Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE


opinione : Guerra e autodeterminazione
Inviato da Redazione il 11/8/2008 9:10:00 (6927 letture)

Il caso della Georgia, la cui caratteristica principale sembra essere l’ambiguità politica – è Putin il “cattivo” di turno, oppure è stato vittima della propaganda occidentale? – in realtà ricade nella più classica “casistica bellica” dell’intera storia dell’umanità.

Non a caso il termine “casus belli” risale ai tempi dell’Impero Romano.

A partire dal Medio Evo in poi, diventano sempre più rari i casi in cui una nazione ne abbia improvvisamente aggredito un’altra per sua semplice e dichiarata volontà di conquista. C’è sempre stata di mezzo una scusa, che giustificasse in qualche modo un gesto che evidentemente l’uomo – da un certo punto della storia in poi – ha iniziato a riconoscere come profondamente immorale e illegittimo.

La scusa più comune è quella di “dover difendere” degli esseri umani sottoposti a “ingiustizie” o “vessazioni” da parte di altre nazioni, alla quale si affianca la “necessità di doversi difendere da una minaccia incombente”, che naturalmente non si è ancora manifestata.

In questo senso Hitler fu un vero maestro, riuscendo a utilizzare sia la prima scusa, per invadere i Sudeti, ...


... che la seconda – “lebensraum” - per supportare la sua sete di dominio mondiale.

Più micidiale ancora è il cocktail delle due giustificazioni presentate nello stesso momento, come nel caso dell’Iraq: gli USA hanno invaso il paese perchè volevano contemporaneamente “liberare gli iracheni dalla dittatura di Saddam”, e “difendersi da un suo eventuale attacco con armi di distruzione di massa”.

Irresistibile la necessità, e impossibile a quel punto opporsi pubblicamente a quella scelta.

Naturalmente, il mezzo per veicolare l’operazione rimane, da sempre, il controllo della pubblica informazione. Che si trattasse di un editto dell’imperatore, che annunciava “la necessità di liberare Gerusalemme dal tallone degli infedeli” – sempre loro, poveracci – o che si trattasse di propaganda mediatica vera e propria (si seppe in seguito che le “interviste disperate” dei cittadini dei Sudeti, che Hitler mostrò nei cinegiornali tedeschi, erano state realizzate negli studios di Berlino), è sempre l’informazione deformata a garantire la riuscita dell’operazione, rendendo accettabile la guerra a coloro che devono mandare i propri figli a combattere sul fronte.

A questo punto diventa quasi futile stabilire se sia Putin il cattivo di turno, o se sia stato vittima della propaganda occidentale. Il fatto stesso che avesse dato, in passato, il passaporto russo ai cittadini del sud Ossezia, non era che la premessa per poter eventualmente intervenire “in loro difesa”, mentre le “proteste” occidentali, che si appellano sdegnate al rispetto della sovranità georgiana, non sono che un’ipocrita copertura per la rabbia provata nel vedersi eventualmente sfuggire il controllo della regione.

Ma sempre di potere e di conquiste si tratta.

Nel frattempo, nessuno si preoccupa delle migliaia di morti innocenti che ci vanno ogni volta di mezzo, pagando il prezzo di una spartizione di potere della quale non godranno comunque in pieno i benefici. Che siano governati da una potenza piuttosto che dall’altra, i cittadini di ogni parte del mondo resteranno comunque schiavi di un sistema di potere che sfrutta le loro fatiche in cambio di un tozzo di pane. Oppure che li utilizza, appunto, come carne da macello per ampliare il proprio raggio di potere.

Questo pone un problema di carattere universale: come potrà l’uomo affrancarsi un giorno dalla schiavitù di chi lo comanda, finendo regolarmente per pagare sulla propria pelle gli scontri di potere che avvengono sopra la sua testa?

