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terrorismo : TRE UOMINI E UN PIANETA
Inviato da Redazione il 8/9/2004 4:09:16 (2994 letture)

TRE UOMINI E UN PIANETA

07.09.04 - Ci sono cose che ti colpiscono da piccolo, e che, per quanto banali possano essere, ti rimangono impresse per il resto della tua esistenza. Io ne vorrei ricordare due, che mi sono rimaste impresse in maniera particolare nella primavera del 2001. In quel periodo eravamo tutti piccoli, da un punto di vista geopolitico, poichè non avevamo ancora perso l’innocenza che ci sarebbe stata strappata con le stragi dell’11 Settembre.

Ricordo chiaramente la faccia di Bush, in TV, quando raccontò al mondo, di ritorno da una strana improvvisata che fece a Sharon in Febbraio, che loro due “erano in ottimi termini”. E ricordo di aver pensato che fosse un illuso, di fronte al passato burrascoso che aveva segnato fino a quel momento i rapporti fra la destra evangelista e la lobby ebraica americana. La seconda volta fu quando Bush rientrò dalla sua visita a Putin, un paio di mesi dopo, e disse, più o meno con lo stesso tono, che “loro erano diventati ottimi amici”. Lì ricordo di aver pensato quanto fosse stupido il vaccaro, che si era fatto sicuramente infinocchiare...



... dalla stagionata volpe del KGB sulle testate nucleari da distruggere (motivo stesso di quell’incontro).

E invece il fesso ero io, in ambedue i casi, e con tanto di interessi. I tre “amici”, oggi, comandano effettivamente il mondo, dopo esserselo spartito in maniera educata e silenziosa all’ombra dell’11 Settembre. Un pò come fecero Kruschev e Kennedy in seguito alla crisi dei missili, ma con la differenza che là si era trattato di una spartizione strettamente fisica, che riguardava il controllo di precise zone della terra (il 45° parallelo, lungo il quale in Corea sono ancora schierati 20.000 uomini in stato di tregua, è lì a ricordarcelo), mentre qui si tratta di un controllo psicologico, nel quale ciascuno si guarda bene dall’interferire con i progetti altrui, mentre si sfruttano a vicenda le onde emotive generate a turno in casa propria.

Ed è proprio questa caratteristica “senza confini” delle ondate emotive, che ha permesso a molti altri di approfittare dei riverberi degli episodi più clamorosi - dall’undici settembre stesso, all’escalation in Palestina, fino al recente massacro di bambini nella scuola russa - per portare avanti la propria agenda personale.

In Europa si sono distinti per questo atteggiamento da parassita del terrore soprattutto Aznar e Berlusconi, con la differenza che il primo ha voluto entrare in gioco direttamente al livello degli americani - e alla fine, non essendo abbastanza importante per meritarlo, ci ha lasciato le penne - mentre Berlusconi ha avuto la saggia intuizione di ridurre il tutto ad una dimensione più casalinga, in cui il grattacielo Pirelli stava alle torri di New York come le bombe-carta pre-elettorali stavano all’attentato di Oklahoma City.

Nella miglior tradizione italica, il nostro premier è riuscito così a provincializzare - per nostra fortuna - persino il terrorismo.

Ora la situazione è davvero lugubre, poichè l’America ha mostrato, con gli ultimi sondaggi che danno Bush in netto vantaggio su Kerry, di non aver fatto in tempo a maturare a sufficienza, in questi tre anni, per liberarsi dal giogo di paura che le è stato imposto in quel fatidico 11 settembre, e rischia quindi di regalare agli attuali padroni del pianeta altri quattro anni di pirateria legalizzata. (Esattamente come Bush ha fatto da ombrello protettivo prima a Sharon e poi a Putin, si suppone che un’inversione di marcia nella linea di Washintgon invertirebbe anche, o se non altro rallenterebbe, questa folle corsa al disordine mondiale organizzato. O almeno lo si spera).

L’unica cosa davvero terrificante, in tutto questo, è che i cittadini americani non si rendono minimamente conto di questa responsabilità, e voteranno – quei pochi che voteranno – pensando esclusivamente a cosa viene direttamente in tasca di ciascuno. Mentre noi italiani, grazie alla particolare servilità mostrata da Berlusconi nei confronti di Bush, saremo costretti a subire la loro scelta inconsulta, in qualunque direzione vada. Essere schiavi va ancora bene, esserlo di un popolo di adolescenti confusi ed irresponsabili, per colpa di una politica irresponsabile ma tutt’altro che confusa, magari un pò meno.

