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Albero |
edo |
Inviato: 5/11/2008 8:07 Aggiornato: 5/11/2008 8:07 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 9/2/2006 Da: casa Inviati: 4529 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Meglio di così!...
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gnaffetto |
Inviato: 5/11/2008 13:23 Aggiornato: 5/11/2008 13:30 |
Mi sento vacillare Iscritto: 4/1/2008 Da: Inviati: 336 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip mi hai anticipato.. stavo mettendo la foto di pino anch'io !! auguri
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Freeman |
Inviato: 5/11/2008 13:29 Aggiornato: 5/11/2008 13:29 |
Dubito ormai di tutto Iscritto: 31/7/2006 Da: NiggahCity Inviati: 2092 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Auguri a Pino per il suo nuovo incarico. E complimenti per quanto fatto finora.
"Non siamo noi a trovare la Verità. È la Verità a trovare noi. Dobbiamo solo prepararci. Si può invitare un ospite che non si conosce? No. Ma si può mettere la casa in ordine, così che, quando l'ospite arriva, si è pronti a riceverlo e a conoscerlo".
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hi-speed |
Inviato: 5/11/2008 13:41 Aggiornato: 5/11/2008 13:41 |
Sono certo di non sapere Iscritto: 28/12/2004 Da: preda lunga Inviati: 3211 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Bene!! Propongo un gemellaggio tra i siti Hi-speed
Cosa Sta Succedendo? Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello Ci sono troppi di voi che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi
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ilBarone |
Inviato: 5/11/2008 14:21 Aggiornato: 5/11/2008 14:21 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 20/12/2007 Da: Inviati: 82 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Mah, io ci andrei piuttosto cauto su Giulietto Chiesa.... In un recente articolo cita il Club Di Roma come 'faro' (!!!!!) e i circoli di Al Gore come: "i più avanzati, intellettualmente e culturalmente". Chiunque abbia un idea (anche vaga) di cosa rappresenta il Club Di Roma (!!!!! il think tank delle politiche Neo-Malthusiane), e di quali vergognose strategie nasconda l'ecologismo alla al Gore potrà sicuramente farsi delle domande..... www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=8173
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gnaffetto |
Inviato: 5/11/2008 15:35 Aggiornato: 5/11/2008 15:36 |
Mi sento vacillare Iscritto: 4/1/2008 Da: Inviati: 336 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip pino cabras giulietto chiesa al gore club di roma megachip
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illupodeicieli |
Inviato: 5/11/2008 19:00 Aggiornato: 5/11/2008 19:00 |
Mi sento vacillare Iscritto: 2/1/2005 Da: Inviati: 323 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Da sardo vi riporto un detto che scriverò più o meno come si pronuncia il sardo cagliaritano campidanese, ossia in un dialetto storpiato: custa stima posta in giobia , accabbara in cenabura. Ossia: questa stima (o questo entusiasmo) che abbiamo posto giovedì, finirà venerdì. Il senso è chiaro, ma per noi sardi ,per alcuni almeno che lo conoscono viene citato quando qualcuno si entusiasma facilmente, stile "il nuovo che avanza" oppure ecco il nostro uolter, we can, per poi scoprire che il nuovo fa rimpiangere il vecchio, o che il nuovo ha e avrà mani e piedi legati o peggio che il nuovo è stato messo apposta lì perchè nuovo. Spero che Pino Cabras non sia così e il mio detto l'ho postato perchè si riallaccia ai due commenti sul club di Roma e su Al Gore. In ogni caso i più sinceri auguri a Cabras.
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Redazione |
Inviato: 6/11/2008 0:25 Aggiornato: 6/11/2008 0:25 |
Webmaster Iscritto: 8/3/2004 Da: Inviati: 19594 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Da quel che so di Cabras vedo molto difficile che si lasci utilizzare per secondi scopi di quel tipo.
A mio parere Chiesa non è mai stato un genio nello scegliersi i collaboratori, e forse in questo caso ha sbagliato di nuovo... ma in positivo!
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Alby-LatoB |
Inviato: 6/11/2008 0:30 Aggiornato: 6/11/2008 0:30 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 11/5/2006 Da: Marostica Inviati: 124 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Uffa, adesso avrò un altro sito serio per informarmi... ma mi manca il tempo!
