Buonasera ElwoodBlue, mi hai chiamato?
Hai l'irritante tendenza a pormi decine di domande tutte insieme, e io sono stanco, affamato, e ho finito tutta la scorta di vodka.
Come faccio a essere cortese almeno quanto Trotskij?
Beh, proviamo dall'inizio, però tu poi non provarci più, ok?
Non sono madrelingua russo. Sono alto, bello, biondo, figo, coltissimo, parlo correntemente cinque lingue, ho due lauree, ho due gatti, e sono pieno di qualità, non ultima la modestia, ma non sono russo. Mi dispiace, nessuno è perfetto. Tuttavia sono italiano, che non è tanto male come si dice in giro.
La macchina propagandistica antirussa è un complesso apparato che assunse il suo aspetto attuale immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, ma che affonda le proprie profonde radici nei timori che l'Impero degli Zar, per la sua grandezza continentale, il numero degli abitanti, e la smoderata ricchezza destava negli altri giocatori del Risiko Ottocentesco: Giappone, Impero Austro-Ungarico, Inghilterra, Impero Ottomano e il buon vecchio Kaiser. Che belle partite vennero giocate tra questi soggetti nelle medesime zone che, casualmente, vedranno conflitti suseguirsi a conflitti fino ai giorni nostri! Afghanistan e Caucaso meridionale, snodo fondamentale di traffici, porta d'Oriente, cuore dell'Eurasia.
Probabilmente non ti sei accorto di tale propaganda perché ci vivi immerso almeno da sei generazioni. O forse perché come la maggioranza delle persone colte e informate in Occidente anche tu sei convinto che:
- Gorbacev è un intellettuale;
- Boris Eltzin era un alcolizzato;
- Vladimir Putin è cattivo (e tra altre nefanedzze ha ovviamente ucciso Politkovskaja);
- Litvinenko è stato ucciso, sadicamente, lentamente e dispendiosamente à la russe con una dose di Polonio da 30 milioni di euro, dai servizi di Putin;
- Litvinenko era una spia importante che conservava chisà quali segreti inconfessabili, e per questo è stato ucciso dai servizi di Putin;
- In Russia comanda Putin-e-punto;
- I russi sono rozzi;
- I russi sono vittime del proprio regime, e perciò assai intristiti;
- I russi non hanno libertà;
- I russi rompono i bicchieri;
- in Russia ci si caca sempre sotto dal freddo (soprattutto in Siberia);
ah, e se da qualche parte nel mondo casca un aereo ci sono due possibilità:
I) E' un aereo (traduco: generalmente un Boeing)
II) E' un Tupolev/Ilyushin "di fabbricazione russa"
(su questa variante particolarmente leggera, per dire qualcosa, tre anni fa si consumarono due tragedie, una delle quali tripla: naturalmente se un aereo russo si schianta sarà colpa del pilota ubriaco, non del lindo dispatcher svizzero, a cui però qualcuno ha pensato di farla pagare:
http://www.kommersant.com/p-11625/r_530/Kaloev_back/ )
Consiglio la lettura di un po' di stampa russa, proprio per cominciare a farci l'occhio.
Come noterai con disdegno, io ho scritto "stampa russa" e non "propaganda russa" per una semplice ragione che ti troverà forse concorde: le due parole si identificano profondamente, indipendentemente dall'aggettivo successivo che ne indica la nazionalità. Se vuoi sono intercambiabili. Stampa=propaganda. Americana, Italiana, Russa, Giapponese, ecc. E' un fatto importante, questo, che va colto in pieno al di là di ogni facile qualunquismo, altrimenti se ne perde la portata.
Questo fatto, in Russia è naturalmente avvertito da chiunque. Sarà colpa dell'occhiuta ochrana dello Zar? Della censura di Dzerzinskij? Della naturale tendenza filosofica dell'anima russa? Mah...! Di chiunque sia la colpa, il russo medio sa bene che se la stampa dice una cosa, bisogna chiedersi che cosa vuole realmente dire, perché l'ha detto, e comunque ciò ha poco a che fare con la realtà dei fatti.
Ricordo come rimasi stupito dai miei primi contatti con il cinema sovietico. Ma come? La fabula di Ubit' drakona di Zacharov metaforizza apertamente che il potere costituito va combattuto continuamente, perché esso sempre si ricostitisce e sempre rinasce nonostante gli eroi lo sconfiggano... e la censura non fa nulla? Ma no! - mi spiegavano - L'importante è che certe cose si leggano fra le righe, e nessuno può lamentarsi! Cominciai a meditare sull'importanza della libertà di pensiero rispetto a quella sulla libertà di espressione.
Se il tuo pensiero non è libero, puoi avere tutta la libertà di espressione che vuoi: resti uno schiavo. E nessuno è più schiavo di quello schiavo che non sa di esserlo, come ha detto qualcuno (no, non mi pare di essre io l'autore di tanta saggezza, strano).
