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opinione : Guerra e autodeterminazione
Inviato da Redazione il 11/8/2008 9:10:00 (6930 letture)

Il caso della Georgia, la cui caratteristica principale sembra essere l’ambiguità politica – è Putin il “cattivo” di turno, oppure è stato vittima della propaganda occidentale? – in realtà ricade nella più classica “casistica bellica” dell’intera storia dell’umanità.

Non a caso il termine “casus belli” risale ai tempi dell’Impero Romano.

A partire dal Medio Evo in poi, diventano sempre più rari i casi in cui una nazione ne abbia improvvisamente aggredito un’altra per sua semplice e dichiarata volontà di conquista. C’è sempre stata di mezzo una scusa, che giustificasse in qualche modo un gesto che evidentemente l’uomo – da un certo punto della storia in poi – ha iniziato a riconoscere come profondamente immorale e illegittimo.

La scusa più comune è quella di “dover difendere” degli esseri umani sottoposti a “ingiustizie” o “vessazioni” da parte di altre nazioni, alla quale si affianca la “necessità di doversi difendere da una minaccia incombente”, che naturalmente non si è ancora manifestata.

In questo senso Hitler fu un vero maestro, riuscendo a utilizzare sia la prima scusa, per invadere i Sudeti, ...


... che la seconda – “lebensraum” - per supportare la sua sete di dominio mondiale.

Più micidiale ancora è il cocktail delle due giustificazioni presentate nello stesso momento, come nel caso dell’Iraq: gli USA hanno invaso il paese perchè volevano contemporaneamente “liberare gli iracheni dalla dittatura di Saddam”, e “difendersi da un suo eventuale attacco con armi di distruzione di massa”.

Irresistibile la necessità, e impossibile a quel punto opporsi pubblicamente a quella scelta.

Naturalmente, il mezzo per veicolare l’operazione rimane, da sempre, il controllo della pubblica informazione. Che si trattasse di un editto dell’imperatore, che annunciava “la necessità di liberare Gerusalemme dal tallone degli infedeli” – sempre loro, poveracci – o che si trattasse di propaganda mediatica vera e propria (si seppe in seguito che le “interviste disperate” dei cittadini dei Sudeti, che Hitler mostrò nei cinegiornali tedeschi, erano state realizzate negli studios di Berlino), è sempre l’informazione deformata a garantire la riuscita dell’operazione, rendendo accettabile la guerra a coloro che devono mandare i propri figli a combattere sul fronte.

A questo punto diventa quasi futile stabilire se sia Putin il cattivo di turno, o se sia stato vittima della propaganda occidentale. Il fatto stesso che avesse dato, in passato, il passaporto russo ai cittadini del sud Ossezia, non era che la premessa per poter eventualmente intervenire “in loro difesa”, mentre le “proteste” occidentali, che si appellano sdegnate al rispetto della sovranità georgiana, non sono che un’ipocrita copertura per la rabbia provata nel vedersi eventualmente sfuggire il controllo della regione.

Ma sempre di potere e di conquiste si tratta.

Nel frattempo, nessuno si preoccupa delle migliaia di morti innocenti che ci vanno ogni volta di mezzo, pagando il prezzo di una spartizione di potere della quale non godranno comunque in pieno i benefici. Che siano governati da una potenza piuttosto che dall’altra, i cittadini di ogni parte del mondo resteranno comunque schiavi di un sistema di potere che sfrutta le loro fatiche in cambio di un tozzo di pane. Oppure che li utilizza, appunto, come carne da macello per ampliare il proprio raggio di potere.

Questo pone un problema di carattere universale: come potrà l’uomo affrancarsi un giorno dalla schiavitù di chi lo comanda, finendo regolarmente per pagare sulla propria pelle gli scontri di potere che avvengono sopra la sua testa?