Le Nazioni Unite sanciscono il “diritto all’autodeterminazione dei popoli” in maniera tanto roboante quanto poi si dimenticano di chiarire che cosa si intenda per “popolo”. Gli Osseti sono un “popolo” solo perchè condividono la stessa etnia e gli stessi desideri di indipendenza? E se all’interno di una stessa etnia convivessero religioni differenti, a chi tocca decidere dove inizi un “popolo” e dove ne finisca un altro?

Procedendo di questo passo, non si arriva forse a porre il problema del diritto all’autodeterminazione del singolo individuo?

Massimo Mazzucco

Voto: 0.00 (0 voti) - Vota questa news - OK Notizie


Altre news
28/11/2015 10:00:00 - Il nuovo sito è pronto
26/11/2015 19:40:00 - Fulvio Grimaldi a Matrix
24/11/2015 11:00:00 - Caccia russo abbattuto dai turchi
22/11/2015 20:20:00 - Ken O'Keefe: "ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"
21/11/2015 21:00:00 - L'uomo che uccise Kennedy
19/11/2015 19:00:00 - La solitudine
18/11/2015 21:21:31 - Vladimir Putin - conferenza stampa al summit del G20
17/11/2015 13:50:00 - Dopo Parigi
15/11/2015 22:30:00 - Commenti liberi
14/11/2015 9:40:00 - À la guerre comme à la guerre
13/11/2015 23:00:00 - Nuovi attentati a Parigi
11/11/2015 19:50:00 - Atleti russi dopati, brutti e cattivi
10/11/2015 19:30:00 - Fini, Grillo, Travaglio - e il giornalismo che non fa i conti con sé stesso
9/11/2015 18:30:00 - "Bag it!" Documentario (Ita)
8/11/2015 9:09:03 - Commenti liberi

I commenti sono proprietà dei rispettivi autori. Non siamo in alcun modo responsabili del loro contenuto.

Autore Albero
Stefano
Inviato: 13/8/2008 23:38  Aggiornato: 13/8/2008 23:38
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: Guerra e autodeterminazione
Buonasera ElwoodBlue, mi hai chiamato?

Hai l'irritante tendenza a pormi decine di domande tutte insieme, e io sono stanco, affamato, e ho finito tutta la scorta di vodka.

Come faccio a essere cortese almeno quanto Trotskij?

Beh, proviamo dall'inizio, però tu poi non provarci più, ok?

Non sono madrelingua russo. Sono alto, bello, biondo, figo, coltissimo, parlo correntemente cinque lingue, ho due lauree, ho due gatti, e sono pieno di qualità, non ultima la modestia, ma non sono russo. Mi dispiace, nessuno è perfetto. Tuttavia sono italiano, che non è tanto male come si dice in giro.

La macchina propagandistica antirussa è un complesso apparato che assunse il suo aspetto attuale immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, ma che affonda le proprie profonde radici nei timori che l'Impero degli Zar, per la sua grandezza continentale, il numero degli abitanti, e la smoderata ricchezza destava negli altri giocatori del Risiko Ottocentesco: Giappone, Impero Austro-Ungarico, Inghilterra, Impero Ottomano e il buon vecchio Kaiser. Che belle partite vennero giocate tra questi soggetti nelle medesime zone che, casualmente, vedranno conflitti suseguirsi a conflitti fino ai giorni nostri! Afghanistan e Caucaso meridionale, snodo fondamentale di traffici, porta d'Oriente, cuore dell'Eurasia.

Probabilmente non ti sei accorto di tale propaganda perché ci vivi immerso almeno da sei generazioni. O forse perché come la maggioranza delle persone colte e informate in Occidente anche tu sei convinto che:

- Gorbacev è un intellettuale;

- Boris Eltzin era un alcolizzato;

- Vladimir Putin è cattivo (e tra altre nefanedzze ha ovviamente ucciso Politkovskaja);

- Litvinenko è stato ucciso, sadicamente, lentamente e dispendiosamente à la russe con una dose di Polonio da 30 milioni di euro, dai servizi di Putin;

- Litvinenko era una spia importante che conservava chisà quali segreti inconfessabili, e per questo è stato ucciso dai servizi di Putin;

