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Inganno Globale : Proiezione a Messina |
Inviato da Redazione il 1/10/2006 11:36:11 (8093 letture) |
Conferenza sull’11 settembre organizzata il presso la LIBRERIA HOBELIX, via dei verdi, 21 da LABORATORIO e COUNTDOWN (www.countdownnet.info) Relatori Giuseppe Sottile e Paolo Sensini, coordinatore Gino Sturniolo
27 settembre 2006 - Alla conferenza dal titolo “11 Settembre: Inganno Globale” è stato proiettato il filmato di Massimo Mazzucco dallo stesso titolo (reperibile presso il sito Luogocomune.net). Sono convenute circa una ottantina di persone.
Prima della proiezione vi è stato un intervento introduttivo di Gino Sturniolo sulla natura del filmato e dei filmati relativi alla cosiddetta versione alternativa sui fatti dell’11/9, visto che la maggioranza degli intervenuti non aveva visto alcun filmato a riguardo.
Dopo la proiezione del filmato vi è stato un ampio ed approfondito dibattito sui fatti esposti, …
… risultando ai più evidente come la versione ufficiale fosse del tutto fasulla.
Paolo Sensiniha sviluppato alcune tesi sugli aspetti e le dinamiche che hanno preparato l’evento individuando ragioni che hanno portato agli attentati che mettono in discussione le versioni ufficiali relative alla minaccia del terrorismo islamico radicale, ossia approfondendo il ruolo di Israele nell’influenzare le scelte operate dalla Banda del Pentagono (più famosa come la Lobby de Pentagono). La tesi insisteva sulle scelte operate dallo Stato di Israele da una parte per eliminare definitivamente la questione palestinese e dall’altra per realizzare il progetto di espansione verso l’esterno a spese degli stati arabi con la conseguente riduzione delle aree confinati a semplici territori dove ammassare una specie di “untermenschen” arabi.
Giuseppe Sottile ha esaminato da un punto di vista empirico il declino economico degli USA e soprattutto l’andamento declinante delle spese militari americane dopo l’era reaganiana ed il successivo crollo del Muro di Berlino ed il ruolo della “Lobby” del Pentagono nella dinamica dell’outsourcing che sta radicalmente cambiando la struttura del Complesso Militare Industriale americano. In sostanza gli attentati dell’11 settembre costituiscono solo un momento della dinamica che ha trasformato l’economia americana in una specie di giungla speculativa dove la Lobby del Pentagono per i suoi interessi utilizza l’arma del terrore per fare affari con le privatizzazioni ed i contractors coinvolti nelle operazioni militari in vari paesi ( e nei possibili prossimi conflitti che si affacciano all’orizzonte) e per reagire così al declino delle spese militari.
Ha poi trattato alcuni aspetti relativi alle conseguenze della politica estera americana mettendo in discussione le tesi ricorrenti che vedrebbero l’aumento delle spese militari come dovuto alla necessità d’approntare un meccanismo anticiclico rispetto alla crisi economica in corso in USA ( “effetto moltiplicatore” prodotto dalle spese militari), dimostrando anzi, alla luce di alcune indagini, l’effetto contrario, impedendo esse ogni sorta di probabile ripresa economica. Inoltre sono state messe in discussione le tesi relative agli interessi sul petrolio mediorientale da parte della cosiddetta “superpotenza”. Lo slogan”No Blood for Oil” che ha caratterizzato i movimenti di opposizione si è rivelato così completamente infondato.
Giuseppe Sottile ha infatti analizzato la dinamica dell’andamento del prezzo del greggio legato alla produttività più bassa dei pozzi petroliferi americani e dimostrato chiaramente che la rendita petrolifera che si realizzerebbe in un paese devastato come l’Iraq non riuscirebbe a bilanciare le spese militari occorse per la conquista del paese. In tal modo si rafforzerebbe la tesi che la Lobby del Pentagono trae profitti principalmente dalle operazioni belliche e dai contratti di ricostruzione del paese e dalla gestione delle truppe di stanza nei paesi interessati dai conflitti.
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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore |
Albero |
Forgil |
Inviato: 1/10/2006 13:33 Aggiornato: 1/10/2006 13:34 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 23/8/2006 Da: Villa Bacilla Inviati: 211 |
Re: Proiezione a Messina Citazione: Giuseppe Sottile ha infatti analizzato la dinamica dell’andamento del prezzo del greggio legato alla produttività più bassa dei pozzi petroliferi americani e dimostrato chiaramente che la rendita petrolifera che si realizzerebbe in un paese devastato come l’Iraq non riuscirebbe a bilanciare le spese militari occorse per la conquista del paese. In tal modo si rafforzerebbe la tesi che la Lobby del Pentagono trae profitti principalmente dalle operazioni belliche e dai contratti di ricostruzione del paese e dalla gestione delle truppe di stanza nei paesi interessati dai conflitti. Allora è brutta davvero!Se avere il petrolio non è + un requisito necessario per essere bombardati/occupati/torturati ma basta avere infrastrutture passibili di ricostruzione....brrrrr!!!!!
