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news internazionali : USA e Turchia ai ferri corti
Inviato da Redazione il 13/10/2007 3:10:00 (4146 letture)

di Enrico Sabatino

Negli ultimi giorni le relazioni bilaterali tra gli USA e la Turchia hanno toccato il livello peggiore della loro storia. Ciò che sta accadendo tra i due Paesi, passato abbastanza in sordina nei nostri mainstream media, potrebbe causare una serie di ripercussioni, in primis nella regione curda del nord Iraq.

Alleati di ferro da sempre, Turchia e USA già da alcuni mesi sono sempre più in attrito a causa soprattutto delle diverse posizioni sulle modalità di contrasto nei confronti della guerriglia del PKK, che negli ultimi mesi è riuscita a infliggere molte perdite tra le fila dell’esercito turco.

Un conflitto cominciato nel 1984 per la creazione di uno stato curdo indipendente e che ha già provocato più di 30.000 morti.

Solo pochi giorni fa tredici soldati turchi sono stati uccisi nel sud-est della Turchia in un attacco da parte del PKK avvenuto nella provincia di Sirnak, nei pressi del confine con l'Iraq. La sparatoria e' cominciata mentre le forze di sicurezza turche stavano tentando di intercettare ...

... un gruppo guerriglieri pronti a fuggire nel Kurdistan iracheno.
E qualche giorno prima un pulmino era stato fatto esplodere in un villaggio sempre nella provincia di Sirnak. Dodici le vittime, tra cui sette paramilitari addetti alla sorveglianza di alcuni villaggi. L'attentato era stato subito attribuito al PKK che però aveva nettamente negato ogni responsabilità.

L’esercito turco sta mostrando da tempo evidenti segni di impazienza e vuole operare direttamente in territorio iracheno per sradicare la guerriglia, ma gli USA sono assolutamente contrari.
Anche l’UE è contraria a un intervento militare turco nel nord Iraq e a poco è servito l’accordo firmato tra Turchia e Iraq il 28 settembre scorso, con il quale il governo iracheno si impegnava a vietare ogni aiuto logistico al PKK e a bandire la propaganda dei ribelli curdi, senza tuttavia concedere all’esercito di Ankara la licenza di intervenire liberamente in territorio iracheno.

Ma il premier turco Erdogan, dopo le sue forti tensioni della scorsa primavera con l’esercito per via della decisione di far eleggere a tutti costi Abdullah Gul Presidente della Turchia, ha ceduto alle pressioni dei militari e pochi giorni fa ha dato mandato alle forze istituzionali, forze armate soprattutto, di “continuare la lotta al terrorismo adottando tutte le misure economiche, politiche, legali, comprese le operazioni militari oltre confine, che si riterranno opportune”.

Ovviamente qualunque azione militare su vasta scala dovrà prima ricevere l’autorizzazione del Parlamento, ma questo non rappresenta un ostacolo vista la schiacciante maggioranza di seggi di cui gode il partito di Erdogan dopo le elezioni del luglio scorso.

Ma come se ciò non bastasse, l’ultimo episodio che sta mettendo a dura prova gli storici ottimi rapporti bilaterali tra USA e Turchia è la risoluzione approvata dalla Commissione Esteri del Congresso Usa che definisce "genocidio" le stragi degli armeni in Turchia tra il 1915 e il 1920.

E’ noto quanto sia delicato questo tasto per i turchi che hanno sempre negato il genocidio e anche il massacro degli armeni – stime ufficiali parlano di un milione e mezzo di armeni uccisi.
I turchi hanno sempre affermato che questa cifra è gonfiata e che si era trattato invece di una guerra civile in cui 300.000 armeni e almeno altrettanti turchi erano morti in seguito alla rivolta in armi degli armeni nell’Anatolia dell’est per l’indipendenza dall’Impero Ottomano, spronati dall’invasione russa durante la Prima Guerra Mondiale.

Ora questa risoluzione della Commissione Esteri passerà al Congresso USA per un eventuale voto.
Ma senza aspettare ulteriormente il Presidente turco Gul ha rilasciato subito questa dichiarazione di fuoco “Questa inaccettabile decisione della Commissione….non ha alcun valore e rispettabilità per il popolo turco. Sfortunatamente, alcuni politici negli Stati Uniti hanno ignorato gli appelli al buon senso e ancora una volta hanno agito sacrificando le grandi questioni per piccoli giochi di politica interna”.

