Inviato da Redazioneil 7/6/2008 1:00:00 (7919 letture)
Questo è il contributo di 25 minuti che avevo mandato a Matrix, di cui la redazione ha utilizzato circa la metà. A sua volta, il contributo è una sintesi del film completo, che dura circa 80 minuti.
Questa sera Matrix ha dedicato una interessante puntata al ricordo di Robert Kennedy, nel quarantennale della sua uccisione, avvenuta a Los Angeles il 6 giugno 1968.
Ospiti di Mentana erano Walter Veltroni, Jas Gawronski e Alessio Vinci.
La puntata è stata per metà “istituzionale”, e per metà “complottistica”, e su questo bisogna rendere merito a Mentana nell’aver rigorosamente tenuto separati i due livelli di lettura: il crimine peggiore, rispetto alla memoria di Bob Kennedy, sarebbe stato quello di mescolare la ricostruzione storica della sua figura con una qualunque ombra di polemica, che nel momento in cui si iniziano a discutere le responsabilità dell’assassinio diventa praticamente inevitabile.
Anche se in questo caso, bisogna dire, è stato quasi divertente vedere Gawronski ...
... letteralmente “circondato” da tutti gli altri, che quasi non credevano alla sua assoluta impermeabilità rispetto alla possibilità di un complotto governativo.
Nessuno è obbligato a credere alla tesi dell’ “assassino programmato dalla CIA” – alla quale ha fatto cenno il filmato realizzato dal sottoscritto – ma quando ti viene detto che di certo all’Ambassador furono sparati almeno undici colpi, mentre la pistola di Sirhan poteva contenerne soltanto otto, come si fa a rispondere che “hai bisogno di prove concrete per credere ad un complotto”?
Lo stesso stupore si moltiplica quando ti viene detto - come ha ricordato Veltroni allo stesso Gawronski – che il colpo mortale fu sparato a bruciapelo (max. 3 cm.), e tu rispondi che “in fondo un metro non è poi così distante”. Vai a chiederlo a un giocatore di biliardo, che differenza c’è fra 3 centimetri e un metro.
Per non parlare della curiosa ricorrenza – fatta giustamente notare da Mentana - del “folle assassino solitario” negli omicidi politici americani, che Gawronski si è illuso di liquidare dicendo che “in fondo in America ci sono molto più squilibrati che nel resto del mondo”.
Letteralmente strepitosa, a quel punto, è stata l’entrata di Veltroni, che ha fatto notare come curiosamente questi “folli solitari” non sbaglino mai un solo colpo. Sono meglio dei più prezzolati killer professionisti. Persino Gawronski, se non ricordo male, ha dovuto sorridere.
Molto più serio e importante, sempre da parte di Veltroni, il doveroso richiamo a Ustica, con l’invito ad “alzare la mano” per chiunque si dica convinto della versione ufficiale, seguito da un rigoroso quanto significativo silenzio. Come dire “Signori, non stiamo a prenderci per i fondelli, perfavore.” (*)
In ogni caso, se c’è una “morte importante” nella quale il complotto istituzionale è facilmente dimostrabile è proprio quella di Bob Kennedy, ed ormai perfino i media tradizionali hanno sposato in linea di massima questa tesi. (Persino Guido Olimpio, dopo il referto audio di Van Praag, si è sbilanciato in tal senso.)
Parliamo invece di quello che hanno detto i tre ospiti nella prima parte della puntata, dedicata al ricordo storico di Kennedy.
Come ha ricordato Mentana, Alessio Vinci “nasceva” proprio in quel periodo, ed è probabilmente questa la causa della sua apparente incapacità di inquadrare il fenomeno Bob Kennedy nella giusta prospettiva storica. Nessuno infatti gliene fa una colpa: è evidente che certi momenti storici bisogna averli vissuti, per riuscire a vederli almeno a 3 dimensioni.
Ben diverso l’approccio di Veltroni, il quale invece - come il sottoscritto, e moltissime altre persone di quella generazione – ricorda l’istante esatto in cui vide la notizia sui giornali, nel pomeriggio del giorno 6. (Unica imprecisione, da parte sua, il fatto che “stiano buttando giù l’Ambassador”: lo storico hotel di Los Angeles è stato demolito ormai da più di un anno).
Ma è stato Veltroni a ricordare a tutti che oltre a “Luther King e i Beatles”, quelli di Bob Kennedy erano gli anni del Vietnam, e che “la prima volta che gli americani videro in TV gli effetti dei bombardamenti al napalm” ebbe un peso considerevole sull’ascesa al successo di Bob Kennedy (che era favorevole al ritiro immediato delle truppe, se eletto presidente).
Mentre spetta a Gawronski anche la palma della “aleatorietà” del giudizio storico su Bob Kennedy: premesso che ciascuno ha diritto ad interpretare la storia come vuole, non si può andare in TV a dire che “Bob Kennedy era una figura minore, cresciuta all’ombra del fratello”, quando tutti sanno che fu lui il vero “motore ideologico” della politica del presidente, nonchè il deus ex-machina di tutte le sue vittoriose campagne elettorali. Averne, di “figure minori” di quel genere.
Ci vuole anche una bella faccia tosta per arrivare a dire che “Bob Kennedy in fondo era un conservatore”, solo perchè collaborò con McCarthy (e senza domandarsi perchè lo fece), mentre ci vuole un coraggio da leoni a sostenere che “Bob Kennedy non sapeva parlare”, quando abbiamo di fronte un uomo che nel dare l’annuncio in diretta dell’assassinio di Martin Luther King – con il resto dell’America che in quel momento stava letteralmente bruciando - si mise a recitare Eschilo.
Imperdonabile infine, da parte di Gawronski, definire Jimmy Hoffa “il capo della mafia”, quando lo stesso Bob Kennedy ebbe dei notevoli problemi per riuscire a trovare il modo di sbattere in galera quello che ufficialmente era un semplice “capo dei teamsters” degli autotrasportatori. Non era Gavronski, fra l’altro, quello che “vuole prove concrete” prima di fare affermazioni forti? (E poi scusate, se Hoffa era “il capo della mafia”, Lansky e Giancana chi erano? Due giocatori di baseball?)
Un’ultima precisazione: non è vero, come è stato detto in trasmissione, che nessuno abbia mai intervistato Sirhan:
In ogni caso, puntata estremamente valida e brillante, anche se penalizzata da una collocazione che è di “seconda serata” solo a parole: quando raggiungi il clou di una discussione così importante alle 1.30 del mattino, quante persone sono rimaste ad ascoltarti con la meritata attenzione?
Massimo Mazzucco
* Ma questo è lo stesso Veltroni che ha perso le elezioni da poco, oppure è solo un omonimo? Anche se in forma retorica, me lo domando seriamente, e credo anche di aver capito il suo dramma, quando ha detto [cito a braccio] che “in America, a differenza dell’Italia, i candidati sono liberi di esprimere liberamente le proprie idee, mentre qui da noi bisogna tenere conto delle coalizioni”. A parte che sulla premessa ci sarebbe da discutere per un mese, ma non ha mai pensato Veltroni di dire anche lui chiaramente quello che pensa, con onestà ma senza arroganza, con diplomazia ma senza ipocrisie, con attenzione ma senza ambiguità – esattamente come ha fatto stasera da Mentana - nella normale vita politica italiana? Perchè a mio parere rischia addirittura di apparire coerente, lucido, e in qualche modo addirittura credibile.
non resisto, non posso aspettare che matrix finisca, vorrei finisse per sempre e che mentana fosse costretto a raccogliere i rifiuti in campania senza maschera antigas scsalzo e a mani nude insieme al volto maculato di gravonski. Quando quest'ultimo ha accennato, con risolino ironico, all'attentato delle torri il mitico mentana ridacchiava e annuiva. gravonski dice di non credere alle congiure ma lo dice senza contraddittorio naturalmente come è loro abitudine offendendo la memoria di JFK e l'inteligenza di chi sta dall'altra parte dello schermo. Niente di nuovo nelle mie parole solo la rabbia e lo sconforto di dover sentire le stronzate di questi vergognosi servi, l'impotenza di non poter parlare ai milioni di telespettatori disinformati o male informati. Telespettatori che divido in categorie. L'ignorante che non capiscce ciò che ascolta, l'indifferente del tipo "ma a me che mi frega tanto non mi manca niente" il tifoso da stadio, il fan della de filippi, la casalinga della prova del cuoco e dei pacchi , e i soddisfatti delle inchieste di striscia la notizia che castiga il fontaniere e il mago al massimo il medico generico o l'assessore di un paesino di 50 abitanti ecc ecc. Ma perchè cambi qualcosa cosa deve accadere?