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Max_Piano |
Inviato: 1/10/2006 13:44 Aggiornato: 1/10/2006 13:44 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 10/12/2005 Da: Inviati: 3666 |
Re: Proiezione a Messina Citazione: Giuseppe Sottile ha infatti analizzato la dinamica dell’andamento del prezzo del greggio legato alla produttività più bassa dei pozzi petroliferi americani e dimostrato chiaramente che la rendita petrolifera che si realizzerebbe in un paese devastato come l’Iraq non riuscirebbe a bilanciare le spese militari occorse per la conquista del paese. In tal modo si rafforzerebbe la tesi che la Lobby del Pentagono trae profitti principalmente dalle operazioni belliche e dai contratti di ricostruzione del paese e dalla gestione delle truppe di stanza nei paesi interessati dai conflitti. La mia tesi è invece che - chi guadagna con le guerre non è necessariamente il cittadino americano, il quale al contrario è il reale contribuente delle spese militari - chi guadagna realmente con le guerre sono coloro che hanno interessi nella produzioni di armi e nella gestione delle risorse conquistate a prezzi stracciati - per fare soldi con la ricostruzione occorre che quello a cui ricostruisci le infrastrutture abbia qualcosa da darti in cambio: se non pagano che fai? Li bombardi di nuovo?
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Forgil |
Inviato: 1/10/2006 14:32 Aggiornato: 1/10/2006 14:32 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 23/8/2006 Da: Villa Bacilla Inviati: 211 |
Re: Proiezione a Messina Citazione: se non pagano che fai? Li bombardi di nuovo? Non lanciare queste idee, qualcuno potrebbe ascoltarti..
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tomatic |
Inviato: 1/10/2006 15:58 Aggiornato: 1/10/2006 16:00 |
So tutto Iscritto: 12/9/2005 Da: Inviati: 17 |
Re: Proiezione a Messina Porca vacca....certo che non sanno piu' dove aggrapparsi...ormai il popolo ha dubbi, il popolo chiede risposte..... Bisogna dissiparli...come fare? Guardate che dice oggi il corriere.it http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/01/video.shtmle per di piu' senza commenti audio. Per quanto mi riguada potevano essere alla festa di compleanno di Atta!!! Mah! Ciao Max
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pseudoTale |
Inviato: 1/10/2006 19:53 Aggiornato: 1/10/2006 19:53 |
Mi sento vacillare Iscritto: 25/5/2006 Da: Inviati: 451 |
Re: Proiezione a Messina Video Atta e socio sghignazzanti: una smoking gun con il silenziatore.
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Bimbodeoro |
Inviato: 1/10/2006 23:04 Aggiornato: 1/10/2006 23:04 |
Mi sento vacillare Iscritto: 6/6/2006 Da: Amicoland Inviati: 388 |
Re: Proiezione a Messina Ma a Roma, non la organizziamo una proiezione?
"Non è il popolo che deve aver paura del proprio governo, ma è il governo che deve avere paura del proprio POPOLO."
"Sotto questa maschera non c'è solo carne, sotto questa maschera c'è un idea e le idee sono a prova di proiettile."