Massimo Mazzucco

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Autore Albero
vincenzo
Inviato: 8/9/2004 9:54  Aggiornato: 8/9/2004 9:54
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 9/6/2004
Da: u-oy-topos middle Oceania
Inviati: 1304
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Per "sfruculiare" ...“ci sono buone probabilità”, secondo lo storico Gabriel Kolko, “che Bush continui nella sua opera di distruzione di quel sistema di alleanze così fondamentale per la potenza americana. Non bisogna certo prestar fede al detto ‘peggio è, meglio è’, ma è opportuno essere schietti e prendere in considerazione le conseguenze in politica estera che un secondo mandato Bush potrebbe portare. Per quanto sia un’eventualità piena di rischi, una rielezione di Bush potrebbe forse essere il male minore.” Ha scritto Pilger "Con la Nato di nuovo in sella e Francia e Germania accondiscendenti, le mire americane, sotto Kerry, potrebbero avanzare indisturbate senza gli impedimenti napoleonici della congrega di Bush." vincenzo

1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
Jewish_Sheldam
Inviato: 8/9/2004 10:06  Aggiornato: 8/9/2004 10:06
Ho qualche dubbio
Iscritto: 17/6/2004
Da: Kalaris
Inviati: 138
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Penso che il fatto che gli americani votino in base al loro proprio interesse sia più che comprensibile. Del resto chi di noi, sotto stress per il bombardamento mediatico fatto regola d'arte che ha inculcato nella gente comune "il terrore del terrorismo" (se mi passate il termine) non voterebbe in maniera egoistica? Insomma, se io sono convinto di avere un terrorista sotto casa, non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di votare per qualcuno che non mi garantisca sicurezza e protezione. Almeno a parole, ovvio. Che poi colui che mi garantisce la sicurezza sia anche lo stesso che mi terrorizza è un altro paio di maniche... Del resto gli americani sono un popolo molto particolare: credono nei grandi valori, nella famiglia, nell'amicizia, nella libertà, sembrano mentalmente avanti anni luce, e poi si lasciano infinocchiare come dei bambini ingenui dal primo vaccaro arrivato. Idem dicasi per i russi e gli israeliani, a mio avviso. Quando ti dipingono la controparte come un nemico assetato di sangue, per paura ti affidi a chi pare che offra maggiori garanzie di sicurezza. Poi si nota come queste garanzie siano fasulle perché se uno vuole evitare di subire attacchi, l'ultima cosa che deve fare è "stuzzicare il can che dorme". Se voglio evitare che un palestinese mi si faccia saltare in aria sotto il sedere, come posso costruirgli un muro sotto il naso? E' ovvio che quello reagisce. Idem dicasi per i ceceni. Quello che però mi stupisce - e qui dicuramente dimostrerò la mia ingenuità politica - è questo: come mai ora, di punto in bianco, questi tre diavoli si sono svegliati, hanno spartito il mondo e stanno macchinando senza che nessuno sappia/possa porre un freno? In altre parole... è un male del nuovo millennio oppure è sempre stato così e ce ne siamo accorti solo dopo l'11/9? Quanto a Berlusconi... a dire il vero mi fa più pena che altro. Mi sa di fratellino minore... e minorato, che cerca di emulare in tutto e per tutto i fratelli maggiori. Con risultati ridicoli. Dice tanto "il mio amico Bush", "sono in ottimi rapporti con Blair" e tante altre belle cose. Qualcuno, per favore, può dirgli che "quelli lì" non se lo cagano manco di striscio? Magari ci rimane male, ma poi passa, su... ci si riprende da tutto... (bell'aspirazione poi, diventare criminale come Bush, Sharon, Blair, Putin... - come se già non fosse criminale abbastanza! Complimenti al Presidentazzo - e fate voi la rima)

Ha-Shalom Ha-Efshari
La Pace Possibile
•••
Jewish Sheldam
Paolo69
Inviato: 8/9/2004 21:43  Aggiornato: 8/9/2004 21:43
Dubito ormai di tutto
Iscritto: 1/7/2004
Da:
Inviati: 1173
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Sono pienamente daccordo con massimo quando nell'articolo dice ... "Ora la situazione è davvero lugubre, poichè l’America ha mostrato, con gli ultimi sondaggi che danno Bush in netto vantaggio su Kerry, di non aver fatto in tempo a maturare a sufficienza, in questi tre anni, per liberarsi dal giogo di paura che le è stato imposto in quel fatidico 11 settembre, e rischia quindi di regalare agli attuali padroni del pianeta altri quattro anni di pirateria legalizzata...." E vorrei aggiungere che dopo le teste americane mozzate in tv in risposta alle torture di abu-graib , dopo i bambini morti in cecenia durante la convention di bush , e dopo tanti , troppi tempismi perfetti , coincidenze , misteri irrisolti , muri di gomma etc. , che lasciano trasparire una regia occulta ad alto livello che muove i fili delle guerre nel mondo (o almeno di quelle che portano soldi), dopo tutto cio' cosa ci dobbiamo aspettare per assicurare a bush la rielezione. Verrebbe quasi da dire ..speriamo che i sondaggi americani diano in vantaggio bush ..... A proposito ,il 27 settembre 2004 sono 1111 giorni dall'11 settembre 2001....

Redazione
Inviato: 9/9/2004 4:52  Aggiornato: 9/9/2004 4:52
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
JS - Soltanto una precisazione: quando dico che gli americani votano secondo quello che viene in tasca a ciascuno di loro, lo intendo proprio letteralmente. Nel senso che da noi, in Europa, si tende a votare l'ideologia in genere, presumendo che poi porterà quelli che tu ritieni dei vantaggi, mentre gli americani non hanno nessun problema a saltabeccare ideologicamente, se per caso il candidato dell'altro partito portasse, fre le varie "offerte", una proposta che ti viene particolarmente comoda a livello personale. Tipo, che so, abolirò la tassa sui barbieri svizzeri (cosa che tu sei), piuttosto che non aumenterò il costo della farina per i pasticcieri armeni (che tu non sopporti). La pessima abitudine va fatta risalire alla fondazione stessa della nazione, quando si stabilì che ogni stato poteva mandare a Washington un pari numero di delegati, "a fare gli interessi" di quello stato. E non quelli dalla nazione, che è un concetto che è arrivato molto dopo. (In certi stati del Sud in realtà non arriverà mai).

solenero
Inviato: 9/9/2004 11:58  Aggiornato: 9/9/2004 11:58
Mi sento vacillare
Iscritto: 19/7/2004
Da: Valle Seriana Superiore
Inviati: 846
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Leggendo qua e là sul web ho trovato un articolo di non so più quale giornalista americano che esprimeva un nuovo punto di vista americano: quello che guarda all'europa non più come un accozzaglia di persone obsolete, ma comincia a capire come mai noi europei diamo più importanza alla "salute dello stato", piuttosto che andare a cercare solo i benefici personali. In poche parole parecchi stanno mettendo in discussione l'indiscutibile: il sogno americano; un sogno fatto esclusivamente di benessere economico e di agiatezza. Quell'articolo mi è piaciuto, ma mi ha dato anche da pensare, in quanto gli americani cominciano ad apperzzare il nostro stile di vita, quando quest'ultimo è in via di estinzione! Innegabile infatti che molti governi europei stanno cercando in tutti i modi di appellarsi al modello americano, e se parliamo di parlamento europeo mi vien da ridere: è cominciata come CEE (Comunità ECONOMICA Eurpea), e poi, tramite trasformazioni varie, si è arrivati alla Comunità Europea. Ci fanno credere allegramente che il parlamento e la costituzione europea pensi al bene della sua comunità, quando invece pensa solo ai soldi delle grandi marche che, salvo sporadici eventi (tipo la moratoria (ora tolta di mezzo) sui cibi GM), la fanno da padrone. La politica estera della nostra Europa Unita è sfacciatamente pro-america, e nella costituzione si fanno esplicite richieste di un esercito europeo in grado di intervenire non solo in europa, ma anche in giro per il globo... A vantaggio di chi? Mi chiedo se non diventeremo presto un clone degli States, soggetti alle decisioni del Foreign Affair Office americano (come vi sono assoggettati anche i presidenti americani stessi, che ne devono seguire le istruzioni e divulgarne le favolette per il popolo). In questo mondo chi controlla che cosa? Ho già espresso il mio parere di miscredente. Sia Bush che Blair che Putin che Sharon, dal mio piccolo e ignorante e forse idiota punto di vista, non sono che paraventi, prestanomi che, volenti o nolenti, devono stare alle direttive di chi sta veramente al potere (quello vero, quello di chi decide quando e dove spostare i capitali nel mondo in base alla propria vampiresca necessità monetaria). Massimo, tu dici che gli americani non si rendono minimamente conto della responsabilità che hanno? Io non credo. So che in America vota una piccolissima parte della popolazione e che piccola parte è costituita dalla stragrande maggioranza da chi i soldi ce li ha, e ne ha tanti. E so che chi i soldi ce li ha, difficilmente ci rinuncia. E se qualche guerra è il prezzo da pagare per mantenere vivo il proprio personale sogno americano, son sicuro che per i signorotti benestanti, questo prezzo non è poi tanto alto. ...Elezioni americane. Bush contro Kerry. Soldi contro Soldi. Quante possibilità ci sono veramente che un candidato sia "migliore" dell'oppositore? Quanto sono diversi gli obiettivi repubblicani e dei democratici? Ora devo scappare, spero di riuscira a riprendere l'argomento. Bye

Lentamente, inesorabilmente, la sabbia del tempo ricopre la mente.
- Frankie hi-nrg MC -
eughenos
Inviato: 10/9/2004 18:23  Aggiornato: 10/9/2004 18:23
Mi sento vacillare
Iscritto: 16/6/2004
Da:
Inviati: 359
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Ma sei cosi sicuro Massimo che Putin sia nella stessa banda. La presenza militare diretta degli Stati Uniti nei Paesi ex sovietici dell’Asia Centrale (ad eccezione del solo Kazachstan) è ormai una solida realtà, In Kirgizistan gli Stati Uniti hanno installato una base per 3.000 soldati all’aeroporto di Manas, in un momento in cui la guerra in Afghanistan era quasi al termine. A Mosca ovviamente la notizia non è stata presa bene, tanto che la Russia ha subito minacciato di non ratificare un accordo per ristrutturare il debito (di 133 milioni di dollari) del Kirgizistan nei suoi confronti. L’Uzbekistan già da tempo ospita basi americane. Il primo accordo tra USA e Uzbekistan per l’addestramento di truppe uzbeke da parte degli Americani risale infatti al 13 dicembre 1995. Anche il Tajikistan (che ha 500 km di confine con la Cina...) ha offerto agli USA le proprie basi. Già durante la guerra gli USA hanno avuto il permesso di lanciare attacchi in Afghanistan dalle ex basi sovietiche di Dushambe e Kulyab Per comprendere il carattere provocatorio di tutto questo va ricordato non soltanto che il Tajikistan fa parte della Comunità degli Stati Indipendenti (come del resto tutte le repubbliche ex-sovietiche dell’Asia Centrale ad eccezione dell’Uzbekistan), ma anche che sul suo territorio stazionano tuttora 19 mila soldati russi, in gran parte schierati lungo i confini con l’Afghanistan. E veniamo alle pecore nere. Cominciando dal Turkmenistan, che ha rifiutato di concedere il suo territorio alle forze statunitensi, pur concedendo il diritto di sorvolo per voli umanitari. E allora si sostiene l’opposizione in Turkmenistan. Ma il problema è soprattutto il Kazakistan. Che a gennaio ha addirittura firmato un accordo di difesa con la Cina. il governo americano intende “aumentare il suo sostegno finanziario al processo di sviluppo dei partiti politici in Kazakistan”,. Ossia pagare i partiti di opposizione. Ovviamente, la penetrazione USA nell’area si vale di uno spettro di mezzi che va ben oltre la semplice macchina militare. C’è la guerra di propaganda: ad esempio, il 4 aprile 2002 sono state inaugurate le trasmissioni di Radio Free Europe (accusata dai Russi di sostenere i secessionisti ceceni) su Cecenia e nord Caucaso. Ma sono stati anche raddoppiati i programmi di assistenza economica ai paesi dell’area (da 244,2 milioni di dollari nel 2001 a 408 milioni nel 2002). Ed è stata rilanciata la vendita di armi, eliminando le precedenti restrizioni. Quanto agli obiettivi della presenza americana nell’area, il Moscow Times del 13 febbraio non ha dubbi: “Gli Stati Uniti stanno accerchiando la Cina, il solo Paese che potrebbe ingaggiare una lotta economica, politica o militare. Sono già in Corea del Sud, Giappone e Taiwan, mentre l’India è anti-cinese. Resta da coprire un ampio arco - Russia e Asia Centrale”. A queste dichiarazioni ha fatto eco, due mesi dopo, il generale russo Mylnikov, capo del Centro Antiterrorismo della CSI, che ha individuato gli obiettivi americani nel “controllo a lungo termine dei processi politico-militari in Asia Centrale e in stati limitrofi, quali l’Iran e l’Irak”, nonché nella volontà di porre in essere “una misura preventiva contro la Cina”. Oppure l’obiettivo dell’accerchiamento USA potrebbe essere la stessa Russia? La conclusione è obbligata: sotto questo profilo la guerra è stata un vero successo. Essa ha infatti garantito agli USA: a) un’ipoteca sul controllo del Mar Caspio e dei Paesi dell’Asia Centrale e delle relative risorse energetiche; b) una presa geopolitica sull’area, con una duplice funzione di contenimento (nei confronti della Russa e della Cina); c) e, per questa via, una forte riconferma del dominio statunitense a livello mondiale. Certo in Iraq le cose si mettono male mentre in Afghanistan peggio, ma se l’Iraq e l Afghanistan fossero falsi obbiettivi? E se invece gli obbiettivi a cui miravano sono gia stati raggiunti? gas turkmeno, petrolio uzbeko, le risorse energetiche non debbono dirigersi verso la Cina. : deve essere impedita la costruzione di oleodotti e gasdotti che conducano le risorse energetiche dell’Asia Centrale, passando per il Kazakhstan (che confina ad est con la Cina), nello Xinjiang. Ragazzi provate a guardare una cartina geografica della zona, il progetto di gasdotto (lungo 4.000 km) che passando per lo Xinjiang dovrebbe sboccare a Shangai, è stato bloccato all’inizio di febbraio 2002. E, non a caso, tra le compagnie straniere ammesse nel progetto ci sono la russa Gazprom e l’europea Shell, mentre è stata esclusa nella fase finale l’americana Exxon. Qualora tale progetto fosse realizzato, esso avrebbe l’effetto non solo di rifornire la Cina di parte dell’energia necessaria per il suo sviluppo, ma anche quello di provocare un riavvicinamento strategico tra Cina, Giappone e Corea. Prospettive, entrambe, molto sgradite agli USA. Questo, dal punto di vista americano, impone una rotta diversa: gli oleodotti e i gasdotti debbono sboccare nel Golfo Persico. Per poi finire sui mercati in prospettiva più promettenti: quelli asiatici; ma sotto il controllo americano. Il percorso più breve ed economicamente più conveniente sarebbe quello che dal Turkmenistan porta al Golfo Persico passando per l’Iran. Però lo zio Sam non è d’accordo, perché l’Iran fa parte dell’”asse del male” (o, più probabilmente, viceversa...). E allora (oltre alla rotta che porta in Turchia) resta solo la via che passa per l’Afghanistan. Appunto. La presenza delle forze militari americane in prossimità dei luoghi di estrazione delle risorse energetiche e lungo il percorso degli oleodotti, in Asia Centrale come in Medio Oriente, è assolutamente impressionante. Lo scrittore belga Michel Collon ha scritto: "Se vuoi dominare il mondo, devi controllare il petrolio. Tutto il petrolio. Ovunque". E se il vero obbiettivo è, non lo sfruttamento, ma il solo controllo militare delle risorse e del possibile sviluppo di nuovi soggetti nel mercato petrolifero, insomma in parole povere, non mi importa se dall’Iraq e dall’Afganistan non cavo un ragno dal buco perché c’è una situazione di guerra permanente, ma se non sfrutto il mercato io(USA), con l’occupazione nessuno può metterci becco.

Stefano
Inviato: 11/9/2004 8:55  Aggiornato: 11/9/2004 8:55
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Pienamente d'accordo con Eughenos. Aggiungerei un'osservazione: la tecnica di accerchiamento e invasione USA si avvale di un sistema che Joux ha esemplificato nell'espressione "l'Impero del Caos". Non si prende l'Iraq per sottometterlo e conquistarlo. Per tale scopo infatti il numero di soldati impiegati avrebbe dovuto essere almeno il triplo di quello effettivamente impiegato, come può riferire qualunque cadetto di accademia. Si prende l'Iraq per distruggerlo. Il caos è il sistema più economico per dominare. Si veda quanto realizzato in Sudan (bravo, Clinton...), nei Balcani (una pugnalata di caos nella schiena d'Europa, oltre a tutte le osservazioni fatte precedentemente da Eughenos, soprattutto riguardo al blocco della via danubiana). E si veda - permettete la mia, di inferenza - il tentativo di fare esplodere il Caucaso in casa dei russi. Che Putin abbia "scelto " di allinearsi apparentemente alla dottrina Bush a mio vedere rivela ancora una volta ottimo intuito prammatico per mediare in una situazione che, da un momento all'altro, rischia di precipitare nell'inferno. Siamo in tempo di elezioni, di sorti militari non proprio rosee, e questo permette di usare una leva in più, per qualche mese, al Cremlino. A volte mi faccio coraggio e mi dico: "Ce la fa...". Ma in ogni caso siamo in guerra, dal 1991 è finita un'era di pace e soprattutto di libertà. Il mondo è sbilanciato, e nei prossimi anni dovremo assistere ad atrocità ancora peggiori. Di chi è la colpa? Di tutti. O della natura umana. O del nichilismo e della volontà di potenza della nostra civiltà. O della tecnologia che da mezzo si è auto-organizzata come fine dell'umano. Non - credo - dei 4, o 3, o 2 "stronzi che governano il mondo". Almeno non direttamente. Quelli sono più schiavi di noi del sistema. Se non ci fosse Bush ci sarebbe qualcun altro al suo posto, che farebbe le stesse cose. Noi che possiamo fare? Cominciare a costruire pace nel nostro cuore sarebbe già tanto. Cercare almeno di capire. Fare luce di candela, per noi stessi, e forse servirà anche a qualcun altro. Ma senza scottarlo... Io al momento non ho altre soluzioni, anche perché verso il ruolo dei sistemi e delle rivoluzioni nel miglioramento del mondo non nutro una grande fiducia. Cordialmente, Stefano

Redazione
Inviato: 13/9/2004 11:34  Aggiornato: 13/9/2004 11:34
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Eughenos, ho visto solo ora il tuo commento (ma sono le 3 del matt.). Ti rispondo al più presto. Massimo

Redazione
Inviato: 14/9/2004 7:45  Aggiornato: 14/9/2004 7:45
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Anzi, mi sono reso conto ora che la risposta la debbo a tutti e due, Eughenos e Stefano. Confesso che fatico ad inquadrare la realtà di quella parte di mondo più di quanto lo faccia normalmente con altre zone della terra. Ne so decisamente poco. Se mi si parla però di un disegno di accerchiamento globale, ad opera dei neocons americani, che punta gli occhi sulla Russia ed ultimamente sulla Cina, non faccio la minima fatica ad accettarlo: da una parte, questa gente non ragiona più in termini locali sin dalla fine della guerra d'indipendenza, e dall'altra è talmente insicura che non starà tranquilla finchè non ha conquistato anche Plutone. Sono inoltre convinto, come regola generale, che gli strati di verità su quella che a noi appare essere l'ultima debbano sempre essere come minimo una decina. Intuitivamente, quindi, accetto la vostra tesi senza riserve, ma non ho putroppo elementi specifici per andare oltre. Ma non vedo perchè un'ipotesi debba necessariamente eliminare l'altra. Che i sequestratori della scuola non fossero gente che agiva autonomamente, ormai non ci piove. Che fossero, cioè, manovrati per secondi fini - al di là di ciò che credevano di stare facendo - è per me evidente. (Ho letto resoconti dove addirittura si suggeriva che la violenza sulle donne fossa stata calcolata apposta per portarli all'esasperazione e ad una crisi anticipata). Ora, siccome è la seconda volta che Putin si "ritrova" con una bomba cecena a tre giorni dalla elezioni, e siccome ogni volta non aveva che da guagagnare dai risultati di questa bomba - come in effetti ha fatto, seppur correndo il suo piccolo rischio - non vedo perchè gli americani dovrebbero scegliere proprio momenti come questo per continuare a "destabilizzarlo". Il che non toglie, appunto, che sia loro pieno interesse farlo, e che molto probabilmente una strategia del genere sia già operativa da molto prima che lo si possa immaginare. Troppo semplice, dite? Massimo P.S. SOLENERO: Sull'argomento Kerry meglio di Bush sto preparando un articolo - ne riparliamo quindi lì al più presto. [ Modificato da Redazione Attivo 14/9/2004 6:49 ]

Stefano
Inviato: 15/9/2004 11:12  Aggiornato: 15/9/2004 11:12
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Caro Massimo, grazie per la risposta. Permettimi di replicare che Putin ha invece subito un colpo durissimo da questo attentato, come lo subì ai tempi dell'affondamento del Kursk, dell'incendio della torre di Ostankino, dell'attentato "Nord-Ost". La logica in Russia non va come in America. Oggi il presidente è più isolato, nonostante la solidarietà (già assai forte) della popolazione - che però è anche esasperata. Nella guerra alle mire espansionistiche del sistema neoliberale, che lavora non come una nazione, ma come un insieme di corporation che (usando anche la macchina bellica USA) si compra tutto, ha dovuto appoggiarsi necessariamente a strutture di forza, burocrati ed FSB. Lo scotto è la corruzione. Ed il 47% dei cittadini russi intervistati ha dichiarato che per fermare il terrorismo occorre combattere innanzitutto la corruzione (cioè riformare lo stato). Il fatto è che chi riceve 400 dollari di stipendio al mese (es. un doganiere) è molto corrompibile, non perché con 400 dollari in Russia si viva male, ma perché non ci si possono permettere certi lussi come l'auto straniera. E magari in cambio di soldi ti fa passare un carico di armi proibito. Magari se di notte gli dicono di non guardare la scuola in cambio di un centone, lo fa. La guerra è diventata fra stato (che in Russia, checché ce ne dicano, è anche stato sociale, casa per tutti, acqua calda e riscaldamento per tutti, aumento degli stipendi e delle pensioni, sistema sanitario per tutti, ecc.) e sistema iperliberale, cioè quel modello basato sul denaro e sull'individualismo darwiniano che si vuole vinca ovunque. Hai presenti le privatizzazioni-svendita d'Italia? In Russia sta avvenendo un movimento in controtendenza - in controtendenza col mondo. Putin è al crocevia di un dilemma: salvare lo stato dal crollo; evitare che lo stato si trasformi in un mostro. Con in più le complicazioni geopolitiche del Caucaso. Se esplode il disordine fra le piccole repubbliche (es. Ossezia contro Cecenia, Ossezia contro Inguscezia - l'esercito federale è già dovuto intervenire la scorsa settimana per fermare un commando di padri vendicatori armati di kalashnikov decisi a radere al suolo il paesino ingusceto da cui proveniva uno dei terroristi) il caos che ne seguirà darà filo da torcere ai Russi, rallenterà il pompaggio di petrolio di quell'area che è importantissimo per l'economia federale, e avrà segnato un altro punto a favore dell'Impero. Per non contare i morti e la distruzione. Purtroppo in quell'area la Legge del sangue che impegna alla vendetta dinastica è più forte di qualsiasi altra cosa, e la slavina ha avuto inizio. Quanto alle elezioni non vedo assolutamente il problema. Bush gioca allo 0,2% col suo avversario, una spinta al tritolo non può che fargli comodo, è un investimento assai costoso ma utile. Putin ha il 72,3%. Lo adorano, sperano in lui... e non hanno alternative (questo lo si prenda in senso positivo o negativo). Ho letto l'ultimo numero del settimanale moscovita Argumenty y Fakty (diffusione: tre milioni di copie). Lì le tue stessissime tesi sull'11 settembre sono esposte, discusse e date per scontate da giornalisti, analitici e politologi di primo livello! Portano dati, misure, ragioni. In Italia licenzierebbero il direttore. Gli USA sono apertamente accusati di usare il terrorismo internazionale come longa manus per avere un controllo degli interni e dell'estero. E tutti i commentatori sono concordi nel leggere le frasi di Putin come precise minacce alle basi americane in Turchia e in Georgia. Lo sai qual è la grande differenza? Te la dicono anche i numeri delle edizioni di libri, giornali e riviste (Argumenty y fakty ha un tiraggio importante, ma è poco ad es. a confronto di Komsomolskaja Pravda, 22 milioni di copie): che i russi hanno una consapevolezza critica e una formazione culturale media incomparabile rispetto a quella di un americano (e, ohimé, di un italiano). Se vai in metropolitana, o su un autobus di periferia, vedrai quanta gente - studenti, semplici operai, massaie, impiegati - ha in mano un romanzo, un saggio, un testo di filosofia. Ma ce lo vedi, non dico un metalmeccanico come l'ho visto io a Mosca, ma un dirigente medio, in Italia, che sull'autobus si legge Schelling? Lo stato sovietico sarà stato anche un impero del male, ma ha messo in piedi sul serio una nazione, e aveva ottime scuole rigorosamente pubbliche. I TG non ce lo ricordano volentieri, ma questi europei non sottomessi al dominio USA hanno tenuto per oltre vent'anni una stazione orbitale sulle nostre teste (beh, diciamo che i TG amano dire, quando cade ad es. un Tupolev: "è caduto un Tupolev di fabbricazione russa", mentre non ho mai sentito parlare dell'incidente di "un DC10 di costruzione americana", incidente statisticamente assai più frequente). Questo cosa significa? Che non dovremmo trattare i russi da fessi. O da barboni. O peggio, come ho letto in certi articoli scritti evidentemente da frequentatori notturni di marciapiedi, da "prostituti". Ci sono poi indizi, come l'altissimo numero di perdite del Gruppo Alpha: 5 morti e 23 feriti. Mai nella sua storia, nemmeno in Afghanistan, un'operazione di questo gruppo ai massimi livelli di preparazione, ha prodotto tante perdite. Mai. Questo a me dice che l'esplosione che ha dato inizio all'assalto non poteva essere programmata. I nostrani commentatori che sparano idiozie (persino ironie) sull'impreparazione degli speznatz farebbero bene a leggere qualcosa sull'argomento prima di aprire bocca, o a domandare commenti ai corpi d'èlite del Mossad. Per tutto ciò, mi pare, la tesi cade sotto il rasoio di Ockham. Resta valido il principio del chiedersi chi trae vantaggio da una simile operazione, ma per rispondervi occorre conoscere bene il quadro, ed è vero che in Europa sono pochi ad avere una chiara visione del mondo russo. Anzi, la mia netta impressione (sono anni che ci studio su) è che esistano PR dedicate a scoraggiare scambi culturali con la Russia, e a darne un'immagine il più negativa possibile (basta aprire un telegiornale, o sentire i commenti di Sergio Canciani). Evidentemente il muro di Berlino è crollato solo fino a un certo punto. Lo scrive una persona che prima di conoscere il popolo russo, la sua profonda cultura e spiritualità, la sua realtà sociale, riteneva di essere anti-sovietico. Ciao, Stefano

Stefano
Inviato: 15/9/2004 15:54  Aggiornato: 15/9/2004 15:54
Mi sento vacillare
Iscritto: 15/8/2004
Da:
Inviati: 344
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Ultim’ora! Ho appena ascoltato al TG3 che George W. Bush protesta vivamente per l’irrigidimento governativo della catena decisionale antiterrorismo del Cremlino, e afferma: “E’ un passo indietro nella democrazia”. Servono commenti? Stefano

Redazione
Inviato: 16/9/2004 7:25  Aggiornato: 16/9/2004 7:25
Webmaster
Iscritto: 8/3/2004
Da:
Inviati: 19594
 Re: TRE UOMINI E UN PIANETA
Io vivo in una zona dove ci sono moltissimi russi emigrati, alcuni ebrei altri no, e ti confermo che avevamo notato con mia moglie la stessa identica cosa, poco tempo fa: l'amica che fa la maestra di piano, in Russia era professoressa di biologia, il proprietario di una agenzia viaggi lavorava nel programma spaziale (ironia della sorte!), il mio vicino era un ingegnere civile (devi sentire con lui le discussioni sul crollo del World Trade Center), ecc. ecc. Viene però da domandarsi: cultura come base di una nazione solida, voluta cioè dall'alto, o cultura come rifugio individuale, in reazione alla mancanza di una libertà sociale, e quindi venuto dal basso? Ovvero: Tollerata, o incoraggiata? (Non che tu sia obbligato a sapere la risposta, ovviamente. Ma se ce l'hai, sono davvero curioso). Massimo (Per quel che riguarda le tesi su Putin, provvederò ad autolicenziarmi simbolicamente per una giornata! ) [ Modificato da Redazione Attivo 26/11/2004 0:22 ]


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