Io ho avuto l'impressione, ma è solo una mia impressione, che a un certo punto parlando dell'omicidio di Robert Kennedy gli stava partendo un sorrisetto e poi ha dovuto fare un'espressione strana per nasconderlo.
O.T. Ieri su Annozero invece vedevo quell'omino sbattere gli occhi ripetutamente a grande velocità, io non ne capisco molto di queste cose però magari sarebbe bello che ci fosse qualcuno che ci spiegasse come leggere anche certe mimiche che non appaiono molto naturali.
Edit: l'omino era Chicco Testa non mi veniva il nome.
Mentana deve prima di tutto proteggere la sua posizione. Avrà anche ridacchiato e annuito, ma intanto l'indagine più completa sul 9/11 mai vista fino ad oggi su una TV nazionale l'ha passata lui.
"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
Ma questo è lo stesso Veltroni che ha perso le elezioni da poco, oppure è solo un omonimo? Anche se in forma retorica, me lo domando seriamente, e credo anche di aver capito il suo dramma, quando ha detto [cito a braccio] che “in America, a differenza dell’Italia, i candidati sono liberi di esprimere liberamente le proprie idee, mentre qui da noi bisogna tenere conto delle coalizioni”. A parte che sulla premessa ci sarebbe da discutere per un mese, ma non ha mai pensato Veltroni di dire anche lui chiaramente quello che pensa, con onestà ma senza arroganza, con diplomazia ma senza ipocrisie, con attenzione ma senza ambiguità – esattamente come ha fatto stasera da Mentana - nella normale vita politica italiana? Perchè a mio parere rischia addirittura di apparire coerente, lucido, e in qualche modo addirittura credibile.
Massimo, non confondiamo: è relativamente facile fare i "progressisti" (tranne che per lo stoccafisso neocon Gawronsky) rispetto ad un evento accaduto 40 anni fa, e per il quale è ormai di pubblico dominio la matrice del complotto (tranne che per il solito Gawronsky, e pochi altri professionisti della cecità selettiva). Più o meno le stesse considerazioni valgono per Ustica, evento ormai distante nel tempo ed "evanescente", in un certo senso, consegnato ormai alla memoria da un'idea oleografica e perfino "romantica" del complotto da operetta (con buona pace dei parenti delle vittime). Per questi eventi, le persone coinvolte sono quasi tutte morte o scomparse dagli "onori della cronaca", se ne può parlare relativamente in tranquillità (basta non scomodare i pochi ancora vivi, i cossighi e gli andreotti).
Altra cosa invece è dibattere e confrontarsi SERIAMENTE rispetto a problemi REALI, VICINI E ATTUALI: lì i pericoli di ostracismo e sputtanamento sono dietro l'angolo, meglio svicolare.
"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
Sono un poco sorpreso dal paragrafo finale dell'articolo di Massimo.
Veltroni è più o meno sempre stato come gli si augura di di diventare. Fino a che ha potuto esserlo.
Era sincero quando da Fazio dichiarò "serenamente" che "mai si sarebbe candidato a leader" del nascituro PD. Altri erano (assistenza attiva ai Paesi africani) i suoi obiettivi politici e personali. In altre sedi hanno deciso diversamente. E non ha potuto rifiutare. Neanche nella gestione e qualità stessa dei contenuti della sua campagna elettorale. Comlottismo visionario alla David Icke? Può essere, anche se, semplicemente sostituendo la parola Illuminati con Normalizzatori forse si capisce perchè la visione "ickiana" non mi spaventa ed anzi mi intriga assai...
Eventuali Normalizzatori non possono permettersi posizioni politiche non "canoniche" riferite al presente od al futuro, ma una posizione limpida corretta e credibile su un fatto di 40 anni fa che la popolazione o non ricorda o ritiene storia o non conosce...
