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Iraq : Nassiriya: il caso è chiuso
Inviato da Ashoka il 6/2/2007 9:00:00 (8630 letture)

Sarebbero stati identificati tutti e cinque gli ideatori dell'attacco che, nel novembre 2003, colpì la base italiana in Iraq di Nassiriya, provocando la morte si 28 persone, di cui 19 italiani.

Il Gip di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per “strage aggravata da finalità di terrorismo" nei confronti di cinque “militanti islamici” che si presume siano affiliati ad Al Qaeda (e chi non lo è?) e legati a quell'Abu Musab Al Zarqawi (e chi non lo era?), ritenuto il luogotenente di Bin Laden in Iraq.

Difficilmente potrà emergere qualche nuovo dettaglio dai cinque sospettati in quanto quattro di loro sono morti ed il quinto, Abu Omar al Kurdi, è detenuto in un carcere di Baghdad dove attende di scontare la pena capitale.

Non ci soffermiamo sul ruolo delle truppe italiane in Iraq e sul significato dell'attacco del 2003, riportando solamente un originale discorso parlamentare dell'ex ministro della difesa Antonio Martino, tenuto all'indomani di un altro attacco al nostro contingente militare, quello del Giugno 2006.



Preme invece sottolineare il commento che lo stesso Martino rilasciò, ...

... poco dopo l'attacco, riguardo gli allarmi lanciati dal SISMI nelle settimane precedenti:
“un conto è segnalare un attacco in Iraq, altra cosa è dire attacco terroristico a Nassiriya contro i militari italiani" .

Vi furono quindi solo avvertimenti generici e non specifici?

Un articolo del Washington Post del dicembre 2003 pareva invece descrivere una realtà diversa:

Sismi intelligence documents examined by The Washington Post contradict the notion that no specific alarms were sounded. According to the documents, the first warning from Italian intelligence was issued on Oct. 6. Its agents inside Iraq advised of an "imminent attack," possibly by mortars, against either Italy's military force in Nasiriyah or Polish troops stationed in southern Iraq.

I documenti di intelligence del Sismi esaminati dal Washington Post contraddicono la teoria per cui non furono lanciati allarmi specifici. Secondo quei documenti, i primi allarmi dai Servizi di Intelligence Italiani furono lanciati il 6 di Ottobre. Gli agenti infiltrati in Iraq avevano avvertito di “un attacco imminente”, probabilmente con mortai, contro o la forza militare italiana a Nassiriya o contro le truppe polacche nel sud dell'Ira.

Ma non fu la sola segnalazione diramata dai Servizi.

Two days later, the Italians predicted that an attack, organized by members of the Fedayeen guerrilla group, would take place "against the Italian contingent in Nasiriyah." The Italians named two of the suspected organizers. The warning did not specify the type of attack.

Due giorni dopo, gli italiani predissero che l'attacco, organizzato dai membri dalle milizie Fedayn, sarebbe avvenuto “contro il contingente italiano a Nassiriya”. Gli italiani facevano anche i nomi di due sospettati come organizzatori. L'avvertimento non specificava il tipo di attacco.


E ancora

And on Oct. 9, Italian intelligence supplemented the alarm by naming two more Fedayeen who it believed were involved in planning an attack on the Italians.

Ed il 9 di Ottobre, l'Intelligence italiana integrò l'allarme aggiungendo i nomi di due altri Fedayn che si sospettavano coinvolti nella pianificazione dell'attacco agli italiani


Tuttavia non furono presi provvedimenti, la base non fu dotata di muro di cinta e i militari non furono nemmeno avvertiti del pericolo imminente che li attendeva, tanto che la notte prima dell'attentato, secondo il Post, avevano organizzato un barbecue sul tetto della base.

Il deposito delle munizioni, inoltre, non era stato collocato al riparo da eventuali attacchi, come indicato dalle norme di sicurezza, ed un'inchiesta di Rainews 24 ha svelato che alcune delle vittime sono state ferite mortalmente proprio a seguito dell'esplosione della riservetta posta davanti alla base "Maestrale".