- In Russia comanda Putin-e-punto;

- I russi sono rozzi;

- I russi sono vittime del proprio regime, e perciò assai intristiti;

- I russi non hanno libertà;

- I russi rompono i bicchieri;

- in Russia ci si caca sempre sotto dal freddo (soprattutto in Siberia);

ah, e se da qualche parte nel mondo casca un aereo ci sono due possibilità:

I) E' un aereo (traduco: generalmente un Boeing)

II) E' un Tupolev/Ilyushin "di fabbricazione russa"

(su questa variante particolarmente leggera, per dire qualcosa, tre anni fa si consumarono due tragedie, una delle quali tripla: naturalmente se un aereo russo si schianta sarà colpa del pilota ubriaco, non del lindo dispatcher svizzero, a cui però qualcuno ha pensato di farla pagare: http://www.kommersant.com/p-11625/r_530/Kaloev_back/ )

Consiglio la lettura di un po' di stampa russa, proprio per cominciare a farci l'occhio.

Come noterai con disdegno, io ho scritto "stampa russa" e non "propaganda russa" per una semplice ragione che ti troverà forse concorde: le due parole si identificano profondamente, indipendentemente dall'aggettivo successivo che ne indica la nazionalità. Se vuoi sono intercambiabili. Stampa=propaganda. Americana, Italiana, Russa, Giapponese, ecc. E' un fatto importante, questo, che va colto in pieno al di là di ogni facile qualunquismo, altrimenti se ne perde la portata.

Questo fatto, in Russia è naturalmente avvertito da chiunque. Sarà colpa dell'occhiuta ochrana dello Zar? Della censura di Dzerzinskij? Della naturale tendenza filosofica dell'anima russa? Mah...! Di chiunque sia la colpa, il russo medio sa bene che se la stampa dice una cosa, bisogna chiedersi che cosa vuole realmente dire, perché l'ha detto, e comunque ciò ha poco a che fare con la realtà dei fatti.

Ricordo come rimasi stupito dai miei primi contatti con il cinema sovietico. Ma come? La fabula di Ubit' drakona di Zacharov metaforizza apertamente che il potere costituito va combattuto continuamente, perché esso sempre si ricostitisce e sempre rinasce nonostante gli eroi lo sconfiggano... e la censura non fa nulla? Ma no! - mi spiegavano - L'importante è che certe cose si leggano fra le righe, e nessuno può lamentarsi! Cominciai a meditare sull'importanza della libertà di pensiero rispetto a quella sulla libertà di espressione.

Se il tuo pensiero non è libero, puoi avere tutta la libertà di espressione che vuoi: resti uno schiavo. E nessuno è più schiavo di quello schiavo che non sa di esserlo, come ha detto qualcuno (no, non mi pare di essre io l'autore di tanta saggezza, strano).

Se il tuo pensiero è libero, hai voglia a tapparmi la bocca. Parleranno gli occhi con voce tonante, stentorea e pure baritonale. Oh, se parleranno.

Ora, vogliamo fare un confronto con la nostra beata convinzione di vivere in Libertilandia, dove "l'ha detto la tv?". Vogliamo parlare della serietà e dell'efficacia delle critiche dei nostri media ai vari pagliacci che si susseguono sul palcoscenico del nostro teatro politico? Qualcuno qui ha mai criticato Gianni Agnelli, Enrico Cuccia, Debenedetti, Boris Biancheri e altri misteriosi personaggi alti e bassi che in tv non ci vanno affatto?

Bah, un teatrino del genere esiste comunque anche in Russia. Ci sono centinaia di testate feroci nei confronti del Cremlino - dagli intellettuali di Nevisamaja Gazeta, aai fascisti di Limonov, ai comunisti di Zjuganov, ai liberali di Jabloko. Il fatto è che non se li incula nessuno. La gente non li considera proprio. Forse perché li ha già assaggiati in precedenza (mi riferisco a quelli seri, cioè a Zjuganov e ai liberali) e ne ha i coglioni pieni.

