviamente in questa vicenda risultano assai rilevanti e determinanti le responsabilità delle R.S.U. le quali, in buona o in mala fede, hanno letto, approvato e sottoscritto il documento, ma soprattutto non hanno ritenuto utile ed opportuno avviare una fase di consultazione democratica della base dei lavoratori.

A proposito delle R.S.U. sarebbe necessario riservare un paragrafetto a parte per spiegare meglio alcune irregolarità riguardanti addirittura la legittimità stessa della rappresentanza sindacale, in quanto le R.S.U. sarebbero dovute decadere già dal 1° Settembre 2005 in seguito al trasferimento in altra sede di due dei tre rappresentanti sindacali regolarmente eletti a suo tempo, per cui si sarebbero dovute indire nuove elezioni, ma tutto ciò non è accaduto.

Come si può facilmente intuire, in questa scuola si vive in uno stato di illegalità diffusa e permanente, o quantomeno di assenza di regole certe, stabili e condivise. Intanto, all'ingresso principale della scuola viene installato il famigerato apparecchio che sarà all'origine di gravi discordie...

Veniamo così all'inizio del nuovo anno solare. Il 9 Gennaio 2006 riprendono le attività didattiche. Con una circolare interna il preside comunica che dal giorno 16 dello stesso mese i lavoratori della scuola sono obbligati a ritirare il cartellino e a timbrare.

Un gruppo di docenti decide di stendere un documento per chiedere al dirigente di rinviare la data, per consentire un momento di confronto e di discussione collegiale che non è mai stato concesso.

Il preside risponde picche, ossia che il Collegio dei docenti è già stato informato e che tutti i passaggi compiuti sono stati corretti sotto il profilo normativo. Balle!

Anche se per un'assurda ipotesi il preside avesse seguito correttamente le procedure formalmente necessarie, i risultati sostanziali che ne sono derivati, sono talmente rovinosi da indurre a mettere in discussione l'intero iter.

Ecco gli effetti prodotti dalla decisione, arbitraria e autoritaria, del preside.

In data 21 Gennaio 2006 viene indetta un'assemblea sindacale dei lavoratori dell'Istituto Comprensivo di Sant'Angelo dei Lombardi, per affrontare l'argomento.

L'assemblea viene convocata dai rappresenanti provinciali di CGIL, CISL, UIL e SNALS.
Nel frattempo si è dimessa la R.S.U. della CGIL.

Dall'assemblea emerge una vivace critica all'operato del preside e una diffusa contrarietà della base dei lavoratori rispetto all'impiego di tale strumento di controllo, che viene considerato un rito inutile (infatti il registro di classe attesta già la presenza del docente; inoltre, il principale deterrente per l'insegnante risiede nella responsabilità penale rispetto agli alunni che sono minorenni), ipocrita (il docente non deve dimostrare di essere presente nell'Istituto, bensì nella classe, dove è chiamato a svolgere il proprio dovere che è di tipo didattico-educativo, un ruolo che non è assimilabile o equiparabile ad una funzione di natura aziendale, ossia ad una mansione manifatturiera o ad un impiego d'ufficio; inoltre, il compito dell'insegnante non si esaurisce nella classe e nell'orario di servizio, ma prosegue a casa, attraverso la correzione dei compiti, la preparazione delle lezioni, lo studio e l'autoaggiornamento professionale) e costoso (non solo sotto il profilo economico, ma anche per i costi prodotti in termini di stress psicologico ed emotivo, per le ripercussioni negative generate sul versante delle relazioni tra i docenti, nonché per gli effetti destabilizzanti provocati sulla gestione della scuola, sull'andamento del lavoro nelle classi, eccetera).

Insomma, ci si interroga sull'effettiva utilità e sull'efficacia di tale strumento di controllo e si risponde in modo decisamente negativo.

Sorvolo sugli altri elementi di analisi e di riflessione emersi durante l'assemblea.

Al termine della quale si decide di stilare un documento da consegnare, tra gli altri destinatari, anche al MIUR, al Dirigente del C.S.A. di Avellino e al Direttore dell'Ufficio Scolastico della Regione Campania.

Nei giorni successivi all'assemblea sindacale vari colleghi decidono di restituire il cartellino e smettono di timbrare. Intanto un esiguo gruppo di "irriducibili" si era rifiutato sin dall'inizio di ritirare il cartellino, per cui non ha mai timbrato.

Il clima si innervosisce, la tensione cresce sensibilmente, gli animi non sono più sereni.
Il preside emana un ordine di servizio, poi reiterato, con il quale impone di ottemperare alle precedenti disposizioni. A questo punto le posizioni si irrigidiscono ulteriormente, il dialogo tra le parti è completamente pregiudicato, in quanto era impossibile già prima, figurarsi ora!

Si inasprisce lo "scontro", la vertenza diventa lunga ed estenuante e si sposta sul terreno squisitamente burocratico-repressivo. Inevitabilmente si allarga il divario delle incomprensioni e degli equivoci.

Ha inizio una vera e propria "guerra psicologica" che mette a dura prova i nervi di tutti quanti. A conti fatti i colleghi che non timbrano il cartellino sono 21 su 54: non sono pochi, anzi!

Intanto, da più parti si intraprendono iniziative di mediazione e di conciliazione, sia da parte dei sindacati provinciali, sia da parte del C.S.A di Avellino e persino dalla Direzione Scolastica Regionale, ma invano!

Il preside si ostina a ribadire le sue ragioni, si arrocca nel suo bunker, si affida ad un legale (un avvocato penalista), ricorre alla Procura della Repubblica come se in tale vicenda affiorassero fatti penalmente rilevanti. L'unica "infrazione" commessa dagli insegnanti "ribelli" è la non ottemperanza ad un ordine di servizio, ed è dunque un'infrazione di carattere amministrativo. Il codice penale non c'entra nulla.

E' evidente l'intento intimidatorio nell'utilizzo della Procura della Repubblica e del codice penale, agitati come spauracchi! Non a caso molti docenti cominciano ad intimidirsi, manifestando dubbi ed esitazioni.

Dall'ufficio della presidenza partono alcune "contestazioni d'addebito" e viene persino inflitta una sanzione. Anche tali provvedimenti celano uno scopo intimidatorio, ma di fatto sono viziati sotto il profilo formale e procedurale, per cui si annullano da soli. Ormai appare sempre più lontana e difficile un'equa e pacifica soluzione della controversia.

Un giorno (mi sembra il 23 Febbraio scorso) giunge la visita ispettiva disposta dall'Ufficio Scolastico Regionale, visita invocata con urgenza nel documento redatto e sottoscritto dai rappresentanti sindacali provinciali e consegnato personalmente al Dirigente Regionale.

Sembra che gli Ispettori non siano favorevolmente colpiti dalla situazione che si trovano a valutare, anzi appaiono impressionati in modo molto negativo, soprattutto a causa del pesante clima ambientale e della rigidità che caratterizza la posizione del preside.

Nel frattempo i due più stretti collaboratori del preside avevano già rassegnato le dimissioni. Alcuni giorni dopo il preside si mette in aspettativa per motivi di salute. E' un segnale di resa del preside? Di certo si tratta di una soluzione quantomeno "pilatesca".

Dal C.S.A. di Avellino perviene una nomina coatta che obbliga la vicaria a ritirare le proprie dimissioni e ad accettare il nuovo incarico direttivo. Qualche giorno dopo segue il ritiro delle dimissioni da parte anche dell'altro collaboratore.

Veniamo all'epilogo parziale e temporaneo della vicenda.

Al termine del Collegio dei docenti del 7 Marzo scorso la collaboratrice vicaria, subentrata al posto del preside, comunica la "sospensione" dell'uso dell'orologio marcatempo, in attesa di decisioni provenienti dagli organi superiori.

Il 10 Marzo scorso si è svolta un'altra assemblea sindacale con i rappresentanti provinciali i quali, interpretando in modo ottimistico e trionfalistico gli ultimi avvenimenti, hanno evidenziato l'esito positivo della vertenza.

Per quanto ci riguarda la "vittoria" conseguita è soltanto parziale. Adesso si apre una nuova fase...

Una prima, immediata valutazione degli eventi è la seguente: l'esito raggiunto non deve indurre a facili e sciocchi trionfalismi, né al contrario ad un eccessivo pessimismo.
Si può essere in parte appagati dai risultati effettivamente conseguiti. La vittoria appare evidente nell'oggettività dei fatti, non è dunque una "vittoria di Pirro".

Tuttavia, si tratta di un successo parziale, che a mio avviso ha bisogno di essere formalmente sancito e documentato sul versante normativo, attraverso una sentenza autorevole che attesti e riconosca la illegittimità dell'uso del suddetto orologio marcatempo, così da fornire un preciso punto di riferimento giurisprudenziale per evitare che altrove si possa ripetere quanto si è verificato nella nostra scuola.

Per concludere occorre precisare che la questione dell'orologio marcatempo e la dura vertenza sindacale che ne è scaturita, costituiscono soltanto la punta dell'iceberg di una complessa e controversa realtà, nella quale si intrecciano profonde ed aspre contraddizioni legate ad un'errata e distorta concezione dell'autonomia scolastica, che invece dovrebbe essere intesa ed applicata in base allo spirito più autentico della legge, ossia in termini di partecipazione e coinvolgimento diretto ed effettivo di tutte le soggettività presenti ed operanti all'interno e all'esterno della scuola, quindi come estensione della base politico-decisionale.

Lucio Garofalo

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
alinos
Inviato: 22/3/2006 13:39  Aggiornato: 22/3/2006 13:39
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/3/2006
Da: Livorno
Inviati: 118
 Re: A scuola come in ferriera
Ok, bella la battaglia sindacale, bella la vittoria conseguita, ma permettetemi una domanda....
Da ex lavoratore dipendente, ho sempre timbrato il cartellino, all'entrata e all'uscita della fabbrica...
Qualè lo scandalo di un cartellino da timbrare?
Perchè tutto questo astio verso uno strumento che serve soltanto a rilevare le presenze?
Se uno ha la coscienza a posto, non vedo cosa ci sia di male a ribadire le entrate e uscite dalla scuola.
Forse si teme di perdere la libertà di uscire dall'istituto durante la pausa??
Scrivo senza intenzione di polemizzare alcunchè, ma solo con lo scopo di capire.
Grazie a tutti.

Linucs
Inviato: 22/3/2006 14:08  Aggiornato: 22/3/2006 14:08
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: A scuola come in ferriera
Come se i lavoratori della ferriera fossero bestie: invece a Scuola si forgiano i Cittadini. L'impressione è sempre che ciascuno difenda i suoi piccoli privilegi facendo un gran chiasso per nulla. Sicuramente sbaglio, ma per qualche strano e curioso motivo non riesco a provare umana compassione per il corpo docente.

Spero che qualcuno tra questi dotti rappresentanti sindacali insorga anche in caso di grave spaccio di analfabetismo, altrimenti dovremmo pensare che la lotta sia piuttosto limitata. Stranamente, non ne sento mai parlare.

tccom
Inviato: 22/3/2006 14:10  Aggiornato: 22/3/2006 14:10
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/11/2005
Da: civitavecchia
Inviati: 903
 Re: A scuola come in ferriera
quoto il post di Alinos e rivolgo all'autore la stessa domanda, permettendomi di allargarla con qualche considerazione:

i lavoratori dipendenti, leggi "contratto a tempo indeterminato", sono soggetti a vincoli d'orario; i lavoratori non dipendenti, leggi cococo cocopro e cazzate simili, non sono soggetti a vincoli di orario.