Anche il governo turco ha emesso un comunicato in cui afferma che “L'approvazione della risoluzione da parte di una commissione è stato un atto irresponsabile, che in momento particolarmente delicato renderà ... i rapporti più difficili con un alleato e un amico. Il nostro governo si rammarica e condanna questa scelta. E' inaccettabile che la nazione turca venga accusata per qualcosa che non è mai avvenuta nel corso della storia”.

A queste dure dichiarazioni ha già fatto seguito il primo passo concreto da parte della Turchia che ha richiamato in patria per consultazioni il proprio ambasciatore negli USA.

Il Presidente USA Bush aveva cercato di correre ai ripari con la richiesta ai membri della Commissione di respingere questa risoluzione dichiarando “Sollecito i membri del Congresso a opporsi alla risoluzione sul genocidio degli armeni all'esame della Commissione esteri. Siamo tutti profondamente spiacenti per le tragiche sofferenze del popolo armeno, cominciate nel 1915, ma questa risoluzione non è la risposta giusta a questo massacro storico e la sua approvazione causerebbe un grande danno alle nostre relazioni con un alleato chiave nella Nato e nella guerra globale al terrorismo".

Anche la Rice aveva messo in guardia il Congresso affermando che “Approvare quella risoluzione potrebbe creare problemi” e il Segretario alla Difesa Gates si era detto preoccupato sulle possibili ritorsioni turche ricordando che circa il 70% dei trasporti cargo aerei diretti in Iraq transitano proprio dalla Turchia.

Ma la risoluzione è passata ugualmente con 27 voti a favore e 21 contrari.

Comunque dietro queste tensioni tra USA e Turchia non c’è ovviamente solo l’approvazione della risoluzione sul “genocidio” armeno e la guerra con il PKK.
Un intervento militare turco su vasta scala in territorio iracheno metterebbe fine infatti alle menzogne americane sulla pacificazione del Nord Iraq, che se è parzialmente vera per Erbil e Sulemanya, non lo è affatto per Mosul e Kirkuk dove sanguinosi attentati e omicidi mirati proseguono senza sosta.

Kirkuk rappresenta poi una questione cruciale per la Turchia e non solo; la città infatti galleggia letteralmente su un lago di petrolio e ha una forte presenza turcomanna, oltre che curda e araba.

Secondo la Costituzione irachena del 2005, entro il 31 dicembre di quest’anno dovrebbe svolgersi il referendum sul futuro della città, rivendicata dal governo autonomo del Kurdistan iracheno presieduto da Massoud Barzani ma anche dalla Turchia che teme un’eventuale annessione di Kirkuk alla regione autonoma kurda come preludio ad una vera e propria indipendenza del Kurdistan iracheno che potrebbe incoraggiare i separatisti curdi del sud-est turco.

Barzani naturalmente spinge perché il referendum abbia luogo nei tempi stabiliti, il governo iracheno di Al-Maliki temporeggia, la Turchia invece ne vuole la posticipazione e gli USA non sanno dove sbattere la testa.

Barzani ha già ammonito che “se non verrà data attuazione all'articolo 140 della Costituzione, allora ci sarà una vera guerra civile”. L’articolo in questione prevede che, prima del referendum, i curdi espulsi dalla città - durante le campagne di "arabizzazione" volute da Saddam Hussein negli anni '80 - devono potervi tornare. Successivamente deve essere fatto un censimento per determinare quale gruppo etnico è maggioranza nella popolazione.

La questione perciò è potenzialmente esplosiva e sempre Barzani nell’agosto scorso aveva dichiarato che nel Consolato turco di Mosul non operano diplomatici ma militari e agenti dei servizi turchi con lo scopo di creare problemi nella regione attraverso azioni di intelligence e sanguinosi attentati, che in effetti avvengono quasi quotidianamente.

In sintesi, questo deterioramento dei rapporti tra USA e Turchia contribuirà a smascherare e ad aggravare ulteriormente il disastro provocato dall’invasione USA dell’Iraq.

E il 31 dicembre si avvicina.

Enrico Sabatino

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
shm
Inviato: 13/10/2007 8:46  Aggiornato: 13/10/2007 9:11
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Se si tiene presente che il PKK è finanziato dalla CIA e che circa due mesi fa scaramucce tra attivisti del PKK e militari iraniani sono cominciati nella regione a nord di Iran e Iraq lo scenario si fa più importante di quanto descritto sull'articolo dato che certa propaganda vedrebbe un unione tra Turchia e Iran. In funzione del fatto che il Kurdistan come hai detto galleggia sul petrolio è facile intuire quale sia, anche questa volte l'interesse di diverse parti descritte finora...

