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storia & cultura : LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Inviato da Redazione il 26/6/2004 23:57:26 (3931 letture)













LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA



di Truman Burbank



La vecchia Europa ha visto millenni di guerre, stragi, imperi e
dominazioni. Di tutto ciò ha cercato di mantenere memoria storica.









Non è però alla memoria scritta nei libri di storia che mi riferisco,
ma alla memoria popolare, interiorizzata tramite arte e letteratura, sin dai tempi della Lisistrata
di
Aristofane, fino a Brecht, passando per Tolstoj e per mille altri.








La memoria storica che dice che la guerra è ingiusta, che non è voluta
dal popolo, ...




B. Brecht








Quando chi sta in alto

parla di pace

la gente comune sa

che ci sarà la guerra.



Quando chi sta in alto

maledice la guerra

le cartoline precetto

sono già compilate.


(...)





















...che
porta solo sangue e disperazione. “Se questa guerra si deve proprio
fare, fa che non la faccia la gente” diceva De Gregori.



La giovane America è invece ancora schiava dell’istinto
primordiale del potere e del sottomettere gli altri, il che porta ad
ammassare armi e ricchezze nella convinzione che non ci sia niente di
meglio nella vita.



La nostra memoria storica la pensa diversamente.



***



AMERICA: SEMPRE PIÙ LONTANA, MAI COSÌ VICINA



di Massimo Mazzucco



Noi italiani abbiamo avuto da sempre un rapporto di amore-odio con gli
Stati Uniti. Anzi, di entusiasmo-disprezzo, per essere più
precisi. Da una parte, dice la battuta, l’America è il paese
dove una pizza ti arriva addirittura prima di un ambulanza, dall’altra
è il paese dove la pizza ti arriva appunto prima dell’ambulanza.
Dipende da dove la guardi.



Certo non è facile farsi un’opinione bilanciata sugli Stati
Uniti, la cui realtà è estremamente complessa, e la cui
storia è decisamente diversa da quella di tutte le altre
nazioni: questo è infatti l’unico paese al mondo che è
stato creato dall’oggi al domani, esattamente come una società
sportiva, una fabbrica di confetture, o un sito internet: ieri non
c’era, oggi c’è.



Sono arrivati dei pellegrini in nave, hanno piantato i loro bei
“paletti”, (hanno sterminato tutti quelli che ci vivevano in mezzo), e
hanno detto: fino a qui si chiama New England...



..., da qui a lì New Hampshire, da lì a là New Jersey, eccetera eccetera. Tutto new, tutto loro.



Ma l’unica cosa che avevano con sè, per costruire questa New
Nation che tanto sognavano, era la Bibbia nel nome della quale avevano
abbandonato l’odiata Inghilterra. Anzi, due erano i tipi di persone che
emigravano oltremare: chi, appunto, voleva rifondarsi la sua chiesa
come la voleva lui, e chi era obbligato a farlo per non finire nelle
patrie galere.



Ovvero, dogmatici, e criminali. Storicamente, sono questi i veri “padri fondatori” degli Stati Uniti.



Ecco infatti nascere a grappoli comunità di avventisti, di
luterani, di metodisti, di presbiteriani, di battisti, ..... tutte a
darsi da fare per gettare le basi di quello che oggi è un vero e
proprio supermercato del paradiso: la moderna chiesa americana. E
mentre tutti questi dogmatismi si irrigidivano ancor di più
l’uno contro l’altro, la seconda “categoria” di emigranti, zitta zitta,
si dava da fare per razziare e conquistare tutto quello che trovavano,
senza troppo preoccuparsi di una legge che non c’era, e che loro stessi
confezionavano, a proprio uso e consumo, man mano che serviva.



Diventa forse più facile, in questo modo, capire come il
percorso storico americano possa essersi concretizzato oggi in un
presidente come George W. Bush.



A lui infatti non manca nulla rispetto alle “radici” e alle
“tradizioni” di cui ogni paese dovrebbe andare fiero: se si occupa lui
di fare al mondo discorsi iper-dogmatici, del tipo “tutti i buoni da
questa parte, tutti i cattivi dall’altra,” ci pensano i suoi soci, fra
Pentagono e vicepresidenza, a razziare tutto quello che capita
sottomano.



Sarà come sarà, ma Clinton ha consegnato agli americani
una nazione con tre miliardi di dollari di surplus, e siamo oggi, ad
appena tre anni dall’insediamento di Bush, a quasi quattro di deficit
nazionale.