Mi dispiace, Putin piace proprio. Gli vogliono proprio bene. Gli sono grati. Pregano Dio che glielo conservi a lungo. E a lui verosimilmente la cosa fa piacere. E pare anche che si comporti di conseguenza.

Ora, un conto è dire che la democrazia russa è imperfetta (e vabbè, fingiamo che da noi sia qualcosa di più di una farsa). Un conto dire che lì c'è il fascismo perché il capo piace oggettivamente alla quasi totalità della popolazione.


Confrontare la mia povera vedova profuga, che vive e fa vivere i suoi figlioletti insegnando l'inglese e costruendo pupi di cartapesta dalla poetica bellezza, e che benedice la Madre Russia per averle dato asilo dai massacri in Ossezia del Sud, con le quattro prostitute russe che maledicono la Madre Russia per averle costrette a emigrare e fare il lavoro più antico del mondo, mi pare un pochino offensivo, oltre che fuori luogo. Tu mi avevi chiesto una fonte, e io te l'ho citata, per spiegarti che, se non sono stato in Ossezia del Sud, in qualche modo mi ci sono avvicinato più di Riotta.

COINCIDENZE. Prima del tuo film, nel quale gli americani non compaiono nei titoli di coda (Putin crea l'esca, Saakashvili abbocca non si capisce se solo perché è un coglione o perché sotto sotto è d'accordo con Putin, godono entrambi dell'orgia di sangue più o meno sado-maso, ma Putin gode di più), la NATO ha piantato rampe di lancio e rotori per radar tutti stranamente intorno alla terra di Pushkin, in paesi nei quali la corruzione della classe politica salita improvvisamente al potere grazie a strane rivoluzioni ben finanziate, fa il pari con una retorica antirussa piuttosto prolissa (compresa l'ereziona di una statua al soldato nazista liberatore, p.es. http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3585272.stm ).

Politkovskaja.... Prepara un'altra errata corrige, sei caduto nell'imboscata della disinformacija. Ho confuso Sasha Politkovskij con il suo collega Vlad Listev, perché lavoravano insieme nei primi anni novanta alla famosa trasmissione Sglad'. Listev vene fatto fuori. Putin, purtroppo, stava ancora a San Pietroburgo a far carriera. Di Politkovskij la gentil signora trattenne il cognome dopo il divorzio, perché il suo suonava un po' sinistro ai connazionali acquisiti (lei era ucraina): Mazepa.

SC/9417: la Gran Bretagna è citata, in fondo (insieme all'Italia peraltro). Il tuo riassuntino non dice cosa abbia detto. La tv di stato russa si è industriata a sostenere che ha detto le stesse cose che hanno detto gli americani nel documento citato. Non stento a crederci. Ma forse mi sbaglio, e la Gran Bretagan per la prima volta negli ultimi 80 anni ha deciso di divergere dalle opinioni di Washington, per farmi un dispetto, e infliggere così un sonoro ceffone alla propaganda russa.

Commentare quello che la Georgia ha dichiarato e continua a dichiarare, sarebbe come sparare sulla croce rossa, soprattutto dopo il "cessate il fuoco" in tv tre ore prima del bombardamento di Tzhkinvali (beh, su quello è d'accordo anche Repubblica).

L'Abhkazia c'entra un tantino in questa vicenda, ma te la lascio, è tardi. Prova a indovinare da solo.

Dunque, su Freedom House ti sei già risposto da solo dopo le contumelie trotszkiste, dovrebbe essere tutto.

E poi c'è sotto Vova che scampanella: mi ha portato la paga. In vodka. Krystall, la mia preferita.

Ciao,

Stefano


Rispondi Autore Inviato
 Re: Guerra e autodeterminazione balihora 14/8/2008 3:20
 Re: Guerra e autodeterminazione ElwoodBlue 15/8/2008 11:10
    Re: Guerra e autodeterminazione Stefano 15/8/2008 11:32

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA