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politica italiana : La doppia politica del lavoro
Inviato da marcocedol il 13/3/2008 9:10:00 (5305 letture)

di Marco Cedolin

Dopo avere chiuso il 2007 con un utile netto di 1,43 miliardi di euro, in progresso del 58% rispetto ai 910 milioni del 2006 e del 160% se si prendono in considerazione gli ultimi 3 anni, il gruppo Monte dei Paschi di Siena ha presentato il nuovo piano industriale 2008/2011 che è stato approvato dal consiglio di amministrazione della banca ed accolto con entusiasmo dai mercati all’interno dei quali il valore del titolo si è manifestato in netta ascesa.

Obiettivo del piano quello di dare vita al terzo polo bancario italiano tramite l’acquisizione in MPS di Antonveneta, Banca Agricola Mantovana e Banca Toscana, nel contesto di una profonda ristrutturazione dell’intero gruppo che prevede la cessione di 125 sportelli e un incremento di utile di 732 milioni, derivante per il 35% da maggiori ricavi e per il 65% da risparmi di costi.

I risparmi di costi che costituiscono la parte più consistente del piano passeranno attraverso l’eliminazione di 1700 dipendenti considerati in esubero, ...

... la maggior parte dei quali andrà ad ingrossare le fila dei disoccupati e dei lavoratori precari.

Quello di MPS non è un caso isolato, bensì la regola utilizzata dai grandi gruppi finanziari ed industriali per far crescere la propria produttività ed i propri profitti in misura estremamente rilevante pur in presenza di un mercato asfittico e stagnante.

Mentre i grandi sacerdoti delle liberalizzazioni come l’ex ministro Bersani, individuano tassisti, farmacisti e panettieri come il vero ostacolo alla libera concorrenza, tutti i maggiori gruppi finanziari ed industriali fagocitano sistematicamente le realtà più piccole, concentrando attraverso fusioni ed incorporazioni i mercati di loro competenza nelle mani di una ristretta cerchia di mega realtà che costituiscono oligopoli in grado di annientare qualunque anelito di quella concorrenza che gli uomini politici di ogni colore promettono di creare quando arringano le folle durante i comizi elettorali.

Mentre politici, sindacalisti ed industriali stipulano accordi sul welfare privi di ogni contenuto e li fanno approvare ai lavoratori tramite referendum farsa, fingendo di essere intenzionati a ridurre la precarietà, tutti i grandi gruppi finanziari ed industriali incrementano a dismisura il proprio profitto attraverso la sistematica riduzione del personale ed un sempre più ampio ricorso al lavoro interinale.

Si percepisce una profonda distonia fra il contenuto dei piani programmatici delle grandi imprese e le dichiarazioni dei leader di partito che in odore di elezioni ogni sera affollano i “salottini buoni” della TV promettendo più posti di lavoro e più concorrenza. Sembra quasi che la politica abbia perso ogni contatto con il paese reale e si muova in una sorta di Second Life costruita a proprio uso e consumo.

Qualcuno per favore li svegli, magari “sputandoli” come farebbe Barbato, perché nell’Italia reale i posti di lavoro e la concorrenza stanno andando incontro all’estinzione e non è tramite la realtà virtuale che si può salvare la specie.

Marco Cedolin

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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
fmelone
Inviato: 13/3/2008 10:09  Aggiornato: 13/3/2008 10:26
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/7/2005
Da:
Inviati: 61
 Re: La doppia politica del lavoro
Citazione:
... la maggior parte dei quali andrà ad ingrossare le fila dei disoccupati e dei lavoratori precari.


Ciao Marco, ti rispondo senza aver verificato la tua fonte (credo il piano industriale sul sito del MPS) ma ti inviterei a verificare, visto che il settore del credito ha un proprio fondo di solidarietà finanziato sia dalle aziende che dai dipendenti (pertanto senza costi per la "società"). Se utilizzato con le adesioni volontarie prevede una sorta di prepensionamento fino a 60 mesi. Ti posso garantire per esperienza personale (Cariplo, poi Banca Intesa e poi ancora Intesa Sanpaolo) che chi ha a che fare con l'attuale modo di "fare banca" non vede l'ora di andare in "pensione".

Saludos

Mel

gubbo
Inviato: 13/3/2008 11:34  Aggiornato: 13/3/2008 11:34
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/6/2006
Da: Un mondo ipocrita
Inviati: 634
 Re: La doppia politica del lavoro
Le grandi aziende e multinazionali non fanno altro che
centralizzare,licenziare e lasciare sulle spalle di pochi una
massa dil lavoro improponibile......rasentando spesso livelli
di schiavismo e sfruttamento......stessero attenti a non tirare
troppo la corda però......