Nonostante questo, quando lavoravo per l'amata telecom, il capo funzione un giorno decise che gli dovevamo fornire il datasheet ORARIO (!!!!) di quello che facevamo. Ovviamente un paio di volte ho scritto anche se andavo a pisciare.

Comunque a parte il fatto che la presenza di lavoratori atipici a scuola è incredibile (e ne conosco personalmente qualcuno) per ovvi motivi, non vedo il grosso dramma nel dover timbrare il cartellino.

Nella scuola che frequentavo il 90% dei professori era gente seria da questo punto di vista, ma c'era quel 10% che faceva la felicità dei propri studenti, ma che col senno di poi avrei volentieri strangolato: tantissime assenze, ritardi per questioni per lo meno discutibili ("a ragà so andato dal barbiere!") e altrettante uscite anticipate.

Quindi se obiettivametne il metodo fascista del preside è discutibile, non mi sento di poter criticare il merito della questione, che, ripeto, poteva essere affrontata sicuramente in maniera più "dialogativa"

...gli Stati Uniti non ci hanno guadagnato nulla dall'11 settembre (c'è bisogno di dirlo?)...[].... Ragioniamo: chi ci guadagna quando piove? i produttori di ombrelli. Da questo si deduce che i produttori di ombrelli controllano la pioggia.
fiammifero
Inviato: 22/3/2006 14:11  Aggiornato: 22/3/2006 14:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: A scuola come in ferriera
In genere il cartellino di lavoro serve per controllare non solo le presenze ma anche se ci sono ritardi o straordinari.
Quindi,a parte le irregolarità e l'arbitrarietà del Preside,troverei giusto,nella fattispecie,timbrare il cartellino di lavoro solo dopo aver corretto i compiti per costringere a pagare gli straordinari.
Infatti il lavoro dell'insegnante non può essere paragonato a quello di un qualsiasi impiegato o operaio che,timbrato il cartellino in uscita,può disporre del proprio tempo libero a suo piacimento,e non è neanche da considerarsi libera professione
in quanto regolamentato da contratto di lavoro.
Quindi,per creare un precedente proporrei:
1) correggere i compiti in scuola anzichè a casa o non darne affatto
2) timbrare solo all'entrata
3) timbrare entrata e poi,a compiti corretti ritornare a scuola timbrare l'uscita.
Fare richiesta di straordinari,altrimenti si cambiano le regole.

In tutti i lavori il cartellino,comunque non controlla la quantità e la qualità di lavoro!

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
tccom
Inviato: 22/3/2006 14:20  Aggiornato: 22/3/2006 14:20
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/11/2005
Da: civitavecchia
Inviati: 903
 Re: A scuola come in ferriera
giusto...
dimenticavo l'ovvio lavoro a casa
Citazione:
1) correggere i compiti in scuola anzichè a casa o non darne affatto


questa non mi sembra male
c'è però da ricordare, che se non vado errato, la settimana lavorativa di un professore delle superiori è di 18 ore settimanali
(qualcuno me lo può confermare?)
se questo è vero, il lavoro "extra" può anche starci, no?

fermo restando che un professore, se fa il suo lavoro come deve secondo me è sottopagato

...gli Stati Uniti non ci hanno guadagnato nulla dall'11 settembre (c'è bisogno di dirlo?)...[].... Ragioniamo: chi ci guadagna quando piove? i produttori di ombrelli. Da questo si deduce che i produttori di ombrelli controllano la pioggia.
Paxtibi
Inviato: 22/3/2006 14:27  Aggiornato: 22/3/2006 14:27
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: A scuola come in ferriera
Quando lavoravo in Italia ho sempre avuto un brutto rapporto con il cartellino da timbrare. Trasferitomi in Grecia scoprii con gioia che qui non si usava (almeno nel mio campo), mi dissi: che bello!
Non ci volle molto però per capire che, senza cartellino, niente straordinari! Ovvero, la giornata lavorativa poteva durare 12 ore o più, senza vederne gli effetti in busta paga.
Ma qualcosa avevo guadagnato, perché mi servì per comprendere un'importante verità: non sempre ciò che sembra bello e desiderabile lo è in realtà.

soleluna
Inviato: 22/3/2006 14:31  Aggiornato: 22/3/2006 14:31
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
In data 30 Agosto 2005 il preside informa il Consiglio di Istituto di aver acquistato (non che sarà acquistato, usando dunque un verbo passato - questa è già un'anomalia) un orologio marcatempo per la rilevazione digitale delle presenze dei lavoratori. Capziosamente, al fine di carpire la buona fede dei presenti, riferisce al presidente del Consiglio di Istituto e agli altri rappresentanti dei genitori che il corpo docente sarebbe favorevole all'impiego di tale strumento di controllo. E' assolutamente falso!


ma nel consiglio d'Istituto i docenti che ne fanno parte sono stati convocati??

Citazione:
A proposito delle R.S.U. sarebbe necessario riservare un paragrafetto a parte per spiegare meglio alcune irregolarità riguardanti addirittura la legittimità stessa della rappresentanza sindacale, in quanto le R.S.U. sarebbero dovute decadere già dal 1° Settembre 2005 in seguito al trasferimento in altra sede di due dei tre rappresentanti sindacali regolarmente eletti a suo tempo, per cui si sarebbero dovute indire nuove elezioni, ma tutto ciò non è accaduto.


Questo non è corretto per due motivi:
- uno: senza dimissione esplicita un docente può essere benissimo titolare in una scuola e rsu della precedente
- due: dopo le dimissioni eventuali dell'insegnante trasferitosi, subentra il primo dei non eletti sempre che si sia nel triennio di carica

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Paxtibi
Inviato: 22/3/2006 14:32  Aggiornato: 22/3/2006 14:32
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: A scuola come in ferriera
fermo restando che un professore, se fa il suo lavoro come deve secondo me è sottopagato

Se però non riesce ad insegnare nemmeno a leggere e a scrivere come accade sempre più spesso?

soleluna
Inviato: 22/3/2006 14:36  Aggiornato: 22/3/2006 14:36
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
1) correggere i compiti in scuola anzichè a casa o non darne affatto
2) timbrare solo all'entrata
3) timbrare entrata e poi,a compiti corretti ritornare a scuola timbrare l'uscita.
Fare richiesta di straordinari,altrimenti si cambiano le regole.


1) complicato, perchè a scuola si è tenuti a stare per le ore di docenza frontali e per le riunioni programmate.... in teoria se mi facessi male a scuola terminato il mio orario di servizio potrei anche non essere risarcita

2) è quello che ora si fa, ma non si timbra, si firma

3) ufficio complicazioni affari semplici
vi viene in mente che ci sono docenti che lavorano a 30- 50 - 80 km dalla loro residenza??

Straordi CHE'??

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
soleluna
Inviato: 22/3/2006 14:40  Aggiornato: 22/3/2006 14:49
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
c'è però da ricordare, che se non vado errato, la settimana lavorativa di un professore delle superiori è di 18 ore settimanali


vero, MA

questo monte ore è stabilito tenendo conto di tutto il lavoro di preparazione e verifica dello stesso come aggiunta alle ore di docenza frontali

tant'è che
nella scuola dell'infanzia le ore frontali salgono a 25 settimanali e nella scuola primaria (elementare) sono 22

in pratica in base alla mole di lavoro presunta secondo l'ordine di scuola diminuiscono le ore in presenza e aumentano quelle considerate di programmazione del lavoro stesso.

Quindi non è lavoro "extra", ma lavoro per cui vieni già pagato nel tuo stipendio.

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
soleluna
Inviato: 22/3/2006 14:45  Aggiornato: 22/3/2006 14:50
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
Se però non riesce ad insegnare nemmeno a leggere e a scrivere come accade sempre più spesso?
Rispondo a te Paxtibi e anche a Linux indirettamente

Questo accanimento nei confronti di un intera categoria non rende giustizia alla vostra intelligenza.
I docenti, fermo restando la libertà d'insegnamento, non vivono in una bolla di nulla, devono seguire programmi ministeriali, a cui i testi si adattano e soprattutto hanno a che fare sempre più spesso con famiglie che si alterano se i loro piccoli sono caricati di lavoro e/o se vengono redarguiti per non aver fatto il minimo loro richiesto.

Non sempre le cose sono come appaiono meno che mai la verità risiede tutta da una parte.

Fermo restando che esiste una buona percentuale di "colleghi" docenti che, se smettesse di fare questo lavoro, farebbe cosa buona

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Paxtibi
Inviato: 22/3/2006 14:52  Aggiornato: 22/3/2006 14:52
Sono certo di non sapere
Iscritto: 3/4/2005
Da: Atene
Inviati: 8134
 Re: A scuola come in ferriera
I docenti, fermo restando la libertà d'insegnamento, non vivono in una bolla di nulla, devono seguire programmi ministeriali

A-ha!


soleluna
Inviato: 22/3/2006 15:23  Aggiornato: 22/3/2006 15:29
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Paxtibi

non c'è gusto, butto un amo e abbocchi subito!!!

Vedo che hai afferrato il senso della mia ironia sei libero solo dentro il range che io "stato" ti demarco.

La sfida è proprio questa, cercare di farsi confinare il meno possibile...

Libera-mente
Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
walhalla
Inviato: 22/3/2006 15:26  Aggiornato: 22/3/2006 15:26
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/11/2005
Da: aldilà
Inviati: 69
 Re: A scuola come in ferriera
al di là di tutto c'è da tenere in considerazione il fatto che nel campo dell'insegnamento non esiste meritocrazia, quindi sicuramente ci sono validi professori che per ciò che fanno sono sicuramente sottopagati, ma al contempo esiste una foltissima schiera di incapaci nullafacenti e raccomandati.
il vero problema secondo me è il fatto che l'operato di un professore è difficilmente giudicabile sia per le oggettive difficoltà presenti nella valutazione pratica della qualità del suo insegnamento e del suo impegno professionale, sia perchè a seconda dei casi basta che sia protetto (o meno) da qualche barone o lo sia lui stesso per essere intoccabile e inamovibile.
manca la trasparenza e l'effetiva volontà di verificare, detto in parole povere, quali siano gli insegnanti validi (al fine di valorizzarli) e quali no.
anche perchè appena si parla di revisionare il "sistema scuola" in italia scoppia il finimondo e frotte di ragazzini, sindacati e perditempo si mobiltano scendendo in piazza per difendere poltrone e privilegi, spesso purtroppo senza nemmeno rendersene conto..

w

tccom
Inviato: 22/3/2006 15:43  Aggiornato: 22/3/2006 15:48
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/11/2005
Da: civitavecchia
Inviati: 903
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
Se però non riesce ad insegnare nemmeno a leggere e a scrivere come accade sempre più spesso?


e allora sono soprapagati

parlando seriamente, quello del professore persona seria e irreprensibile ma che NON E' IN GRADO di insegnare è un problema di difficile soluzione:
come fai a decidere che uno è capace di insegnare?
lo fai esaminare da un che si ritiene essere capace d'insegnare...
e quest'ultimo chi lo nomina?
chi è stato ritenuto capace d'insegnare...

e via così, praticamente senza soluzione...idee?

ps: (avanti così...)

pss:Citazione:
anche perchè appena si parla di revisionare il "sistema scuola" in italia scoppia il finimondo e frotte di ragazzini, sindacati e perditempo si mobiltano scendendo in piazza per difendere poltrone e privilegi, spesso purtroppo senza nemmeno rendersene conto..


e mi pareva che ancora non era arrivato il post contro i bambini stupidi che vengono usati...un pò più di considerazione gliela darei a stì ragazzi...non è detto che a diciotto anni non sai che cazzo stai facendo...almeno non è sempre così

Citazione:
manca la trasparenza e l'effetiva volontà di verificare, detto in parole povere, quali siano gli insegnanti validi (al fine di valorizzarli) e quali no.


secondo me non manca la volontà, ma la posibilità di decidere un criterio universalmente riconusciuto
e quindi ci si affida a chi ne sa di più (i concorsi dovrebbero essere basati su questo presupposto...dovrebbero)

...gli Stati Uniti non ci hanno guadagnato nulla dall'11 settembre (c'è bisogno di dirlo?)...[].... Ragioniamo: chi ci guadagna quando piove? i produttori di ombrelli. Da questo si deduce che i produttori di ombrelli controllano la pioggia.
franco8
Inviato: 22/3/2006 15:48  Aggiornato: 22/3/2006 15:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
Certo... diamo "poltrone e privilegi" a chi se li "merita" .......