Il maresciallo Domenico Leggiero, responsabile del Comparto difesa dell'osservatorio militare, dichiarò, sempre a Rainews 24, “che se fossero state rispettate le norme di sicurezza, probabilmente il numero dei morti non sarebbe stato così alto".

Fu così possibile, allora, che il camion cisterna imbottito di esplosivo penetrasse nella base provocando la morte di 28 persone...

...e che, il 27 aprile del 2006, tre militari italiani ed uno rumeno fossero uccisi da una bomba “nascosta in un cordolo del marciapiede, rimosso, ricostruito in polistirolo e riverniciato per renderlo invisibile”. Un “lavoro certosino fatto per collocare e mimetizzare l'ordigno, a poche decine di metri di distanza dall'entrata del commissariato, [laddove] la sera prima dell'attentato una pattuglia della polizia irachena ha sostato a lungo”

..ed infine che avvenisse l'attacco del 5 giugno 2006, a cui si riferisce Martino nel suo intervento.

Possiamo quindi discutere a lungo ed in modo colorito, come spesso i nostri politici fanno, sulla legittimità o meno delle missioni “di pace” all'estero, sul significato dell'autorizzazione delle Nazioni Unite, sul risvolto politico degli attacchi alle nostre truppe.

Rimane il fatto, però, che coloro i quali sono sempre pronti a commemorare solennemente una bara avvolta nel tricolore che fa ritorno in Italia, esaltando in modo strumentale la virtù e la dedizione alla patria dimostrata dai militari defunti, siano poi gli stessi che non vogliono una indagine approfondita sulle responsabilità, sulle mancanze, sugli errori, di chi ha ignorato gli avvertimenti e permesso che la strage si compisse.

Evidentemente un funerale di Stato, ogni tanto, fa comodo a molti.

Ashoka

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
Pausania
Inviato: 6/2/2007 10:18  Aggiornato: 6/2/2007 10:18
Sono certo di non sapere
Iscritto: 6/4/2006
Da:
Inviati: 3872
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
La cosa bella di questi personaggi è che non riescono a tacere, è più forte di loro. Se poi sanno che c'è anche una telecamera allora vanno in brodo di giuggiole.

Comunque, al di là della retorica da quattro soldi e dal fatto di aver dimostrato che le truppe italiane erano occupanti, Martino ha fatto una osservazione molto interessante:

"la sinistra, che ha sempre frignato per mandare l'Onu e non i cattivoni americani a fare le cose, adesso non può lamentarsi, perché anche l'Onu ha dato il suo avallo".

Il ragionamento (mi duole dirlo parlando di Martino) fila alla perfezione, perché se facciamo attenzione anche i "pacifisti" non hanno mai negato l'interventismo e l'opzione armata contro Paesi sovrani, ma hanno sempre promosso l'intervento "sovranazionale", al posto di quello "unilaterale".

Cioè hanno sempre sfacciatamente affermato non che non si possano invadere Paesi sovrani, ma che gli Usa non possono farlo.

Ma invece l'Onu può, perché c'è la votazione al palazzo di vetro.

In pratica, secondo questi sinistri personaggi, se gli Stati Uniti invadono un Paese sono criminali.

Se invece il Consiglio di Sicurezza vota all'unanimità la stessa invasione, non la chiamano associazione a delinquere, ma legalità internazionale.

Martino maître à penser, chi l'avrebbe mai detto?