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navaho |
Inviato: 2/10/2006 14:18 Aggiornato: 2/10/2006 14:18 |
So tutto Iscritto: 12/10/2005 Da: Inviati: 7 |
Re: Proiezione a Messina A Max Piano. Guarda che chi paga è lo stesso governo USA che al 2005 era sotto di 400 miliardi di $, rispetto ad un saldo attivo dei conti pubblici al 1999. Se studi i lavori di Cyrus Bina reperibili sul suo sito o su countdownnet.info troverai che il guadagno massimo reperibile dall'appropriazione diretta della rendita petrolifera iraqena è di 224 mill. di $ nell'arco di 55 anni, contro un costo complessivo per l'economia usa di 2,5 trilioni di $ stimato da Bilmes e stiglitz, ad es. Fai tu il rapporto sul pil usa. L'occupazione dell'Iraq non modifica in nulla la dipendenza usa dal petrolio mediorientale (ridottasi di molto neglim ultimi 20 anni), né ha alcun effetto sulla possibilità di ribassare i prezzi del petrolio, ché il prezzo dalla metà degli anni '70 viene fissato oggettivamente attraverso i meccanismi di mercato propri dei cosiddetti beni non riproducibili. Come hai rilevato, solo alcuni vi guadagnano
ciao
peppe sottile
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Max_Piano |
Inviato: 2/10/2006 15:44 Aggiornato: 2/10/2006 15:53 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 10/12/2005 Da: Inviati: 3666 |
Re: Proiezione a Messina navaho: forse siamo d'accordo Citazione: Guarda che chi paga è lo stesso governo USA che al 2005 era sotto di 400 miliardi di $, rispetto ad un saldo attivo dei conti pubblici al 1999. Chi paga è il governo? No... chi paga è il contribuente americano. Va bene che "lo stato siamo noi" però... Citazione: Se studi i lavori di Cyrus Bina reperibili sul suo sito o su countdownnet.info troverai che il guadagno massimo reperibile dall'appropriazione diretta della rendita petrolifera iraqena è di 224 mill. di $ nell'arco di 55 anni, contro un costo complessivo per l'economia usa di 2,5 trilioni di $ stimato da Bilmes e stiglitz, ad es. E questi soldi tornano in tasca al contribuente che ha investito nell'occupazione? No... questi soldi vanno in mano alle aziende petrolifere, a quella per la ricostruzione e naturalmente ai soci sauditi... come al solito. Mi permetto di dissociarmi da questa stima Citazione: 224 mill. di $ nell'arco di 55 anni Se mill sta per miliardi... ok La produzione giornaliera mondiale è dell'ordine dei 25 milioni di barili al giorno ovvero il "fatturato " è di oltre 1,5 miliardi di dollari al giorno. La produzione irachena è sopra ai 1,5 milioni di barili al giorno, ma potrebbe crescere di molto, quindi il "fatturato" annuale sarebbe di circa 35 miliardi di dollari l'anno per il solo iraq. Un qualunque guadagno, pur marginale, su questo giro stratosferico di danari sarebbero fortune inimmaginabili... e nessuno, proprio nessuno, ha mai pensato di fare una piccola speculation? Ora, dal 9/11 gli USA hanno speso complessivamente per l'esercito qualcosa come oltre 500 miliardi di dollari! Ovvero hanno speso oltre 100 miliardi di dollari all'anno (il 10% dell'intero PIL italiano!) cioè gli USA hanno speso 3 volte di più di quanto possa essere possibile ricavare (non guadagnare: ricavare) dal petrolio conquistato. In realtà i soldi del petrolio non tornano in mano al cittadino ma i soldi spesi per la guerra possono arricchire chi produce le armi: vuoi che almeno un 30% non vada in mezzi, armi, munizioni e logistica? Cavolo... fanno circa 30 miliardi di dollari all'anno... Un fatturato simile si ha, lo abbiamo stimato prima, sulla vendita del petrolio "rubato" agli iracheni. E' chiaro che se due personaggi si mettessero d'accordo... chesò... il perfido terrorista islamico e il democratico presidente di guerra e si facesse fifty-fifty... beh... no... che vado a pensare?
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JimmyG |
Inviato: 3/10/2006 15:52 Aggiornato: 3/10/2006 15:52 |
So tutto Iscritto: 7/9/2005 Da: Inviati: 1 |
Re: Proiezione a Messina E' tempo che anche Genova abbia la sua proiezione. Chiedo a chiunque sia della zona di contattarmi per poter organizzare qualcosa. Potete usare questa email: chungfu@aruba.it.Forza! JG
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navaho |
Inviato: 3/10/2006 17:34 Aggiornato: 3/10/2006 17:34 |
So tutto Iscritto: 12/10/2005 Da: Inviati: 7 |
Re: Proiezione a Messina contatta il sito countdownnet.info per l'eventualità.
g.s.