Sono tranquillamente spariti, cioè, sette miliardi di dollari,
mentre la dissoccupazione è quadruplicata, ed il costo della
vita è arrivato ad erodere anche la tranquillità di uno
strato sociale, quello medio, che fino a ieri si riteneva al riparo da
preoccupazioni di questo tipo.



Ma dove sono finiti tutti quei soldi?



Grazie alla fortunata “coincidenza” dell’ undici settembre - che ha
permesso all’amministrazione di scatenare una guerra già pronta
da mesi - l’esercito e le industrie ad esso connesse (sicurezza, armi,
sorveglianza) si sono portati via fette incommensurabili di quel
disavanzo, sotto il naso di un’America tutta intenta a riprendersi
dallo shock delle Torri. E quel poco che restava è finito
praticamente tutto nelle tasche delle compagnie petrolifere, incaricate
dallo stesso Pentagono di “ripagare” i danni di guerra provocati ai
paesi invasi. Ripagarli come? Investendo, “per conto di quei popoli”
ovviamente, in oleodotti e gasdotti a destra e manca, sulle loro terre
desolate ma molto fruttifere. E già che c’erano poi, non gli
è sembrato nemmeno tanto sbagliato restare loro a gestire il
tutto, almeno finchè quelli si civilizzano un pochino. Per
giocare, nel frattempo, gli hanno regalato la parola “democrazia”, ma
non gli hanno nemmeno spiegato da che parte si apre l’involucro.



La cruda realtà americana, oggi, è che una banda di
industriali, ai massimi livelli del potere mondiale, si è
impadronita della Casa Bianca, ed ha distrutto tutte le riserve,
fisiche e morali, che questa nazione aveva accumulato in tanti anni di
sofferenze, di lotte sociali, di fatiche, di contrasti di sforzi e di
conflitti di ogni tipo.



Noi però, da lontano, continuiamo a vedere solo i paradossi
più macroscopici. E ci viene facile, dall’alto della nostra
cultura millenaria, deridere un paese come gli USA, che come massima
espressione della propria può esibire un hot-dog o un forno a
microonde; ma è molto più difficile accordare duecento
milioni di persone, di almeno novanta etnìe diverse, verso un
obbiettivo comune, che non farlo su nazioni, come la nostra, che
veleggiano già da secoli sulla scia della propria storia.



E per quanto li prendiamo in giro, noi purtroppo stiamo seguendo, in
piccolo, la stessa loro strada: anche noi ci siamo fatti ipnotizzare da
un imbonitore da baraccone, anche noi gli abbiamo concesso i pieni
poteri, anche noi gli stiamo permettendo di distruggere quel poco di
civile che a nostra volta eravamo riusciti ad aggregare, nonostante i
decenni di predominio democristiano su tutto ciò che avveniva in
casa nostra.



I nostri governanti di oggi, inoltre, non avendo trovato nessun
disavanzo in cui affondare i denti, stanno svendendo direttamente il
paese alle industrie private dei loro amici, ovvero di loro stessi.
(Berlusconi “non è” più presidente di Mediaset, per fare
un esempio, esattamente come Dick Cheney ”non è” più
presidente della Halliburton, la società petrolifera che si
è accaparrata tutte le commesse dall’Uzbekistan al Mar Rosso). I
nostri svendono all’ingrosso i pubblici servizi, svendono le aziende di
stato, e svendono persino palazzi e terreni, tutti di proprietà
del demanio, che grazie a leggi particolarissime vengono regalati al
costo di una Golìa all’interno del loro club di privilegiati.



Se rimane una consolazione è che, completato il giro di chiglia,
Italia e America si ritroveranno ancora dallo stesso lato del campo. Il
problema, almeno da noi, è se ci sarà ancora la
lucidità per rimettere in piedi i giocatori, molti dei quali
solo allora si accorgeranno delle condizioni miserevoli in cui sono
stati relegati per anni



E a quel punto rischiamo davvero di provare una profonda nostalgia per
quei giorni lontani, in cui si scherzava allegramente sugli americani
con le loro pizze e le loro ambulanze.








La guerra che verra' non è la prima.

Prima ci sono state altre guerre.

Alla fine dell'ultima

c'erano vincitori e vinti.

Fra i vinti la povera gente

faceva la fame.

Fra vincitori faceva la fame

la povera gente ugualmente.





Chi sta in alto dice: pace e guerra

sono di essenza diversa.

La loro pace e la loro guerra

son come vento e tempesta.



La guerra cresce dalla loro pace

come il figlio dalla madre.