Ashoka
Inviato: 6/2/2007 10:35  Aggiornato: 6/2/2007 10:35
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/7/2005
Da:
Inviati: 3660
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Più che altro Martino ha fatto un'altra interessante affermazione

basta mettere in ordine le date

Ashoka

Pausania
Inviato: 6/2/2007 10:45  Aggiornato: 6/2/2007 10:45
Sono certo di non sapere
Iscritto: 6/4/2006
Da:
Inviati: 3872
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Certo, Ashoka, intendevo oltre a quella, che giustamente tu hai descritto nell'articolo

Diciamo che, leggendo tra le righe, il discorso di Martino è ricco di spunti interessanti

franco8
Inviato: 6/2/2007 10:53  Aggiornato: 6/2/2007 10:53
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 6/12/2005
Da:
Inviati: 1561
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
A me è piaciuta questa:

Dire il falso e ripeterlo con ossessiva insistenza non è soltanto disdicievole è anche gravemente lesivo dell'onore dei nostri militari

anche se "disdicevole".. Mah!?

.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Piex
Inviato: 6/2/2007 10:58  Aggiornato: 6/2/2007 10:58
So tutto
Iscritto: 15/1/2007
Da:
Inviati: 3
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
"...dire il falso, e ripeterlo con ossessiva insistenza, non è solo disdicevole, ma lesivo..."
......come si può dare torto a Martino!?!!

(..sta parlando dell'amministrazione bush, vero?....)

..di questi tempi è così facile dirottare un aereo che prima o poi qualcuno lo farà davvero.....
fiammifero
Inviato: 6/2/2007 11:09  Aggiornato: 6/2/2007 11:09
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Citazione:
Evidentemente un funerale di Stato, ogni tanto, fa comodo a molti.


Niente di più vero ,gli eroi si costruiscono a tavolino poi non fà niente che siano contractors e/o mercenari, soldati o poliziotti o giudici,l'importante è resuscitare lo spirito di appartenenza e sudditanza,far vedere che c'è ancora qualcuno da prendere ad esempio per perpetuare la retorica della patria,dello Stato come pater familiae

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Marco M
Inviato: 6/2/2007 13:08  Aggiornato: 6/2/2007 13:08
Mi sento vacillare
Iscritto: 2/8/2006
Da:
Inviati: 826
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Grazie a Martino, abbiamo la conferma ufficiale che gli autori dell'attentato di Nassiriya (avvenuto quando, sempre deducendo dalle sue parole, le truppe italiane erano occupanti) sono "eroi della resistenza irachena contro l'occupante"...

TANA!

goldstein
Inviato: 6/2/2007 20:16  Aggiornato: 6/2/2007 20:18
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 4/11/2004
Da:
Inviati: 2827
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
13 novembre 2003, Repubblica
Martino arriva a Nassirya
"E' come rivedere Ground Zero"
"Attentato barbaro, la stessa mano dell'11 settembre"


"Il nemico contro cui ci troviamo a fare i conti è lo stesso. Il terrorismo globale che colpisce ovunque". Così il ministro della Difesa davanti alle macerie della base militare italiana distrutta ieri dall'attentato. "Come rivedere Ground Zero - ha detto, l'impressione è la stessa". Così come la mano, secondo il ministro, sarebbe "la stessa degli attentati dell'11 settembre".

Martino al ritorno da Nassiriya...
"Grazie a Dio sono Italiano" da Difesa.it
16 novembre 2003

Ci sono momenti in cui i nostri sentimenti prendono il sopravvento sulle nostre capacità di autocontrollo. Ricordo ancora il giorno in cui cadde il muro di Berlino: telefonai ad un mio amico tedesco, notissimo economista monetario e persona tranquilla e razionale. Il suo commento fu: "Ho paura delle mie emozioni". Sul momento pensai fosse un modo inusuale di esprimersi. Avantieri, a Nassiriya in visita al nostro contingente dopo lo spaventoso atto di barbarie terroristica, ho capito esattamente cosa il mio amico Herbert intendesse dire. Il cordoglio. Lo sdegno, la rabbia, tuttavia, per quanto forti sono stati sovrastati da un sentimento del tutto diverso: l'orgoglio prorompente. irresistibile di essere italiano.
[...]
Sappiate che i nostri uomini in divisa sono talmente amati dalla popolazione che in varie occasioni il loro passaggio è stato salutato dagli applausi degli iracheni. Questi ultimi negano con sdegno che l'atroce, barbaro attentato possa essere stato compiuto da loro connazionali e condannano vivacemente l'accaduto.
Paradossalmente, i nostri sono morti proprio perché ben visti dalla popolazione locale. A programmare e compiere l'attentato sono stati i nemici degli iracheni, quanti non vogliono che l'Iraq torni alla normalità, alla democrazia, alla libertà, e quanti vorrebbero il ritorno di Saddam.
[...]Per questo la nostra presenza in Iraq è essenziale: perché lì si combatte una battaglia decisiva fra terrorismo globale e civiltà, fra democrazia e tirannide, fra umanità e barbarie.