"Io giudico l'uomo, nella sua coscienza, l'essere vivente più incosciente che popoli questa terra" ; dovrebbe essere mia ma non ne sono sicuro
marcocedol
Inviato: 13/3/2008 14:22  Aggiornato: 13/3/2008 14:22
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 30/6/2006
Da: Torino
Inviati: 1340
 Re: La doppia politica del lavoro
fmelone,
Senza dubbio il settore bancario rispetto agli altri è ancora un'isola felice ed esistono ammortizzatori (altrove sconosciuti) in grado di tutelare i lavoratori in esubero. Così come molti di loro non vedono l'ora di "scappare" perchè refrattari ad un modo di "fare banca" assolutamente insostenibile. A questo proposito ricordo un mio amico, direttore di una filiale del Banco di Roma che è caduto in depressione e ha finito per licenziarsi in quanto la banca gli "imponeva" di vendere mensilmente un tot di attrezzi ginnici di una nota ditta locale e lo giudicava unicamente in funzione degli attrezzi ginnici venduti, anzichè per le sue prestazioni professionali.

Il mio articolo vorrebbe però (partendo da un esempio come MPS) mettere in evidenza il modo in cui le grandi imprese costruiscono gli incrementi di profitto anche e soprattutto attraverso il licenziamento sistematico dei dipendenti. Così ha fatto in Francia il gruppo PSA, così sta facendo in Italia FIAT, così fanno le FS (il loro piano industriale 2008/2011 è allucinante) e praticamente tutte le grandi realtà industriali come finanziarie.
Per chi lavora in banca è sicuramente un pò più facile rispetto agli altri ma la situazione si connota drammaticamente nel suo complesso.

gubbo
Inviato: 13/3/2008 15:22  Aggiornato: 13/3/2008 15:23
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/6/2006
Da: Un mondo ipocrita
Inviati: 634
 Re: La doppia politica del lavoro
...........così sta facendo in Italia FIAT, così fanno le FS (il loro piano industriale 2008/2011 è allucinante)

confermo in pieno, mio padre lavora per le FS......ebbene a quasi
2 anni dalla pensione dovrà cambiare sede di lavoro (poichè l'impianto
in cui lavora attualmente verrà smantellato ed accorpato ad un altro
che si trova a 300 km.....e qui la storia della centralizzazione); in più
a breve elimineranno il servizio "dormitorio" per i fuori sede, che saranno
costretti così ad affitare un posto letto.....ovviamente a proprie spese

"Io giudico l'uomo, nella sua coscienza, l'essere vivente più incosciente che popoli questa terra" ; dovrebbe essere mia ma non ne sono sicuro
Nigthmare
Inviato: 13/3/2008 19:21  Aggiornato: 13/3/2008 19:21
Ho qualche dubbio
Iscritto: 10/6/2006
Da:
Inviati: 73
 Re: La doppia politica del lavoro
Al riguardo, segnalo un breve ma pregno video con un intervento di Alessia Mosca, responsabile delle politiche del lavoro del Partito Democratico, candidata in Lombardia alla Camera e destinataria di un seggio "sicuro"

http://it.youtube.com/watch?v=EI1M4yB-J3Y

(a proposito, dal suo sito si apprende che fa parte dell'Aspen Junior Fellows... è naturalmente un caso, eh?)

starchild
Inviato: 13/3/2008 21:35  Aggiornato: 13/3/2008 21:35
Ho qualche dubbio
Iscritto: 26/1/2007
Da:
Inviati: 161
 Re: La doppia politica del lavoro
Perfettamente d'accordo non solo per le banche ma per tutto.
i politici (e i banchieri, finanzieri et similia) vivono in una loro dimensione, chiamiamola X. Noi, poveracci viviamo in un'altra, chiamiamola Z.
Dalla dimensione X costoro ordiscono, calcolano, complottano e ordinano.
Nella dimensione Z, la nostra, arrivano gli ordini e vengono eseguiti e il mondo procede sul filo di questa farsa un po' alla X-files, ma mica tanto, poi.

I varii scossoni finanziari, inflazioni, deflazioni, rialzi e ribassi in borsa ecc. scaturiscono da questa dimensione, proprio come dal vuoto quantistico scaturiscono le particelle che poi daranno vita a materia, energia e fenomeni collegati, che noi vediamo come la realtà che viviamo.
Questo esempio basato sulla quantistica è calzante.

Noi siamo materia e veniamo plasmati dalle forze quantistiche (banche, banchieri ecc.) che sono alla base della realtà ordinaria. Vi sconfinfera?
Per dirla papale papale, siamo alla mercé di questi burattinai che ci rendono la vita sempre più infernale! Come sconfiggerli? Sputandoli come si dice nell'articolo? Forse smettendo di credere loro, forse non dandogli più la patente di realtà e facendoli così sparire nel mare virtuale di fondo.
Annullando la loro funzione d'onda e così annichilendoli.

In Fisica quantistica si dice che l'osservatore influenza il fenomeno osservato. E se noi smettessimo di osservare questi, chiamiamoli Partioni, essi che farebbero?

Bohm, salvaci tu.


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