Ieri ho postato sul mio blog dei video di Galloway, un bellissimo esempio di coraggio e determinazione nella rappresentazione al pubblico della responsabilità sionista dietro alle guerre...
Galloway si difendeva davanti ad un tribunale del Governo degli Stati Uniti dalle accuse di corruzione per il programma oil-for-food in Iraq (il processo riportato su un filmato di youtube dura una cinquantina di minuti, ma non è noioso per nulla e consiglio di vederlo è in inglese), giudice e collaboratori... ebrei: Colemann (senatore) e Levin.

...vado a vedere cosa riportasse Google di Colemann:
Armenian Assembly of America; Cafesjian Family Foundation – May-June 2005
The Armenian Assembly is a nationwide nonprofit organization established in 1972 to
promote public awareness of Armenian issues, encourage greater Armenian-American
participation in the American democratic process, and assist in humanitarian and
development programs in Armenia.
The Cafesgian Family Foundation is a Minnesota-based non-profit, tax-exempt
organization dedicated to U.S.-Armenian relations and the development of Westernoriented
economic policies in Armenia. It is the largest donor in Armenia.
Senator Coleman accepted an invitation to travel to Armenia to assess that country’s
post-Soviet transition and meet with high level government officials. Senator Coleman
has had a long-standing interest in Armenia and used this trip to review U.S.-Armenia
policy, to explore Armenian participation in the Millennium Challenge Account, and
Armenian relations with neighboring countries. This trip was officially connected, and
included transportation from Slovenia, where Senator Coleman has been participating in
a conference of NATO parliamentarians.
The Armenian Assembly has sponsored domestic travel for:
• Congressmen Joe Knollenberg, Anna Eschoo, and Frank Pallone
• Senator Mitch McConnell (R)

Dietro alla decisione di dichiarare genocidio il massacro di 1500000 armeni nel '15-20, indubbiamente c'è un'influenza ebraica...

Non si spiegherebbe perchè gli Stati Uniti avessero, fatto questo dietro-front... in questa politica non è possibile agire senza conoscere quali saranno le dirette implicazioni conseguenti...
Gli Stati Uniti difatti hanno teoricamente rinunciato all'appoggio bellico della Turchia (d'importanza eccezionale), che finora gli ha permesso attraverso la base di Incirlik di avere un contatto immediato con le zone "calde"....

Altre recensioni mostrano la sinergia tra i due "elementi" sionista-armeno
http://www.massisweekly.com/Vol27/issue16/pg12.pdf

Qui di seguito la recensione di Galloway:
http://bugietotali.blogspot.com/2007/10/george-galloway.html

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
rekit
Inviato: 13/10/2007 9:30  Aggiornato: 13/10/2007 9:30
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 1151
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
mah, io aspetterei a chiamare in causa complotti sionisti.....
innanzitutto mi preoccuperei del fatto che la turchia non e' proprio un paesello inerme, ma un grosso paese che conta circa 70 milioni di persone.....perlopiu incazzuse.
credo che sia meglio per tutti in questi delicati equilibri non andare a stuzzicarli.

una cosa mi pare si stia delineando, parlo della formazione di un blocco composto da alcuni paesi, in primis la Russia che, anche se non ancora apertamente "alleata" con l'Iran, comincia a far intendere che non appoggia piu' le politiche americane, con lei ovviamente nell'ombra la cina, piu' apertamente il venezuela, e chissa quanti altri piu piccoli paesi ancora....

dopo un po' di musica tecno, ecco che ci si appresta a ballare la quadriglia.....

cocis
Inviato: 13/10/2007 11:59  Aggiornato: 13/10/2007 11:59
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
se la tuchia chiude il suo spazio aereo agli usa ... sarà la fine della fasa guerra in iraq

rekit
Inviato: 13/10/2007 12:03  Aggiornato: 13/10/2007 12:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 1151
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
cit:
se la tuchia chiude il suo spazio aereo agli usa ... sarà la fine della fasa guerra in iraq

................


si, e l'inizio di quella in turchia

rekit
Inviato: 13/10/2007 12:07  Aggiornato: 13/10/2007 12:07
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/9/2006
Da:
Inviati: 1151
 Re: USA e Turchia ai ferri corti

Freeman
Inviato: 13/10/2007 12:48  Aggiornato: 13/10/2007 12:48
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 31/7/2006
Da: NiggahCity
Inviati: 2092
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Citazione:
E’ noto quanto sia delicato questo tasto per i turchi che hanno sempre negato il genocidio e anche il massacro degli armeni – stime ufficiali parlano di un milione e mezzo di armeni uccisi.
I turchi hanno sempre affermato che questa cifra è gonfiata e che si era trattato invece di una guerra civile in cui 300.000 armeni e almeno altrettanti turchi erano morti in seguito alla rivolta in armi degli armeni nell’Anatolia dell’est per l’indipendenza dall’Impero Ottomano, spronati dall’invasione russa durante la Prima Guerra Mondiale.