La battaglia.. fra chi e per cosa ?

Ashoka
Inviato: 6/2/2007 20:48  Aggiornato: 6/2/2007 20:48
Sono certo di non sapere
Iscritto: 11/7/2005
Da:
Inviati: 3660
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Eroi senza medaglia
Una nuova inchiesta di Rai News 24, sui motivi del mancato assegnamento delle medaglie d'oro ai caduti di Nassiriya che in tanti avevano invece annunciato all'indomani della strage.
Quegli eroi, la cui morte aveva commosso tutto il Paese, morti per lo Stato Italiano, sono rimasti senza il massimo riconoscimento per un militare.
[..]
L'inviato Sigfrido Ranucci nel corso dell'inchiesta ha raccolto la denuncia di alcuni dei familiari delle vittime dell'attentato, indignati per il mancato riconoscimento della medaglia d'oro al valor militare ai propri cari caduti a Nassiriya e soprattutto dal fatto che non stati mai informati dalle precedenti istituzioni sui motivi ufficiali per i quali non è stata assegnato il massimo riconoscimento militare.
Dall'inchiesta e dalle interviste all' on. Ignazio La Russa e all' ex ministro Maurizio Gasparri emerge chiaramente che il motivo per cui la medaglia d'oro non è stata assegnata alle vittime di Nassiriya e' perché la missione italiana è inquadrata nell'ambito di un intervento umanitario. " Se è questo il motivo" - ha detto Morris Carrisi, fratello di Alessandro - allora vuol dire che mio fratello l'hanno ucciso due volte, la prima con l'attentato, la seconda per l'ipocrisia della gente”.


VIDEO

***

a differenza di

***

Medaglia d'oro al valor civile per Quattrocchi

Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha conferito l'onorificenza su proposta del ministro dell'Interno, Beppe Pisanu

[i]ROMA - Su proposta del ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, a quanto si apprende, ha conferito una medaglia d'oro al valor civile alla memoria di Fabrizio Quattrocchi, sequestrato e ucciso in Iraq il 14 aprile del 2004.


«Vittima di un brutale atto terroristico rivolto contro l'Italia, con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese.» C.A. Ciampi

Video Real Media (Televisione svizzera)

Orwell84
Inviato: 6/2/2007 21:01  Aggiornato: 6/2/2007 21:01
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 7/3/2006
Da: Ground Zero
Inviati: 1114
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Citazione:
La battaglia.. fra chi e per cosa ?


Questa notizia del petrolio di Dhi Qar penso sia una grande balla.

Non vi era alcuna possibilità che un nuovo governo irakeno, in un nuovo sistema di relazioni internazionali, potesse riconoscere la benché minima validità degli accordi che teoricamente l'Enel aveva sottoscritto con Saddam. Infatti qui in Italia di quel petrolio iracheno non ne abbiamo visto nemmeno una goccia. BIsogna ammettere che la spedizione militare italiana è stata organizzata a titolo di puro lecchinaggio da parte di Silvio Berlusconi nei confronti di George Bush. Altrimenti basterebbe stabilire dove si trovano i pozzi petroliferi ENI nel Dhi Qar, quanti sono, e quanti barili di petrolio vengono estratti da essi.