Chi Chi scende in piazza difende i privilegi,... si sà

L'altro giorno in piazza c'erano tutti gli Agnelli, Berlusconi, mi sembra di aver visto anche Ricucci , Totti con la una rappresentanza di calciatori

(ANche se i calciatori non so' poi che ci stavano a fare.. loro la meritocrazia ce l'hanno eccome!!?)

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Ghilgamesh
Inviato: 22/3/2006 16:53  Aggiornato: 22/3/2006 16:53
Sono certo di non sapere
Iscritto: 27/10/2005
Da:
Inviati: 3001
 Re: A scuola come in ferriera
Come hanno scritto in molti, il cartellino è una questione marginale, credo che il vero problema sia il non essere stati informati.

Come si diceva una volta: è una questione di principio... quando c'erano ancora i principi.

walhalla
Inviato: 22/3/2006 17:06  Aggiornato: 22/3/2006 17:06
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/11/2005
Da: aldilà
Inviati: 69
 Re: A scuola come in ferriera
walhalla: anche perchè appena si parla di revisionare il "sistema scuola" in italia scoppia il finimondo e frotte di ragazzini, sindacati e perditempo si mobiltano scendendo in piazza per difendere poltrone e privilegi, spesso purtroppo senza nemmeno rendersene conto.

tccom: e mi pareva che ancora non era arrivato il post contro i bambini stupidi che vengono usati...un pò più di considerazione gliela darei a stì ragazzi...non è detto che a diciotto anni non sai che cazzo stai facendo...almeno non è sempre così

w: ..e ti pareva bene. io ho 23 e studio all'università. ma prima di arrivarci ho girato 3 licei (sia pubblici che privati) in 5 anni.
ti garantisco che a parte una ristrettissima minoranza di ragazzi in gamba che, nonostante la pensassimo spesso e volentieri diversamente, prima di indire un'occupazione o aderire a una manifestazione si informava e ne discuteva, la stragrande maggioranza dei miei compagni seguiva come pecore le direttive dei rappresententi di istituto o dei partiti.
io ti parlo di cose che so per esperienza e non per sentito dire o per pregiudizio (nonstante io di pregiudizi ne abbia parecchi, ma quelli li tengo per me..)
e anche a livello universitario purtroppo questo triste e scoraggiante panorama fatto di disinteresse ed incoerenza non è affatto cambiato. poi sono tutti bravi a lamentarsi.

..

walhalla:manca la trasparenza e l'effetiva volontà di verificare, detto in parole povere, quali siano gli insegnanti validi (al fine di valorizzarli) e quali no.

tccom: secondo me non manca la volontà, ma la posibilità di decidere un criterio universalmente riconusciuto
e quindi ci si affida a chi ne sa di più (i concorsi dovrebbero essere basati su questo presupposto...dovrebbero)

w: ti rispondo semplicemente riportando una frase dal mio post a cui fai riferimento:

il vero problema secondo me è il fatto che l'operato di un professore è difficilmente giudicabile sia per le oggettive difficoltà presenti nella valutazione pratica della qualità del suo insegnamento e del suo impegno professionale, sia perchè a seconda dei casi basta che sia protetto (o meno) da qualche barone o lo sia lui stesso per essere intoccabile e inamovibile.

come vedi su questo punto la pensiamo allo stesso modo. credo..

w

grazia
Inviato: 22/3/2006 17:15  Aggiornato: 22/3/2006 17:15
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/1/2005
Da:
Inviati: 337
 Re: A scuola come in ferriera
Francamente non condivido tutta questa polemica sul cartellino marca-tempo.

E’ un sistema come un altro per poter “dimostrare” l’effettiva presenza del personale in servizio. Certo, una volta che hai timbrato viene male allontanarsi. Nell’ente in cui lavoro oltre al cartellino marca-tempo c’è l’obbligo di utilizzare il “cartellino” con foto, nome, cognome ed incarico…..

E’ seccante uscire per bere il caffè con questo “aggeggio” che nella pubblica piazza tutti guardano e sembra che dicano: “ naturalmente, in servizio però a spasso!” anche se la pausa caffè si riduce a cinque minuti al max. Ma d’altronde, come rimarcato da Paxtibi c’è da rilevare il rovescio della medaglia “niente cartellino, niente orario straordinario”.

Vorrei far rilevare però quanto importante in alcuni casi sia, in ambiente scolastico, la presenza di questo sistema. E per sottolinearlo vorrei raccontare un episodio.

Qualche anno venni a scoprire dalla madre di una compagna di classe di mio figlio (allora 3^ media) del grandissimo disagio subito dalla propria figlia in classe, ad opera di altri due compagni, con vere e proprie violenze sessuali. (due compagni ripetenti quindi un paio d'anni più grandi: 15-16 anni)
Conseguente denuncia ai carabinieri da parte della signora. Interrogatorio da parte di questi ultimi, di ciascuno dei 20 alunni e di noi genitori che, all’oscuro della vicenda, scopriamo dei tentativi di farsi eseguire in classe, dai due “prodi eroi” certi lavoretti orali ed altre cosucce simili nonché masturbazioni varie. Interrogatorio dei singoli professori, soprattutto di quelli che “risultavano” in classe . Eh già, ma in classe,domandiamo noi? ….ma……. Non sto qui a raccontare i dettagli che non interessano molto, tra consigli d’istituto, interrogatori davanti a tutto il corpo docente dei due “delinquenti in erba” e dei loro genitori.... …….tribunale dei minori ecc.
Ma la verità fece emergere il fatto che i due alunni decidevano di dare dimostrazione della loro grandezza approfittando del costante ritardo di ¾ d’ora della prof.ssa, che naturalmente risultava in servizio in quanto poi nell’ultimo quarto d’ora firmava sul registro per l’ora intera.

E’ chiaro che non si può fare di ogni erba un fascio ma di fronte ad una classe un po’ irrequieta, che fai te ne approfitti?

Ma l'epilogo pazzesco fu la smentita da parte del corpo docente dell'intera classe durante le vacanze estive post-diploma e la copertura della collega con proteste e incazzature varie soprattutto dei ragazzi che hanno ricevuto a conclusione di un ciclo di studi la più grande lezione di vigliaccheria.

Vai e spiegaglielo poi a tuo figlio che i professori non sono tutti così…..!

Che dire, ancora oggi a leggere l'articolo già mi sentivo vibrare, ma.... già, dimenticavo che l'interessata era sorella di un pezzo grosso dell'arma.

"Solo la verità può rendere liberi quanti oggi non vogliono essere servi..."

Paolo Sylos Labini
da "Intoccabili" di Lodato-Travaglio
Ivy
Inviato: 22/3/2006 17:38  Aggiornato: 22/3/2006 17:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/7/2005
Da: Cantù [VAAAAAAAAAAAAAAA BENE!]
Inviati: 335
 Re: A scuola come in ferriera
Timbrare il cartellino a scuola?

Un insegnante (ricordo ciò che sapevo nella mia esperienza di rappresentanza degli studenti per alcuni anni) ha orari di lavoro diversi, sanciti (per quanto riguarda il lavoro all'interno della struttura) da ore di lezione, e ore di "disposizione"; mi pare inoltre che la cosa possa variare in base a diversi criteri.

In ogni caso per gestire questo tipo di orario (non paragonabile a quello di un'azienda o un ufficio) esistono i registri di classe, firmati...
Insomma, è semplice sapere se l'insegnante c'è o no (una classe scoperta non passa inosservata ... Che bei ricordi ).

Quindi mi sembra giustissima la recriminazione, e se non ci fosse stata, sarebbe stato il solito piegarsi alla disposizione dall'alto: anche se non corretta, non mi costa fatica quindi lo faccio lo stesso e via andare...
Hanno fatto bene a protestare, e ora, raccolti i primi frutti, bisogna continuare, perchè è giusto, creare il precedente nelle questioni che riguardano il "controllo" del lavoratore è fondamentale...

We live in the age of the overworked, and the under-educated; the age in which people are so industrious that they become absolutely stupid. Oscar Wilde
Linucs
Inviato: 22/3/2006 17:48  Aggiornato: 22/3/2006 17:48
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: A scuola come in ferriera
I docenti, fermo restando la libertà d'insegnamento, non vivono in una bolla di nulla, devono seguire programmi ministeriali, a cui i testi si adattano

Ne deduco pertanto che se la scuola è diventata un cesso sia colpa (giustamente) del ministero.

Immagino che la soluzione sia votare democraticamente in modo che il ministero possa finalmente salvare tutte le scuole dalla rovina, senza offendere però il sindacato, anzi i sindacati, con i quali ha l'obbligo di trattare, magari a livello nazionale.

Badombe> Geniale.

e soprattutto hanno a che fare sempre più spesso con famiglie che si alterano se i loro piccoli sono caricati di lavoro e/o se vengono redarguiti per non aver fatto il minimo loro richiesto.

Ne deduco pertanto che la scuola (probabilmente dietro indicazione del ministero) ha deciso di seguire la via del "vivi e lascia vivere", stampando inutili diplomi da regalare a piene mani, perché "siamo tutti uguali e ce li meritiamo." Non vorremmo mai discriminare il povero pargolo che fuma oppio in classe.

Non sempre le cose sono come appaiono meno che mai la verità risiede tutta da una parte. Fermo restando che esiste una buona percentuale di "colleghi" docenti che, se smettesse di fare questo lavoro, farebbe cosa buona

Se dovessero essere stipendiati dai genitori, anziché dal governo ladro, probabimente sarebbero a servire hamburger presso il McDonald's più vicino (sempre che McDonald's decida di abbassare ulteriormente i propri standard.) Probabilmente non saprebbero fare neanche quello, perché se uno non ha voglia di fare un cazzo dalla mattina alla sera probabilmente anche la via dell'hamburger risulterà particolarmente difficile.

La sfida è proprio questa, cercare di farsi confinare il meno possibile...

Parte del problema è che qualcuno pensa di essere un assistente sociale anziché un professore, con le ovvie conseguenze. Sembrano diventati tutti piccoli messia, invece di insegnare devono salvare questo e quell'altro, e integrare quell'altro ancora, e pascolare uno, e dialogare con l'altro, e fare da mamma, da papà, da psicologo, eccetera. Rivoltante.

come fai a decidere che uno è capace di insegnare?

Il pargolo ha un diploma? Sì. Il pargolo sa leggere? No. Ergo, il professore non è capace di insegnare.

Dobbiamo forse confidare nella Fortuna e Sperare che il nostro Docente di Turno sia Ispirato da Nobile Idealismo?

Sarebbe questa la lotta alle discriminazioni? Suvvia...

Ricordate di leggere qualche volta la paginetta della scuola su repubblica.it, si capiscono tante cose interessanti soprattutto riguardo le priorità della scuola.

grazia
Inviato: 22/3/2006 17:53  Aggiornato: 22/3/2006 17:53
Mi sento vacillare
Iscritto: 5/1/2005
Da:
Inviati: 337
 Re: A scuola come in ferriera
Ivy -
Aldilà dalle nostre considerazioni circa l'utilità o meno del cartellino di rilevazione presenza sicuramente le rivendicazioni sindacali transitano dai contratti di lavoro.
Io non conosco le disposizioni del contratto dei lavoratori della scuola quindi non saprei affermare se ...... o se......

Il fatto che l'articolo riporta l'insurrezione del corpo insegnante circa l'imposizione da parte del docente fa presumere che il contratto nazionale non disponga in tale senso ma voglia, fondamentalmente stigmatizzare il comportamento del dirigente scolastico che come la maggior parte dei dirigenti fanno esclusivamente gli interessi della parte "pubblica" anche a discapito del lavoratore "parte privata"!

Sta al sindacato poi dare forza e voce alle azioni dei lavoratori.
Ecco infatti la polemica con le RSU (rappresentanze sindacali unitarie) che spesso sono RSD (disunite)!

"Solo la verità può rendere liberi quanti oggi non vogliono essere servi..."

Paolo Sylos Labini
da "Intoccabili" di Lodato-Travaglio
lupetto
Inviato: 22/3/2006 19:33  Aggiornato: 22/3/2006 19:46
Ho qualche dubbio
Iscritto: 21/10/2005
Da:
Inviati: 92
 Re: A scuola come in ferriera
Mi sembra di leggere molti 'luoghicomuni'.

- L'orario di lavoro degli insegnanti è di 18 ore settimanali.
- La correzione dei compiti è straordinario non pagato.
- Il marcatempo serve solo a controllare l'orario di servizio.
- I professori buoni sottopagati, quelli cattivi superpagati.

Sono solo luoghicomuni, sbagliatissimi, ma ormai talmente radicati che gli stessi insegnanti ragionano in questi termini peggiorando la lor già degradata immagine.

Provo a rimuovere gli errori, ma non è facile, abbiate pazienza per la lunghezza:

L'insegnante non è un impiegato, non c'è un orario di servizio da misurare.

L'insegnante è un professionista e come ogni professionista deve gestirsi da solo gli orari. Il lavoro del professionista comprende anche un tempo dedicato alla relazione con il cliente (orario d'ambulatorio del medico, ricevimento dell'avvocato, udienza del giudice, ecc.) l'insegnante incontra i suoi studenti per 18 ore settimanali ad ore prestabilite dalla scuola, ma questo non è il suo orario di servizio o di lavoro, è solo l'incontro con gli studenti. Il servizio comprende anche altri orari (ricevimento settimanale e mensile dei genitori, consigli e collegi, incontri di programmazione, progetti, ecc.).

Il lavoro del docente (come per tutti i professionisti) si svolge in buona parte fuori da questi momenti di incontro e non si può ridurre alla preparzione o correzione dei compiti. Quando vedo mia moglie prima di cena che prepara il videoregistratore per raccogliere materiale da mostrare a scuola, quando la vedo leggere, fotocopiare libri o ritagliare riviste e rimontarle al computer so che sta svolgendo il suo lavoro, il lavoro che le servirà per presentarsi correttamente ai suoi clienti-studenti nel suo breve orario d'appuntamento che si chiama lezione, non servizio, non lavoro. Lei lavora anche quando telefona da casa alla collega con cui svolge progetti comuni o alla rappresentante dei genitori della classe.

Anche gli avvocati e i magistrati sono obbligati a orari di udienza piuttosto limitati, perché hanno bisogno di tempo per il loro vero solitario lavoro (studio, verifica, redazione atti). Tutti lo fanno? no, solo quelli che vogliono essere bravi. Ma la differenza tra buoni e non buoni esiste in tutte le categorie e di solito non ci porta a dire che i magistrati o i primari ospedalieri guadagnano troppo perché tra loro ci sono diversi nullafacenti. Sappiamo bene che se queste categorie fossero mal pagate avremmo una giustizia e una sanità peggiori di quelle che sono perché i più capaci cambierebbero mestiere. I capaci infatti non fanno gli insegnanti, nessuno fa più il maestro elementare che prima era un mestiere rispettato, la fuga dalla scuola è un fatto storico, ma la scuola italiana regge abbastanza bene grazie alle donne, perché le donne per ragioni di carattere sociale e familiare accettano di restare a scuola. Accettano lo sfruttamento delle loro competenze personali. Molte di loro offrono prestazioni professionistiche eccellenti accontendandosi di guadagnare meno del tramviere. Molte non si accorgono nemmeno di essere sottopagate. Non osano nemmeno paragonare la propria professionalità e la propria paga a quella del marito manager o funzionario o professionista.

Il professionista non deve mai dimostrare di lavorare molte ore (quantità) per aver diritto ad una buona paga, deve invece dimostrare di aver svolto un lavoro di buona qualità. Molti professionisti ( e anche molti insegnanti) lavorano moltissimo e senza marcatempo per poter fornire prestazioni di alta qualità.
Il problema vero è: chi misura la qualità? chi la considera? dovrebbero farlo i genitori, ma i genitori trattano i docenti come impiegati baby-sitter addetti a mettere il timbro (voto) sulla pagella: basta che il timbro-voto ci sia e che sia buono.

NB - non sto dicendo che secondo me gli insegnanti dovrebbero essere considerati professionisti: lo sono già e lo sono sempre stati, basta pensare al fatto che se un impiegato viene inviato dal proprio datore di lavoro a svolgere servizio a 100 km di distanza gli spetta il rimborso delle spese, invece all'insegnante nessuno rimorsa niente, perchè non è un impiegato. E' un professionista, è autonomo, quindi deve muoversi con mezzi propri e a sue spese. Se ha bisogno della matita o del computer non può chiederlo all'ufficio.
Se l'impiegato viene trattenuto sul lavoro ha diritto alla paga per le ore straordinarie". L'insegnante in gita di istruzione non riceve una paga commisurata alle
24ore, ma solo una piccola indennità, come per gli esami, perché tutte queste cose sono già comprese nel suo incarico professionale.

La paga degli insegnanti non è paragonabile a quella degli impiegati, perchè è una sorta di onorario che deve tener conto di tutto: viaggi, studi, aggiornamenti, attrezzature (computer, biblioteca, riviste specializzate) ma anche (e questo gli insegnanti lo sanno bene anche se in genere non lo dicono) che socialmente sono spesso tenuti ad aiutare gli alunni "bisognosi".

Secondo me è giusto che l'insegnante non sia pagato per i compiti da correggere, che non riceva rimborso per gli spostamenti, che sia l'unico statale senza buono-pasto quando è trattenuto fino a sera a scuola, che non abbia una forniture d'ufficio. Tutto questo è conforme al suo status di professionista. Però non è giusto che guadagni uno stipendio impiegatizio invece di una paga simile a quella del medico ospedaliero o del magistrato.

Purtroppo la scuola si è sindacalizzata e gli insegnanti italiani sono ridotti a un salario da operai e anche a ragionare come operai (orario di servizio, RSU, vertenze, rivendicazioni...) e credono che così facendo stanno difendendo i loro diritti. No, così facendo portano gli altri a fare confronti sbagliati del tipo "lavori solo 18 ore, prendi più di un bidello che lavora 36 e ti lamenti pure?"

Arriviamo al problema del marcatempo: il ritardo del docente all'appuntamento è molto grave ed è molto visibile perché, come per il medico e per il giudice, c'è gente che aspetta, che vede e che giudica. Il buon professionista non deve far ritardo! Ma che facciamo? mettiamo il marcatempo in ogni aula? anche nelle aule di giustizia e nelle sale operatorie? per fare cosa, per sanzionare il chirurgo che opera alla perfezione ma inizia con 10 minuti di ritardo? non mi sembra una soluzione seria. Per i professionisti si è sempre ritenuto più valido il criterio del responsabilità per gli eventuali danni, piuttosto che quello della disciplina da fabbrica o da caserma.

L'idea di mettere un marcatempo non può che infastidire qualsiasi insegnante che ha coscienza di essere un professionista, ma a dirlo rischia di passare per un nullafacente superpagato che vuol difendere un assurdo privilegio rispetto agli altri impiegati e operai.

Il problema è che la scuola italiana è talmente degradata che nessuno, né gli studenti, né i genitori, né gli stessi insegnanti valutano l'insegnamemto come prestazione soggettiva che richiede alta qualità professionale. Nessuno ha mai introdotto criteri di valutazione della qualità.
Purtroppo in questa situazione degradata un gran numero di insegnanti va ad assolvere in cattedra una sorta di servizio impiegatizio, uno standard orario e conta anche le ore di correzione compiti senza riuscire neanche ad immaginare un giudizio di qualità su quel che offre agli alunni. In questa situazione diventa utile anche il marcatempo: uno in ogni aula!

Il marcatempo umilia i buoni insegnanti (che però sono puntuali e non ne ricevono danno) ma riduce gli abusi dei molti baby-sitter laureati. I sindacati purtroppo non ragioneranno mai in questi termini per loro il docente è un impiegato di concetto, lo chiamano "operatore scolastico" e perciò la scuola è ridotta così.

winston
Inviato: 22/3/2006 19:51  Aggiornato: 22/3/2006 22:16
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: A scuola come in ferriera
Toc-toc.
E’ permesso?
C’è qualcuno in redazione?
No…, perchè sarebbe utile un chiarimento sul significato dell’insegna Luogocomune: adeguarsi & incensarli oppure frenare & combatterli?

Sembra vedere la terra che fu degli Oschi risalire dalle profondità (?) del Sud, dando lustro a radici già longobarde: interland (?), bunker, Kafka… Il vento forte fra Grottaminarda e Candela si è fatta corrente ascensionale: Föhn.

Che affacciarsi alla ribalta internazionale con una ventilata neo-teutonica sia poi un affare… Mah, chissà... In zona si dice che è come per la talpa, che fece cambio dando gli occhi per prendersi la coda… Traducendo per i furastieri: è dubbio che i maccaruni paesani si arricchiscano con la senape. Né aiuta un menù affisso in bacheca, tipo, sindacale... e fa passare ogni appetito vedere gli ziti presentati quali estruso farinaceo..