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navaho |
Inviato: 3/10/2006 19:33 Aggiornato: 3/10/2006 19:33 |
So tutto Iscritto: 12/10/2005 Da: Inviati: 7 |
Re: Proiezione a Messina Caro Max, "Forse siamo d'accordo" certo, ma solo sul fatto che il complesso militare-industriale ci guadagli (che non sono i 'militari'). Parte della relazione consisteva appunto nel 'mostrare' cifre alla mano che ciò che accade dal 2001 va visto come una reazione di quel complesso alla gigantesca caduta degli investimenti e delle spese militari che solo crollati in rapporto al PIL di più del 74% dal 1953, reazione che ha assunto la forma, cosa rilevantissima del processo in corso, e che si è fatto consistente dopo il 2001, noto come 'outsourcing', o privatizzazione di apparati consistenti della difesa (da ciò ho fatto vedere chi ci ha guadagnato dietro lo specchietto per allodole della lotta al nuovo nemico virtuale noto come 'terrorismo internazionale). Ti risparmio i dati. Per quanto riguarda lo stato o i contribuenti, per essere più precisi chi paga la crisi economica veramente notevole degli USA nonché la guerra è la classe dei salariati, in quel paese per la cifra record del 91,5% degli occupati. 'Contribuenti' è una categoria, oramai vanamente, ideologica. Poi va bene che la matematica può ridursi alla aritmetica ed alle quattro operazioni fondamentali, così come tutta la realtà fisica alle proprietà dell'ultimo orbitale attorno al nucleo atomico, ma ciò non significa che la prima ed il secondo servano a spiegare tutta la reltà dai punti di vista quantitativo e qualitativo. Secondo il tuo ragionamento l'occupazione dell'Iraq serve a dare 30 ai militari per spenderne però 70 sulle spalle dei contribuenti. Intanto la produzione petrolifera iraqena si è notevolmente ridotta a seguito dell'occupazione e l'Iraq mi risulta essere diventato da esportatore netto importatore per 4/5 miliardi di dollari l'anno di prodotti raffinati (che saranno bensì anche questi pagati con la rendita petrolifera di quel paese), ma il tuo calcolo, che non ho ben compreso (intanto la produzione mondiale è di 81 milioni di barili al giorno al 2004), mi sembra trascuri la formula usata da Bina (opposta a quella del compound rate), come è il caso, che è quella consueta per il valore attuale dei redditi futuri. Si presume che il prezzo di un bene non riproducibile (la terra ad es.) sia dato dal flusso complessivo atteso di redditi futuri che il bene fornira' scontato mediante il tasso di interesse corrente. Se ad es, il bene in questione procurera' solo un anno di reddito (poniamo di 1000 $) il suo valore attuale, ossia il suo prezzo, P, sara' dato da P = 1000$/(1+i)
dove i designa il tasso di interesse del momento. Se il flusso atteso di redditi annuali durera' piu' anni -ammettiamo che siano tre redditi annuali di 1000$ ciascuno, la formula diverra'
P = 1000$/(1+i) + 1000$/(1+i)^2 + 1000$/(1+i)^3
e cosi' via. (Il simbolo ^ indica l'elevazione a potenza).
L'idea di base e' assai semplice. Si paga oggi un reddito percepito domani, ma la somma X di domani non e' la somma X di oggi perche' fra il momento presente e quello futuro c'e' il processo di accrescimento del capitale che frutta un interesse. Ergo il costo attuale di un reddito futuro deve essere pari al reddito futuro meno l'interesse sulla somma di oggi. Bina applica la formula alla rendita petrolifera irachena nota, usando per il calcolo il saggio di interesse attuale e la stima attuale dell'ammontare e della durata delle riserve di petrolio. Ne calcola il prezzo attuale delle riserve stesse per uno che le volesse acquistare mostrando che e' tutt'altro che stratosferico come invece il senso comune potrebbe suggerire.
Ergo, la guerra non può ssere fatta per il petrolio, ma per altre ragioni, alcune da noi indicate.
ciao
peppe sottile
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Max_Piano |
Inviato: 3/10/2006 20:03 Aggiornato: 3/10/2006 20:03 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 10/12/2005 Da: Inviati: 3666 |
Re: Proiezione a Messina ciao navaho, Citazione: ma il tuo calcolo, che non ho ben compreso (intanto la produzione mondiale è di 81 milioni di barili al giorno al 2004), mi sembra trascuri la formula usata da Bina (opposta a quella del compound rate) E' vero: ho riportato la produzione di petrolio media per la sola OPEC (a grandi linee) e non quella mondiale. Per il resto non mi sono lasciato andare a calcoli raffinati ma ho stimato per ordini di grandezze le immense ricchezze del petrolio iracheno, fermo restando che la guerra costa immensamente di più di quanto si possa sperare di guadagnare! E naturalmente non è solo il petrolio a essere un affare per molti: c'è la logistica bellica e la ricostruzione. Però per essere pignoli bisogna anche mettere nel paniere, e qui forse c'e la redditività, l'aumento speculativo del prezzo del petrolio. Chi avrebbe previsto una triplicazione del prezzo in pochi anni? Cosa succederà in futuro? Forse qualcuno conosce la risposta e si è mosso per tempo. E' da escludere? Citazione: Ergo, la guerra non può ssere fatta per il petrolio, ma per altre ragioni, alcune da noi indicate Oppure non solo per quello! Se si deve fare una guerra, dico io, perchè non farla dove si possono trovare ANCHE risorse?
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