Le Nazioni Unite sanciscono il “diritto all’autodeterminazione dei popoli” in maniera tanto roboante quanto poi si dimenticano di chiarire che cosa si intenda per “popolo”. Gli Osseti sono un “popolo” solo perchè condividono la stessa etnia e gli stessi desideri di indipendenza? E se all’interno di una stessa etnia convivessero religioni differenti, a chi tocca decidere dove inizi un “popolo” e dove ne finisca un altro?

Procedendo di questo passo, non si arriva forse a porre il problema del diritto all’autodeterminazione del singolo individuo?

Massimo Mazzucco

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Autore Albero
ElwoodBlue
Inviato: 15/8/2008 11:10  Aggiornato: 15/8/2008 11:10
Mi sento vacillare
Iscritto: 20/4/2008
Da:
Inviati: 426
 Re: Guerra e autodeterminazione
Minchia, è ferragosto e piove.



o Stefano , sei un esagerato.

Citazione:
Hai l'irritante tendenza a pormi decine di domande tutte insieme

Le domande erano solo 4, di cui 2 retoriche, una parzialmente retorica e una che era chiaramente una battuta.
A voler essere pignoli chiederei l'applicazione dei coefficenti di riduzione, ma decurtissianamente soprassiedo e ammetto che di cosine ce n'erano parecchie.



Citazione:
Probabilmente non ti sei accorto di tale propaganda perché ci vivi immerso almeno da sei generazioni

Ripeto, di propaganda antirussa non ne ho mai sentito parlare.
Però ho sentito un sacco di propaganda antisovietica e un sacco di propaganda filosovietica che facevano a gara a chi ce l'aveva più lungo.
Però è vero che il fatto che i russi utilizzino un alfabeto diverso crea dei problemi difficilmente sormontabili. Anche riconoscere delle semplici parole chiave diventa improvvisamente complicato.
Ai tempi dello scontro universale fra propagande anti/filo sovietiche c'erano abbastanza persone che sostenevano che in Russia l'informazione era parecchio libera: bastava conoscere il russo per capirlo.
Però le stesse persone che lo sostenevano erano anche fra le più schierate propagandisticamente (perlopiù sul fronte filosovietico) quindi la loro credibilità vacillava parecchio..

Poi FINALMENTE il muro di berlino è caduto, la Russia è diventata un paese capitalista come tutti gli altri e la cosa sembra aver perso i suoi connotati ideologici.
(O meglio, sembrava: piccoli focolai di aggressione ideologica scoppiano ancora..)
Da lì in poi tutto si è ridotto alle bieche stagioni propagandistiche usuali, quelle fatte di luoghi comuni, per intenderci le stesse che fanno dire ai tedeschi italiani-pizza-mandolino-pasta-ladri-corrotti.

Per finire il discorso: io un po' i meccanismi propagandistici li conosco. Ho dovuto impararli - e si suppone che avrei dovuto anche applicarli - in un bizzarro lavoro che ho svolto per qualche tempo.
Nei confronti della Russia non vedo operazioni che possano aver la dignità di chiamarsi propaganda coordinata e finalizzata a qualcosa.
Ma dando un'occhiata alla campagna elettorale del nostro Premier in definitiva si capisce che è stato eletto di nuovo come Sentinella dell'Occidente Contro la Barbarie Comunista - e quindi si può anche capire che l'equazione Russia = Comunismo = NEMICO è ancora parte del patrimonio emotivo di moltissime persone.
E c'è chi ci marcia, anche fra i giornalisti.



Citazione:
e la censura non fa nulla? Ma no! - mi spiegavano - L'importante è che certe cose si leggano fra le righe, e nessuno può lamentarsi
...
Ci sono centinaia di testate feroci nei confronti del Cremlino

Tralascio il fatto che hai tenacemente cercato l'autogol parlando dell'esistenza di una censura ufficiale ben conosciuta a livello popolare perché un po' mi vergogno della seconda affermazione: che ci fosse una stampa PESANTEMENTE critica nei confronti del Kremlino lo sapevo, ma me l'ero dimenticato.
Mi hai convinto.
Te l'avevo detto che poteva essere facile!



Citazione:
- Litvinenko è stato ucciso, sadicamente, lentamente e dispendiosamente à la russe con una dose di Polonio da 30 milioni di euro, dai servizi di Putin;

Con 30 milioni di euro Polonio lo potevano far fare a de Niro. Secondo me gli hanno semplicemente fatto vedere una foto di Ofelia nuda.
In ogni caso di alcune cose sui russi sono testimone oculare.
L'unica volta che è capitato che un russo venisse a casa mia ha rozzamente esagerato su una sua presunta sobrietà e ha insistito per portare un vassoio di bicchieri ad altri ospiti, rompendone otto. Di cristallo. Praticamente tutto il Servito Buono.



Citazione:
Consiglio la lettura di un po' di stampa russa, proprio per cominciare a farci l'occhio

Col piffero. Io della stampa russa al più posso guardare le figure, ammesso che non siano in cirillico anche quelle.



Citazione:
il russo medio sa bene che se la stampa dice una cosa, bisogna chiedersi che cosa vuole realmente dire, perché l'ha detto, e comunque ciò ha poco a che fare con la realtà dei fatti.

E allora il russo medio è più astuto di parecchi di noi.
Non solo, sembra che conosca comunemente anche il significato della parola "metaforizzazione".
Facendo una breve statistica mentale fra i miei amici e conoscenti posso dire che almeno 7 su 10 a parlargli di una cosa che "metaforizza apertamente" probabilmente sverrebbero.
(N.B.: questo non è uno scherzo)



Citazione:
Confrontare la mia povera vedova profuga, che vive e fa vivere i suoi figlioletti insegnando l'inglese e costruendo pupi di cartapesta dalla poetica bellezza, e che benedice la Madre Russia per averle dato asilo dai massacri in Ossezia del Sud, con le quattro prostitute russe che maledicono la Madre Russia per averle costrette a emigrare e fare il lavoro più antico del mondo, mi pare un pochino offensivo, oltre che fuori luogo.

Offensivo no, dai. Era una battuta.
Però anche a me pare un po' fuori luogo confrontare le mie derelitte prostitute che lavorano come schiave su materassi logori e passano il poco tempo libero che gli resta costruendo tristemente con i Tampax una riproduzione della Torre Eiffel con una vedova osseta qualsiasi.



Citazione:
Politkovskaja.... Prepara un'altra errata corrige, sei caduto nell'imboscata della disinformacija. Ho confuso Sasha Politkovskij con il suo collega Vlad Listev, perché lavoravano insieme nei primi anni novanta alla famosa trasmissione Sglad'. Listev vene fatto fuori. Putin, purtroppo, stava ancora a San Pietroburgo a far carriera. Di Politkovskij la gentil signora trattenne il cognome dopo il divorzio, perché il suo suonava un po' sinistro ai connazionali acquisiti (lei era ucraina): Mazepa..

EH????
COL CAZZO! Assolutamente no!
Ho trovato il link di Anna Politkovskija su wiki mentre facevo un superficiale giretto di controllo/approfondimento sulle informazioni fornite da FH. L'ho riportato e su tua precisazione l'ho erratacorrigiato.
Ma mi rifiuto categoricamente di continuare a seguirti sulla strada della correzione dei nomi in una lingua che li scrive utilizzando un alfabeto di 55 lettere di cui solo 3 sono delle vocali!



Citazione:
(compresa l'ereziona di una statua al soldato nazista liberatore, p.es. http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/3585272.stm )

Visto anche il posto in cui scriviamo questa frase mi ha fatto tornare in mente questo passaggio del "Dizionario Dei Luoghi Comuni" del Flaubert: "Un folto pubblico ha assistito domenica scorsa all'erezione dell'Ercole del Farnese, fra cui numerose signore".


Rispondi Autore Inviato
 Re: Guerra e autodeterminazione Stefano 15/8/2008 11:32

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