Tanto per restare ai piatti più salienti, nel condimento di cliché appare cospicua per l'assenza l' apertura di una tavola di trattativa per regolare la divaricazione fra le parti...

Ma mille volte meglio a Mezzogiorno la pasta & pummarola di un De Sanctis! Magari in una giornata di favonio!

Chè, sofferenza & travaglio, metamorfosi & dignità umana (Maronna do’ Carmine!) sono ingredienti belli tosti, da Primo, tipo, “Se questo è un uomo” roba da lunga masticazione insomma. Messi al posto dei semi di finocchio nei taralli d'Avellino, possono solo rimanere sullo stomaco. Così come l’illegalità diffusa e permanente sembra parcheggo bislacco, dirimpetto al salone di parrucchiera.

Val la pena ricordare che gli Irpini tennero a lungo in scacco i Romani (Forche Caudine)… Quindi, si lasci agli inglesi la commemorazione della tragedia del carrello del tè ed ai Modenesi la Secchia rapita..; Un riscatto ispirato alla guerra del cartellino, per quanto epico, sarebbe tristo mercato. Per una rinascita degli Itali meglio aspettare occasione più degna.

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
lupetto
Inviato: 22/3/2006 19:55  Aggiornato: 22/3/2006 19:55
Ho qualche dubbio
Iscritto: 21/10/2005
Da:
Inviati: 92
 Re: A scuola come in ferriera
Un esempio pratico per chiarire quanto ho già detto:

recentemente sono stato invitato da un'azienda a tenere un corso di aggiornamento per alcuni dipendenti. La prima cosa che ho chiesto è stata un'aula comoda dotata di proiettore e schermo. Ne ho avuto ampia rassicurazione e poi ho visto che c'era altri servizi per rendere più agevole il lavoro. Per un docente di scuola superiore che spesso devrebbe spiegare concetti più complessi di quelli che dovevo illustrare io a persone già ben disposte la richiesta di queste ovvie condizioni è da fantascienza.

Linucs
Inviato: 22/3/2006 20:26  Aggiornato: 22/3/2006 20:26
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: A scuola come in ferriera
L'insegnante è un professionista e come ogni professionista deve gestirsi da solo gli orari.

Sarà sicuramente vero, ma se il professionista in questione non produce altro che mutilazione cerebrale dei pargoli non c'è forza terrena o soprannaturale che lo possa sbattere fuori dai piedi con una pedata nel culo.

Se questo è il professionista...

soleluna
Inviato: 22/3/2006 21:00  Aggiornato: 22/3/2006 21:00
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Soleluna
"I docenti, fermo restando la libertà d'insegnamento, non vivono in una bolla di nulla, devono seguire programmi ministeriali, a cui i testi si adattano"

Linucs
Ne deduco pertanto che se la scuola è diventata un cesso sia colpa (giustamente) del ministero.
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Spiacente contraddirti, ma scarseggiano anche quelli
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Linucs
Immagino che la soluzione sia votare democraticamente in modo che il ministero possa finalmente salvare tutte le scuole dalla rovina, senza offendere però il sindacato, anzi i sindacati, con i quali ha l'obbligo di trattare, magari a livello nazionale.

Badombe> Geniale.
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Triplo salto mortale carpiato rovesciato all'indietro
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Soleluna "e soprattutto hanno a che fare sempre più spesso con famiglie che si alterano se i loro piccoli sono caricati di lavoro e/o se vengono redarguiti per non aver fatto il minimo loro richiesto.

Linucs
Ne deduco pertanto che la scuola (probabilmente dietro indicazione del ministero) ha deciso di seguire la via del "vivi e lascia vivere", stampando inutili diplomi da regalare a piene mani, perché "siamo tutti uguali e ce li meritiamo." Non vorremmo mai discriminare il povero pargolo che fuma oppio in classe.
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Ma neppure vorrai fare studiare il cocco di mamma che ha la palestra il catechismo il corso di flauto indiano e la play station per rilassarsi, vero??
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Soleluna Non sempre le cose sono come appaiono meno che mai la verità risiede tutta da una parte. Fermo restando che esiste una buona percentuale di "colleghi" docenti che, se smettesse di fare questo lavoro, farebbe cosa buona

Linucs
Se dovessero essere stipendiati dai genitori, anziché dal governo ladro, probabimente sarebbero a servire hamburger presso il McDonald's più vicino (sempre che McDonald's decida di abbassare ulteriormente i propri standard.) Probabilmente non saprebbero fare neanche quello, perché se uno non ha voglia di fare un cazzo dalla mattina alla sera probabilmente anche la via dell'hamburger risulterà particolarmente difficile.
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Sarà come dici tu, ma proiettare il proprio modo di essere genitori all'intera umanità è un grande errore. Linucsocentrico direi
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Soleluna La sfida è proprio questa, cercare di farsi confinare il meno possibile...

Linucs
Parte del problema è che qualcuno pensa di essere un assistente sociale anziché un professore, con le ovvie conseguenze. Sembrano diventati tutti piccoli messia, invece di insegnare devono salvare questo e quell'altro, e integrare quell'altro ancora, e pascolare uno, e dialogare con l'altro, e fare da mamma, da papà, da psicologo, eccetera. Rivoltante.
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c'è sempre il grande "cesso" di cui sopra
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Pat

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
soleluna
Inviato: 22/3/2006 21:13  Aggiornato: 22/3/2006 21:13
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Lupetto

aggiungo anche che:

- se dovessi avere la felice idea di comprare dei libri, (alcuni docenti lo fanno, altri no) non puoi neppure scaricarli come spese nella dichiarazione dei redditi, questo vale anche per i computer... i programmi... la macchina fotografica...

- prova a voler scrivere un progetto, una relazione con un computer a scuola....
per non parlare poi di stamparlo.... la carta la porti tu e accendi una candela nella speranza che ti tocchi quella volta su dieci che cartuccia e stampante siano funzionanti o a voler fare delle semplici fotocopie...

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
nessuno
Inviato: 22/3/2006 21:29  Aggiornato: 22/3/2006 21:29
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/7/2005
Da: Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
Inviati: 501
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
se il professionista in questione non produce altro che mutilazione cerebrale dei pargoli non c'è forza terrena o soprannaturale che lo possa sbattere fuori dai piedi con una pedata nel culo.


Sarà come dici tu, ma - se la scuola è una fucina di incapaci - come mai le imprese assumono italiani invece di badombiani (o badombesi, non so come si scrive)?

Buona vita

Guglielmo

"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Redazione
Inviato: 22/3/2006 22:14  Aggiornato: 22/3/2006 22:15
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: A scuola come in ferriera
Direi che facendo la somma di tutti gli interventi (soprattutto sull'asse Lupetto-Linux) si ottiene una clamorosa contraddizione: trattato da impiegato, ma non lo è; considerato un professionista, ma non lo è.

Diventa quindi difficile per chiunque, in mancanza di una vera e propria definizione del soggetto, discuterne eventuali doveri e diritti.

L'unica cosa su cui non concordo, in Linucs, è la "produzione di deficienti". Che lo siano o meno, non ha niente a che fare con lo status dell'insegnante. E nel caso, bisognerebbe prima accertare se l'insegnante sia la causa piuttosto che non la vittima, lui stesso, di questo problema. In altre parole: c'è davvero, a monte, la volontà di creare delle nuove generazioni di "non-deficienti"?

shevek
Inviato: 22/3/2006 22:27  Aggiornato: 22/3/2006 22:29
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: A scuola come in ferriera
Ciao Nessuno!

Ti domandi: "se la scuola è una fucina di incapaci - come mai le imprese assumono italiani invece di badombiani (o badombesi, non so come si scrive)?"

La risposta è semplice. Ti ricordi il film "Brazil"? La trama è questa: in un futuro alla 1984 la mattina la sveglia agita dolcemente il tuo letto per svegliarti, la cucina ti ha preparato il tavolino della colazione con tutto l'occorrente, quando entri nella doccia l'acqua è automaticamente alla temperatura giusta, dopo di che scatta un getto d'aria calda che ti asciuga, infine la doccia ti serve gli abiti già puliti e stirati... questo in teoria. Di fatto la sveglia suona in ritardo, quando lo fa ti scaraventa a terra, la cucina ti getta addosso colazione e caffè bollente, la doccia è bollente ed il getto d'aria è gelido, gli abiti ti giungono sporchi e stracciati.
Ma tu non ti puoi lamentare. Chi lo fa finisce torturato ed ucciso, per cui tutti fingono che tutto funzioni. Salvo i "terroristi", le cui azioni consistono nel far funzionare davvero le cose (stupenda l'interpretazione di De Niro nella parte dell'idraulico/muratore/elettricista... terrorista).
Beh, la scuola/università italiana vive una situazione "braziliana": lo Stato afferma che le sue continue riforme la fanno funzionare benissimo; per fortuna esistono un bel po' di insegnanti/terroristi che continuano ad insegnare così come si dovrebbe, cercando di bypassare le leggi dello Stato che sono volte solo creare un mucchio di ignoranti, per cui qualcuno con un minimo d'istruzione riesce ancora ad uscire dalle scuole e dalle università italiane.

P.S. Nel frattempo mi sono accorto di aver risposto anche a Max...

Salut y Libertad
Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
tccom
Inviato: 23/3/2006 9:55  Aggiornato: 23/3/2006 9:55
Mi sento vacillare
Iscritto: 3/11/2005
Da: civitavecchia
Inviati: 903
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
ti garantisco che a parte una ristrettissima minoranza di ragazzi in gamba che, nonostante la pensassimo spesso e volentieri diversamente, prima di indire un'occupazione o aderire a una manifestazione si informava e ne discuteva, la stragrande maggioranza dei miei compagni seguiva come pecore le direttive dei rappresententi di istituto o dei partiti.
io ti parlo di cose che so per esperienza e non per sentito dire o per pregiudizio


ero rappresentante d'istituto nell'autunno del 1994...magari non te lo ricordi perchè se conto bene stavi alle medie...
questo per dirti che anche io parlo con cognizione di causa e con cognizione di causa ti dico che i ragazzi che sapevano quello che stavano facendo (e rischiavano anche del loro) erano parecchi.
magari neanche la maggioranza, ma erano molti

Citazione:
(nonstante io di pregiudizi ne abbia parecchi, ma quelli li tengo per me..)


io invece di pregiudizi non ne ho, tant'è vero che in quel periodo lavoravo a stretto contatto con più di una persona che la pensa come te (se ho capito bene come la pensi)
e mi sa che siamo agli antipodi

...gli Stati Uniti non ci hanno guadagnato nulla dall'11 settembre (c'è bisogno di dirlo?)...[].... Ragioniamo: chi ci guadagna quando piove? i produttori di ombrelli. Da questo si deduce che i produttori di ombrelli controllano la pioggia.
music-band
Inviato: 23/3/2006 14:03  Aggiornato: 23/3/2006 14:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/10/2005
Da: Shangri-la
Inviati: 1680
 Re: A scuola come in ferriera
Ho visto cose con questi occhi... Che voi umani non potreste neanche immaginarvi...

Presidi alcolisti, stabilmente assenti e non rintracciabili, e mai punibili...

