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Inviato da Redazione il 22/6/2008 1:00:00 (3211 letture)

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Autore Albero
uhura
Inviato: 22/6/2008 12:36  Aggiornato: 22/6/2008 16:55
Ho qualche dubbio
Iscritto: 9/5/2008
Da:
Inviati: 133
 Re: Pubblica il tuo articolo
FUMO NEGLI OCCHI


E’ recente la notizia che per un periodo di tempo circoscritto (ma rinnovabile, come si è subito affrettato a specificare il Governo) verrà militarizzata la sicurezza in Italia: tremila militari verranno infatti impiegati nel pattugliamento delle città più a rischio.
Se non bastasse il buon senso a farci comprendere che si tratta di un provvedimento avente come obbiettivo la soluzione di un problema “gonfiato” arrivano in soccorso le dichiarazioni dello stesso Ministro della Difesa che dopo aver affermato che “c'è una percezione di insicurezza maggiore nei quartieri di alcune città”, si è poi premurato di aggiungere che il provvedimento va letto come un “Atto d’Amore” verso i cittadini italiani . Si tradisce dunque con le sue stesse parole, il Ministro, parlando di percezione e non di dato reale.
Corresponsabile del montare di questo clima di insicurezza diffusa è certo giornalismo nostrano che ha preparato molto bene il terreno perché tale provvedimento fosse avvertito come necessario da gran parte della popolazione, specialmente cittadina, che sembra non poterne più delle azioni delittuose perpetrate a suo danno specialmente ad opera di stranieri e immigrati ; ma quand’anche il problema fosse reale, la soluzione escogitata dall’Esecutivo è a dir poco fantasiosa: le forze dell’ordine sono numericamente più che sufficienti a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza nelle città; semplicemente, sono mal impiegate. Basterebbe riorganizzarle rendendole più operative (tagliando sprechi e duplicazioni che a tutt’oggi sovrabbondano) e rivedere alcune “storture” nell’organigramma. Inoltre, se davvero fossero insufficienti, non risolverebbero di certo il problema tremila militari preposti a coadiuvare le forze dell’ordine.
Il gesto dunque va letto in chiave dimostrativa o peggio, prodromica: oggi sono tremila, e passano quasi inosservati , domani chissà.
Un secondo aspetto della questione riguarda la preparazione dell’ Esercito che allo stato attuale ha poca o nessuna dimestichezza con le problematiche tipiche di certa criminalità metropolitana e potrebbe più verosimilmente intralciare piuttosto che coadiuvare le forze dell’ordine. “Suum cuique” si dimostra sempre una buona regola di saggezza.
Che ci stiamo avviando, lentamente ma inesorabilmente, verso un sistema di governo che può ricordare nella fisionomia certi paesi dell’America Latina? La domanda vuole essere intenzionalmente provocatoria ma preme qui ricordare che sottovalutare l’avversario spesso si è rivelato errore imperdonabile.
(Se Berlusconi dovesse poi davvero nutrire delle intenzioni per così dire.. dittatoriali, si potrà pur sempre confidare nell’aiuto degli Americani , strenui difensori della libertà e della democrazia, che accorrerebbero con gioia a liberare lo Stivale dal pericoloso dittatore un tempo solido e fedele alleato!!!)
Tornando alla questione principale, si potrebbe replicare allo scrupoloso Ministro, così sensibile alle istanze di sicurezza che promanano insistenti da più parti, che forse la sicurezza di cui il popolo italiano necessita non è tanto quella relativa alla microcriminalità e alla delinquenza metropolitana ( che poi ci si adoperi per arginare tale fenomeno è ovviamente ammirevole) , ma nasce dalla consapevolezza di una situazione reale, e non di una percezione, che alligna indisturbata nel nostro Paese: e’ reale il dato secondo cui gli stipendi non sono più adeguati al costo della vita; e’ reale il dato che giovani e pensionati sono categorie neglette, ignorate, vilipese; è reale il dato di un sistema educativo fallace e viziato, di un diritto allo studio tale solo nella sua formulazione di principio e di una scuola pubblica sempre più in pericolo; è reale il problema della sicurezza sul lavoro; è reale il dato della precarietà degli alloggi, del caro affitti, della crisi dei mutui ; è reale il dato di una sanità essa stessa per prima malata e bisognosa di “cure”; è reale il dato di una moneta che ha visto decrescere vertiginosamente il suo potere d’acquisto da un decennio a questa parte non permettendo più a moltissimi italiani di poter arrivare serenamente “alla fine del mese” e quindi più di tutto è reale la percezione di insicurezza che abbiamo verso il nostro futuro.
Atto d’amore allora sarebbe restituire dignità ai cittadini italiani che lavorano 6/ 8 ore al giorno (quando non di più in moltissimi casi) in cambio di uno stipendio oramai facilmente equiparabile ad un’elemosina, e restituire speranza ai giovani che in questo Paese sono considerati alla stregua del nulla. Atto d’amore sarebbe preoccuparsi di quella larga parte delle popolazione italiana, gli anziani, che hanno visto in pochi anni diminuire il potere d’acquisto della propria pensione e che non riescono a condurre una vita dignitosa godendosi gli anni a venire in un meritato e dignitoso riposo; Atto d’amore sarebbe studiare alacremente per porre in essere politiche occupazionali che restituiscano fiducia e progettualità ai giovani; Atto d’amore sarebbe ancora occuparsi seriamente della questione degli alloggi