Maledetti armeni, bugiardi, tentano di far passare il loro come "olocausto" quando tutti sanno che di olocausto ce n'è soltanto uno, e tale deve restare.
Tutta colpa della lobby armena, invidiosa del troppo potere della lobby israeliana!

però, uhm, vediamo che effetto fa cambiando qualche parolina:

E’ noto quanto sia delicato questo tasto per i tedeschi che hanno sempre negato il genocidio e anche il massacro degli ebrei – stime ufficiali parlano di sei milioni di ebrei uccisi.
I tedeschi hanno sempre affermato che questa cifra è gonfiata e che si era trattato invece di una guerra civile in cui 800.000 ebrei e almeno altrettanti tedeschi erano morti in seguito alla rivolta in armi degli ebrei del Ghetto di Varsavia, nella Polonia dell’est [...]

Vergogna! NegaZionisti!! Al rogo!! Foxman, aiutaci tu!

Ma potrebbe funzionare anche così:

E’ noto quanto sia delicato questo tasto per gli israeliani che hanno sempre negato il genocidio e anche il massacro dei palestinesi – stime ufficiali parlano di un milione di palestinesi uccisi o esiliati.
Gli israeliani hanno sempre affermato che questa cifra è gonfiata e che si era trattato invece di una guerra civile in cui 30.000 palestinesi e almeno altrettanti israeliani erano morti in seguito alla rivolta in armi dei palestinesi per l’indipendenza dallo stato giudaico, [...]


Strano. Com'è che a parti invertite non funziona?

Forse per i motivi accennati qui?

"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
shevek
Inviato: 13/10/2007 14:08  Aggiornato: 13/10/2007 14:08
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 27/4/2005
Da: Napoli
Inviati: 1249
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Salut y Libertad a todos...


Il vero problema è che gli Stati Uniti utilizzano come punto di riferimento per la propria agenda politica un approccio di tipo religioso: oramai il GOP repubblicano è, in larga maggioranza, un partito fondamentalista. Un approccio diplomatico razionale - nel senso della "ragion di Stato" - avrebbe del tutto sconsigliato l'approvazione di una simile risoluzione, ma la maggioranza dei parlamentari USA - che conoscono la storia mitica dell'antico Israele ben più di quanto conoscano la storia del loro stesso paese, per non dire degli altri - ha ben altri punti di riferimento ideali che non riesce a far passare in secondo piano. Nemmeno le necessità belliche di una guerra allo stesso tempo fondamentale ed estremamente difficile da vincere li smuove. Tanto, Armageddon è vicina...


Shevek

"Il potere è l'immondizia nella storia degli umani" - F. Guccini
www.portadimassa.net - WEB-TV e non solo di Filosofia
shm
Inviato: 13/10/2007 17:36  Aggiornato: 13/10/2007 17:36
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
shm
Inviato: 13/10/2007 18:54  Aggiornato: 13/10/2007 18:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
575 pagine ma un apporto di controcultura di valore indiscutibile:
http://www.jewishracism.com/Jewish_Genocide_Enlarged.pdf

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Redazione
Inviato: 13/10/2007 21:17  Aggiornato: 13/10/2007 21:17
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Io sul termine "indiscutibile" starei attento. Specialmente quando un rapporto (come quello che hai linkato) inizia citando i Protocolli di Sion.

shm
Inviato: 14/10/2007 10:17  Aggiornato: 14/10/2007 10:17
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Viene riportato il secondo capitolo riportante il simbolo del serpente nel giudaismo, non sta prendendo in considerazione i protocolli come garnazia di ciò che dice...

La lettera dell'ambasciatore turco a Londra nell'introduzione invece è molto interessante perchè descrive il periodo storico e i timori della Turchia, con la proliferazione delle correnti di pensiero ad opera della massoneria in seno alla gioventù turca di allora...

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Enrico
Inviato: 14/10/2007 10:35  Aggiornato: 14/10/2007 10:35
Mi sento vacillare
Iscritto: 12/1/2006
Da:
Inviati: 873
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Iraq: colpi di artiglieria turca, nessun ferito

14 ott 02:17 Esteri

BAGHDAD - L'artiglieria turca ha sparato alcune salve di artiglieria oltre confine in direzione dell'Iraq colpendo l'area del villaggio di Nezdoor nella provincia di Dahuk, 5 chilometri dalla frontiera. Non si ha notizia di vittime. (Agr)

www.corriere.it

shm
Inviato: 14/10/2007 10:52  Aggiornato: 14/10/2007 10:52
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
non ci sono vittime.

Stanno aspettando il via libera del Governo che arriverà a breve per un'operazione più potente

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Paulo
Inviato: 14/10/2007 13:18  Aggiornato: 14/10/2007 13:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 24/12/2005
Da:
Inviati: 507
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Citazione:
si, e l'inizio di quella in turchia


ma, in realtà, la guerra in Turchia è già iniziata da qualche tempo. Quello che si dibatte, infatti, attualmente, è se portare le operazioni delle Forze Armate Turche al di là del confine con l'Irak o se mantenerle, come insistono gli USA, all'interno del confine turco.

Paulo
Inviato: 14/10/2007 13:25  Aggiornato: 14/10/2007 13:25
Mi sento vacillare
Iscritto: 24/12/2005
Da:
Inviati: 507
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Citazione:
Il massimo che possiamo fare con questo approccio difettoso è allontanare la sconfitta


Ciò che si chiama "parlar chiaro".
Questo non vale solo per i comandanti sul campo irakeno. È la definizione di quello che sono andati a fare la Rice ed il Gates a Mosca in questi giorni. Si sono ingegnati, forse anche sagacemente, a ritardare il ridimensionamento globale degli USA.

cocis
Inviato: 14/10/2007 15:22  Aggiornato: 14/10/2007 15:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 11/1/2006
Da: V
Inviati: 1430
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
concoliza rice


lascia mosca .. dicendo che c'è troppo potere nel cremlino..

winston
Inviato: 14/10/2007 18:42  Aggiornato: 14/10/2007 19:29
Mi sento vacillare
Iscritto: 30/10/2005
Da: Eurasia
Inviati: 392
 Re: USA e Turchia ai ferri corti

Mamma li turchi!

Come spesso succede, non è detto che sia quel che sembra:

-La questione Armena: in certi consessi non si muove foglia che “la lobby non voglia”:
-ci si chieda se la mozione è tale da arrivare autonomamente “on the floor of the House”.
Se ci è arrivata, vuol dire che è utile ai “soliti noti”. A che pro? Forse perchè:

a) rivolta alla Turchia, ma intesa per il vasto pubblico infunzione anti-islamica
b) pungolo as Ankara: stia al suo posto, o verrà sputtanata (Germania docet)
c) ogni “genocidio” evoca e rinsalda –associazione di idee- l’altro TM&©
d) rende, così come un tot di Tolex in circolazione rinforza la marca Rolex...

INTERESSANTE, comunque le analogie di marketing fra i due marhi: quì una presentazione armena(?); non meno REALISTICA e PLAUSIBILE la versione turca.. Il confronto è ISTRUTTIVO.

Il ruolo dei militari: si consideri che in molti paesi le forze armate sono espressione di una casta.
In Turchia questa sembra esprime una consorteria con un’agenda tutt’altro che trasparente nelle orini e negli scopi.... (vedasi, a ritroso Atatürk, Giovani Turchi, Mazzini/Gladstone... Sabbatai Levi/Zevi ed i "dunmeh"..) che opera in stretta collaboraborazione -de facto alliance- con Israele.

Cose turche davvero...

"Chi controlla il presente controlla il passato, chi controlla il passato controlla il futuro" Orwell, 1984
shm
Inviato: 14/10/2007 19:22  Aggiornato: 14/10/2007 19:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 17/8/2007
Da: perugia
Inviati: 1802
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Ho dato un'occhiata ai link domani me li rileggo con calma...

Più sopra ho linkato un pdf che riporta un'altra storia del massacro, ho letto l'introduzione è una parte del capitolo successivo, ma è già interessante nella lettera d'apertura dove si parla della responsabilità della massoneria e dell'influenza nel propinare la propria dottrina alla "gioventù turca" al fine di sollevarla creando disordini e fomenti rivoluzionari e sovversivi in Turkia.