Direttori scolastici affermare: "tanto il medico di controllo non ve lo mando, costa troppo"...

Personale misto, tra docenti e operatori scolastici, dare malattia sistematicamente tutte le volte che bisogna svolgere compiti non graditi...

Personale accusato di furto o di sottrazione di beni pubblici, con parecchi testimoni, scendere in piazza con i sindacati e scatenare putiferi con un'arroganza che gli ha permesso di farla sempre franca...

Personale misto, tra docenti e operatori scolastici, arrivare al mattino con un pacco di cartellini e timbrarli tutti...

Ho visto menefreghismo, arroganza, mancanza di rispetto... Ho visto cose da far vomitare un porco; ho visto sempre gli stessi, pochi volenterosi cercare di fare il loro lavoro, subendo questi atteggiamenti di colleghi che non sono mai perseguilbili, sempre protetti, sempre intoccabili.

Per cortesia... Lasciamo perdere Kafka... Tutto sto polverone per un marcatempo mi sembra abbastanza fuoriluogo....

PikeBishop
Inviato: 23/3/2006 14:54  Aggiornato: 23/3/2006 14:54
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: A scuola come in ferriera
music-band

Ti sbagli, e' chiaro perche' facciano un polverone sui simboli.

Gli insegnanti non sono mica schiavi beceri come noi che vendiamo via la nostra vita ad ore. Loro sono uomini e donne con una missione.

Se fossero stati capaci di fare qualcosa sarebbero diventati dirigenti, generali, papi, eroi o navigatori. A scuola possono pero' godere di parte dello stesso potere e non lo mollano. Ed i simboli sono piu' importanti di tutto il resto, ai fini del potere. In Spagna quando hanno tolto cappello e bastone ai parcheggiatori c'e' stata una rivolta.

L'unica cosa che li terrorizza veramente e' l'essere scambiati per uno di noi. Loro non sono lavoratori, sono intellettuali (di bassa lega, ma sempre nella lega) e baratterebbero anche una diminuzione di stipendio per l'assenza della timbratrice.

Io li conosco bene, li ho frequentati per tantissimi anni. Ce ne sono voluti un casino per dimenticarmi quello che mi hanno insegnato e l'esempio schifoso che mi hanno dato, ma ora li conosco e non mi contano delle storielle. Gli insegnanti sono dei cani da guardia dell'intelletto, vuoi mica metterli sullo stesso piano delle pecore!

Per il resto sono d'accordo con te.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
rumenta
Inviato: 23/3/2006 16:29  Aggiornato: 23/3/2006 16:29
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/1/2006
Da: Repubblica di Genova
Inviati: 801
 Re: A scuola come in ferriera
parlando seriamente, quello del professore persona seria e irreprensibile ma che NON E' IN GRADO di insegnare è un problema di difficile soluzione:
come fai a decidere che uno è capace di insegnare?
lo fai esaminare da un che si ritiene essere capace d'insegnare...
e quest'ultimo chi lo nomina?
chi è stato ritenuto capace d'insegnare...

e via così, praticamente senza soluzione...idee?


forse controllare i risultati??
troppo difficile verificare se gli studenti del prof. X sanno dove mettere un congiuntivo??
o se quelli del prof. Y sanno fare 2+2??
ma nooooo.... troppo complicato......



"La verità dev'essere brutale, violenta, armata ed arrabbiata. Altrimenti soccombe."
franco8
Inviato: 23/3/2006 17:05  Aggiornato: 23/3/2006 17:05
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
Scusate... Ma mi sembra che state esagerando...

Sembrerebbe, da alcuni post, che il primo problema della scuola sia quello di dividere gli insegnanti asini da quelli bravi.

Come se tutto si risolvesse con la mitica "meritocrazia" ....

Non dico che gli insegnanti non abbiano responsabilità...
Però...
"Poltrone" e "privilegi".. Ma di quali poltrone e di che "privilegi" si parla!? Nella scuola!?
Mi sembra che allargando lo sguardo alla società... ci sarebbero ben altre poltrone e privilegi al confronto delle quali ...!
Quando poi si parla di "privilegi" di lavoratori dipendenti in genere.. poi. Ma siamo seri!


-----
P.S:
Bella e suggestiva l'immagine di shevek.. (non so quanto reale, se ne può discutere..) E' bello anche Brazil...
-----

P.P.S
Il ministero! Lo conoscete voi il "monoennio". Vorrei conoscere chi, al ministero, inventa certi termini..?! ...Li compatisco gli insegnanti... tutta la mia solidarietà.

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Ashoka
Inviato: 23/3/2006 19:56  Aggiornato: 23/3/2006 19:56
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/7/2005
Da:
Inviati: 3660
 Re: A scuola come in ferriera
tccom
Citazione:
secondo me non manca la volontà, ma la posibilità di decidere un criterio universalmente riconusciuto
e quindi ci si affida a chi ne sa di più


E gli si impedisce di insegnare? No, perché nell'università di economia ad esempio la scuola austriaca non esiste, a Storia insegnano che nel VII° secolo d.c.i contadini producevano poco perché non erano tassati, etc. etc.

Pikebishop

Citazione:
Se fossero stati capaci di fare qualcosa sarebbero diventati dirigenti, generali, papi, eroi o navigatori. A scuola possono pero' godere di parte dello stesso potere e non lo mollano.


come De Benedetti, Badoglio, Ratzinger, Quattrocchi...

Io vorrei insegnare.. e dopo aver completato ingegneria gestionale mi son iscritto a storia proprio per quello. Evidentemente la mia brama di potere è infinita...

Citazione:
Gli insegnanti sono dei cani da guardia dell'intelletto, vuoi mica metterli sullo stesso piano delle pecore!


I tifosi sono tutti violenti, gli Arabi tutti terroristi, ... sempre a generalizzare...

Parliamo invece di cose concrete.
Come vengono finanziate ad es. le università? Con la refurtiva fiscale..
ok ma in che modo? Ma a laureato! Più laureati sforna l'università e più finanziamenti otterrà..

E' tanto difficile capire perché la qualità dell'insegnamento universitario peggiora? Se non si possono bocciare gli studenti, anche se non sanno nulla, perché la politica universitaria è di far passare tutti ed al massimo punire la conoscenza approssimativa con un voto .. brutto... (<24) ( E per approssimativa intendo ad es. chi all'esame di storia moderna dice che Venezia nel cinquecento era sotto il dominio austriaco...)

Ashoka

P.S. ahh i tempi in cui quando ottenevi un 24 al Poli stappavi lo champagne per festeggiare...

rumenta
Inviato: 23/3/2006 20:06  Aggiornato: 23/3/2006 20:06
Mi sento vacillare
Iscritto: 25/1/2006
Da: Repubblica di Genova
Inviati: 801
 Re: A scuola come in ferriera
Come se tutto si risolvesse con la mitica "meritocrazia" ....

in effetti si vede come funzionano le cose nella scuola, dove di questa meritocrazia non c'è traccia.....

"Poltrone" e "privilegi".. Ma di quali poltrone e di che "privilegi" si parla!? Nella scuola!?
Mi sembra che allargando lo sguardo alla società... ci sarebbero ben altre poltrone e privilegi al confronto delle quali ...!
Quando poi si parla di "privilegi" di lavoratori dipendenti in genere.. poi. Ma siamo seri!


si beh, in effetti qualcuno che percepisce uno stipendio occupando una poltrona senza fare una cippa non è un privilegiato
dai sù, vedi di esser serio tu, considerando che questi "lavoratori" sono pagati con i soldi anche delle tue tasse.... perchè tu le paghi le tasse, vero??
certo, bisognerebbe "regolare" ben altri privilegi e fancazzismi, ma non siamo ancora arrivati a maturazione... non ancora.....



"La verità dev'essere brutale, violenta, armata ed arrabbiata. Altrimenti soccombe."
soleluna
Inviato: 23/3/2006 21:48  Aggiornato: 23/3/2006 21:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 29/3/2005
Da: orbita di Anarres
Inviati: 1309
 Re: A scuola come in ferriera
Noto con una punta di dispiacere che, usciti da argomentazioni di massimi sistemi, quando parliamo di "noi" e delle nostre vite reali, non riusciamo a leggerci per ascoltare cosa l'altro ha veramente da dirci, ma solo a farlo attraverso il filtro delle idee già costruite in noi senza che queste vengano minimamente scalfite, non dico cambiate, dallo scambio ...

che ci siano persone come Lupetto, che argomentano cosa fa di "non visto" un docente, che altri come Ashoka vogliano ri-laurearsi per guadagnare forse 1200 euro/mese (entrato di ruolo dopo anni di precariato sia ben chiaro) solo per il "piacere" di fare un lavoro che si ama, come Shevek che racconta come alcuni (a l c u n i) professori cerchino di resistere ad un sistema che tende sempre più a limitare gli insegnanti.... beh poca roba.....

darci addosso l'un l'altro non credo sia costruttivo, poi fate voi...

Libera-mente
Pat

ps: dimenticavo.... i docenti..... tutti fancassolisti

"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
PikeBishop
Inviato: 23/3/2006 22:23  Aggiornato: 23/3/2006 22:23
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: A scuola come in ferriera
Si, Ashoka, la tua brama di potere e' infinita.....o magari no.

Mi spiego meglio: magari ritieni di avere qualcosa da trasmettere e insegnare storia ti darebbe questa possibilita'. Ma se vuoi diventare professore di ruolo non ti consiglierei di farlo sapere in giro: rompicoglioni non ne vogliono e saresti subito tagliato fuori, sempre che tu riesca ad entrarci in primo luogo.
La schiacciante maggioranza della gente che ho incontrato a scuola (dalle elementari all'universita', un sacco di gente) e fuori erano li' per altri motivi. I piu' a posto perche' lavorare stanca (e sono d'accordo) e riuscire ad imboscarsi nelle scuole e' un'ottima scelta di carriera: gli insegnanti non li licenziano mai, ne hanno bisogno per tenere il sistema, e' la polizia politica dell'intelletto. Questi li capisco ed i fondo li ammiro, sono riusciti (perche' paraculi, ma non e' facile) in quello che a me non riuscirebbe mai.

Quelli come il nostro Sig. Garofalo che insistono sulla bollatrice su ogni altra cosa piu' importante che potrebbe rivendicare sono invece li' solo per il potere. Osho raccontava spesso una storia indiana su un re deposto dal figlio. Per evitare che il padre tramasse contro di lui per riprendersi la corona, il figlio gli diede una scolaresca a cui insegnare. Il vecchio re non tramo' mai piu', quello era tutto il potere di cui, in fondo, aveva bisogno. Cosa puo' soddisfare di piu' che l'ammirazione di una scolaresca per cui in ogni caso sarebbe passato per un padreterno, visto che loro sapevano poco o niente?
Il vecchio detto e': se sei capace a fare qualcosa fallo, se non ne sei capace insegnalo, se non puoi neanche insegnarlo dirigi il lavoro.

I tifosi sono tutti violenti (quelli che non lo sono sono repressi, il calcio e' la continuazione della guerra con altri mezzi, Von Clausevitz non l'ha scritto perche' non ha scritto mai un trattato sul calcio, ma vedi Desmond Morris).
Gli arabi sono tutti terroristi, ma solo nel senso che l'italiota medio ne e' terrorizzato (mamma li turchi, be' stessa fazza stessa razza, direbbero).