Se Veltroni ha dovuto subire (io credo) l'anima più reale e prepotente dei Normalizzatori della cosa pubblica, certo altrettanto non si può dire di Gawronsky. Giornalista e politico frequentatore e "consigliori" dell'avvocato Gianni Agnelli e della famiglia tutta, che altro potrebbe essere se non un sostenitore convinto ed inattaccabile delle bugie più acclarate ed evidenti del Potere Normalizzatore Mondiale?
Perchè, dopo tanti anni di letture e ragionamenti, aver paura di leggere un piccolo evento come quello che stiamo commentando, in un modo più ampio e generale?
P.S.: non riesco a vedere i filmati dell'archivio RAI. Qualche suggerimento sarebbe graditissimo. PP.SS.: vedo ora il commento di Freeman. Se lo avessi letto prima, io avrei più o meno scritto solamente >condivido<.
"Voi lasciatemi battere e controllare la moneta di una nazione e a me non interesserà chi ne faccia le leggi". Nathan Rothschild, 1791
massimo la mia opinione su Veltroni (lo dico prima, sono di parte!):
la campagna delle elezioni 2008 è stata fatta sottotono, anche lui sapeva benissimo che non avrebbe mai vinto soprattutto alla luce dell'incapacità comunicativa del governo Prodi.
ha impostato, a mio avviso, un modo nuovo (per l'italia s'intende) di procedere in politica e per me lo vedremo veramente next time.. perchè è indubbio che anche la prossima volta sarà lui a provarci.. se riesce bene altrimenti si ritira come nelle migliori democrazie british/nord europee.
per quel che riguarda RFK il discorso che anche tu citi di Eschilus vale tutta la sua storia, quelle parole, quel tono racchiudono, per me nato nel 1981, i valori del '68.. ho quel video in pianta stabile nel mio pc e quando c'è qualcosa di fosco in me lo guardo e tutto si ammorbidisce..
Ottima domanda. Non ho la risposta, posso solo azzardare delle ipotesi.Indigna certamente(almeno questo è il mio sentimento) assistere ad un'elencazione patetica ed offensiva della nostra intelligenza (eccettuato Gawronsky... ) di falsi indizi e supposte verità ed avvertire quel senso di impotenza tanto più frustrante quanto più siamo certi della nostra opinione. Anzi, della verità, alla faccia di Gawronsky e di tutti quelli come lui. Insistere nella difesa della versione ufficiale equivale ad una candida ammissione di pecoraggine insulsa unita a stupidità asinina.
Una delle possibili risposte alla domanda di cui supra è l'ottimo lavoro di Massimo Mazzucco. Ho seguito attentamente il filmato e ho potuto apprezzarne la cura, la precisione, la sapiente ricostruzione narrata sempre con toni misurati ma inclemente nel ribattere punto per punto ogni singola aberrazione pertinente alla versione ufficiale.E tanto più convincente in quanto non strillata,non imposta quasi fosse una verità calata dall'alto (come sono usi fare i sostenitori della versione ufficiale che pare non perdano occasione per tentare di far sentire imbecille chi dissente dalla loro opinione) ma rispettosa sempre della dignità dello spettatore che in questo modo si sente parte attiva di un processo di elaborazione dei dati messi a disposizione. Ecco, un lavoro come questo può essere una possibile risposta alla domanda di incazzato. Lavori come questo, le nostre discussioni, le discussioni con gli amici, con gli amici degli amici possono costituire la scaturigine di un processo che sono quasi certa che se portato avanti con costanza, potrà portare un giorno risultati concreti. Nel 1958 il sessantotto era impensabile. Eppure, un movimento che molti dileggiavano ridendosela sotto i baffi, ha scardinato consistentemente rapporti sociali ed equilibri istituzionali considerati intangibili, imperituri. E dietro, c'è stato un lavoro culturale ed ideologico portato avanti con grande costanza e dedizione pur sapendo che non sarebbe stato facile, che non sarebbe stato subito.Le cose non cambierannno da oggi a domani perchè Massimo si fa il mazzo a sfornare film-denuncia, ma ha gettato un seme e per quello che so di giardinaggio, se il terreno è fertile e le cure prestate amorevoli e costanti, il frutto delle nostre corali fatiche spunterà.
Michela
L'ingegno di un uomo si giudica meglio dalle sue domande che dalle sue risposte.
Sono passati ormai 10 anni da quando, nel 2018, un'orda di Alieni attaccarono il pianeta degli Umani e lo conquistarono, assoggettandolo. A quel tempo Ian Pelatowsky aveva come al solito la mente "altrove" e, precisamente,in un'orbita perfettamente circolare attorno allaTerra.Solitario in un mondo freddo e privo di ossigeno il cervello si autoalimentava traendo linfa vitale dalle scariche elettrostatiche provocate dalle fasce di Van Allen. Il cervello ebbe così la fortuna di trovarsi il più lontano dal resto degli umani e il più vicino alle astronavi aliene in avvicinamento. Avrebbe potuto così lanciare l'allarme e salvare (forse) la Terra dalla terribile invasione. Invece niente. A cose già fatte il cervello ridiscese sulla Terra, cosa che avveniva in modo ciclico.Nella sua rotazione l'agglomerato neuronico veniva infatti periodicamente a trovarsi tra la Terra e la Luna, provocando una leggera eclissi (la famosa "eclissi di Jan"), che a sua volta induceva il cattivo funzionamento di alcuni neuroni. Per preservare la sua integrità esso tornava quindi nella sua sede abituale.Quando Pelatowsky aprì gli occhi, la prima cosa che disse alle persone intorno a lui fu: "Stanno girando un film di fantascienza...su Star Trek...ho visto le astronavi che si avvicinavano". "Guarda che quelle astronavi sono vere"...gli disse qualcuno. Pelatowsky guardò il suo interlocutore come se fosse un....alieno. "Vorresti forse dire che...non era Star Trek....Potresti avere ragione.... Sembravano più quelle di *incontri ravvicinati del terzo tipo*." Detto questo, cercò, nel limite delle possibilità umane, di rassicurare tutti ... ...e poi tornò "altrove", in orbita. L'ultima volta che l' insieme neuronico scese sul suolo terracqueo, partecipò ad una puntata in tv in un noto programma di informazione culturale. Appena ebbe la possibilità di parlare, Pelatowsky disse: "Mentre venivo qua sono rimasto colpito dall'ordine e dalla tranquillità che regna nel mondo.Il governo ha fatto le cose perbene e con grande professionalità.Dobbiamo essergli riconoscenti, nonostante sentissi qualcuno che blaterava di alieni o non so che. Voci solitarie, ovviamente. Nel tragitto ho visto alcuni esseri strani, alcuni vestiti da poliziotti, altri vestiti da vigili, da cittadini normali e da politici.Anche all'interno di questi studi televisivi ne ho visti alcuni esemplari, tanto che mi chiedevo: Possibile che dopo 10 anni non abbiano ancora finito di girare questo film di fantascienza?"
"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
LUIGGIO: "Ma chi è quella persona che fa il gesto di spararsi alla tempia al minuto 0:57 dek filmato?"
E' un giornalista TV che esce dalle cucine e avvisa i colleghi di quello che è appena successo. Le diverse troupe TV infatti stavano riponendo i loro materiali da ripresa, dopo aver filmato l'intervento di Kennedy, e hanno dovuto tirare fuori di nuovo tutto di corsa.
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THE MATRIX: "Il film completo, di 80 minuti, è disponibile?"
Lo sarà fra pochi giorni, sto completando ora il mix.