Dire oggi che la massoneria non sia un'emanazione del Talmud e della Cabala sarebbe falso in virtù delle analogie che ricollegano sempre rivoluzioni a correnti di pensiero come antefatto degli accadimenti.

“Se un ebreo ortodosso mi considera "immondo" o mi saluta per primo per non dover essere costretto a rispondere al mio saluto, la cosa non preoccupa più di tanto.” (John)
9/11 anomalies
Paulo
Inviato: 15/10/2007 21:18  Aggiornato: 15/10/2007 21:18
Mi sento vacillare
Iscritto: 24/12/2005
Da:
Inviati: 507
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Citazione:
lascia mosca .. dicendo che c'è troppo potere nel cremlino.


Secondo altre fonti avrebbe lamentato l'eccessiva concentrazione del potere al Kremlino.
Evidentemente si riferiva all'anticamera di 40 min che ha dovuto fare, con il collega Gate, per poter vedere il Presidente, in quel momento preso da altri affari indifferibili.
Se non fosse una chiara volontà di fare uno sgarbo, significherebbe che non c'è un vice, un qualcuno che possa sostituire Putin, anche nelle questioni più importanti, quando a qualsiasi titolo impossibilitato. Un situazione di debolezza che suggerirebbe di non investire più di tanto sulla Russia.

Enrico
Inviato: 17/10/2007 17:26  Aggiornato: 17/10/2007 17:26
Mi sento vacillare
Iscritto: 12/1/2006
Da:
Inviati: 873
 Re: USA e Turchia ai ferri corti
Turchia, via libera alle incursioni in Nord Iraq

Bush ad Ankara: "Non è nel vostro interesse"

ANKARA - Il Parlamento turco ha approvato la mozione con cui si concede ai militari turchi carta bianca per un anno per attuare, se e quando lo riterranno necessario, un'operazione in Nord Iraq finalizzata solo a liquidare i campi di montagna da cui muovono i ribelli curdi turchi del Pkk per compiere attacchi armati in Turchia.
Intanto il presidente americano George W. Bush ha ribadito che "non è nell'interesse" della Turchia di mandare truppe nel Kurdistan iracheno.

(17 ottobre 2007)

www.repubblica.it

Enrico
Inviato: 21/10/2007 11:42  Aggiornato: 21/10/2007 11:42
Mi sento vacillare
Iscritto: 12/1/2006
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 Re: USA e Turchia ai ferri corti
L'artiglieria turca bombarda villaggi in Kurdistan iracheno

BAGHDAD - L'artiglieria turca ha bombardato questa mattina alcuni villaggi del Kurdistan iracheno, dopo un attacco di guerriglieri curdi del Pkk che è costato la vita a numerosi soldati turchi.
Citando fonti della guardia di frontiera del Kurdistan, l'agenzia irachena Aswat al-Iraq ha precisato che i bombardamenti d'artiglieria turchi si sono protratti per due ore, dalle 06:00 alle 08:00 locali (dalle 04:00 alle 06:00 in Italia).
Secondo le stesse fonti, almeno 85 colpi di mortaio sono stati lanciati contro i villaggi di Shransc, Aflah, Pirla, Ghelib Basaga, Nesdur e Risa, nella provincia di Zako, e contro i villaggi di Qawa Qar, Beit Qar, Stinadar, Matin, Nirua e Rikan, nella provincia di Al-Amadia.
Abitanti di Nesdur hanno riferito che il ponte pedonale del loro villaggio è stato completamente distrutto nel bombardamento.
L'altra agenzia irachena Nina, citando fonti curde, ha dal canto suo riferito di voci - prive di conferma ufficiale - secondo cui truppe turche sarebbero penetrate in alcuni punti al di là della frontiera con il Kurdistan.

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Tunceli (Turchia), 10:50

TURCHIA: UCCISI 9 MILITARI DA RIBELLI CURDI A CONFINE CON IRAQ

Nove soldati turchi sono stati uccisi in un attacco dei separatisti curdi nei pressi del confine con l'Iraq e l'Iran. Lo hanno riferito fonti militari. Si tratta delle prime vittime da mercoledi', quando il Parlamento di Ankara, a dispetto dei moniti degli Stati Uniti, voto' a favore di incursioni oltre confine per dare la caccia ai ribelli del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), che hanno basi nel nord dell'Iraq. Quest'ultimo attacco ha avuto luogo nella provincia sudorientale di Hakkari.

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