Cmq felicitazioni per Pino!
Sono incazzato, ma con garbo
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arturo |
Inviato: 6/11/2008 10:26 Aggiornato: 6/11/2008 10:26 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 1/3/2007 Da: Inviati: 265 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Citazione: A mio parere Chiesa non è mai stato un genio nello scegliersi i collaboratori, e forse in questo caso ha sbagliato di nuovo... ma in positivo! Beh… se Giulietto Chiesa - “sbagliando”- è riuscito a far trasmettere dalla Tv russa in prima serata il film ZERO catturando per oltre due ore l’attenzione di milioni di telespettatori e stimolando interventi di esperti qualificati, spero che continui a “sbagliare” così anche in futuro Peccato che l’ avvenimento di cui sopra sia stato pressocchè ignorato...e non solo dai massmedia ! .
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Redazione |
Inviato: 6/11/2008 10:34 Aggiornato: 6/11/2008 10:34 |
Webmaster Iscritto: 8/3/2004 Da: Inviati: 19594 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip ARTURO: Io ho parlato di sbagliare nella scelta dei collaboratori. Cosa c'entra il film Zero?
Ma cosa succede, ultimamente? Sono io che non scrivo più in italiano, o siete voi che non leggete nemmeno più di corsa quello che scrivo?
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PinoCabras |
Inviato: 6/11/2008 11:23 Aggiornato: 6/11/2008 11:23 |
So tutto Iscritto: 5/11/2008 Da: Inviati: 1 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Un grazie sincero a Massimo Mazzucco per gli auguri. Spero anche di poter meritare i complimenti. Di sicuro cercherò un confronto fra voci libere. Con Luogocomune trovo sempre spunti molto interessanti. Raccolgo volentieri l’invito di Mazzucco a scambiare con più frequenza contatti e confronti fra reti informative libere e indipendenti, con un menu diverso da quello del mainsteam. Qui trovo sempre collegamenti originali e spesso spiazzanti, ricchi di informazioni. Che i dibattiti prendano a volte una piega bizzarra non è cosa che mi spaventi, figuriamoci. Ho letto con interesse e anche con un certo divertimento la catena di collegamenti attribuita dagli autori di alcuni commenti alla “linea” di Megachip e del suo fondatore in tema di allarme ambientale. Siccome Giulietto Chiesa - nell’articolo linkato da IlBarone – cita come fonti degne di nota il Club di Roma e Al Gore, nasce nel commento un riflesso difensivo, una diffidenza che altri commentatori raccolgono. Solo che ascoltare e citare non significa sposare le tesi e le motivazioni di chi viene citato. Nel caso di Al Gore la cosa è ancora più evidente. Mentre si riconosce a Gore una riflessione politicamente e scientificamente sofisticata, gli si rimprovera però di non essersi accorto di «ciò è già accaduto», cioè del fatto che siamo da troppo tempo in “overshooting”, ossia al di sopra dei nostri mezzi naturali, perché da decenni ormai è saltata l’equazione fra il consumo umano di risorse naturali e la capacità della Terra di rigenerarle. Sullo sfondo il paese più in overshooting, gli Stati Uniti, e il paese più in crescita, la popolosissima Cina, sembrano pronti a una lotta finale per le risorse. In questo contesto la preoccupazione per uno scontro apocalittico non riguarda solo noi “senzapotere”. C’è una riflessione e un’autocritica sulle illusioni della “crescita indefinita” anche in seno alle classi dirigenti, perché la minaccia è concreta e tocca il destino di tutti. Quelle riflessioni ci riguardano e dobbiamo cercare di capirne la portata. Per sgombrare il campo da equivoci, io non provo nessun fascino per le versioni contemporanee delle vecchissime teorie maltusiane. Credo pur sempre che il problema non sia “la numerosità dei poveri”, ma “la povertà dei numerosi”. Credo cioè che il rapporto fra l’uomo e le risorse naturali debba tornare in equilibrio grazie ad assetti sociali più equi e comportamenti economici non dissipatori, lungo un percorso plurigenerazionale. Anche se alcune scelte riguardano comunque da subito la nostra generazione, la prima che non può permettersi il lusso di sbagliare, e che deve immaginare un futuro sostenibile, in cui aumenti