e dei costi impossibili da affrontare da chi vorrebbe(il condizionale è d'obbligo) acquistare una casa. Atto d’amore sarebbe ancora quello di studiare politiche “femminili” che restituissero dignità alla donna lavoratrice permettendole di coniugare il lavoro con la vita familiare (al momento è una pura affermazione di principio) e consentendo alle donne, attraverso sussidi e aiuti, di poter scegliere liberamente di diventare madri ad un’età biologicamente ragionevole anziché dover aspettare i 35 / 40 anni, quando una parvenza di stabilità lavorativa le fa sentire sicure di poter garantire un futuro al nascituro. Atto d’amore sarebbe prevedere un sostegno economico e morale alle future madri e ai futuri genitori incoraggiandoli ad intraprendere la strada del concepimento invece di quella dell’ aborto senza per questo condannare chi quella scelta abbia operato per motivazioni che sono e devono rimanere personalissime. Atto d’amore potrebbe essere ancora studiare soluzioni concrete e fattive atte a risolvere le problematiche ambientali non più ignorabili come è stato fatto per troppo tempo; Atto d’amore e dignità ad un tempo sarebbe infine dimettersi da cariche politiche pregne di responsabilità e rappresentatività quando si è coinvolti in questioni giudiziare e non si è certamente famosi a causa della propria specchiata onestà.
Facendo un piccolo sforzo si è potuta individuare tutta una serie di questioni concrete e urgenti alla risoluzione delle quali l’amorevole Ministro potrebbe riversare tutte le sue tendenze filantropiche e la sua sollecita preoccupazione, nonché le copiose energie di cui sicuramente dispone.
Il recente disegno di legge sulle intercettazioni e il recentissimo attacco alla magistratura “che vuole sovvertire la democrazia” (detto da uno – che per inciso è anche Presidente del Consiglio - che mette l’esercito per strada e possiede tre reti televisive suona davvero ridicolo) condotto con scarsissima eleganza, grandissima arroganza e nessuna prudenza nel voler quantomeno evitare improprie quanto offensive generalizzazioni (gli è stato intelligentemente suggerito di fare i nomi dei magistrati che a suo dire si adoperano per sovvertire l’ordinamento democratico) ci danno il quadro esatto della situazione in cui versa, Berlusconi al potere, il nostro amato Bel Paese. E' molto grave che il Premier abbia messa in discussione l'indipendenza della funzione giudiziaria ai più alti livelli istituzionali e che lo abbia fatto, come è uso fare quando lancia “sparate” del genere, in un contesto internazionale. Il presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, Luca Palamara, ha dichiarato che "gli attacchi rischiano di minare alla radice la credibilità delle istituzioni e soprattutto quel delicato equilibrio tra poteri dello Stato, fondamentale in un ordinato vivere civile" Anche il CSM si è pronunciato sulla recente norma che sospende i processi per reati puniti con la reclusione fino a dieci anni sottolineandone l’incostituzionalità per lesione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge (art. 3 Costituzione).
Ma della gravità e della pericolosità dei recenti provvedimenti governativi il popolo italiano sembra quasi non accorgersi: gli Italiani evidentemente preferiscono ascoltare tanto facili quanto gratuite rassicurazioni (benessere, prosperità e ricchezza sono termini abusati dal Presidente del Consiglio che però omette sempre di spiegare come riuscirà a concretizzarle) e trovano forse più tranquillizzante individuare un nemico comune - lo straniero delinquente in questo caso - su cui riversare tutte le proprie angosce e frustrazioni piuttosto che guardare con onestà ai problemi di casa propria e compiere il primo e fondamentale passo perché le cose possano davvero cambiare e migliorare: individuare con precisione il problema o i problemi veri, reali, concreti che affliggono il Paese e poi rimboccarsi di conseguenza le maniche per porvi rimedio.
E’ davvero imbarazzante contare quante volte dalla bocca del Presidente del Consiglio escano parole quali “democrazia” “libertà” o, a seconda del contesto che guarda caso volge sempre asuo favore , “liberticida” e “antidemocratico” e quanto i suoi provvedimenti governativi viaggino in direzione diametralmente opposta alla tanto declamata democrazia .
Il fumo che viene costantemente gettato negli occhi degli Italiani va al più presto diradato se si vuole evitare un brusco risveglio : la reazione dell’opposizione si rivela, in questo triste passaggio antidemocratico, fondamentale. E’ suo preciso compito, nonostante non abbia brillato ultimamente per sapienza politica e strategica, organizzare una strenua protesta anche sensibilizzando le frange più morbide dell’ala avversaria.
Il Presidente della Repubblica ha più volte redarguito negli ultimi tempi esponenti del Governo su intemperanze linguistiche e più ancora concettuali intervenendo con sempre più frequenza sui temi politici di maggiore attualità e urgenza e partecipando al dibattito istituzionale guadagnandosi l’accusa di un’eccessiva ingerenza. Si è più volte detto preoccupato della situazione economica del Paese e della questione rifiuti in Campania ma più di tutto ha sottolineato come lo preoccupi la questione delle riforme costituzionali. Sue le parole “ La Costituzione nei suoi principi fondamentali, nei suoi valori, vale così com'è.”
Sarà, la sua, una vox clamantis in deserto?

L'ingegno di un uomo si giudica meglio dalle sue domande che dalle sue risposte.

Duca di Lévis
Marzo
Inviato: 22/6/2008 13:55  Aggiornato: 22/6/2008 13:55
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/4/2008
Da:
Inviati: 242
 Re: Pubblica il tuo articolo
Eldorado Artico

Nei fondali del Polo Nord si celano tesori:metalli,gas,e un mare di petrolio.E si scatena la corsa.


Sotto quei fondali gelati si potrebbe celare un tesoro:9,5 miliardi di tonnellate di petrolio,pari a 2,5 volte il consumo mondiale annuo.
Senza contare i noduli di manganese,ricchi di ferro e rame,o i giacimenti di idrato di metano…

Finora,queste ricchezze erano irraggiungibili:le navi rompighiaccio non potevano fare trivellazioni
Perché il movimento dei ghiacci ne impediva lo stazionamento.
Ma la scorsa estate il ghiaccio dell’Artico si è ridotto di 3 milioni di km quadrati: un ritiro record,
segno del riscaldamento globale che porterà entro il 2050 gran parte del Polo Nord a essere libero dai ghiacci.E così si è scatenata la corsa ad accaparrarsi la regione.
I paesi che si affacciano sull’Artico hanno iniziato a scandagliare le aree territoriali entro le 200 miglia (370 km) delle proprie coste,assegnate a ciascun paese dalla Convenzione Onu sul diritto del mare.

Ma alcuni paesi hanno avanzato pretese ben più ampie:
secondo la Convenzione,l’area di competenza di uno Stato si può estendere se la piattaforma continentale(il prolungamento sommerso delle terre) si prolunga oltre le 200 miglia.
Al centro della contesa c’è proprio una piattaforma,la Dorsale di Lomonosov,rivendicata da Russia,Canada e Danimarca:è una catena montuosa sottomarina,lunga 1800 km (dalle Isole della Nuova Siberia a Ellesmere).
Ma guardiamo con attenzione la situazione dei paesi coinvolti in questa diatriba:

Canada:è uno dei paesi che rvendicano il possesso della dorsale di Lomonosov.Sulla scorta di vari rilevamenti sismici,il Canada sostiene che le rocce della Dorsale siano il prolungamento delle proprie isole più settentrionali.

Norvegia:è il paese che,al momento,non ha avanzato grandi richieste alla comunità internazionale.
Le terre che il governo norvegese reputa di sua proprietà sono ampie circa 248.000 km quadrati,
quanto l’Italia peninsulare:si tratta,in particolare,dei fondali attorno alle isole Svalbard e Jan Mayen,
che le appartengono.

Danimarca:Il paese sta raccogliendo da più di tre anni informazioni geologiche in merito ai propri confini marini e sottomarini.
Anche in questo caso i geologi danesi stanno studiando soprattutto la dorsale di Lomonosov:
sono stati investiti centinaia di milioni di euro per dimostrare che è il prolungamento subacqueo della Groenlandia,territorio autonomo ma controllato dalla corono danese.

USA:gli Stati Uniti non hanno ratificato la Convenzione ONU sul diritto del mare:perciò l’industria petrolifera USA teme di essere esclusa dall’eventuale spartizione delle aree polari.
Dai pochi rilievi geologici effettuati comunque,agli USA potrebbero appartenere poche aree oltre le 200 miglia delle sue coste.

Russia:è il paese più attivo nel rivendicare aree dell’Artico.
Il 2 agosto 2007 un suo sommergibile ha depositato una bandiera russa sotto il polo geografico,a 4.261 metri di profondità.
Un altro sottomarino ha raccolto campioni di roccia in quell’area:per i geologi dell’equipe voluta dal presidente Putin,sarebbero molto simili alle rocce della Russia settentrionale,il che proverebbe che il Polo è di sua proprietà.

In conclusione,aggiungo anche che oltre ai tesori sommersi,lo scioglimento dei ghiacci artici ha aperto nuove prospettive nel trasporto marittimo fra Europa e Asia.
Per la prima volta infatti,nell’estate del 2007 è stato percorribile(solo per due settimane) “il passaggio a nord-ovest”,la rotta commerciale a nord del Canada che tra il 1400 ed il 1900 fu tentata da numerosi esploratori,ma senza risultati a causa della permanenza dei ghiacci.

Marzo

In un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi, gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiera di essere una"complottista".

Fiammifero
kirillov81
Inviato: 23/6/2008 10:17  Aggiornato: 23/6/2008 10:17
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Pubblica il tuo articolo
Spero di non commettere un peccato mortale, ma data la scarsità di articoli e l'assenza di voti (per ora), provo a postare questo mio articolo, anche se in ritardo.

La Bibbia come parola di Dio e la necessità razionale di un magistero infallibile
di Alessandro Sanmarchi (kirillov81)