Se il tuo pensiero è libero, hai voglia a tapparmi la bocca. Parleranno gli occhi con voce tonante, stentorea e pure baritonale. Oh, se parleranno.
Ora, vogliamo fare un confronto con la nostra beata convinzione di vivere in Libertilandia, dove "l'ha detto la tv?". Vogliamo parlare della serietà e dell'efficacia delle critiche dei nostri media ai vari pagliacci che si susseguono sul palcoscenico del nostro teatro politico? Qualcuno qui ha mai criticato Gianni Agnelli, Enrico Cuccia, Debenedetti, Boris Biancheri e altri misteriosi personaggi alti e bassi che in tv non ci vanno affatto?
Bah, un teatrino del genere esiste comunque anche in Russia. Ci sono centinaia di testate feroci nei confronti del Cremlino - dagli intellettuali di Nevisamaja Gazeta, aai fascisti di Limonov, ai comunisti di Zjuganov, ai liberali di Jabloko. Il fatto è che non se li incula nessuno. La gente non li considera proprio. Forse perché li ha già assaggiati in precedenza (mi riferisco a quelli seri, cioè a Zjuganov e ai liberali) e ne ha i coglioni pieni.
Mi dispiace, Putin piace proprio. Gli vogliono proprio bene. Gli sono grati. Pregano Dio che glielo conservi a lungo. E a lui verosimilmente la cosa fa piacere. E pare anche che si comporti di conseguenza.
Ora, un conto è dire che la democrazia russa è imperfetta (e vabbè, fingiamo che da noi sia qualcosa di più di una farsa). Un conto dire che lì c'è il fascismo perché il capo piace oggettivamente alla quasi totalità della popolazione.
Confrontare la mia povera vedova profuga, che vive e fa vivere i suoi figlioletti insegnando l'inglese e costruendo pupi di cartapesta dalla poetica bellezza, e che benedice la Madre Russia per averle dato asilo dai massacri in Ossezia del Sud, con le quattro prostitute russe che maledicono la Madre Russia per averle costrette a emigrare e fare il lavoro più antico del mondo, mi pare un pochino offensivo, oltre che fuori luogo. Tu mi avevi chiesto una fonte, e io te l'ho citata, per spiegarti che, se non sono stato in Ossezia del Sud, in qualche modo mi ci sono avvicinato più di Riotta.
COINCIDENZE. Prima del tuo film, nel quale gli americani non compaiono nei titoli di coda (Putin crea l'esca, Saakashvili abbocca non si capisce se solo perché è un coglione o perché sotto sotto è d'accordo con Putin, godono entrambi dell'orgia di sangue più o meno sado-maso, ma Putin gode di più), la NATO ha piantato rampe di lancio e rotori per radar tutti stranamente intorno alla terra di Pushkin, in paesi nei quali la corruzione della classe politica salita improvvisamente al potere grazie a strane rivoluzioni ben finanziate, fa il pari con una retorica antirussa piuttosto prolissa (compresa l'ereziona di una statua al soldato nazista liberatore, p.es.
http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3585272.stm ).
Politkovskaja.... Prepara un'altra errata corrige, sei caduto nell'imboscata della disinformacija. Ho confuso Sasha Politkovskij con il suo collega Vlad Listev, perché lavoravano insieme nei primi anni novanta alla famosa trasmissione Sglad'. Listev vene fatto fuori. Putin, purtroppo, stava ancora a San Pietroburgo a far carriera. Di Politkovskij la gentil signora trattenne il cognome dopo il divorzio, perché il suo suonava un po' sinistro ai connazionali acquisiti (lei era ucraina): Mazepa.
SC/9417: la Gran Bretagna è citata, in fondo (insieme all'Italia peraltro). Il tuo riassuntino non dice cosa abbia detto. La tv di stato russa si è industriata a sostenere che ha detto le stesse cose che hanno detto gli americani nel documento citato. Non stento a crederci. Ma forse mi sbaglio, e la Gran Bretagan per la prima volta negli ultimi 80 anni ha deciso di divergere dalle opinioni di Washington, per farmi un dispetto, e infliggere così un sonoro ceffone alla propaganda russa.
Commentare quello che la Georgia ha dichiarato e continua a dichiarare, sarebbe come sparare sulla croce rossa, soprattutto dopo il "cessate il fuoco" in tv tre ore prima del bombardamento di Tzhkinvali (beh, su quello è d'accordo anche Repubblica).
L'Abhkazia c'entra un tantino in questa vicenda, ma te la lascio, è tardi. Prova a indovinare da solo.
Dunque, su Freedom House ti sei già risposto da solo dopo le contumelie trotszkiste, dovrebbe essere tutto.
E poi c'è sotto Vova che scampanella: mi ha portato la paga. In vodka. Krystall, la mia preferita.
Ciao,
Stefano