il tasso di razionalità dei comportamenti internazionali. Leggere con attenzione “The Limits of Growth” o le sue versioni più recenti, ricche di dati utili e ben argomentati, non fa di noi dei pazzi che intendano risolvere tutto con una drastica riduzione della popolazione mondiale. Va tutto letto con autonomia di giudizio e senso critico, come sempre. Tutti siamo preoccupati da una cosa. Cosa intendono certi personaggi delle élites planetarie quando parlano di New World Order? Quale declinazione vogliono dare al concetto? Quale sfida di trasformazione e conservazione vuole rappresentare? La preoccupazione la sento con forza anch’io, ma voglio anche chiedermi se contiene un problema reale, che esiste, che debba avere risposte. La sfida tocca tutti noi, e dobbiamo chiederci se dobbiamo ragionare in termini di specie. La Grande Crisi di oggi, che poi è la crisi della modernità, ci porta a cercare di definire i termini di un patto sociale fondativo della comunità mondiale. C’è stata una lunga "preistoria" di chiusure fra civiltà, fra isole culturali. La paura del diverso era un meccanismo difensivo che cementava le tribù. Questa “preistoria” è finita. Attenzione, è l’esatto contrario della “fine della Storia” dei teorici del New World Order. Anche l'ostilità verso altri gruppi aveva un senso finché non c'erano le strutture di unificazione del pianeta. Ora le minacce alla sopravvivenza dell'umanità unificano il destino di tutti. L'umanità passa dalla fase della “ominazione” alla fase della planetarizzazione. Possiamo vedere nel deperimento degli Stati e nella crescita del diritto cosmopolitico un elemento connaturato alle leggi evolutive della specie umana, quelle stesse leggi che hanno portato dalla tribù alla città, dalla città allo Stato-nazione. L’unificazione dell’Ecumene sta comunque facendo nascere un senso di appartenenza a una comunità sopranazionale. Non deve stupire se molti soggetti si attrezzano a produrre perciò dei progetti politici planetari, che fanno riferimento a una «comunità mondiale». Mica scemi, quelli che hanno investito su Obama! Come leggere le spinte in atto verso la formazione della comunità mondiale? Ci possono aiutare ancora due vecchie categorie del giusnaturalismo: il “pactum unionis” e il “pactum subiectionis”. La prima spinta è identificata nella prospettiva del pacifismo antropologico, il cui orizzonte è una società coesa da rapporti di spontanea reciprocità e dall'opzione preferenziale per la nonviolenza. Quando Obama è frutto di Martin Luther King. La seconda spinta sta nella prospettiva del realismo politico, orientato a estendere al pianeta il processo di unificazione che aveva riposto nello Stato il monopolio della forza. Quando Obama frequenta Brzezinski. Il punto è che la dialettica sarà più complessa della partita che si gioca intorno al potere americano. Il mondo è già multipolare. E un ruolo fondamentale sarà giocato dalla comunicazione in tutte le sue reti. Più ingombrante sarà il “pactum unionis”, tanto più sarà ridotta la spinta del “factum subiectionis”.
Rimane un’interrogativo sullo sfondo: che cosa ne penseranno di tutto ciò Maurizio Gasparri e le gemelle Lecciso?
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ilBarone |
Inviato: 6/11/2008 12:14 Aggiornato: 6/11/2008 12:14 |
Ho qualche dubbio Iscritto: 20/12/2007 Da: Inviati: 82 |
Re: Pino Cabras direttore di Megachip Ringrazio Pino del chiarimento. Il mio intervento a questo punto si è rivelato chiarificatorio (spero...). Partire da premesse sbagliate o parziali può rivelarsi controproducente ai fini del risultato, rischiando paradossalmete di mescolarsi ai 'carnefici' per la nota 'eterogenesi dei fini'. In ogni caso, l'affermazione che " è saltata l’equazione fra il consumo umano di risorse naturali e la capacità della Terra di rigenerarle" è tutta da dimostrare (di che si parla? del fantomatico 'picco del petrolio? non mi sembra che tale affermzione sia riferibile alle risorse alimentari...) nonchè essere parte della nota propaganda del 'Club Di Roma', semai è l'iniqua distribuzione delle risorse a causare i drammi che conosciamo.
Auguri Pino !!!!
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