Premessa

A fine giugno 2007 Massimo Mazzucco pubblicò su Luogocomune un articolo intitolato: «Ite, Missa est». Nel suo pezzo si esponevano le ragioni in base alle quali si riteneva criticabile la promulga-zione motu proprio del documento con il quale papa Benedetto XVI liberalizzava i riti religiosi celebrati secondo il cosiddetto “vetus ordo” (l’ordine liturgico tradizionale in lingua latina, mai abrogato, che tuttavia, dopo il Concilio Vaticano II e la promulgazione del novus ordo da parte di papa Paolo VI, si volle fare cadere in disgrazia).
Nel corso della discussione che seguì a tale articolo, Massimo ed io intrecciammo un breve scam-bio di posts. In uno di essi Massimo affermava: «Il concetto di “potere dall’alto” risale ai tempi di Co-stantino, ed è grazie a questo che la Chiesa da sempre ha potuto imporre il proprio volere, materiale e mo-rale, su tutto e su tutti. Fino al Concilio Vaticano II, il prete si era sempre posto al di sopra della “plebe”, e si arrogava il diritto di essere l’unico intermediario autorizzato fra questa e il Divino. Non a caso ho par-lato di “gerarchia”. Ma questo concetto è profondamente contrario al Vangelo stesso, e chiunque si sia preso la briga di leggerlo per cercare di capirlo, e non solo per “guardare le parole”, dovrebbe saperlo»; e, ad un mia ulteriore obiezione, precisava: «Ho detto che il concetto risale all'epoca di Costantino. Nel senso che se lo sono inventato i Padri della Chiesa, ma nel Vangelo non c’è scritto. (Infatti, sia la frase “an-date e predicate” che la frase “tu sei Pietro” sono interpolazioni aggiunte in seguito)».
L’articolo, che qui propongo, intende rispondere in maniera più ampia a queste argomentazioni di Massimo, basate sul riferimento ad un tipo di “critica biblica”, che vorrebbe far passare per inautentici quei passi del Nuovo Testamento, nei quali Cristo stesso istituisce la propria Chiesa, riservando particolari compiti missionari agli apostoli e a Pietro su tutti gli altri. È chiaro infatti che se la “scuola teologica”, a cui Massimo si riferisce, avesse ragione, ciò implicherebbe l’illegittimità della pretesa, da parte della Chiesa cattolica, di costituire l’unica autorità investita, per “procura diretta” da parte di Dio stesso, del potere di discriminare il vero e il falso in materia di esegesi biblica.
Il tipo di argomentazioni che utilizzerò, non sarà però di tipo teologico o esegetico, non tenterò cioè di dimostrare che quei passi celeberrimi del Vangelo sono, contro l’interpretazione della “scuola di Tubinga”, totalmente originali e che non sono interpolazioni posteriori del testo divinamente rivelato. Tratterò la questione da un punto di vista anteriore (nell’ordine logico) a quello che si basa sull’analisi filologica, linguistica, storica e teologica dei testi biblici. A mio avviso infatti, una volta si sia accettata l’origine divino-rivelata delle Sacre Scritture (cosa che i cristiani di qualunque confessione religiosa ammettono), è possibile risolvere la questione attenendosi unicamente a considerazioni di tipo razionale, ossia a considerazioni previe e indipendenti rispetto a quelle di tipo teologico.
Resta da chiedersi che interesse possa suscitare negli utenti di Luogocomune un articolo di questo genere. Naturalmente, per chi ritenga la Bibbia opera puramente umana e non divina, le mie argomentazioni non avranno grande rilevanza, ma ciò nonostante potrebbero risultare interessanti. Qualora fossero valide in sé, infatti, dimostrerebbero che la conditio sine qua non di un’autentica rivelazione divina sarebbe quella che Dio stesso, per non cadere in contraddizione rispetto alla propria decisione di rivelarsi, preveda strumenti, da Lui stesso garantiti in perpetuo, affinché la capacità di una corretta e ortodossa interpretazione del Suo messaggio salvifico da parte dell’umanità non si perda. Questo per due motivi fondamentali: 1) lasciare la “parola di Dio” in mani puramente umane, equivale alla certezza che gli interpreti giungeranno a posizioni dottrinali contraddittorie e inconciliabili (sotto parlerò dell’emblematico esempio datoci dalla storia del protestantesimo); 2) il passaggio da un processo inarrestabile di divisione dottrinale al relativismo religioso ed etico è inevitabile (vedi sempre la storia del protestantesimo). In altre parole, per una rivelazione che provenga dall’Essere Assoluto, si richiede una garanzia assoluta per il mantenimento dell’autenticità e della verità di tale rivelazione.
Che senso avrebbe infatti il rivelarsi da parte di Dio, se il messaggio rivelato fosse destinato irrimediabilmente a corrompersi, perdendo così il proprio valore di verità salvifica per il genere umano?
Così, anche nella loro versione più debole, le mie argomentazioni, se fossero coerenti, porrebbero sotto scacco tutte quelle religioni e differenti confessioni religiose all’interno del cristianesimo, i cui principi non prevedano garanzie sufficienti per il mantenimento dell’ortodossia dottrinale e liturgica. Da questo punto di vista, proprio ciò che normalmente viene additato come il maggior difetto della Chiesa cattolica, cioè l’immutabilità dei suoi fondamenti dogmatici, risulterebbe tutto al contrario come l’indice della più alta veridicità, avendo la Chiesa cattolica indubbiamente teorizzato, più di ogni altra istituzione religiosa, la necessità di un magistero infallibile (in funzione anti-relativistica) nell’interpretazione della Rivelazione ricevuta.