Marco M
Inviato: 6/2/2007 21:15  Aggiornato: 6/2/2007 21:15
Mi sento vacillare
Iscritto: 2/8/2006
Da:
Inviati: 826
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Citazione:
"Come rivedere Ground Zero - ha detto, l'impressione è la stessa". Così come la mano, secondo il ministro, sarebbe "la stessa degli attentati dell'11 settembre".


Gli USA, irritati, smentiscono: "Sono accuse inaccettabili, non c'entriamo nulla".

goldstein
Inviato: 6/2/2007 22:26  Aggiornato: 6/2/2007 22:35
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 4/11/2004
Da:
Inviati: 2827
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Citazione:
Altrimenti basterebbe stabilire dove si trovano i pozzi petroliferi ENI nel Dhi Qar, quanti sono, e quanti barili di petrolio vengono estratti da essi.


Io mi attengo alle informazioni del Ministero delle Attività Produttive...

In un documento datato 11 novembre 2004, un anno dopo la strage di Nassiriya (12 novembre 2003), che il ministro degli Esteri Franco Frattini inviò alla Camera, venivano riassunti i motivi che sono alla base della partecipazione italiana alle missioni militari all'estero, ed in special modo in Iraq. La Farnesina, in sintesi, spiegava che «l'impegno italiano per la sicurezza internazionale» è determinato da «un calcolo razionale del nostro interesse». A pagina 2 questa filosofia viene ulteriormente specificata: il ministro Frattini spiega che «il nostro impegno nelle missioni di pace rappresenta un s! olido investimento» e che, di conseguenza, «possiamo attenderci considerevoli benefici economici dalla stabilizzazione di regioni sensibili per i nostri approvvigionamenti e per le prospettive di apertura di nuovi mercati e di nuove aree di collaborazione». A quali approvvigionamenti si riferisce il ministro degli Esteri, oggi commissario europeo?
[...]
il governo italiano aveva ricevuto un voluminoso dossier redatto dal professor Giuseppe Cassano, docente di statistica economica a Teramo, per! conto del ministero delle attività produttive. L'analisi dello studioso era iniziata sei mesi prima della guerra e aveva come oggetto le opportunità che si offrivano all'Italia di sfruttare le risorse petrolifere irachene.

Il relatore è convinto che l'Italia possa puntare sui «giacimenti di Halfaya e Nassiriya». Sul fatto che l'Eni avesse raggiunto, come altre aziende e governi europei, un accordo con gli iracheni non vi sono dubbi. Di questo parlano anche i documenti citati nel rapporto sull'energia che Bush ebbe dal suo vice Cheney all'inizio del suo primo mandato. Viene citato un accordo, datato 1997, e realizzato tra gli iracheni da un lato e le compagnie Eni e Repsol (Spagna) dall'altro per lo sfruttamento di immense riserve, varianti tra i 2,5 e i 4 miliardi di barili. Tra la metà degli anni novanta ed il 2000 (come conferma l'ex dirigente Eni Benito Li Vigni) l'Eni aveva dunque raggiunto un'intesa con Baghdad che però (come per altri accordi realizzati coi i russi ed altri paesi occidentali) non si tramutò nello sfruttamento dei pozzi perché Saddam pretendeva come contropartita la fine dell'embargo che solo gli americani erano in grado di decretare. Il professor Cassano, nel dossier consegnato al governo, guarda però al «dopo Saddam» ipotizzando che, a guerra conclusa, vi sarà dapprima una «fase emergenziale» e quindi si aprirà la corsa per la ricostruzione.
La «seconda fase - scrive il relatore - sarà più interessante della prima». Come abbiano appreso da una fonte diplomatica funzionari dell'Eni si sono recati a Nassiriya «ma solo per brevi periodi» e, anche se gli americani sono orientati a confermare i contratti realizzati ai tempi di Saddam, le condizioni di sicurezza non hanno finora permesso l'avvio della ricostruzione.