Ha in faccia

i suoi lineamenti orridi.



La loro guerra uccide

quel che alla loro pace

è sopravvissuto.





Al momento di marciare molti non sanno

che alla loro testa marcia il nemico.

La voce che li comanda

è la voce del loro nemico.

E chi parla del nemico

è lui stesso il nemico.





Quando dagli altoparlanti l'imbianchino

parla di pace, i terrazzieri guardano

le autostradee vedono cemento

fino a mezzo metro

per carri armati pesanti.



L' Imbianchino parla di pace.

Rialzando le schine doloranti,

le mani grandi appoggiate ai cannoni,

i fonditori lo ascoltano.



I piloti dei bombardieri rallentano i motori

e ascoltano l' Imbianchino parlare di pace.



I tagliaboschi stanno in ascolto

nelle foreste silenziose

i contadini lasciano gli artri

e portano la mano all'orecchio

le donne, che recano da mangiare

nei campi, si fermano.

Sul campo arato c'è un' auto

con altoparlanti. Di lì si sente

l' Imbianchino esigere la pace.



Quando la guerra comincia

Forse i vostri fratelli si trasformeranno

e i loro volti saranno irriconoscibili.

Ma voi dovete rimanere eguali.



Andranno in guerra, non come

ad un massacro, ad un serio lavoro.

Tutto avranno dimenticato .

Ma voi nulla dovete dimenticare.



Vi verseranno grappa nella gola

come a tutti gli altri.

Ma voi dovete rimanere lucidi.



Chi sta in alto dice:

si va verso la gloria.

Chi sta in basso dice:

si va verso la fossa.



B.Brecht
















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I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.
Autore Albero
DIVA
Inviato: 27/6/2004 1:32  Aggiornato: 27/6/2004 1:32
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Le fonti della memoria balzano in primo piano quando consideriamo due termini ricorrenti nelle definizioni del Novecento, secolo delle guerre, secolo delle masse. Il "secolo breve" , diventata ormai opinione comune, inizia con la prima guerra mondiale, gigantesco sconvolgimento e rivelazione della modernità e della tecnologia applicata alla morte, con una rottura psicologica, tipica della modernità e estesa a livello di massa. .E' la memoria come assunzione di responsabilità del passato su cui e' necessario riflettere. L'Europa probabilmente non ha fatto "tesoro" delle guerre passate e della sua storia, proprio perche' non e' riuscita a fare un vero "esame di coscienza", cioe' non ha elaborato le motivazioni che l'hanno portata alla guerra totale, alla follia collettiva. Ma dallo sbarco in Normandia, forse e' accaduta una metamorfosi irriversibile nell' identita' europea . Improvvisamente l'Europa e' diventata "piccola" davanti alla grande potenza americana, che portava nelle vecchie monarchie europee o nelle troppo compromesse neo repubbliche una ventata di democrazia e di entusiasmo . Forse il nostro errore ..l'errore dell'Europa e' stato quello di non mantenere la memoria storica viva e presente. Ha abbracciato il "sogno americano" e nell'immaginario collettivo l'America diventa , per il vecchio continente, l'idea realizzata di liberta'. Personalmente a me gli americani sono sempre sembrati degli ingenui tontoloni che credono agli ufo e alle sette religiose piu' disparate, che mangiano da schifo e bevono peggio. Puritani fino al paradosso ( se in Italia un nostro politico avesse avuto il trattamento Clinton sotto la scrivania....avrebbe ricevuto la medaglia al merito...per avere portato alto l'orgoglio virile del maschio mediterraneo) , Noi le chiamiamo "americanate" tutte quelle cose che rasentano e superano l'eccesso. Poi se ci sfugge nei loro confronti un...figlio di putt ...(bip) non se la devono prendere troppo....in fondo i primi europei ad abitare l'America (dopo avere massacrato gli aventi diritto alla residenza : gli Indiani) furono galeotti e prostitute buttati fuori patria dall'Inghilterra. Non e' che mi stia cosi' sulle scatole l'America, riconosco che gli americani , se consapevoli , sanno fare uso della democrazia e dei diritti molto piu' di quanto si faccia nella vecchia Europa. Ora e' un momento tragico per entrambe....vorrei avere un rigurgito ottimistico e sperare che da qua, da questo momento si possa davvero "non dimenticare...a futura memoria" diva Ps: massimo..molto bello l'articolo...ma leggerlo .....na'..pazienza !!! (ma come l'hai impaginato?)

Redazione
Inviato: 27/6/2004 1:40  Aggiornato: 27/6/2004 1:40
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
CHIEDO SCUSA A CHI HA DOVUTO LEGGERE L'ARTICOLO COME SE FOSSE UN GRISSINO, NON MI ERO ACCORTO DEL DISASTRO GRAZIE DIVA Massimo [ Modificato da Redazione Attivo 27/6/2004 0:49 ]

Truman
Inviato: 27/6/2004 10:29  Aggiornato: 27/6/2004 10:29
Ho qualche dubbio
Iscritto: 7/5/2004
Da:
Inviati: 57
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Ottima la parte di Massimo sulle origini dell'America ed il parallelo con l'Italia. Alcuni cittadini degli USA così rispondevano a un italiano che chiedeva come avessero fatto ad eleggere Bush: "E voi come avete fatto ad eleggere Berlusconi?". Eppure c'è di più. Lo spirito ad andare avanti, a conquistare nuove terre, ad ampliare la frontiera, viene dalle origini. Non è solo Bush. D'altro canto negli USA mi appare esserci una distanza abissale tra le elite che elaborano i piani di sviluppo imperiali ed il popolo che viene tenuto in una specie di favola, dove gli americani sono i buoni e gli islamici sono cattivi; chi non è d'accordo è solo invidioso. Da noi le favole si raccontano ai bambini, negli USA sembra che vengano raccontate agli adulti. Con tutti i limiti del caso (cioè ricordando il successo di Berlusconi) mi appare che la superiorità dell'Europa sia nella storia di millenni interiorizzata nella cultura popolare. In questo modo i capi di stato sono più limitati quando tentano di manipolare la volontà del popolo. "Ed Alessandro conquistò nazione dopo nazione, ma quando fu di fronte al mare si sentì un coglione" - citazione a memoria di Vecchioni.

SWE
Inviato: 27/6/2004 12:24  Aggiornato: 27/6/2004 12:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

Dopo l’esplosione di scelte “politiche” d’oltreoceano contraddistinte dalla logica del profitto e concretizzate dal primato della potenza delle armi, si fa strada in Europa l’idea della necessità di dotarsi di un esercito autonomo in grado di contrastare o quanto meno arginare lo strapotere americano. Progetto questo destinato al fallimento con conseguente inutile spreco di fondi e di risorse umane perché mai sarà possibile competere, neanche lontanamente, con la potenza bellica raggiunta da un paese cresciuto all’ombra di questa dottrina . L’Europa al contrario avrebbe il “dovere” di far leva proprio sulla sua millenaria eredità culturale, su questo suo straordinario esclusivo valore aggiunto e proporsi non come antagonista o concorrente agli Usa ma come integrazione fondamentale indispensabile alla genesi di un potenza globale che - mai come ora - dovrebbe essere provvista di un’anima etica Purtroppo il processo europeista è partito privilegiando l’aspetto economico e sottovalutando quello storico-politico. Noi, cittadini europei non siamo in grado di incidere – perché non le conosciamo, o le conosciamo assai superficialmente ! – sulle decisioni e sulle tendenze del Parlamento europeo. Siamo stati chiamati da poco alle urne per esprimere i nostri rappresentanti nella Ue ma io vorrei chiedere quanti di noi siano al corrente delle posizioni dei candidati prescelti su un tema rilevante come questo : Europa armata di bazooka o dell’ Apologia di Socrate ? emanuela

Linucs
Inviato: 27/6/2004 12:54  Aggiornato: 27/6/2004 12:54
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

A proposito di strapotere, non tutti stanno a guardare...