La necessità razionale di un magistero infallibile

Sebbene, all’interno della galassia sempre più variegata di coloro che si definiscono cristiani, vi sia chi nega la divinità di Cristo (v. ad es. i Testimoni di Geova), tutti concordano nel ritenere l’Antico e il Nuovo Testamento come parola rivelata da Dio. Partendo da questo minimo comune denominatore, ritengo si possa dimostrare che l’infallibilità magisteriale della Chiesa Cattolica, lungi dall’essere una verità puramente dogmatica, è in primo luogo una verità razionale, una verità cioè dimostrabile con certezza indipendentemente da ragioni di natura teologica o esegetica.
A tale fine mi pare istruttivo riferirmi al caso di un famoso filosofo del seicento, John Locke (1632-1704). Questo filosofo è noto infatti non solo in quanto fu uno dei fondatori del moderno empirismo inglese, ma anche perché fu indicato da Voltaire come una delle fonti principali delle proprie dottrine intorno alla tolleranza religiosa. Dottrine che furono poi assunte come base del pensiero democratico-liberale. Sotto questo profilo Locke rappresenta in effetti un caso emblematico, poiché visse in uno dei periodi più travagliati e confusi della storia inglese, a causa delle violente lotte politico-religiose che, a circa cento anni dalla scomunica di Lutero (1521) e dall’istituzione della Chiesa di Stato anglicana (1534) da parte di Enrico VIII, infuriavano tra anglicani, cattolici, puritani (calvinisti) e presbiteriani.
Il nostro Filosofo, terminato l’iter studentesco, riceveva i primi incarichi accademici presso il Christ Church College di Oxford proprio nell’anno della restaurazione monarchica stuartiana (1660), che seguiva all’aspra dittatura puritana di Oliver Cromwell. Nei decenni successivi Locke si trovò coinvolto personalmente nelle lotte politiche e religiose del suo paese, tanto che tra il 1683 e il 1689 dovette fuggire come esule in Olanda. Già negli anni oxionensi l’eco delle furibonde lotte politico-religiose aveva portato Locke ad individuare nella ricerca della pace e della concordia civile il fine ultimo di ogni azione politica. Questo fine rappresentò sempre il punto fermo e la fonte di ogni teorizzazione lockiana anche in campo religioso. E fu proprio nel periodo dell’esilio olandese, che le frequentazioni e le amicizie strette da Locke all’interno del movimento degli arminiani (un gruppo di calvinisti riformati), favorirono la definitiva maturazione del suo pensiero religioso.
Assumendo il principio fondante del protestantesimo, quello della sola scriptura (l’unica autorità da cui trarre le verità di fede e la corretta interpretazione dei testi rivelati è costituita dagli stessi testi sacri), Locke elabora una dottrina secondo cui la professione di fede nel Cristo come figlio di Dio, che a suo parere sarebbe l’unico articolo di fede obbligatorio, viene computata da Dio come giustizia all’uomo, a integrazione della mancata perfezione nell’adempimento, da parte dell’uomo stesso, della legge morale e dei precetti evangelici. Cristo, che è vero figlio di Dio, ma che secondo Locke non è egli stesso Dio, è portatore di una salvezza consistente non tanto, come per il Cattolicesimo, in una trasformazione reale del peccatore in Dio tramite la grazia (santificazione), bensì in una sorta di «copertura assicurativa» in favore di un uomo che, per quanto intenzionalmente volto al bene, rimane intrinsecamente e irrimediabilmente peccatore. Avendo tutti peccato, tutti, secondo Locke, sono punibili con la perdita dell’immortalità, che al peccato consegue. Tuttavia proprio la fede in Cristo consente al cristiano di superare l’intrinseca imperfezione del proprio operato: «Con la legge della fede, invece, alla fede è concesso di supplire al difetto di una piena obbedienza; e così i credenti sono ammessi alla vita ed alla immortalità, come se fossero giusti» (John Locke, La ragionevolezza del cristianesimo, cap. III).
Nelle intenzioni del nostro Filosofo questa riduzione estrema del credo ad un unico articolo, avrebbe consentito di scongiurare tutte quelle dispute di tipo teologico, da cui spesso si generavano i conflitti tra le varie fazioni religiose. In questo senso la dottrina religiosa di Locke, più che basarsi sul criterio della verità, sembra concepita per favorire un consenso inversamente proporzionale alla complessità e al numero delle verità enunciate. Eppure una pace, una concordia o un consenso che derivino da una relativizzazione della verità, non potranno essere autentiche e condurranno inevitabilmente, da un lato, ad un progressivo indebolimento delle coscienze e di conseguenza, dall’altro, ad un continuo scindersi in sotto-categorie d’opinione (sia sul piano religioso che su quello civile). E ciò deve essere evitato, non solo perché ci sono verità per cui vale la pena morire, se necessario, ma soprattutto perché chi rinunci a difendere la verità non otterrà che una pace puramente convenzionale o contrattualistica: una media delle opinioni discordi, in ultima analisi totalmente artificiale e senza relazione con la verità.
Si tratterà dunque in realtà di una pacificazione ottenuta tramite un’anestesia delle menti e delle coscienze, le quali, poste di fronte alle questioni etiche fondamentali, non potranno che convergere verso soluzioni di compromesso sempre più forzato e snaturante la verità delle cose. Il male supremo, riconosciuto da tutti, sarà costituito dal solo male fisico, che, da un lato, si cercherà di rifuggire ad ogni costo (= incapacità di comprendere chi è disposto a sacrificare la propria vita per un ideale, inammissibilità della pena di morte, preteso diritto all’eutanasia volontaria), ma, dall’altro, farisaicamente (e sotto le mentite spoglie del progresso) ci si guarderà bene dallo stigmatizzare, quando riguardante le categorie artatamente ed arbitrariamente escluse dal contratto o patto sociale; come è accaduto, e continua ad accadere, per quel miliardo di feti sofisticamente dichiarati non ancora umani e già abortiti all’interno dei nostri lager steri-lizzati.
Se non vi sono verità riconosciute e dichiarate come estranee alla legge del consenso, il relativismo etico, conseguenza dei giochi tecnocratico-pubblicitari su cui si regge la democrazia moderna, finirà per demolire qualsiasi valore religioso e morale che ci si illuda ancora di poter preservare; processo dissolutore che ai giorni nostri è in fase di avanzata realizzazione e che deriva, come logica conseguenza, dal pensiero di Locke.
Sul piano religioso l’unico argine contro questa involuzione può essere rappresentato dall’esistenza di un’autorità garantita, in materia di fede, dall’errore (coincidendo tale garanzia direttamente con l’Infallibilità divina). Non è ragionevole infatti sostenere che di fronte alla parola di Dio, chiunque abbia, come nei confronti di un qualsiasi testo letterario o filosofico, l’occasione per un’interpretazione personale. Le Sacre Scritture ci rivelano le verità e i misteri più profondi che riguardano, non solo il significato autentico dell’esistenza umana, ma anche la natura stessa di Dio e del suo piano salvifico; e se già in campo filosofico, dove si studiano cose puramente umane, le difficoltà sono tali da rendere così ardua l’individuazione di una verità largamente condivisa, si può immaginare quanto ciò sia inverosimile rispetto ad una rivelazione di origine sovrumana. In altre parole, una vera rivelazione divina è razionalmente incompatibile con l’assenza di una garanzia assoluta, che ne assicuri e preservi la corretta interpretazione. La genesi e lo sviluppo del protestantesimo ce lo dimostrano inequivocabilmente, poiché, alla luce dei fatti, la libera interpretazione e la semplificazione forzata del messaggio biblico, intesi come metodologia per una migliore ricerca della verità, suonano come l’utopia più irrazionale e anti-storica che potesse concepirsi. Tanto è vero che sin dall’inizio tali principi hanno prodotto l’esatto contrario di una verità unificante, dando i natali, sia in campo teorico che etico, a quel processo di progressivo e inarrestabile scarroccio relativistico, che è sotto gli occhi di tutti.
Dunque non sono i dogmi della Chiesa Cattolica che vanno contro il naturale uso della ragione, ma, tutto al contrario, è la logica intrinseca al pensiero moderno che si trova ad essere deficitaria di fronte alla pienezza veritativa di cui la dottrina cattolica rifulge sia sul piano teorico (verità speculativa), sia su quello logico (verità come coerenza), cosi come su quello storico (verità di fatto). Per questo il dogma dell’infallibilità, con buona pace di tutte le sette protestanti (e, anzi, in un certo senso proprio grazie ad esse), si dimostra essere una necessità razionale, ancor prima che religiosa e di fede.

Ut Veritas Patefiat
harvey
Inviato: 23/6/2008 11:14  Aggiornato: 23/6/2008 11:14
Mi sento vacillare
Iscritto: 8/4/2008
Da:
Inviati: 339
 Re: Pubblica il tuo articolo
Voto kirillov

noprolet
Inviato: 23/6/2008 13:01  Aggiornato: 23/6/2008 13:01
Ho qualche dubbio
Iscritto: 12/4/2008
Da:
Inviati: 31
 Re: Pubblica il tuo articolo
Eldorado Artico

"arrivare sulla terra alla nascita in un certo modo,da certi punti di partenza,e lasciarla al momento di morire trasformati in meglio,cresciuti,pronti con maggiore forza e capacita' per una nuova esperienza".
Silver
Inviato: 23/6/2008 14:35  Aggiornato: 23/6/2008 14:36
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/9/2005
Da: Torino
Inviati: 615
 Re: Pubblica il tuo articolo
1 - Marzo
2 - Uhura
3 - Kirillov

cirocat
Inviato: 23/6/2008 16:28  Aggiornato: 23/6/2008 16:28
Ho qualche dubbio
Iscritto: 31/7/2007
Da:
Inviati: 157
 Re: Pubblica il tuo articolo
fumo negli occhi.

Pyter
Inviato: 23/6/2008 17:36  Aggiornato: 23/6/2008 17:36
Sono certo di non sapere
Iscritto: 15/9/2006
Da: Sidonia Novordo
Inviati: 6250
 Re: Pubblica il tuo articolo
Penso che sia un dovere di tutti i Cristiani aiutare il fratello Kirillov nel tentativo
di arrampicata.
A malavoglia metto dietro l'articolo di Uhura, che spero comprenda i bisogni dell'anima.