Le cifre

Tale dossier governativo indica il luogo migliore per una presenza italiana in Iraq e viene indicato proprio Nassiriya. Si parla del petrolio e di un affare da 300 miliardi di dollari. Nel dossier si descrive l'Iraq come una specie di eldorado e che "l'obiettivo del governo e delle istituzioni coinvolte è quello di mantenere l'Italia tra i 4 migliori fornitori dell'Iraq per il futuro". Guarda caso ben 15 delle 19 pagine del "dossier Iraq" del governo parlano di petrolio.
[...]Da RaiNews 24 Claudio Gatti - corrispondente da New York per il Sole24Ore, nel video racconta (fonti alla mano) perchè l'obiettivo dell'attentato di Nassiriya non fossero i carabinieri, ma piuttosto l'operatore economico presente in quella zona, ovvero l'Eni. Infatti, il giorno dell'attentato, l'amministratore delegato dell'Eni, Mincato, dichiarò all'agenzia ANSA che la possibile presenza dell'Eni a Nassiriya sarebbe slittata al 2004 proprio a causa di problemi legati alla "stabilità" della zona.[...]


Citazione:
Non vi era alcuna possibilità che un nuovo governo irakeno, in un nuovo sistema di relazioni internazionali, potesse riconoscere la benché minima validità degli accordi che teoricamente l'Enel aveva sottoscritto con Saddam.[...]BIsogna ammettere che la spedizione militare italiana è stata organizzata a titolo di puro lecchinaggio da parte di Silvio Berlusconi nei confronti di George Bush.


No, in effetti dell'Enel non saprei dirti
A parte gli scherzi..

Dal 2004 ad adesso le cose non sono cambiate, probabilmente se la situazione si fosse stabilizzata a Nassiriya ci sarebbe ora un grattacielo dell'ENI, com'è prassi per le multinazionali del petrolio dopo le guerre, segrete o manifeste o a colpi del libero mercato dei calzini bucati.
Come procedano gli accordi poi di preciso non lo so, però mi pare che oltre al servilismo, che è ovvio, ci siano anche degli interessi economico-strategici che sono peraltro perfettamente funzionali al rapporto di vassallaggio del nostro paese nei confronti degli Stati Uniti.
Probabilmente per stabilire con esattezza come siano andate le cose sarebbe necessariaun'investigazione approfondita:

Partendo dalle prove contenute nell'inchiesta di Rainews24, i senatori dell'Italia dei valori, Nello Formisano e Massimo Donadi, hanno presentato al presidente del Consiglio un'interrogazione concernente le presunte motivazioni di carattere economico sul presunto sfruttamento di pozzi petroliferi a Nassiriya . "L'Italia dei valori - hanno sostenuto i due senatori - auspica totale chiarezza sulla vicenda viste anche le inquietanti coincidenze tra gli studi commissionati a esperti di economia sul petrolio nella zona solo pochi mesi prima dello scoppio della guerra e il fatto che la base operativa italiana sia collocata di fronte alla raffineria di Nassiriya". Secondo Formisano e Donadi, per fare piena luce sulla vicenda "è opportuna l'istituzione di una speciale commissione d'inchiesta".

E guardacaso chi l'ha vista ?
Dai dati a disposizione, ci vorrebbe tutta, così come per la stessa strage di Nassiriya o per quando abbiamo messo nel mirino ambulanze con donne incinte e civili, per non parlare delle gare a chi, in missione di pace, fa a gara a chi ne annichilisce di più, peccato che invertendo i ministri degli interni il risultato non cambia.

Orwell84
Inviato: 6/2/2007 23:00  Aggiornato: 6/2/2007 23:04
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 7/3/2006
Da: Ground Zero
Inviati: 1114
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Si scusa, intendevo dire ENI
Il motivo per cui non mi fido dell'inchiesta è che l'accordo è datato 1997, quindi non ha nessun valore con il nuovo governo. Le uniche notizie ufficiali (oltre a quelle che tu mi hai gentilmente postato, che io lessi tempo fa in un articolo di repubblica [*salvato nei preferiti]) che sono riuscito a reperire sono del ministero della difesa e sono riferite alla consegna di due autocisterne per il trasporto di prodotti petroliferi [*link1 - *link2]. Il direttore della raffineria di Dhi Qar è Abdul Hassan Elewey, ma ci sono pochissime notizie di lui in rete. Dovrebbe comunque esserci un piano di ristrutturazione della Oil Refinery, curato da Corrado Dalzini, ma non trovo nulla.

Per quanto riguarda altre fonti ufficiali mi ero preso la briga anche di andare a dare un'occhiata al sito ufficiale dell'ENI. L'Iraq [*link] non figura nei paesi in cui opera. Dubito che sia un'omissione volontaria per evitare di sputtanare "antica babilonia" visto che la compagnia ha degli azionisti a cui rispondere. Ho girato in lungo e in largo il sito ma non trovo nulla, magari qualcuno più abile di me può cavare qualche ragno.

Per questo motivo rimango scettico, comunque ti ringrazio per la risposta, magari la mia frase iniziale poteva sembrare provocatoria e suscitare le ire di qualcuno. Comunque ben venga qualsiasi commissione (anche se mi associo al tuo scetticismo), nel caso in cui queste ipotesi dovessero rivelarsi fondate non esiterò a cambiare idea.


[EDIT:]

Dimenticavo, qui un documento ufficiale sul personale eni impiegato nel mondo [*Link]. Come si può vedere in Iraq figura un'unità, contro le 172 iraniane (dove si trova la piattaforma di South Pars, se non sbaglio).

fiammifero
Inviato: 6/2/2007 23:38  Aggiornato: 6/2/2007 23:38
Sono certo di non sapere
Iscritto: 28/2/2005
Da: ROMA
Inviati: 5691
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso

Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Orwell84
Inviato: 7/2/2007 1:05  Aggiornato: 7/2/2007 1:05
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 7/3/2006
Da: Ground Zero
Inviati: 1114
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Grazie! Interessanti soprattutto il penultimo!

É OT, ma qualcuno ha informazioni sul controllo del traffico afghano di oppio [*link-pdf]?

Kerb
Inviato: 8/2/2007 14:29  Aggiornato: 8/2/2007 14:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 23/10/2006
Da:
Inviati: 31
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
per chi non lo avesse visto, ecco il video dell'attacco di Nassirya

http://www.liveleak.com/view?i=ecfa4bdcdc

shevek
Inviato: 8/2/2007 19:31  Aggiornato: 8/2/2007 19:31
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
Salut y Libertad a todos...


Dopo aver visto il video, una domanda mi stuzzica la mente: sono io ad essere stato distratto e non averlo notato, o l'hanno fatto in esclusiva per la polizia italiana che solo adesso ha deciso di mostrarlo? Come direbbe Mazzucco, una volta le "rivendicazioni" si facevano al volo...


Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
targaryen
Inviato: 9/2/2007 13:44  Aggiornato: 9/2/2007 13:44
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/10/2006
Da: Trono di Spade
Inviati: 213
 Re: Nassiriya: il caso è chiuso
citaz....
la virtù e la dedizione alla patria dimostrata dai militari defunti,
lítalia e´ sotto attacco?
no perche´ dedizione alla patria mi risulta sia un altra cosa.....o sbaglio?
virtu´? mi spiegate cosa cé´ di virtuoso nell´andare ad arraffare petrolio in giro per il mondo?
per i morti e´ umano usare belle parole.......ci mancherebbe.
ma quelle di cui sopra proprio non ci azzeccano un ca....

Mai accettare di diventare Primo Cavaliere

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