http://reuters.com/newsArticle.jhtml?type=topNews&storyID=5498356


DIVA
Inviato: 27/6/2004 13:39  Aggiornato: 27/6/2004 13:39
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Ci sono due culture che si confrontano in Europa: una è quella che ha radici antiche, profonde nella sua storia millenaria, che ha come fondamento i diritti delle persone e le tutele,l'altra e'il neoliberismo sfrenato, che persegue la crescita da ottenere attraverso la logica del profitto . Questa logica propone una competitività esasperata che possa disporre anche di quei diritti e quelle tutele che invece andrebbero difesi. In che maniera si può appartenere a pieno titolo al nuovo status di “cittadino europeo” salvaguardando le conquiste del passato, ma guardando al futuro? La situazione economica europea e' allarmante : L’economia europea è ormai entrata nel quarto anno consecutivo di stagnazione, la più lunga del dopoguerra. Un sentimento di pessimismo avvolge l’opinione pubblica. Cosa vuole l'Europa, o come vogliamo l'Europa? Europa sociale e dei popoli o Europa dell'Euro e del neoliberismo? Politica estera comune o ognun per sé e Bush per tutti? Europa come federazione di stati o come sommatoria dei voleri dei governi? Europa della società civile, dei sindacati, dell'associazionismo, dei movimenti civici o Europa dei tecnocrati? Europa che ripudia la guerra o Europa militarizzata? Europa dei diritti o europa della finanza? Ecco perche' dicevo che l'Euoropa non ha fatto tesoro della sua memoria storia, almeno non l'avra' fatto se davanti a questo bivio non sapra' percorrere la strada giusta : Ma attenzione....in Europa e' nato quasi in sordina , un movimento Neopopulista , che si manifesta cosi' : globalizzazione economica; crescente polarizzazione della ricchezza , crescenti movimenti migratori dai paesi del Terzo Mondo ai paesi sviluppati; perdita di funzionalità economica della classe operaia tradizionale non qualificata con conseguente necessità economica della flessibilità lavorativa, oligarchizzazione economica; mondializzazione economica attorno al cosiddetto "pensiero unico" , egemonia politica e militare degli Stati Uniti declino degli Stati nazionali e crescente peso delle unità sovranazionali sul tipo dell’Unione europea e delle organizzazioni internazionali, ...... Ecco si...America e Europa ...mai cosi' vicine diva

SWE
Inviato: 27/6/2004 13:54  Aggiornato: 27/6/2004 13:54
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

Linucs Apprezzo molto la tua segnalazione ma io non conosco l'inglese - nè ho nessuna intenzione d'impararlo... - quindi, non essendo in grado di "leggere" un articolo del genere, non ne traggo alcun beneficio informativo Ti pregherei dunque, se possibile, ( e so d'interpretare il pensiero di molti amici che frequentano questo sito ) di farmene un veloce riassunto traducendone il senso così come fa Massimo tutte le volte che riporta brani in inglese In quei casi si preoccupa, molto giustamente a mio avviso, di fornirne la traduzione : sia per gli ignoranti ( e un po' "snob" ! ) come me, sia per chi pur conoscendo quella lingua non ne ha un possesso tale da consentirgli l'interpretazione corretta di articoli complessi. Grazie e absit iniuria verbis ... tanto per rivalutare le nostri origini culturali ! emanuela

SWE
Inviato: 27/6/2004 14:24  Aggiornato: 27/6/2004 14:24
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

DIVA era proprio questo "il punto" che volevo evidenziare nel mio commento precedente. COSA ne sappiamo noi dei rapporti di forza, che esistono fra queste due contrapposte visioni, all'interno del Parlamento europeo ? Personalmente, avendo seguito abbastanza da vicino lo svolgersi delle recenti consultazioni, ho notato che sono stati pochissimi i candidati a porre l'accento su un tema di questa rilevanza a mio avviso essenziale. Anche i partiti della cosiddetta "sinistra radicale" si sono preoccupati di sottolineare la propria posizione, limitandola al rifiuto di questa sciagurata guerra in atto, più per un calcolo di politica nazionale che per un tema di ampio respiro .. Voglio dire che mi è capitato più volte di ascoltare esponenti politici in completo accordo nel valutare la scelta bellica americana come una incommensurabile follìa dettata da cecità e rozzezza politica ma, di trovarsi poi in disaccordo a proposito del riarmo dell'Europa piuttosto che della rivalutazione del suo "naturale"ruolo di guida culturale al quale sembra aver abdicato... emanuela
[ Modificato da SWE Attivo 27/6/2004 13:26 ]

DIVA
Inviato: 27/6/2004 14:49  Aggiornato: 27/6/2004 14:49
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Che dire SWE, trovandomi nella tua identica situazione...diciamo che mi hai "tolto le parole dai tasti". grazie e ciao

DIVA
Inviato: 27/6/2004 15:52  Aggiornato: 27/6/2004 15:52
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
SWE Avrai notato ultimamente un allargamento del “fronte antibellico” in tutta Europa. Questo allargamento a me sembra, pero’, il frutto di contraddizioni : indipendentemente dalla colorazione politica La sinistra italiana, per esempio, ha dato tanta enfasi allo sganciamento della Germania e della Francia dalla guerra "americana", tra l’altro con molti se e ma (e con le basi tedesche messe a disposizione dell’aggressione),Ma a ben vedere,questo non coinvolgimento non ha assolutamente nulla di "pacifista", non mira ad alcuna "altra Europa" solidale, ma è solo e soltanto il segno di una divaricazione di interessi intercapitalistici in cui si cerca di coinvolgere gli stessi movimenti autenticamente antibellici. Hai ragione quando dici che ruolo avra’ l’Europa se non sappiamo nemmeno il pensiero politico di chi abbiamo mandato a governarla. L’Europa imperialista, finanza e truppe combinate assieme, è tuttora foriera di lacrime e sangue in tutto il mondo nella spartizione competitiva con gli USA di esso, e si guarda bene dall’uscire da questo gioco al massacro.E vedo che nessuna forza del preteso schieramento "pacifista" istituzionale ha altro da dire in alternativa agli USA se non: il nostro nemico (Saddam? Bin Laden? sì, ma solo in quanto paraventi e "simboli" del vero nemico dei signori della guerra occidentali: le classi sfruttate arabe ed "islamiche") L’Europa dovrebbe cercare e trovare la sua “Guerra e Pace”, ma autogestita da noi europei , e non in esclusiva dai prepotenti Bush &C..che sanno proporre la Pace, ove fosse, da schiavi; peggiore della guerra stessa. Che grande occasione di protagonismo politico ha perso l’Europa nell’intervento americano in Irak. Non doveva farlo necessariamente in nome di un ideale civile, che è una pretesa eccessiva, ma semplicemente in nome di se’ stessa. Come si e’ permesso un esercito anglo-americano, sia pure alleato, di occupare l’intero Medio Oriente e di prospettare un’azione in proprio al di fuori del diritto internazionale? Ultima cosa....ma secondo te….l’America (per caso) sta forse facendo guerra (sotto mentite spoglie) all’Europa? Io credo di si ciao diva

SWE
Inviato: 27/6/2004 19:43  Aggiornato: 27/6/2004 19:43
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

DIVA Io credo che noi ( per “noi” intendo te, me e tutti coloro che cercano di capire dove diavolo stiamo andando a finire…) valutiamo i fatti e proponiamo soluzioni ragionando secondo un modo diverso di percepire la realtà da quello dei “politici” Costoro sono ormai diventati esclusivamente veri e propri magnati dell’economia mondiale e stanno gestendo le risorse del pianeta in funzione del mantenimento di uno standard di vita privilegiato raggiunto da pochi grazie allo sfruttamento di molti Di questi “pochi” facciamo parte anche noi... Tuttavia, a ben pensarci, potremmo invece dire di far parte dei "molti" perchè siamo a nostra volta utilizzati per consentire l’arricchimento di un gruppo ancor più ristretto di individui. Infatti non è più vero che la produzione dipenda dalla domanda spontanea determinata dall’ effettiva utilità ed efficacia di un prodotto volto a migliorare la qualità della vita ma è vero esattamente il contrario : bisogna stimolare la richiesta ( e quindi il consumo ) per garantire la produzione anche a costo di peggiorarla, questa qualità della vita. Al punto che moriremo felici col sorriso sulle labbra davanti all’ultimo modello di un televisore superpiatto mentre guardiamo affascinati la pubblicità dell’ultimo modello superaccessoriato di una veloce autovettura le cui prestazioni non potremo mai utilizzare appieno e mentre inviamo digitando inebetiti l’ultimo sms su l’ultimo modello cellulare a qualcuno probabilmente conosciuto solo in virtù della fantastica tecnologia che ce ne trasmette l’immagine sul display. Questo è ciò che noi chiamiamo benessere ma che io non vedo cosa abbia in comune con il vero significato del termine : bene essere = stare bene, essere sereni… Ti chiederai perché ho fatto tutto questo ragionamento per parlare di pacifismo. Perché, non credo nella sua effettiva capacità di imprimere un mutamento radicale nelle scelte politiche mondiali che, date queste premesse, perseguono il disegno diametralmente opposto In una dimensione in cui le regole sono dettate dal cinismo della logica del profitto di cui è mortalmente schiava la nostra civiltà occidentale si spiegano così quelle che a noi appaiono le contraddizioni della “sinistra”. Si spiegano i suoi “se” ed i suoi “ma”… Si spiegano forse anche i suoi “no” sostanzialmente moderati così come si spiega la candidatura di un patetico Agnoletto nelle fila di Rifondazione non tanto perché se ne sposano le cause quanto per ostentare il fiore all’occhiello di un pensiero ed un’istanza che si sa essere giusta ma che non si ha né la forza nè il coraggio di fare propria fino in fondo. Così come si spiegano anche i sotterranei giochi di potere e gli oscuri meccanismi elettorali che probabilmente porteranno a sedere al parlamento europeo candidati più malleabili e meno scomodi di altri… La mia ti potrà sembrare un’analisi pessimistica e rassegnata : non è così Credo solo che, per individuare quale sia il vero nemico da combattere ed orientarci in conseguenza, c’è bisogno di guardare in faccia la realtà e dirci come stanno le cose anche se questo significa mettere in discussione noi stessi. Emanuela Ps : Mi chiedi se penso che l’America faccia la guerra all’Europa. Ti rispondo con una domanda : pensi davvero che nell’ultimo conflitto mondiale sia intervenuta per liberarci dal pericolo nazista ? O non piuttosto perché il nazismo aveva in mente di impadronirsi dell’Europa e di mettere le mani nell’area mediorientale ? Per onestà intellettuale mi vedo però obbligata ad aggiungere che il discorso si farebbe sdrucciolevole e che non è mai corretto liquidare eventi storici con analisi tranchant ed incomplete come quella che ho appena fatto in questo momento…… Ciao e.. grazie ! E.