"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Monterius
Inviato: 23/6/2008 17:53  Aggiornato: 23/6/2008 17:53
So tutto
Iscritto: 23/6/2008
Da:
Inviati: 8
 Re: Pubblica il tuo articolo
1) Eldorado artico
2) Fumo negli occhi

redna
Inviato: 23/6/2008 18:11  Aggiornato: 23/6/2008 18:11
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Pubblica il tuo articolo
Voto Uhura

PS-kirillov81 scusa sai, ma la parola di dio, come la chiami tu, ognuno la capisce alla propria maniera.
Non capisco perchè qualcuno se ne debba approppriare (visto che TUTTI siamo uomini...)
Interessante notare che prima della premessa hai parlato di peccato mortale...per scrivere un articolo?
Mah....

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
kirillov81
Inviato: 23/6/2008 19:38  Aggiornato: 23/6/2008 19:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 6/3/2007
Da: Milano
Inviati: 451
 Re: Pubblica il tuo articolo
redna:Citazione:
kirillov81 scusa sai, ma la parola di dio, come la chiami tu, ognuno la capisce alla propria maniera. Non capisco perchè qualcuno se ne debba approppriare (visto che TUTTI siamo uomini...)
Se l'articolo riceverà l'onore di un suo thread, discuteremo di tutto.
Ciao
Alex

Ut Veritas Patefiat
Sertes
Inviato: 23/6/2008 20:21  Aggiornato: 23/6/2008 20:21
Sono certo di non sapere
Iscritto: 19/6/2006
Da: Bologna
Inviati: 9236
 Re: Pubblica il tuo articolo
Fumo negli occhi
Eldorado artico

Quando dici le cose come stanno, stai sulle palle a tanta gente
habit
Inviato: 23/6/2008 20:36  Aggiornato: 23/6/2008 20:36
So tutto
Iscritto: 23/6/2008
Da:
Inviati: 3
 Re: Pubblica il tuo articolo
Premesso che è la prima volta che voto(tra l'altro lodo questa iniziativo da parte del sito,bravi!!!) io mi esprimo:

1)Marzo
2)Kirillov

Redazione
Inviato: 24/6/2008 8:23  Aggiornato: 24/6/2008 9:22
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Pubblica il tuo articolo
Vince "Fumo negli occhi" di misura su "Artico", ma ritengo molto importante e ben fatto anche il secondo, per cui a breve pubblicheremo anche quello. (Magari nel frattempo l'autore può raccogliere qualche link di riferimento, visto che è pieno di informazioni "fattuali". Poi sentiamoci in PM).

Lo stesso Kirillov ha fatto un lavoro imponente, anche se "di nicchia", e bisogna sicuramente pubblicarlo. Io lo vedo però meglio come scheda fissa (comunque commentabile), a fare da contraltare (pun unintended) ai miei pezzi più "eretici". (Kirillov, sentiamoci in PM, e dimmi che ne pensi).

Grazie a tutti.

Massimo

(REDNA: non si fa!!!!! )

redna
Inviato: 24/6/2008 10:27  Aggiornato: 24/6/2008 10:27
Sono certo di non sapere
Iscritto: 4/4/2007
Da:
Inviati: 8095
 Re: Pubblica il tuo articolo
Redazione

(REDNA: non si fa!!!!! )

temo,purtroppo, che se kirillov mi da delle spiegazioni dovrò leggere mezzo metro di post.

C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Marzo
Inviato: 24/6/2008 11:47  Aggiornato: 24/6/2008 11:47
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/4/2008
Da:
Inviati: 242
 Re: Pubblica il tuo articolo

In un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi, gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiera di essere una"complottista".

Fiammifero
Redazione
Inviato: 25/6/2008 3:14  Aggiornato: 25/6/2008 3:14
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Pubblica il tuo articolo
Grazie Marzo. Presto pubblico anche il tuo.

Marzo
Inviato: 26/6/2008 15:26  Aggiornato: 26/6/2008 15:26
Ho qualche dubbio
Iscritto: 8/4/2008
Da:
Inviati: 242
 Re: Pubblica il tuo articolo
ok.Grazie a te.

In un mondo in cui le guerre sono chiamate missioni di pace, i mercenari sono diventati contractors, i partigiani diventano terroristi, gli onnivori mangiatori di carogne, io sono fiera di essere una"complottista".

Fiammifero
Redazione
Inviato: 27/6/2008 5:43  Aggiornato: 27/6/2008 5:43
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Pubblica il tuo articolo
Spiacente Marzo, ma il tuo articolo sembra copiato, almeno in parte, da un articolo di Focus.

Non posso quindi pubblicarlo.

Redazione
Inviato: 27/6/2008 17:34  Aggiornato: 27/6/2008 17:34
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: Pubblica il tuo articolo
Se qualcuno ha l'articolo originale di Focus (su rivista o web) è pregato di contattarmi via PM.

Grazie.


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