La generalizzazione e' necessaria, non e' accurata ma e' comoda se non stai scrivendo un trattato e la FUNZIONE degli insegnanti (non quello che sono loro personalmente, anche se per alcuni magari vale, questo per rispondere alle accuse di generalizzazione) e' quella di cani da guardia dell'intelletto o gatekeepers, come li chiama David u'pazzo Icke.

Il sistema e' montato in maniera da favorire l'accesso all'insegnamento di persone che eseguiranno i programmi (anche le parti non scritte, ma tacitamente imposte) senza rompere i maroni. In cambio gli si da abbastanza corda da potercisi appendere da soli, cosi' stanno buoni.
Se non sei un po' lecchino e paraculo avrai tremende difficolta' a diventare insegnante o giornalista (il corpo d'assalto dei tutori dell'intelletto). Se sei brillante e credi in quello che fai ce la possibilita' che ti caccino a pedate in breve tempo (e magari hanno ragione, stai solo scassando i maroni perche' ti piace sentirti importante).

La scuola e' troppo importante per il sistema per lasciarla contaminare da gente che si cura se i pargoli imparino qualcosa.

Inoltre c'e' un'altra precisazione che vorrei fare a proposito della spesa per l'istruzione. A parte pochi casi (e si parla di studi universitari) e' stato assodato da almeno 20 anni che c'e' un limite - BASSO - oltre il quale i soldi spesi per l'istruzione invece che migliorarla la peggiorano sensibilmente. Fa molto riflettere il fatto che gli insegnanti elementari passino lunghe ore alla fotocopiatrice (infrangendo copyrights, ma lo fanno a fin di bene) ed al computer ed i bambini non sanno ancora leggere decentemente in terza. Ai miei tempi c'era solo la lavagna ed eravamo in grado di leggere abbastanza decentemente in prima elementare. Mia madre ha fatto solo l'esame di seconda elementare ed il suo livello di istruzione era paragonabile a quello di un pargolo (bravo) di seconda-terza media.

In ogni caso io la bollatrice la vorrei a tutti i costi: mi piace che sia documentato il fatto che almeno sono puntuale, anche se sono totalmente scansafatiche .

PS. Lascia perdere l'insegnamento Ashoka, di te il sistema non ha bisogno (per tua fortuna).

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
franco8
Inviato: 23/3/2006 23:35  Aggiornato: 23/3/2006 23:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
Moooolto seriamente, puoi pensarla come vuoi, ma qui si tratta di dare il giusto significato alle parole...
Cosa vuol dire "privilegio" e chi sono i "privilegiati" nella nostra società?
(senza dare a ciò se è possibile, valenze morali... ma provando ad essere "oggettivi")

Come ti ho detto e ti ripeto penso che i VERI privilegiati siano da cercare altrove,
non certo tra i lavoratori dipendenti (che, tra l'altro sono gli unici che pagano le tasse.. a proposito di tasse! beh magari non gli unici ma quasi... ).

I privilegiati sono quelli che (se lo meritino o no) non devono affatto lavorare, neanche far finta... perché c'è chi lavora per loro.

Tutto qui il discorso... pensi che ci sia gente che ruba lo stipendio? Può darsi.
Ho capito quel che intendi ma quel che ti voglio dire io è: Cerca altri termini... Non parlare di "privilegi"...
I privilegi erano quello dell'aristocrazia, sono quelli dei i grandi capitalisti... dei monopolisti. Sono quelli che non possono avere solo alcuni, non tutti...

Un cog***** qualsiasi (come me, tanto per dire - ma non sono un insegnante - ) che magari ruba pure lo stipendio, ma vive appena dignitosamente. E' un privilegiato? Che c'ha la villa in Sardegna?
C'ha lo yacht? 'Ndo stanno i privilegi?... Potrai dirmi... "Ma chi ha queste cose se le è meritate!"... Ma non importa, non è questo il punto... sarà un privilegiato meritevole... ma sempre privilegiato è.

Se, puta caso, un disoccupato pensa che uno che c'ha un lavoro sia un "privilegiato" e gli va addosso ... ne uscirebbe solo una guerra tra poveri.. e tra i due "litiganti" il terzo, il "vero" privilegiato è quello che ne gode... Capito che intendo?

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
lupetto
Inviato: 24/3/2006 10:22  Aggiornato: 24/3/2006 10:48
Ho qualche dubbio
Iscritto: 21/10/2005
Da:
Inviati: 92
 Re: A scuola come in ferriera
Tutti siamo stati a scuola e purtroppo tutti abbiamo avuto insegnanti incapaci o antipatici, sconfitte e frustrazioni. Qualcuno si accorge di aver anche imparato a leggere e fare un po' di conti, per altri la frustrazione ha generato un rancore senza fine verso la scuola e verso tutti gli insegnanti.

Pochi invece devono relazionarsi con la burocrazia degli enti inutili, con gli uscieri nullafacenti che triplicano i loro stipendi con le "mance", con dirigenti di nomina politica che aggiungono a stipendi di 5000 euro al mese lauti gettoni di presenza alle "riunioni" restando nell'ignoranza più totale dei servizi che forse l'ente dovrebbe erogare.

Non so perché qualcuno pensa che sia richiesto un conformismo intellettuale per entrare e scalare le graduatoriue che portano agli incarichi di insegnamento. Sono graduatorie basate sui titoli (supplenze fatte, voti di laurea, voti di abilitazione...) e sarebbe più logica la critica opposta: nessuno sa di quali valori sia portatore l'insegnante. Ma questo, come ho già detto, avviene anche per chi si presenta al nozionistico esame di abilitazione per l'albo degli avvocati, dei medici o per la magistratura. I valori restano fuori e credo che sia giusto così: solo i regimi totalitari fanno discriminazioni sugli orientamenti di pensiero.

IO ho fatto le scuole elementari dalle suore francescane (mi hanno insegnato ad apprezzare Alfieri e Mazzini, ma non credo che lo facessero per favorire trame massoniche) poi al liceo ho avuto un professore di lettere che ci raccontava con entusiasmo le sue gesta da avanguardista e da repubblichino e ho avuto un professore di filosofia che leggeva tutto in chiave marxista e ci annunciava l'imminenza dell rivoluzione proletaria. Ognuno di loro aveva i limiti di una visione personale e forse anche faziosa, ma nel complesso la scuola mi ha offerto una varietà che non avrebbe potuto indottrinarmi in alcun senso. Ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Ho avuto un solo professore che non era capace di parlarci di niente, che si leggeva il giornale mantenendo comunque la sua responsabilità di baby-sitter (e quindi nemmeno il suo stipendio poteva dirsi rubato). Il numero di incapaci e nullafacenti che ora vedo negli altri settori di lavoro pubblici e privati mi sembra enormemente più elevato, ma basta non vederli e il cuore non duole.

Gli insegnanti sono giudicati male perché (con o senza marcatempo) non possono bleffare, non possono possono sfuggire allo sguardo degli allievi, non possono passare la mattinata a fare solitari al computer, o pettegolezzi di corridoio come i bei modelli televisivi di "camera cafè" e poi dire impunemente che hanno lavorato, hanno lavorato tanto. Tutti sanno quello che hanno fatto.

lupetto
Inviato: 24/3/2006 10:59  Aggiornato: 24/3/2006 10:59
Ho qualche dubbio
Iscritto: 21/10/2005
Da:
Inviati: 92
 Re: A scuola come in ferriera
Ho detto che non credo nell'esistenza di una selezione ideologica nell'accesso all'insegnamento, ma ripensandoci il mio ragionamento non è applicabile per l'insegnamento universitario dove esiste un meccanismo (illegale ma ben consolidato) di cooptazione.

E credo che ci sia anche un altro problema: la neutralità ideologica delle graduatorie potrebbe essere completamente elusa dalle recenti riforme che hanno parificato scuole pubbliche e scuole private e hanno dato agli insegnanti di religione lo status di insegnanti statali di ruolo.

Mi spiego: le cliniche private pagano bene i loro primari e spesso la carriera di un medico arriva ai buoni guadagni del privato dopo una gavetta nelle strutture pubbliche, mentre nella scuola avviene il contrario: gli istituti privati assumono neolaureati a paghe quasi inesistenti perché così si fanno punti per la graduatoria pubblica. Questa possibilità di transito creata dalla parificazione potrebbe trasformare le scuole private e le curie vescovili in sistemi di selezione (anche ideologica) per l'accesso agli insegnamenti nella scuola pubblica.

franco8
Inviato: 24/3/2006 11:09  Aggiornato: 24/3/2006 11:12
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
Magari avrai ragione su molte cose ma:

PikeBishop Citazione:
... Fa molto riflettere il fatto che gli insegnanti elementari passino lunghe ore alla fotocopiatrice (infrangendo copyrights, ma lo fanno a fin di bene) ed al computer

Più che altro a me fa chiedere: "Ma dove accadrebbe tutto ciò?"
... Viviamo forse in paesi diversi? (Forse è come se lo fosse)

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
fiammifero
Inviato: 24/3/2006 11:10  Aggiornato: 24/3/2006 11:10
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: A scuola come in ferriera
Non conosco l'età media dei frequentatori del sito ma,viste le loro capacità di ragionamento,di cultura e critica,dobbiamo riconoscere che tutto sommato gli insegnanti che abbiamo avuto non sono stati degli emerti imbecilli e che la scuola non è da buttare alle ortiche.
Di difetti ne troviamo ad Josa,ma quelli vanno ricercati a monte,alle politiche adottate affinchè ci siano solo meno analfabeti (leggere e scrivere per poter mettere la X sulla scheda di voto) mentre la vera cultura è riservata alle elites e si è preferito incentivare il privato a tale scopo.
Non a caso il pubblico è fatiscente e manca di organico e materiale didattico mentre nel privato tutto è nuovo,modernizzato,non ci sono scioperi,le classi non sono in super affollamento,vengono dati bonus per l'iscrizione etc.
Io manco morta farei l'insegnante con una classe di 26/28 alunni indisciplinati,iper protetti dalle famiglie che con i famigerati consigli di classe si sentono tanto i Moratti della situazione tanto da interferire sulla didattica o l'insegnamento ,parlando di cazzate sulle gite scolastiche e magari non protestando perchè il riscaldamento non funziona,perchè non ci sono PC,carta igienica al bagno,vetri rotti o palestra non funzionante.
Vi assicuro che è deprimente partecipare a queste riunioni,tutti intellettuali,parlano dei loro figli come se fossero universitari anche alle elementari,
i primi a non portare rispetto tenendo i cellulari accesi,i primi a scusare il mancato studio dei figli perchè dopo il parcheggio a scuola hanno il parcheggio in palestra ed altre attività ludiche.
Non voglio difendere a spada tratta gli insegnanti,ma va loro riconosciuto il fatto che tra burocrazia,famiglie,direttive,programmi a cui attenersi,non sono certo da invidiare nè messi in condizione di svolgere appieno il loro compito.
Il tutto è iniziato con la Riforma Berlinguer,non ce lo scordiamo e che lo stesso non faceva altro che applicare ECONOMIA DI MERCATO

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
PikeBishop
Inviato: 24/3/2006 13:37  Aggiornato: 24/3/2006 13:37
Sono certo di non sapere
Iscritto: 1/11/2005
Da: Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Inviati: 6263
 Re: A scuola come in ferriera
Franco8

Viviamo in paesi diversi, ma negli ultimi anni'80, prima di emigrare, confesso di avere lavorato in una scuola e poi di averne frequentate per motivi vari anche altre elementari e medie, nel Nord Italia.
Ti assicuro che quanto ho scritto corrisponde esattamente a quanto ho visto in mumerosissime occasioni.

Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
franco8
Inviato: 24/3/2006 15:01  Aggiornato: 24/3/2006 15:06
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
...nel Nord Italia.

Aaaaah ! No, no... ho capito. Non metto in dubbio.
Avrai capito , anche tu ... Vivevamo in paesi diversi anche prima che tu emigrassi!

... insegnanti elementari che passano il tempo al computer?

Fantascienza! (Quali computer?)

Accidenti a Garibaldi... C'ha fregato! Massone maledetto!

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
walhalla
Inviato: 24/3/2006 19:24  Aggiornato: 24/3/2006 19:31
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/11/2005
Da: aldilà
Inviati: 69
 Re: A scuola come in ferriera
franco8: Non dico che gli insegnanti non abbiano responsabilità...
Però...
"Poltrone" e "privilegi".. Ma di quali poltrone e di che "privilegi" si parla!? Nella scuola!?
Mi sembra che allargando lo sguardo alla società... ci sarebbero ben altre poltrone e privilegi al confronto delle quali ...!
Quando poi si parla di "privilegi" di lavoratori dipendenti in genere.. poi. Ma siamo seri!

I privilegi erano quello dell'aristocrazia, sono quelli dei i grandi capitalisti... dei monopolisti. Sono quelli che non possono avere solo alcuni, non tutti...

w: mi domando come sia possibile ragionare sempre in termini di lotta diclasse.
è evidente che allargando lo sguardo alla società ci sono ben altre "poltrone" e "privilegi", non mi pare che nessuno l'abbia messo in dubbio.

in ogni caso qui si stava parlando della professione di insegnante e io per privilegiata intendo una persona che percepisce dei vantaggi sia economici che pratici che altre persone nelle stesse condizioni non si sognano nemmeno.
non credo che un operario di una acciaieria possa permettersi di andare e venire dal luogo di lavoro come e quando gli pare, non mi risulta che possa permettersi il "lusso" di un caffè in qualsiasi momento della giornata, nè di fare in maniera approssimativa il proprio lavoro.
in particolar modo a livello universitario abbiamo una specie di sistema feudale fatto di
signori (baroni), vassalli valvassori e valvassini, ognuno dei quali legato e dipendente dal suo superiore, che in cambio di libertà e privilegi (io tali li ritengo) giurano "fedeltà" e appoggio incondizionato.
ovviamente sono delle generalizzazioni ma se, per assurdo, ci fosse anche un solo caso simile in italia ritengo sarebbe giusto parlarne..

w

walhalla
Inviato: 24/3/2006 19:36  Aggiornato: 24/3/2006 19:36
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/11/2005
Da: aldilà
Inviati: 69
 Re: A scuola come in ferriera
walhalla: ...(nonstante io di pregiudizi ne abbia parecchi, ma quelli li tengo per me..).

tccom: io invece di pregiudizi non ne ho, tant'è vero che in quel periodo lavoravo a stretto contatto con più di una persona che la pensa come te (se ho capito bene come la pensi) e mi sa che siamo agli antipodi

w: anch'io lo facevo e continuo a farlo, penso che mi annoierei mortalmente a star sempre a sentire persone che la pensano come me. non imparerei mai nulla di nuovo..

w

Beattle
Inviato: 25/3/2006 12:15  Aggiornato: 25/3/2006 12:15
Ho qualche dubbio
Iscritto: 15/1/2006
Da: Milano
Inviati: 57
 Re: A scuola come in ferriera
Citazione:
Se un insegnante fa il suo lavoro come va fatto secondo me è sottopagato.


Sono figlio di un insegnante ed effettivamente mi sono reso conto che lo stress non è poco, mia madre è fedele al suo lavoro che compie con il massimo impegno, maggiore di quello di tutte le mie insegnanti avute durante tutto il mio corso di studi. Il fatto in se non mi scandalizza più di tanto... A quanto ho capito ogni istituto alla fine può essere gestisto in modo diverso dal direttore o preside che ha acquisito l'immagine di manager...

La cosa che mi fa divertire di più è il fatto che si pensi più a tenere un insegnante per 5 ore davanti algi alunni che testare la preparazione degli alunni stessi.

Quantità non qualità, da un certo puto di vista sembra che ci vogliano Stupidi ma devoti alle regole ...

Non mi piace.

Linucs
Inviato: 25/3/2006 22:36  Aggiornato: 25/3/2006 22:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: A scuola come in ferriera
Questa sarebbe l'economia di mercato dei miei stivali:

"Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti.

Certo, perché gli studenti si pagano la scuola, quindi sono i clienti. Continua:

A questo scopo serve un sistema statale di buoni scuola emessi all'ordine dei genitori di un figlio in età scolare, buoni che potranno essere spesi in una scuola a scelta delle famiglie degli studenti, anche private e/o confessionali"(1955).

E' il libero mercato in azione, come da manuale. Le scuole si fanno concorrenza per ricevere il denaro dello Stato, rubato al taxpayer.

Che dire? Quanto ho riportato è di per sé chiarissimo. Nel mondo occidentale il sistema del libero mercato ormai non ha più freni.

Ecco che compare nuovamente l'occidente cattivo, nel quale il libero mercato non ha più freni: è infatti noto che le tasse siano scomparse, e che la proprietà privata sia diventata un cardine della società. Tiro ad indovinare: è colpa nostra. Sì?

Interviene direttamente sui governi (anche personalmente) soppiantando completamente la mediazione politica.

Tranne quando i governi sono chiamati a salvare aziende in bancarotta: in quel caso si chiama stato sociale, ammortizzatore sociale. Avrò indovinato nuovamente?

Ma solo teorici ingenui, imprenditori d'assalto, politici mediocri possono credere che si possa indefinitamente continuare così, senza doverne pagare prima o poi un prezzo politico.

Il prezzo politico, che consiste nel non essere votati. Mamma mia che paura: il politico non dormirà.

Per il mondo delle imprese esiste certamente un surplus. Per la società civile non esiste nessun cittadino che si debba considerare surplus people. Non vi sono ineluttabilità o determinismi, a patto che i cittadini sappiano di cosa si parla e facciano sentire la loro voce.

E sarebbe anche ora, no?

Peccato che questa storia del "siamo troppi, siamo veramente troppi, dovremmo essere meno" non nasce né dal libero mercato né tantomeno dal capitalismo, bensì in ambienti ONU-like. Perché se siamo meno allora le risorse potranno bastare per tutti, finalmente le si potrà razionare con efficienza, con la scelta politica, eccetera, eccetera.

Credo che siamo oggi ad un punto di possibile non ritorno. La scuola pubblica, sommo bene da molte generazioni, quella che ha permesso l'emancipazione di tutti e ciascuno di noi è oggi a rischio.

L'emancipazione! Questa è buona.

Si sta smontando, destrutturando, deregolamentando regionalizzando in modo selvaggio e seguendo la strada opposta a quella degli USA che pure sono passati attraverso questo fallimento e stanno tentando disperatamente di uscirne,...

...tramite il ministero federale dell'istruzione, incostituzionale. E Taylor Gatto non esiste.

per far scendere i prezzi ed immetterla sul mercato. Occorre molta maggiore attenzione a questa vicenda da parte dei cittadini tutti. Quando si avanzasse ancora su questa strada sarà impossibile tornare indietro.

Come sempre. E quando mai?

E, in quel momento, ogni recriminazione sarà vana. Non ci si accorge di come si sta bene fino a che non si perde quel bene.

Naturalmente. Tranne quando si tratta di implementare i suggerimenti globali per una nuova civiltà globale ed una nuova società: quello si può fare tranquillamente.

E la favola continua...

La Commissione dovrebbe convincersi che i buoni propositi sociali non possono convivere con il neoliberismo e la massimizzazione del profitto.

Ovviamente.

Badombe> "The writings of the socialists are full of such utopian fancies. Whether they call themselves Marxian or non-Marxian socialists, technocrats, or simply planners, they are all eager to show how foolishly things are arranged in reality and how happily men could live if they were to invest the reformers with dictatorial powers."

Abdallah> "The modern American high school, reformed according to the principles of John Dewey, has failed lamentably, as all competent experts agree, in the teaching of mathematics, physics, languages, and history."

Ahmed> "There is, in fact, only one solution: the state, the government, the laws must not in any way concern themselves with schooling or education. Public funds must not be used for such purposes. The rearing and instruction of youth must be left entirely to parents and to private associations and institutions."

Babodjian> "Innovators and creative geniuses cannot be reared in schools. They are precisely the men who defy what the school has taught them."

E tanti saluti a Dewey e alla scuola che forma il cittadino.

Quantità non qualità, da un certo puto di vista sembra che ci vogliano Stupidi ma devoti alle regole...

Suvvia: come ti sarà mai venuto in mente?

franco8
Inviato: 28/3/2006 10:59  Aggiornato: 28/3/2006 10:59
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: A scuola come in ferriera
walhallaCitazione:
....in ogni caso qui si stava parlando della professione di insegnante e io per privilegiata intendo una persona che percepisce dei vantaggi sia economici che pratici che altre persone nelle stesse condizioni non si sognano nemmeno.
non credo che un operario di una acciaieria possa permettersi di andare e venire dal luogo di lavoro come e quando gli pare, non mi risulta che possa permettersi il "lusso" di un caffè in qualsiasi momento della giornata, nè di fare in maniera approssimativa il proprio lavoro.
in particolar modo a livello universitario abbiamo una specie di sistema feudale fatto di
signori (baroni), vassalli valvassori e valvassini, ognuno dei quali legato e dipendente dal suo superiore, che in cambio di libertà e privilegi (io tali li ritengo) giurano "fedeltà" e appoggio incondizionato.
ovviamente sono delle generalizzazioni ma se, per assurdo, ci fosse anche un solo caso simile in italia ritengo sarebbe giusto parlarne.. ...

OK... Ma mi sa che avevo capito benissimo...
E non capisco come si fa, questo caso, a tralasciare la lotta di classe quando stai parlando proprio di questo...
Se consideriamo soltanto l'operaio della accieria e l'insegnante (tra l'altro, non mi pare che stavamo parlando dell'Università, riguardo alla quale posso essere d'accordo con te a parlare di "privilegi") e ci fermiamo lì... quasi che fosse l'insegnate che "toglie" qualcosa all'operaio.... tralasciando i motivi per i quali l'operaio ha il trattamento che ha e chi sono i responsabili, da chi e cosa dipende... non abbiamo una visione chiara e completa...

Diventa, come ho detto prima, una guerra tra poveri... (più o meno .. OK)

Mi scuso per la mia "pedanteria" sul termine "privilegio", ma tanto per chiarire il concetto, parlando in astratto, senza riferimenti al caso, c'è una differenza fondamentale tra la situazione in cui ci sono dei privilegi, e la situazione in cui ci sono dei diritti negati.

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)

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