Ragazzi buondì… … come sempre nei fine-settimana mi toccano tali e tante ‘incombenze’ da non avere il tempo materiale di andare sul PC di casa… e quest’ultimo fine-settimana non è stata un’eccezione. Rimedio oggi [è lunedì…] sottolineando la precisione e completa ‘capacità convincente’ del filmato di Massimo, di gran lunga superiore ad altri che ho avuto occasione di vedere. Già da alcuni anni ho dedicato grande attenzione all’assasinio dei due fratelli Kennedy ed è sempre stata mia profonda convinzione che la ‘firma’ dei due assassini sia la medesima, quella di una entità che mi piace chiamare ‘Organizzazione X’. Quali che fossero le motivazioni che avevano spinto la ‘Organizzazione X’ ad assassinare a Dallas il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy è evidente che per essa il ‘lavoro’ non poteva dirsi ‘esaurito’ con quel solo episodio. L’effetto più significativo della scomparsa di JFK infatti era stato, esattamente come sarà 38 anni dopo per l’11 settembre, una radicale inversione di rotta nella politica estera americana. Si era trattato in sostanza di un vero e proprio ‘colpo di stato’. Come per tutti ‘colpi di stato’ nella storia del genere umano, anche per quello realizzato a Dallas il 22 novembre 1963 era necessità vitale che i suoi ‘effetti’ fossero mantenuti. Era cosa risaputa che tra tutti i ‘collaboratori’ di John Fitgerald Kennedy, quello che più di tutti aveva diviso le responsabilità del comando era stato il fratello Robert Francis, non solo per aver ricoperto la carica di Segretario alla Giustizia, ma soprattutto per essere stato il più ‘ascoltato’ dei suoi ‘consiglieri’. Nella primavera del 1968, nel pieno della guerra del Viet Nam, della ‘rivolta studentesca’ e degli scontri razziali, Robert Francis Kennedy appariva a detta di tutti il più ‘accreditato’ per la scalata alla Casa Bianca. Per le considerazioni da me fatte prima non occorre spendere parole per fa capire quanto fosse vitale per la ‘Organizzazione X’ impedire l’ascesa di ‘Bobby’ alla Casa Bianca. Quello che invece è elemento assai significativo e anche ‘sorprendente’ è l’entità con la quale gli ‘strumenti di lavoro’ della ‘Organizzazione X’ si sono perfezionati nell’arco di soli cinque anni. Per assassinare il presiedente Kennedy era stata architettata una ‘messinscena’ che di fatto aveva finito per rivelare parecchi inconvenienti. L’attore scelto per impersonare il ruolo di ‘colpevole’, Lee Harvey Oswald, si era dimostrato non abbastanza ‘a tenuta stagna’ e lo si era dovuto eliminare. Per evitare poi una ‘reazione a catena’ incontrollabile per eliminare Oswald si era scelto un membro della ‘Organizazione X’ , Jack Ruby, non solo ‘fedele alla causa’ ma anche ‘sacrificabile’ in quanto si sapeva affetto da tumore e con poco tempo ancora da vivere. Grossi dubbi erano rimasti sul fatto che l’arma dell’omicidio fosse stata veramente la carabina Manlicher-Carcano 91 e che fosse stato Oswald a sparare. La messinscena architettata cinque anni dopo per coprire l’assassinio di Robert Kennedy rappresenta, rispetto alla precedente, un ‘salto di qualità’ a dir poco eccezionale. Stavolta il presunto ‘assassino’ ha agito sotto gli occhi di decine di testimoni… gli si anzi trovata in mano addirittura la ‘pistola fumante’. Il presunto ‘assassino’ ancora oggi dimora in perfetta salute in una prigione federale e mai ha corso alcun pericolo o è stato minacciato. In quanrant’anni gli inquirenti, pur facendo ricorso ad ogni tipo di ‘interrogatorio’ [compreso macchina della verità, ipnosi, farmaci psicotici…] non sono riusciti ad ottenere il più piccolo barlume di verità. In questi quarant’anni poi nessuna persona in qualche modo riferibile alla morte di Bob Kennedy è morta in maniera più o meno ‘strana’. Una considerazione che non si può fare a meno di fare, alla luce di altri avvenimenti assai più recenti che hanno, come si suol dire, ‘cambiato la Storia’, è ora la seguente: se il ‘progresso tecnico’ conseguito da questa fantomatica ‘Organizzazione’ nei cinque anni [dal 1963 al 1968…] che separano gli episodi di Dallas e Los Angeles è stato dell’entità che abbiamo ora sia pur sommarimente descritto, quale può essere stato l’ulteriore ‘progresso’ conseguito nei 33 anni [dal 1968 al 2001…] che separano gli episodi di Los Angeles e di New York e Washington?…
saluti!...
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... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
La verità è che il vero squilibrato è Jas Capronski,io me lo ricordo anche ospite nella puntata sll'11-9 dove con la stessa irritante arroganza sosteneva tesi impossibili da sostenere e suffragare con prove concrete. Ma quando la smetteremo di far parlare certi personaggi???? Personalmente mi da fastidio solo vederlo.
Re: Puntata di Matrix su Robert Kennedy