Redazione
Inviato: 27/6/2004 21:14  Aggiornato: 27/6/2004 21:14
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
(Scusate se mi intrometto) DIVA: Secondo me hai messo il dito sulla piaga, con la tua domanda. Quello che avrebbe fatto scattare l’emergenza petrolio, per gli americani, è stato lo svincolamento del prezzo al barile dalla quotazione del dollaro. O meglio, se prima il prezzo era obbligatoriamente in “dollari al barile”, ora può essere fatto in qualunque moneta si voglia. Ma certo nessuno quoterà ma il petrolio in rupie nepalesi, e l’unica altra altra moneta forte, strepitosa concorrente del dollaro, è..... l’Euro. Partita ben sotto il cambio alla pari (0.92, mi sembra) è arrivata in un paio di anni a toccare $ 1.20 di quotazione. Già gli americani erano riusciti a dare una bella botta all’economia europea, coinvolgendo una serie di stati europei nel “bagno Afghanistan”, e ora ci hanno riprovato cercando di tirarli dentro anche in Iraq. Ma Francia e Germania si sono fatte furbe, noi invece abbiamo perseverato, e adesso che a casa nostra le cipolle costano come dei lingotti di platino, il nostro astuto premier cosa fa? Dà la colpa all’Euro! Massimo

SWE
Inviato: 27/6/2004 21:58  Aggiornato: 27/6/2004 21:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 744
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA

Massimo , ma PresDelCons è pagato in dollari proprio per fare "quel servizietto" all'Ue e all'euro ! E bisogna riconoscere che ci si è messo d'impegno non c'è niente da dire... em.

DIVA
Inviato: 27/6/2004 22:12  Aggiornato: 27/6/2004 22:12
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
infatti , il metodo deduttivo (ti scopiazzo) dice che il problema sta qui : in Europa. Il problema per gli Usa intendo .La concorrenza dell’euro con il dollaro è cresciuta da quando l’economia americana è entrata in fase recessiva e il forte passivo commerciale statunitense richiede la svalutazione della valuta americana a vantaggio di quella europea. La prima conseguenza è stata l’aumento dell’euro a scapito del dollaro come moneta pregiata da tenere nelle riserve valutarie dei paesi del Sud-Est asiatico, Cina in testa. La “guerra preventiva” in Iraq è in primo luogo una “guerra preventiva” contro l’Europa e la Cina. Con l’intervento anglo-americano in Afghanistan, le compagnie petrolifere americane sono oggi in grado di controllare le rotte petrolifere verso Oriente. Si tratta di un obiettivo strategico per il controllo delle multinazionali Usa verso la Cina e il Sud-est asiatico. Il controllo degli oleodotti verso Oriente rappresenta un formidabile strumento di condizionamento delle possibilità di crescita geoeconomica e geopolitica della Cina. In questo scenario, quale spazio e quale ruolo può svolgere l’Europa . Ed è proprio sul rapporto Usa-Europa che si gioca la guerra in Irak. Francia e Germania hanno capito si, ma non e' un caso che le divergenze naschino ora con l'Usa e non nel conflitto in Afghanistan, la Francia ha interessi petroliferi nel mar Caspio, ma il controllo del territorio iracheno diventa strategico per gli Usa (alleanze russo europee questo teme l'America) E dulcis in fundo .... in tutto cio' Berlusconi è l’unico leader di un paese con interessi in campo petrolifero che si colloca politicamente nello schieramento che avversa gli interessi della propria multinazionale. Un ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che Berlusconi utilizza il mandato politico ricevuto per occuparsi esclusivamente dei propri personali interessi economici................che dire ? Da quello che sono riuscita a capire, credo di si, credo che l'America abbia in corso una guerra economica in Europa, non dimentichiamoci che dietro i vari Bush...Berlusconi ..Blair...ci sono multinazionali con poteri enormi , possono inventare una nazione (vedi Kuwait) o distruggerla (vedi Irak). Insomma...non sara' certo un problema per costoro buttare giu' due torri no? ciao diva

vincenzo
Inviato: 28/6/2004 10:15  Aggiornato: 28/6/2004 10:15
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/6/2004
Da: u-oy-topos middle Oceania
Inviati: 1304
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
probabilmente la svalutazione del dollaro è la restituzione di un "favore" da parte di alcuni paesi europei alla america. All'inizio degli anni 90 furono svalutate alcune monete europee(marco tedesco) per evitare il collasso economico e far riprendere l'export. Ora è successo proprio il contrario. Gli USA vivonora una congiuntura economica difficle, l'aumento delle spese militari porta con se sempre un'ondicina inflazionistica e una conseguente svalutazione della moneta. E' retorico dire che tutta questa situazione giova alle corporetions a discapito del "ceto medio basso" che subisce una forte perdita d'acquisto. Io vivo in un paese dove l'affluenza degli americani è massiccia durante i mesi estivi, ma nell'ultimo anno sono diminuti ed è diminuita anche il potenziale della loro "spesa economica". La svalutazione della propria moneta è una misura fortemente protezionistica. Il libero mercato è per i paesi poveri, quelli ricchi fanno ciò che gli pare. Io credo che il rapporto USA-Europa si regga su dei rapporti di forza particolari, anche perché ciò che domina oggi il mondo sono le grandi corporetions e i loro tutori, in primis WTO. Negli ultimi anni l'europa è stata sanzionata dal WTO, per aver adottato politiche economiche nei confronti della carne "ormonata" USA, non volendola importare, e questo secondo le "autoleggi" del WTO costituisce "barriera al libero mercatO"..... solo per aggiungere vincenzo --------------- a chi interessa $ vs € [ Modificato da vincenzo Attivo 28/6/2004 14:48 ]

1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
Linucs
Inviato: 28/6/2004 16:00  Aggiornato: 28/6/2004 16:00
Sono certo di non sapere
Iscritto: 25/6/2004
Da:
Inviati: 3996
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Il fatto che dal '99 Saddam avesse iniziato a farsi pagare il petrolio in euro mi lascia perplesso... forse al povero Bush ha dato un po' fastidio l'idea di dover comprare gli euro per poi scambiarli con il petrolio. Forse qualche nazione avrebbe potuto fare volentieri a meno dei dollari del fondo monetario internazionale e avrebbe risparmiato qualche spicciolo sugli interessi, magari costruendo una scuola o un ospedale invece di esportare caffe' e banane dietro consiglio dei creditori.

Redazione
Inviato: 28/6/2004 21:57  Aggiornato: 28/6/2004 21:57
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
La vera domanda a questo punto è perchè queste cose dobbiamo arrivare a scoprircele da noi, mettendoci a dieci alla volta per indagare su ogni cosa come se si trattasse di un furto di diamanti?. Perchè nessun giornalista si degna più di fare quello per cui in fondo è pagato? Massimo

vincenzo
Inviato: 28/6/2004 22:03  Aggiornato: 28/6/2004 22:03
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/6/2004
Da: u-oy-topos middle Oceania
Inviati: 1304
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
forse perché hanno "interiroizzato ben bene gli assiomi del potere", massimo hai letto "manufacturing consent" di noam chomsky????forse li la risposta alla tua domanda c'è. Io l'ho letto e anche recensito. Il libro conta circa 500 pagine vincenzo --------------------- ops........ Cina, Russia, Italia, Cuba, Vietnam e Nord Corea sono tra i pochi paesi dove il governo o il suo capo pagano ogni mese lo stipendio a più di un migliaio di giornalisti? Ovviamente per garantire la loro libertà. [ Modificato da vincenzo Attivo 28/6/2004 21:05 ]

1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
DIVA
Inviato: 28/6/2004 23:01  Aggiornato: 28/6/2004 23:01
Mi sento vacillare
Iscritto: 11/6/2004
Da:
Inviati: 530
 Re: LA VECCHIA EUROPA E LA NUOVA AMERICA
Perche' anche i giornalisti...tengono famiglia


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