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dagli Usa : UN CALCIO AI MILIARDI PER MORIRE FRA LE CAPRE |
Inviato da Redazione il 23/4/2004 22:44:46 (3855 letture) |
UN CALCIO AI MILIARDI PER MORIRE FRA LE CAPRE
di Massimo Mazzucco
23.4.04 - Se a chiunque di noi chiedessero di scegliere, arrivati a 27 anni, se diventare centravanti della “regina” del campionato, oppure andare a fare il soldato in Afghanistan, sull’aereo che parte per Kabul ci starebbe di sicuro tre volte il carico dell’Arca di Noè.
Ma “loro”, evidentemente, sono diversi. Loro – giusto o sbagliato – a certe cose ci credono. E così è stato per Pat Tillman, la "perla" degli Arizona Cardinals: in un luminoso giorno di qualche anno fa si ritrovava, oltre che sposato da pochi giorni, con un contratto sul tavolo da 9 miliardi di dollari, per cinque anni, per passare ai campioni in carica del St. Louis Rams. Un film.
Ma il giorno era il 20 Settembre del 2001, e le rovine fumanti di Manhattan non avevano ancora smesso di restituire gli ultimi sopravissuti dalle macerie delle torri abbattute. E Tillman, ferito al cuore per un gesto che lui sentiva come un’offesa a tutta la sua nazione...
... ha sentito il dovere di andare a difendere la patria dal pericolo incombente della mezzaluna omicida. Partì così per la sua bella luna di miele, e poi, appena rientato, si presentò alla lista di arruolamento dei volontari in partenza per l’Afghanistan. Ma in quei giorni di assoluta confusione non se ne accorse nessuno. Fu solo qualche mese dopo, alla partenza effettiva, che Tillman fece notizia... per aver rifiutato di partecipare ad una conferenza stampa, in cui avrebbe spiegato al mondo i motivi della sua scelta. “Non sono diverso da nessun altro che parte per la guerra – disse Tillman – e non vedo perchè la mia scelta dovrebbe fare notizia più di quella di chiunque altro.”
Ieri Tillman è morto, vittima di uno scontro a fuoco con i soliti ribelli del paese che lui occupa, insieme ad un altro soldato con cui aveva fatto amicizia dopo la partenza: un poveraccio del Guatemala che aveva accettato di venire in Afghanistan per gli esatti opposti motivi: l’offerta, da parte delle autorità americane, di immigrare con l’intera famiglia, a guerra finita, mettendo fine ad una vita di stenti per poter entrare anche loro nell’American Dream.
Triste sorte, che li ha accomunati. Attratti ambedue da una chimera – l’uno quella degli ideali patriottici, l’altro quella del benessere materiale – hanno finito per mettere le loro vite proprio al servizio dei venditori di chimere, che da sempre si alternano, sotto abiti differenti, nelle stanze del potere dell’intera umanità.
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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore |
Albero |
Bleck |
Inviato: 30/5/2004 11:01 Aggiornato: 30/5/2004 11:01 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 8/3/2004 Da: Inviati: 121 |
Re: UN CALCIO AI MILIARDI PER MORIRE FRA LE CAPRE Un'inchiesta dell'esercito americano svela come morì Tillman
colpito per errore dai compagni, abbagliati dal sole negli occhi
L'eroe-campione americano
vittima dal fuoco amico
Il comando centrale: "Il suo coraggio e il suo sacrificio
sono comunque ammirevoli, ha pensato solo al gruppo"
Patrick Tillman giocava
negli Arizona Cardinals
WASHINGTON - E' diventato l'emblema dell'amor patrio, del campione sportivo che rinuncia a un contratto da sogno in una squadra di football per andare a servire il suo paese nella guerra contro il terrorismo. Ora si scopre che Patrick Tillman, il caporale statunitense ventisettenne morto lo scorso 22 aprile in Afghanistan, è stato ucciso dal fuoco amico. E' stato lo stesso esercito americano a svelare che il campione degli Arizona Cardinals, cui era stata anche conferita un'onoreficenza in memoria, è caduto durante uno scontro con forze nemiche, ma probabilmente colpito da "fuoco amico".
La storia di Tillman, morto in una zona remota nel Sud-est dell'Afghanistan, mentre era alla guida di un team di Rangers dell'esercito impegnati a dare la caccia a terroristi di Al Qaeda e seguaci dei talebani ha provocato in America immensa emozione, vista la notorietà del personaggio.
Il comando centrale degli Stati Uniti in Afghanistan ha condotto un'inchiesta i cui risultati sono stati resi noti proprio oggi e, secondo il comunicato ufficiale, scagionano completamente l'esercito da ogni responsabilità. "Il caporale Tillman morì probabilmente colpito da fuoco amico mentre guidava la sua unità in un combattimento contro le forze nemiche. Dopo aver sparato contro dieci o 12 nemici - recita la nota del comando centrale - il caporale era uscito dal suo veicolo e per aiutare il suo gruppo si era spostato in una posizione più esposta al nemico".
La nota del comando generale spiega anche che la battaglia, di circa 20 minuti, è avvenuta dopo un'imboscata con le forze americane in posizione sfavorevole rispetto alle condizioni di luce, alle 7.30 di sera, verso il tramonto.
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I risultati dell'inchiesta "non sminuiscono minimamente il coraggio e il sacrificio del caporale Tillmann", secondo i vertici dell'esercito, perché il campione "fu colpito a morte mentre rispondeva al fuoco nemico senza tenere in alcun conto la sua incolumità, anzi, facendo ogni sforzo per sconfiggere i nemici e proteggere i suoi commilitoni". Insomma, non conta da chi è partita la pallottola, Tillman è comunque morto da eroe.
Ma dall'Afghanistan arriva un'altra versione. Fonti anonime delle forze militari regolari afghane, che erano presenti la sera dello scontro a fuoco, hanno raccontato che non c'erano nemici. C'era stata un'esplosione, forse di una mina - secondo questa ricostruzione - e due unità miste di americani e afghani aprirono il fuoco l'una contro l'altra. "La situazione era estremamente confusa, è stato tutto un errore, non c'erano nemici", ha detto una fonte afghana.
Marcello
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